Assalto spagnolo a Gerba (1520)

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Assalto spagnolo a Gerba
Panorama dell'isola di Gerba
Dataaprile - maggio 1520
LuogoGerba
Esitovittoria spagnola
Schieramenti
Spagna degli AsburgoSceiccato di Gerba
Comandanti
Hugo de MoncadaSheikh Said
Effettivi
13.000 fanti
70 navi
13 galee
12.000 fanti
200 cavalieri
Perdite
260500
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L'assalto spagnolo a Gerba fu una spedizione militare spagnola guidata da Hugo de Moncada nel 1520 contro l'isola tunisina di Gerba e conclutasi con la capitolazione dello sceicco dell'isola che divenne tributario dell'imperatore Carlo V.

Durante il regno di Ferdinando II d'Aragona, vi erano stati diversi tentativi di conquistare l'isola ma senza risultati positivi. Lo stesso Carlo V aveva provato anche una spedizione contro Algeri, ma anche qui venendo sconfitti dai corsari.

Sebbene l'isola fosse formalmente sotto il dominio di Abu Abdallah Muhammad IV al-Mutawakkil di Ifriqiya, in realtà era controllata dai corsari Oruç Reis e Hayreddin Barbarossa.[1][2]

Nel 1519 Carlo V, volendo eliminare definitivamente la minaccia corsara, decise di preparare una spedizione. Come comandante della flotta venne posto Don Hugo de Moncada con il titolo di capitano generale.

Dopo aver svernato in Sicilia, a metà aprile 1520 la flotta, composta da 13 galee, 70 navi e tra 10.000 e 13.000 fanti, la marina partì per le coste della Tunisia.

Dopo aver portato la flotta a 18 miglia da Gerba, il 28 maggio ebbe inizio la spedizione contro l'isola; ad attenderli, vi era l'esercito di Sheikh Said, composto da dieci o dodicimila fanti e duecento cavalieri. Nonostante un'iniziale battuta d'arresto, la flotta spagnola riuscì a respingere i nemici. Le perdite per l'esercito tunisino vengono stimate attorno ai 500 uomini mentre tra le fila spagnole si contarono 200 fanti e 60 cavalieri uccisi. Dopo un periodo di pausa, l'esercito riprese l'avanzata e fortificò un borgo a metà strada del castello.

Lo sceicco iniziò i negoziati, senza aspettare l'aiuto del califfo di Tunisi, e presto capitolò.

Venne immediatamente costruita una nuova fortezza spagnola ed una guarnigione spagnola venne inviata a presidio. Lo sceicco non venne spodestato, ma divenne tributario del Regno di Spagna, impegnandosi a pagare annualmente 12.000 franchi e promettendo di mantenere l'isola libera dai corsari.[3]

  1. ^ Copia archiviata, vol. 4, 2001. URL consultato il 21 maggio 2024 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2020).
  2. ^ Alan G. Jamieson, Lords of the Sea: A History of the Barbary Corsairs, Reaktion Books, 15 febbraio 2013, p. 224, ISBN 978-1-86189-946-0.
  3. ^ Leo Africanus, The History and Description of Africa: And of the Notable Things Therein Contained, Cambridge University Press, 3 giugno 2010, p. 764, ISBN 978-1-108-01290-4.
  • Nicolas Vatin, Études Ottomanes, in Annuaire – EPHE, SHP – 143e année (2010–2011), 2010–2011, p. 52. URL consultato il 28 febbraio 2021.
  • Iqbal F. Quadir, When Barbarossa brothers ruled the Mediterranean, in Defence Journal, vol. 4, n. 7, 2001. URL consultato il 13 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2020).