Mario Mastrangelo

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Mario Mastrangelo
Il capitano di fregata Mario Mastrangelo, 30 giugno 1939.
NascitaLa Spezia, 10 gennaio 1900
MorteCefalonia, 24 settembre 1943
Cause della morteFucilazione
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataMarina militare
Anni di servizio1917-1943
Grado Capitano di fregata
GuerrePrima guerra mondiale e seconda guerra mondiale
BattaglieEccidio di Cefalonia
DecorazioniCroce al merito di guerra, Medaglia di bronzo al valor militare, Medaglia d'oro al valor militare
Studi militariAccademia navale di Livorno
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Mario Mastrangelo (La Spezia, 10 gennaio 1900Cefalonia, 24 settembre 1943) è stato un militare italiano, ufficiale della regia marina, decorato con medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Nato a La Spezia da padre sottufficiale della marina originario di Noci. È stato allievo dell'accademia navale di Livorno dal 1913 al 1917, anno in cui è stato nominato guardiamarina. Partecipò alla prima guerra mondiale nel 1918, imbarcato prima su siluranti di superficie e poi nella brigata marina posta a difesa del Basso Piave.[1] Per meriti conseguiti durante la grande guerra, venne decorato con medaglia di bronzo e croce di guerra. Nel 1930 venne mandato a Bengasi, dove si sposò nello stesso anno.

Nel giugno 1931 divenne capitano di corvetta. Dal gennaio al marzo 1932 è stato comandante in seconda del cacciatorpediniere Da Noli. Dal marzo 1938 all'ottobre 1940, divenne sottocapo di stato maggiore della marina e capo zona sommergibili presso il comando marina de La Maddalena. Oramai divenuto capitano di fregata, venne posto a capo del comando marina di Cefalonia, Corinto e Argostoli, nella zona greca sotto occupazione militare italiana. Il presidio era di particolare importanza politica per via delle rivendicazioni irredentiste sulle isole ionie, di cui Cefalonia è parte.

L'8 settembre 1943 fronteggiò un tentativo di sbarco tedesco a Cefalonia, riuscendo a distruggere numerose imbarcazioni nemiche. Nei giorni successivi fu l'animatore della resistenza contro i tedeschi. Morì nel corso e in conseguenza dell'eccidio di Cefalonia ad opera di truppe tedesche.[2] Chiese ai tedeschi di essere l'unico a essere ucciso e si dichiarò responsabile della resistenza dei propri uomini sull'isola. I tedeschi, a queste parole, lo trucidarono in mezzo agli uomini che avevano combattuto al suo fianco. È sepolto al Sacrario dei caduti d'oltremare di Bari.

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di Marina a Cefalonia all'atto dell'armistizio, eseguiva con decisione e senza esitazione alcuna gli ordini relativi allo sgombero del naviglio. Intuita tra i primi la possibilità e la utilità di una pronta azione contro i tedeschi, ne fu strenuo assertore presso il Comando dell'isola. In un ambiente quanto mai eccitato per la divisione degli animi manteneva salda la disciplina tra i reparti di Marina a lui affidati e, presa l'iniziativa di reagire con le proprie batterie, quantunque in minorate condizioni fisiche, manteneva il comando, dando prova di attaccamento al dovere ed elevato spirito aggressivo durante lunghi ed accaniti combattimenti. Catturato veniva barbaramente trucidato dal nemico che vedeva in lui uno dei promotori di quella disperata ed eroica resistenza. Faceva così olocausto della vita alla Patria tenendo alto l'onore delle armi e lasciando ai posteri fulgido esempio di alte virtù militari. Cefalonia, 8-22 settembre 1943.[3]»
  1. ^ Mario Mastrangelo - Marina Militare, su marina.difesa.it. URL consultato il 13 gennaio 2018.
  2. ^ Mario Mastrangelo - Marina Militare, su marina.difesa.it. URL consultato il 2 luglio 2017.
  3. ^ Dettaglio onorificenza

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