'Asabiyya
ʿAṣabiyya (in arabo ﻋﺼﺒﻴـة?), è un concetto tipico della cultura araba, sviluppatasi in età preislamica e si riferisce al sentimento di orgoglioso vanto per l'appartenenza al proprio gruppo (familiare, di clan, di tribù o di stirpe).
La parola deriva da Aṣaba (in arabo ﻋﺼﺒـة?), che indica la consanguineità agnatizia o i forti vincoli etici, culturali e politici che derivano da un'alleanza (khalaf).
Se Maometto la condannava, come invalidante dei vincoli universalistici propugnati dall'Islam, il concetto ha conosciuto grande fortuna dopo che di esso si è occupato Ibn Khaldun nella sua Muqaddima, che la pone alla base dello sviluppo dinamico della società umana, sottolineandone la positività per la solidarietà che genera tra gruppi umani e per la forza che consente a essi di dotarsi di una precisa identità culturale, di combattere per primeggiare e per dar vita a egemonie politiche e sociali e a dinastie e dominazioni più o meno stabili.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Francesco Gabrieli, ʿAṣabiyya, in Encyclopaedia of Islam, 2ª ed., 2012, DOI:10.1163/1573-3912_islam_SIM_0753. URL consultato il 5 ottobre 2022.
- Francesco Gabrieli, Il concetto della ʿaṣabiyyah nel pensiero storico di Ibn Ḫaldūn, in Atti della Reale Accademia delle scienze di Torino, vol. 65, Roma, Reale Accademia delle Scienze, 1930, pp. 473-512.