Faldìa
Faldìa | |
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Origini | |
Luogo d'origine | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Diffusione | Provincia di Piacenza |
Dettagli | |
Categoria | secondo piatto |
Ingredienti principali | carne di cavallo |
La faldìa è un piatto a base di carne di cavallo della cucina piacentina. Si tratta di una sottile cotoletta ricavata dal diaframma, una parte del ventre dell'animale. Il taglio in questione risulta apprezzato per l'assenza di grasso[1] e la somiglianza con il filetto. Nella gastronomia piacentina non è infrequente l'impiego delle carni equine, sia cavallo che asino. Tuttavia, associata alla cucina povera, la ricetta era caduta in disuso nel corso del Novecento, finché negli ultimi decenni il piatto non è stato riproposto con successo da alcuni ristoranti di Piacenza e provincia.
Preparazione
[modifica | modifica wikitesto]La faldìa consiste in una sottile fetta di carne impanata e fritta in padella nel burro,[1] evitando di farla indurire eccessivamente. Una volta terminata la cottura, viene servita su un letto di basilico.
Origine del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il nome faldìa è di origine spagnola e correlato con il sostantivo falda, cioè gonna. Faldìa era il termine utilizzato per definire, in epoca Basilica,[non chiaro] il sostegno posto sotto le gonne per tenerle rigide e allargarne il bordo in fondo. Probabilmente la sottigliezza del taglio di carne richiama un'immagine di leggerezza delle vesti.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Cotoletta alla milanese, su cibo360.it. URL consultato il May 13, 2016.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Valentina Bernardelli e Luigi Franchi, Atlante alimentare piacentino, Tip. Le. Co., Piacenza, 2007