Logan String Melody

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La Logan String Melody era una tastiera dedicata alla simulazione di un'orchestra d'archi, prodotta da circa il 1976 al 1980.

In quel periodo era sorta, specie nella musica progressive, l'esigenza di suoni che si distaccassero da quelli tradizionali, proprio perché il genere progressive inseriva numerosi cambi di ritmo, di tonalità e chiedeva anche cambi di timbro: ad esempio, molto popolari risultavano rock band con un violino solista, un violoncello, un flauto traverso e così via.

In quel periodo molte erano le case costruttrici di questi strumenti: in particolare sono noti la Solina prodotta dalla Eminent B.V., successivamente impiegata da ARP Instruments per realizzare l'ARP String Ensemble e successivamente l'ARP Omni I e II. Questi strumenti avevano alcune caratteristiche analoghe, e presentavano lo stesso problema:

  • il generatore di coro, costituito da tre linee di ritardo analogiche in parallelo, lavorava su uno schema a massima casualità, impostato su periodi primi fra loro allo scopo di non permettere quella ciclicità e periodicità che erano invece ricercate negli effetti chorus e phaser per chitarra
  • Questi strumenti impiegavano un unico inviluppo per tutte le note suonate in un determinato momento. Ciò significava che, con un tempo di attacco lungo, la prima nota ad essere suonata si presentava in effetti con una dissolvenza in entrata ma, mantenendo quella nota premuta, le note successive si attivavano di colpo, come in un organo elettronico, a scapito del realismo ricercato

La logica utilizzata da Logan invece risolveva entrambe le suddette limitazioni:

  • Il generatore di coro era sempre costituito da tre linee di ritardo analogiche in parallelo, ma venivano modulate utilizzando onde con sfasamento di 90°, creando pertanto l'illusione di una massa sonora più omogenea, contigua e meno dispersiva rispetto alla logica a massima casualità
  • I generatori di inviluppo erano uno per ogni nota. In questo modo, per la verità costoso, si otteneva un realismo all'epoca insuperato, poiché ogni tasto si comportava come il singolo strumento ad arco.

Lo strumento veniva realizzato sia interamente in legno, per un utilizzo domestico, sia costruito in un flight-case con coperchio, dedicato al musicista in viaggio. La tastiera disponeva di 49 tasti Do-Do, dal tocco particolarmente leggero e di un colore tendente al giallo chiaro; era divisa in due metà, ciascuna con una propria triade di controlli delle piedature (Cello, Viola, Violin) e relativi controlli di ampiezza (Attacco e RIlascio). Esistevano due modelli, diversi per il numero di preset selezionabili mediante una pulsantiera meccanica, che nel modello superiore (String Melody II) permettevano l'imitazione, oltre all'orchestra di archi, della fisarmonica, dell'organo liturgico e del violino solista.

La realizzazione all'interno era di grande cura, come da tradizione nei classici strumenti di produzione marchigiana. I cavi venivano affasciati mediante sottili fili di cotone, creando ordinate matasse perfettamente stabili e compatte.

Lo strumento disponeva di un jack di uscita mono, e di un jack per un pedale di espressione a fotocellula. Il cavo di alimentazione non era staccabile e pertanto durante gli spostamenti veniva raccolto all'esterno del contenitore.