Arnodera - Colle Montabone
Arnodera - Colle Montabone | |
---|---|
Tipo di area | SIC/ZSC |
Codice WDPA | 555528092 |
Cod. Natura 2000 | IT1110055 |
Stati | Italia |
Regioni | Piemonte |
Province | Torino |
Comuni | Gravere, Meana di Susa, Susa |
Superficie a terra | 129[1] ha |
Gestore | Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie |
Mappa di localizzazione | |
Arnodera - Colle Montabone è un sito di interesse comunitario (cod.IT1110055) della Regione Piemonte, istituito nell'ambito della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat) e designato inoltre come Zona Speciale di Conservazione.[1] Comprende un'area di 129 ettari nei territori comunali di Gravere, Meana di Susa e Susa, nella Città metropolitana di Torino.
Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio protetto è situato in destra idrografica della Dora Riparia, non lontano dalla cittadina di Susa. Comprende dossi rocciosi caratterizzati da un clima particolarmente arido e assolato. Circa un quinto dell'area è ricoperto da querceti, nei quali accanto alla prevalente roverella si trovano anche roveri. Le zone boschive comprendono anche, nelle aree più fresche, acero-tiglio-frassineti[2], oltre che castagneti. Il resto del SIC è occupato da terreni erbosi aperti, boscaglie di invasione e lembi coltivati parzialmente terrazzati, in particolare a frutteto e vigneto.[3]
La zona viene gestita dall'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie. [2] Il territorio del SIC/ZSC è lambito a sud dalla ferrovia Torino-Bardonecchia e a nord dalla ex SS 24.[4] Il Colle Montabone (870 m s.l.m.) e la frazione Arnodera, che danno il nome all'area protetta, sono esterni ai suoi confini e si trovano ad ovest del SIC/ZSC.[5]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]All'interno dell'area del SIC sono presenti alcune incisioni rupestri. In particolare su un masso in comune di Meana di Susa (località "Cantalupo"), sul rilievo che domina la frazione Col Facero, è nota una incisione con funzione di segno confinario e che riporta le date dal 1745 e del 1790.[6] Nei pressi del confine nord-occidentale del SIC/ZSC si trova la chiesa medioevale di San Saturnino. Nei pressi dell'area protetta furono attive in passato cave di calce, in parte poi riutilizzate come discariche, ormai non più attive.[3]
Flora e vegetazione
[modifica | modifica wikitesto]A livello floristico l'area è di notevole interesse per la presenza di varie specie tipiche degli ambienti aridi. Tra queste si possono ricordare le orchidacee Orchis morio e Orchis tridentata; significativa è anche la presenza di Lavandula angustifolia e di Fritillaria orientalis, rarissima in Piemonte. Altra specie rara nella regione è la leguminosa Colutea arborescens, che nell'area protetta forma alcune boscaglie.[3]
Varie tra le misure sito-specifiche per il SIC/ZSC riguardano la gestione e il miglioramento delle aree a bosco: ad esempio vige la prescrizione di un torno minimo di 10 anni per lo sfruttamento del bosco ceduo o il divieto di abbattere gli esemplari di castagno con diametro maggiore di 70 cm. Particolarmente tutelati sono prati xerofili a Bromus erectus, sui quali viene limitato il numero di sfalci o di pascolamenti annuali e vietata l'irrigazione e la concimazione con prodotti chimici di sintesi.[7] Tra le minacce per gli aspetti naturalistici più rilevanti del sito, legati alla presenza di ambienti aperti e assolati, c'è l'espansione degli arbusteti su pascoli e terreni un tempo coltivati ed oggi abbandonati.[3]
Fauna
[modifica | modifica wikitesto]All’interno del sito sono presenti varie specie di lepidotteri, favorite dall'aridità e dal soleggiamento dell'area. Particolarmente significative le farfalle diurne; tra queste sono di interesse conservazionistico le specie Iolana iolas (che in Piemonte è rara) e Callimorpha quadripunctata. I lepidotteri sono particolarmente tutelati da alcune delle misure sito-specifiche vigenti nella ZSC, quali per esempio il divieto di raccolta di larve o adulti da parte dei collezionisti, della modifica delle aree del sito effettivamente frequentate dalle specie protette con la costruzione di strade o altri manufatti e della messa in atto di rimboschimenti.[7] Sempre tra gli insetti si segnala la presenza del cervo volante e, tra i rettili, quella di specie di interesse comunitario quali il ramarro (Lacerta bilineata) e il biacco (Hierophis viridiflavus).[3]
Habitat
[modifica | modifica wikitesto]Nel SIC/ZSC sono presenti i seguenti habitat naturali di interesse comunitario:[3]
- boschi di castagno (cod. 9260),
- prati da sfalcio (cod. 6510),
- praterie xerofile a Bromus erectus (cod. 6210).
Attività
[modifica | modifica wikitesto]La zona del SIC/ZSC è visitabile a pedi o in mountain bike. Sono presenti alcuni sentieri poco battuti che si inoltrano nelle aree di maggiore interesse naturalistico del sito.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, DECRETO 27 luglio 2016 - Designazione di 21 zone speciali di conservazione (ZSC) della regione biogeografica alpina e di 6 ZSC della regione biogeografica continentale insistenti nel territorio della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, in Gazzetta Ufficiale - serie generale, n. 193, Repubblica Italiana, 19 agosto 2016. URL consultato il 22 febbraio 2022.
- ^ a b Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie, Zona Speciale di Conservazione Arnodera - Colle Montabone, su parks.it, Federparchi. URL consultato il 23 febbraio 2022.
- ^ a b c d e f g La rete NATURA2000 in Piemonte, pagg. 198-199.
- ^ Fraternali, carta 1:25.000.
- ^ (EN) Arnodera - Colle Montabone, su eunis.eea.europa.eu, European Environment Agency (EEA). URL consultato il 22 febbraio 2022.
- ^ Andrea Arcà, SUS 271 CANTALUPO 1, su rupestre.net, Gruppo Ricerche Cultura Montana - Rock Art in the western Alps - ARchive Online project. URL consultato il 23 febbraio 2022.
- ^ a b AA.VV. (Direzione Ambiente, Governo e Tutela del territorio Settore Biodiversità e Aree Naturali), IT1110055 Arnodera – Colle Montabone Misure di conservazione sito-specifiche (ZIP), Regione Piemonte. URL consultato il 22 febbraio 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Roberto Sindaco, Paolo Savoldelli e Selvaggi Alberto, ARNODERA - COLLE MONTABONE (PDF), in La rete NATURA2000 in Piemonte, Regione Piemonte, 2009, pp. 198-199, ISBN 9788890428302. URL consultato il 22 febbraio 2022.
- Fonti cartografiche
- Cartografia ufficiale italiana in scala 1:25.000 e 1:100.000, Istituto Geografico Militare.
- Val Susa, Val Cenischia, Rocciamelone, Val Chisone (scala 1:25.000), n. 3, Ciriè, Fraternali editore.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Arnodera - Colle Montabone
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Arnodera - Colle Montabone, su Sistema informativo europeo della natura - Common Database on Designated Areas, EEA.