Brasilianite

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Brasilianite
Classificazione Strunz (ed. 10)8.BK.05[1]
Formula chimicaNaAl3(PO4)2(OH)4[1]
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico
Sistema cristallinomonoclino[2]
Parametri di cellaa = 11,229(6) Å, b = 10,142(5) Å, c = 7,098(4) Å, β = 97,7°[1]
Gruppo puntuale2/m[2]
Gruppo spazialeP21/n[3]
Proprietà fisiche
Densità misurata2,98[1] g/cm³
Densità calcolata2,998[1] g/cm³
Durezza (Mohs)5,5[2]
Sfaldaturabuona lungo {010}[2]
Fratturaconcoidale[2]
Coloreincolore, giallo, giallo-verdastro, verdastro[3]
Lucentezzavitrea[3]
Strisciobianco[3]
Diffusionerara
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

La brasilianite (simbolo IMA: Bzl[4]) è un minerale piuttosto raro della classe dei "fosfati, arseniati e vanadati" con composizione chimica NaAl3[(OH)2|PO4]2.[5] Da un punto di vista chimico è un idrossido fosfato di sodio e alluminio.

Etimologia e storia

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La brasilianite è stata descritta scientificamente e riconosciuta per la prima volta come minerale indipendente nel 1945 da Pough e Henderson.[1] La località tipo è Conselheiro Pena vicino a Minas Gerais in Brasile e il minerale prende il nome dalla nazione di ritrovamento. La brasilianite era però già nota prima di allora, ma fu scambiata per crisoberillo.[6]

Classificazione

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Nell'obsoleta, ma ancora parzialmente in uso, 8ª edizione della sistematica minerale secondo Strunz, la brasilianite apparteneva alla classe minerale di "fosfati, arseniati, vanadati" e da lì alla sottoclasse dei "fosfati anidri, arseniati e vanadati con anioni estranei", dove formava il "gruppo della cirrolite-brasilianite" con il numero di sistema VII/B.12 insieme a bøggildite, cafarsite, cirrolite e lacroixite.

Nela Sistematica dei lapis (Lapis-Systematik) di Stefan Weiß, che è stata rivista l'ultima volta nel 2018 ed è ancora strutturata secondo la vecchia edizione di Strunz per riguardo verso i collezionisti, al minerale è stato assegnato il sistema nº VII/B.12-010. In questa Sistematica ciò corrisponde alla classe dei "fosfati, arseniati e vanadati" e lì alla sottoclasse dei "fosfati anidri, con anioni estranei F, Cl ,O, OH", dove la brasilianite insieme ad augelite e viitaniemiite forma un gruppo senza nome con il numero di sistema VII/B.12.[7]

La 9ª edizione della sistematica dei minerali di Strunz, che è stata aggiornata l'ultima volta dall'Associazione Mineralogica Internazionale (IMA) nel 2024,[8] classifica la brasilianite nella classe "8. Fosfati, arsenati, vanadati" e lì nella sottoclasse "8.B Fosfati, ecc., con anioni aggiuntivi, senza H2O"; questa è ulteriormente suddivisa in base alla dimensione relativa dei cationi coinvolti e al rapporto quantitativo della sostanza degli anioni aggiuntivi e del complesso fosfato, arseniato o vanadato, in modo che il minerale sia classificato di conseguenza nella suddivisione "8.BK Con cationi di media e grande dimensione, (OH, ecc.):RO4 = 2:1, 2,5:1", dove è l'unico membro del gruppo senza nome nº 8.BK.05.[1]

La classificazione dei minerali secondo Dana, che viene utilizzata principalmente nel mondo anglosassone, classifica la brasilianite nella classe dei "fosfati, arseniati e vanadati" e lì nella sottoclasse "fosfati anidri, ecc., con ossidrile o alogeno". Qui è l'unico membro del gruppo senza nome nº 41.05.07 all'interno della suddivisione "fosfati anidri ecc., con ossidrile o alogeno con (AB)2(XO4)Zq".[9]

Abito cristallino

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La brasilianite cristallizza nel sistema monoclino nel gruppo spaziale P21/n (gruppo nº 14, posizione 2) con i parametri del reticolo a = 11,233 Å, b = 10,142 Å, c = 7,097 Å e β = 97,37°[10] oltre a quattro unità di formula per cella unitaria.[2]

La brasilianite pura è incolore o bianca. Tuttavia, può essere di colore da giallastro a giallo-verdastro a causa di miscele estranee.

L'acido borico e il borace incidono il minerale, l'acido fluoridrico lo distrugge.[11]

Gli indici di rifrazione hanno valori nα = 1,602, nβ = 1,609 e nγ = 1,621 - 1,623, e possiede birifrangenza (δ = 0,019 - 0,021). Il minerale ha opacità tra il traslucido e il trasparente e presenta un debole pleocroismo.[1]

Origine e giacitura

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La brasilianite si forma da soluzioni idrotermali in zone ricche di fosfati di pegmatiti granitiche, ma può anche formarsi metamorficamente in rocce sedimentarie. La si può trovare associata con vari minerali, tra cui albite, ambligonite, apatite, augelite, bertossaite, muscovite, quarzo, tormalina e whitlockite.[2]

La brasilianite è stata rilevata in 45 siti: nella provincia di Salta in Argentina; contea di East Gippsland in Australia; Paraíba e Rio Grande do Norte nella regione nord-orientale, Espírito Santo e Minas Gerais nella regione sud-orientale del Brasile; Waidhaus in Germania; Ébreuil in Francia; a Dawson City in Canada; Karibib in Namibia; Spittal an der Drau in Austria; Gatumba in Ruanda; Zamora in Spagna; nella municipalità locale di Richtersveld in Sudafrica; la Moravia nella Repubblica Ceca; nelle contee di Yavapai (Arizona), Fairfield e Middlesex (Connecticut), Androscoggin e Oxford (Maine), Cheshire, Grafton e Sullivan (New Hampshire) e Pennington (Dakota del Sud).[12]

La brasilianite viene trasformata esclusivamente in pietre preziose, ma non è ancora molto comune come pietra preziosa. Poiché la pietra ha solo la durezza del vetro, è sensibile alle sollecitazioni della lavorazione e dell'uso dei gioielli, e può essere facilmente danneggiata nell'uso quotidiano se incastonata in braccialetti o anelli.[11] A causa del suo colore, c'è il rischio di confusione con ambligonite, apatite, crisoberillo, berillo e topazio.[13]

Forma in cui si presenta in natura

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La brasilianite sviluppa per lo più cristalli prismatici o isometrici da trasparenti a traslucidi, corti, ma anche aggregati radiali, granulari o massicci.

  1. ^ a b c d e f g h (EN) Brazilianite, su mindat.org. URL consultato il 4 settembre 2024.
  2. ^ a b c d e f g (EN) Brazilianite (PDF), in Handbook of Mineralogy. URL consultato il 4 settembre 2024.
  3. ^ a b c d (DE) Brazilianite (Brasilianite), su mineralienatlas.de. URL consultato il 4 settembre 2024.
  4. ^ (EN) Laurence N. Warr, IMA–CNMNC approved mineral symbols (PDF), in Mineralogical Magazine, vol. 85, 2021, pp. 291–320, DOI:10.1180/mgm.2021.43. URL consultato il 4 settembre 2024.
  5. ^ Stefan Weiß ed. 5
  6. ^ (DE) Gerhard Niedermayr, Aus den Neuerwerbungen der Mineralogisch-Petrographischen Abteilung – Brasilianit und Petalit aus Minas Gérais, Brasilien (PDF), in Annalen des Naturhistorischen Museums in Wien, vol. 76, 1972, pp. 605–607. URL consultato il 4 settembre 2024.
  7. ^ Stefan Weiß ed. 7
  8. ^ (EN) Malcolm Back et al., The New IMA List of Minerals – A Work in Progress – Updated: May 2024 (PDF), su cnmnc.units.it, IMA/CNMNC, Marco Pasero, maggio 2024. URL consultato il 4 settembre 2024 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2024).
  9. ^ (EN) Brazilianite Mineral Data, su webmineral.com. URL consultato il 4 settembre 2024.
  10. ^ (EN) American Mineralogist Crystal Structure Database – Brazilianite, 1974. URL consultato il 4 settembre 2024.
  11. ^ a b (DE) Edelstein-Knigge von Prof. Leopold Rössler - Brasilianit, su beyars.com. URL consultato il 4 settembre 2024 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2009).
  12. ^ (EN) Localities for Brasilianite, su mindat.org. URL consultato il 4 settembre 2024.
  13. ^ Walter Schumann p. 206
  • (DE) Walter Schumann, Edelsteine und Schmucksteine, 13ª ed., BLV Verlags GmbH, 2002, ISBN 3-405-16332-3.
  • (DE) Stefan Weiß, Das große Lapis Mineralienverzeichnis, 5ª ed., Monaco, Weise, 2008, ISBN 3-921656-17-6.
  • (DE) Stefan Weiß, Das große Lapis Mineralienverzeichnis. Alle Mineralien von A – Z und ihre Eigenschaften. Stand 03/2018, 7ª ed., Monaco, Weise, 2018, ISBN 978-3-921656-83-9.

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