Lanius minor
L'averla minore o averla cenerina[2] (Lanius minor Gmelin, 1788) è un uccello passeriforme della famiglia Laniidae[3].
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome scientifico della specie, minor, deriva dal latino e rappresenta un riferimento alle dimensioni minori di questi uccelli rispetto alla maggior parte delle altre averle con le quali condivide l'areale: il nome comune altro non è che la traduzione di quello scientifico e non deve generare confusione con l'affine averla piccola.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Dimensioni
[modifica | modifica wikitesto]Misura 19-23 cm di lunghezza, per 41-61.6 g di peso[4].
Aspetto
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di uccelli dall'aspetto robusto, muniti di grossa testa ovale e allungata, becco robusto e piuttosto corto dall'estremità adunca, ali piuttosto lunghe rispetto alle altre averle, forti zampe artigliate e coda non molto lunga e dall'estremità vagamente romboidale. Nel complesso, l'averla cenerina ricorda molto l'averla maggiore, dalla quale può essere distinta per la taglia inferiore, la mascherina facciale più ampia e le sfumature rosate del ventre[5].
Il piumaggio si presenta di color grigio cenere su vertice, nuca, dorso, scapolare e codione: gola, petto, ventre, fianchi e sottocoda sono di colore bianco, puro solo su quest'ultimo e sulla prima, mentre negli adulti il petto ed il ventre tendono a presentare sfumature tendenti al rosato. Le ali e la coda sono di colore nero, con la base e la punta di quest'ultima e la base delle remiganti che mostrano uno specchio di colore bianco, più ampio nelle remiganti primarie e via via meno esteso nelle secondarie: nera è anche la mascherina facciale, che dai lati del becco raggiunge l'area periauricolare coprendo anche la fronte[5].
Come nelle altre averle, anche l'averla cenerina presenta dimorfismo sessuale, anche se non estremamente accentuato: nelle femmine la mascherina facciale presenta sfumature brune, presenti anche nel grigio dorsale, mentre le sfumature rosa dell'area ventrale sono assai meno accentuate.
In entrambi i sessi il becco e le zampe sono di colore nerastro, il primo con base più chiara, specialmente sulla mandibola inferiore: gli occhi si presentano invece di colore bruno scuro.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]L'averla cenerina è un uccello dalle abitudini di vita diurne generalmente solitarie (sebbene sia possibile osservarne coppie o persino piccoli gruppi, di consistenza inferiore rispetto alle 5-6 unità) e piuttosto territoriale, che delimita un proprio territorio che viene accanitamente difeso da intrusi conspecifici: ciò avviene anche durante la migrazione invernale, quando l'estensione dei territori è minore e la loro stessa esistenza è temporanea.
Questi uccelli passano la maggior parte della giornata appollaiati su un posatoio in evidenza all'interno del proprio territorio, allo scopo di poter osservare i dintorni alla ricerca di potenziali intrusi da redarguire o scacciare oppure di potenziali prede di passaggio da attaccare al fine di cibarsene.
Queste averle comunicano mediante richiami chioccolanti e piuttosto simili a quelli delle gazze: il canto in sé è invece semplice, cinguettante e ripetitivo, ma l'animale provvede ad arricchirlo con imitazioni dei canti di altre specie di uccelli[5][6].
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]L'averla cenerina è un uccello quasi esclusivamente insettivoro: questi uccelli si cibano infatti essenzialmente di grossi insetti (farfalle e falene, ortotteri, grossi ditteri), ma anche di altri invertebrati quali millepiedi e ragni e, sebbene sporadicamente, anche di piccoli vertebrati. Altrettanto raramente essi si cibano di materiale di origine vegetale, come ciliegie, fichi e bacche.
Questi animali cacciano a vista, passando lunghi periodi appollaiati su posatoi dai quali possono godere di una buona visuale sui dintorni: all'apparire di una potenziale preda, l'animale plana su di essa dall'alto o la cattura in volo, dilaniandola col forte becco e ritornando sul proprio posatoio per potersene cibare con calma.
Sebbene come tutte le averle anche questa specie possa impalare il proprio cibo su spine di rovo o filo spinato, tale comportamento nell'averla cenerina è osservabile solo raramente, in genere quando il surplus di cibo è eccessivo: verosimilmente, tale caratteristica è dovuta al fatto che questa specie vive in simpatria con altre averle più grandi e aggressive, le quali potrebbero saccheggiare indisturbate le eventuali riserve di cibo[7].
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di uccelli monogami, che cominciano generalmente a riprodursi in maggio: durante la stagione degli amori viene solitamente portata avanti una singola covata, ma qualora la prima vada perduta può essere iniziato un nuovo evento riproduttivo.
Il nido, a forma di coppa e piuttosto grossolano, viene costruito da ambedue i sessi, intrecciando rametti e steli di canapicchia, timo selvatico e bambagia e foderando l'interno con ciuffi di pelo e lanugine, radichette, penne e piumino: il nido viene costruito a 4-10 m d'altezza, ubicandolo di preferenza su un albero piuttosto isolato sul limitare di un bosco.
All'interno del nido, la femmina depone 5-7 uova di colore azzurrino con sparsa maculatura brunastra concentrata sul polo ottuso: sussiste tuttavia una certa variabilità nella colorazione delle uova, alcune delle quali possono essere di color crema o rosato.
Le uova vengono covate da ambedue i partner (con netta prevalenza della femmina) per circa 15 giorni, al termine dei quali schiudono pulli ciechi ed implumi: essi vengono accuditi ed imbeccati a turno da ambedue i genitori, involandosi già a circa due settimane dalla schiusa e rendendosi indipendenti immediatamente dopo.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]L'averla cenerina è un uccello migratore, che durante il periodo estivo boreale popola un areale che va dal Piemonte (con popolazioni frammentarie anche più ad ovest, in Spagna nord-orientale e Francia meridionale) all'Altaj ed all'estremo nord-ovest dell'Uiguristan attraverso la penisola balcanica fino alla Grecia settentrionale, l'Europa orientale a nord fino alla Lituania meridionale, la Russia europea, la Siberia occidentale, il Caucaso, l'Anatolia, il nord del Levante (Libano, Siria settentrionale e nord-occidentale, Kurdistan e Iraq settentrionale) e parte dell'Asia centrale (nord ed est del Kazakistan, Turkmenistan ed Afghanistan settentrionali, Azerbaigian e nord-ovest dell'Iran): con l'approssimarsi della stagione fredda, invece, questi uccelli migrano verso sud raggiungendo i siti di svernamento in Africa meridionale (dal sud dell'Angola al Mozambico sud-occidentale e a sud fino al Sudafrica centrale). Apparentemente, le popolazioni dell'estremità orientale dell'areale occupato dalla specie rimarrebbero almeno parzialmente stanziali, riproducendosi in situ[8].
In Italia, la specie è presente in maniera discontinua in tutta la penisola e in Sicilia, con le popolazioni più consistenti in Pianura Padana e nell'Appennino meridionale.
L'habitat di questi uccelli è costituito dai terreni aperti con presenza di macchie alberate o cespugliose: in Italia è possibile osservarli fino a 900 m di quota[5].
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Fino a tempi recenti veniva riconosciuta una sottospecie turanicus diffusa nella porzione orientale dell'areale occupato dalla specie, grossomodo a est degli Urali: sebbene alcuni autori continuino a riconoscere la sottospecie come valida[4], le differenze rispetto alla sottospecie nominale sembrerebbero limitarsi solamente alla colorazione più pallida, sicché si preferisce considerare l'averla cenerina come specie monotipica[3].
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la lista rossa IUCN, questa specie è considerata come a rischio minimo di estinzione (Least Concern)[1].
In virtù della consistente diminuzione numerica di questi uccelli nel continente europeo nel corso degli ultimi decenni (verosimilmente dovuta a una combinazione di riduzione dell'habitat e di una sequenza di estati umide con conseguente diminuzione delle prede), l'averla cenerina viene indicata come vulnerabile nell'appendice I della Direttiva Uccelli della Commissione Europea[9].
È inoltre specie protetta ai sensi della legge 157/92[10].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) BirdLife International 2012, Lanius minor, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ CISO-COI, La lista CISO-COI degli Uccelli italiani (PDF), in Avocetta, vol. 33, n. 1, 2009.
- ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Laniidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 5 giugno 2015.
- ^ a b (EN) Lesser Grey Shrike (Lanius minor), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato il 3 febbraio 2020.
- ^ a b c d (EN) Lars Svensson, Guida degli uccelli d'Europa, Nord Africa e vicino oriente, Ricca Editore, 2009, p. 352, ISBN 978-88-6694-000-5.
- ^ (EN) Lanius minor, su Xeno-canto, sharing bird sounds from around the world, Xeno-canto Foundation.
- ^ (EN) Valera, F.; Krištín, A.; Hoi, H., Why Does the Lesser Grey Shrike (Lanius minor) Seldom Store Food? Determinants of Impaling in an Uncommon Storing Species, in Behaviour, vol. 138, n. 11/12, 2001, p. 1421–1436, DOI:10.1163/156853901317367672, JSTOR 4535901.
- ^ (EN) Deutsch, M. & Bräunlich, A., First records and first proven breeding of Lesser Grey Shrike Lanius minor in Mongolia, in Erforsch. biol. Ress. Mongolei, n. 10, 2007, p. 541-546.
- ^ (EN) European Commission: Environment, Lesser Grey Shrike (Lanius minor), su Wild Birds: Threatened bird species in Annex I, 5 luglio 2013. URL consultato il 13 settembre 2013.
- ^ Legge 11 febbraio 1992, n. 157 - Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio, su italcaccia.toscana.it. URL consultato il 10 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2014).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lanius minor
- Wikispecies contiene informazioni su Lanius minor
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Lanius minor, in Avibase - il database degli uccelli nel mondo, Bird Studies Canada.
- Lesser Grey Shrike (Lanius minor), su the Internet Bird Collection. URL consultato il 1º giugno 2015.