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Quarto di San Pietro | |
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La chiesa di San Pietro a Coppito, capoluogo del quarto. | |
Stato | Italia |
Regione | Abruzzo |
Provincia | L'Aquila |
Città | L'Aquila |
Superficie | 0,35[A 1] km² |
Il quarto di San Pietro è uno dei quartieri storici dell'Aquila e rappresenta il quadrante nord-occidentale della città.
La chiesa capoquarto è quella di San Pietro a Coppito.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Il quarto di San Pietro occupa il quadrante nord-occidentale della città, dispone di un affaccio su piazza del Duomo, e confina con:
- Quarto di Santa Maria: viale Duca degli Abruzzi, via Giuseppe Garibaldi, va delle Streghe, via Rustici, via Cascina, via Andrea Bafile, via Camponeschi, via Scardassieri e corso Principe Umberto.
- Quarto di Santa Giusta: corso Vittorio Emanuele II
- Quarto di San Marciano: via Roio, via Cembalo di Colantoni, via Sant'Antonio Pinto, via Venanzio Lupacchini, via Giorgetto, via Buccio da Ranallo, via Fonte Preturo, via XX Settembre.
È suddiviso in 14 locali, di seguito riportati:
Locale | Superficie | Castello di origine | Chiesa di locale[1] |
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Amiterno | 51 825 m² | Amiterno (San Vittorino) | basilica di San Giuseppe Artigiano |
Arischia | 24 688 m² | Arischia | chiesa di San Benedetto († XIX secolo) |
Barete | 30 504 m² | Barete | chiesa di San Paolo di Barete |
Cagnano | 21 147 m² | Cagnano Amiterno | chiesa dei Santi Cosma e Damiano († XVIII secolo) |
Cascina | 12 195 m² | Cascina[A 2] | chiesa di Santa Maria di Cascina († 1795)[A 3] |
Coppito | 14 370 m² | Coppito | chiesa di San Pietro a Coppito |
Forcella | 7 326 m² | Forcella[A 4] | chiesa di Santa Margherita |
Machilone | 24 114 m² | Machilone | chiesa di San Francesco († XIX secolo) |
Pile | 63 345 m² | Pile | chiesa di San Quinziano |
Pizzoli | 38 459 m² | Pizzoli | chiesa di San Lorenzo |
Porcinaro | 8 103 m² | Porcinaro[A 5] | chiesa di San Leonardo († 1818) |
Preturo | 30 514 m² | Preturo | chiesa di Santa Marinella di Preturo († XVII secolo)[A 6] |
Sant'Anza | 17 651 m² | Sant'Anza | chiesa di San Nicola d'Anza |
Vio | 8 393 m² | Vio[A 7] | chiesa di Sant'Angelo di Vio († XVII secolo)[A 8] |
La porta di riferimento è Porta Barete, parzialmente demolita ed interrata nel XIX secolo. Altre porte di accesso al quarto sono Porta San Lorenzo (o di Pizzoli), Porta Pilese e Porta di Poggio Santa Maria, queste ultime due non più esistenti.
Fuori le mura
[modifica | modifica wikitesto]Il quarto occupa quasi interamente la porzione occidentale del territorio comunale, comprendente quindi i quartieri di Cansatessa, Colle Pretara, Pettino, Pile, Santanza e Santa Barbara e le frazioni di Arischia, Coppito, Preturo e San Vittorino. Anticamente, si estendeva anche nei territori dei comuni di Barete, Cagnano Amiterno e Pizzoli in provincia dell'Aquila e Borbona, Cittareale e Posta in provincia di Rieti.
Il suo territorio è costituito da una vasta piana alluvionale circoscritta dal fiume Raio a sud e dalla fascia pedemontana del massiccio del Gran Sasso d'Italia a nord. È attraversato in tutta la sua lunghezza dalla strada statale 80 e dalla strada statale 17 Ovest.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]«(...) nel territorio di Amiterno fin dove si vede hoggi la città nostra, dentro nel dosso dei monti verso Settentrione, erano venti di questi luoghi muniti, Pila, Santanzo, Poppleto, San Vittorino, Pizzulo, Gagnano, Lavareto, Arrischio, Pretoro, Forcella, Cassina, Vio, Porcinaro, Rocca divene, Pidicino, Santogno, Chiarino, La Posta, Burbona, e Civita Regale.»
Insieme al quarto di San Giovanni è uno dei due quartieri amiternini, facente riferimento quindi a castelli che prima della fondazione dell'Aquila, erano posti sotto il controllo della diocesi di Amiterno. La città visse un primo spontaneo processo d'inurbamento, sorto da «iniziative multipolari»,[3] nella prima metà del XIII secolo ed in questo periodo la diocesi provvide alla realizzazione di alcune chiese,[4] tra cui quella di San Pietro a Coppito che poi ne diventerà il capoquarto.[5]
Secondo gli Annales dello storico Bernardino Cirillo, i castelli fondatori sarebbero stati una ventina,[2] alcuni dei quali scomparsi poco dopo la nascita della nuova città; tra questi si citano Cascina, Fasciano, Porcinaro, Rocca delle Vene e Vio.[6] Meritevole di menzione anche il castello di Machilone — in corrispondenza dell'attuale paese di Posta — che acquistò notevole importanza nella seconda metà del XIII secolo e per questo venne saccheggiato, bruciato e raso al suolo dalle truppe aquilane nel 1299.
Per un breve periodo successivo alla fondazione, il quartiere ospitò anche il Palazzo Reale, residenza degli Angiò; nel 1300 il palazzo venne ceduto dal re Carlo II d'Angiò all'ordine domenicano che vi realizzò la chiesa e il convento di San Domenico.[7] L'ordine francescano si insediò invece in un luogo strategico nel locale di Machilone, alla confluenza del cardo e del decumano cittadino, dove sorse la chiesa di San Francesco a Palazzo.
Nel 1596 i Gesuiti arrivarono in città e si insediarono nel locale di Forcella, prendendo possesso della chiesa di Santa Margherita, rinnovando il palazzo Camponeschi e focalizzando l'attività politica e sociale dell'intero quartiere.[8] Venne istituito l'Aquilanum Collegium, antesignano dell'attuale Università degli Studi dell'Aquila.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Il quarto di San Pietro è caratterizzato dal colore azzurro. Il suo stemma occupa il primo quadrante del gonfalone cittadino. La descrizione araldica è la seguente:
«D'azzurro all'albero piantato su terreno erboso, il tutto al naturale sormontato da un uccello.»
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture civili
[modifica | modifica wikitesto]- Palazzo Camponeschi:[9][10] palazzo dalla complessa vicenda costruttiva, iniziata prima del XV secolo con i Camponeschi e proseguita nel XVII secolo con i Gesuiti che vi insedieranno l'Aquilanum Collegium. Le forme attuali, in stile barocco, sono dovute ai lavori successivi al terremoto del 1703 mentre la facciata, dal gusto eclettico, è stata completata solo nel XIX secolo. Ristrutturato nuovamente in seguito al sisma del 2009, è la sede del rettorato dell'Università degli Studi dell'Aquila.
- Palazzo del Convitto
- Palazzetto dei Nobili
- Palazzo Pascali
- Palazzo Pica Alfieri
- Palazzo Porcinari:[11] edificato nel 1574 da Marcantonio Colonna, diventa proprietà dei Gesuiti nel XVII secolo. Dopo il terremoto del 1703 viene ristrutturato a spese della famiglia Porcinari nelle forme attuali. Nel XX secolo è tra le sedi dell'Università degli Studi dell'Aquila.
- Palazzo Quinzi
- Villa Silvestrella:[12] villa dallo stile eclettico, con particolari che rimandano all'architettura neorinascimentale e neogotica nonché liberty, realizzata nella prima metà del XX secolo dalla famiglia Palitti.
Architetture militari
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di San Domenico:[7] chiesa di riferimento dell'ordine domenicano, venne edificata con l'annesso convento nella prima metà del XV secolo, sul luogo del Palazzo Reale degli Angiò. Durante il sisma del 1703 crollò mentre al suo interno si stava svolgendo la messa della Candelora, causando centinaia di morti.
- Chiesa di Santa Margherita
- Chiesa di San Pietro a Coppito
Scomparse
[modifica | modifica wikitesto]Piazze
[modifica | modifica wikitesto]- Piazza del Palazzo
- Piazza Santa Margherita: tra le piazze principali del quarto, è uno spazio quadrangolare d'influenza barocca posto al centro del locale di Forcella dinanzi la Chiesa di Santa Margherita. Le sue quinte, oltre che dalla chiesa, sono composte da Palazzo Camponeschi, Palazzo Pica Alfieri, Palazzo Margherita e Palazzetto dei Nobili.
Strade
[modifica | modifica wikitesto]Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Esplicative
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La superficie è riferita al solo quarto di San Pietro intra moenia, cioè interno alle mura dell'Aquila.
- ^ Il castello di Cascina era situato sull'omonimo altopiano, sul versante occidentale di Monte Calvo, tra i territori di Cagnano Amiterno e Preturo. Attualmente non corrisponde ad alcun centro urbano anche se l'insediamento più prossimo è quello di Termine, frazione di Cagnano Amiterno.
- ^ Chiesa soppressa con decreto di papa Pio VI del 31 gennaio 1795.
- ^ Il castello di Forcella era situato in corrispondenza del omonimo valico, sul versante orientale di Monte Calvo, tra i territori di Cagnano Amiterno e Preturo. Attualmente corrisponde all'insieme dei centri di Casaline, Menzano e Santi nel territorio di Preturo, frazione dell'Aquila.
- ^ Il castello di Porcinaro era situato all'ingresso nella valle del Vomano, tra i territori di Campotosto e L'Aquila. Attualmente corrisponde alla frazione Ortolano di Campotosto.
- ^ La chiesa di Santa Marinella di Preturo era collocata sul luogo dell'attuale Palazzo di Giustizia, su via Francesco Filomusi Guelfi. Ne è documentata l'esistenza sino al XVI secolo.
- ^ Il castello di Vio era situato sul monte Castellano, tra i territori di Arischia e Pizzoli. Attualmente non corrisponde ad alcun centro urbano anche se l'insediamento più prossimo è quello di Marruci, frazione di Pizzoli.
- ^ La chiesa di Sant'Angelo di Vio era collocata sul luogo dell'attuale Villa Masci sul viale Duca degli Abruzzi. Ne è documentata l'esistenza sino al XVI secolo.
Bibliografiche
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Stefano Brusaporci, Mario Centofanti, Il Disegno della città e le sue trasformazioni (PDF), su ing.univaq.it. URL consultato il 16 ottobre 2017.
- ^ a b Bernardino Cirillo, Annali della città dell'Aquila, con l'historie del suo tempo, Roma, Giulio Accolto, 1570.
- ^ Clementi, Piroddi, p. 13
- ^ Orlando Antonini, Architettura religiosa aquilana, I, Todi (PG), Tau Editrice, 2010, p. 2.
- ^ Orlando Antonini, Architettura religiosa aquilana, I, Todi (PG), Tau Editrice, 2010, p. 34.
- ^ Antonio Sciarretta, Geo-storia amministrativa d'Abruzzo, su asciatopo.altervista.org. URL consultato il 24 novembre 2017.
- ^ a b Orlando Antonini, Architettura religiosa aquilana, I, Todi (PG), Tau Editrice, 2010, p. 206.
- ^ Gennaro Gamboni, I Gesuiti all'Aquila dalla fine del Cinquecente ai nostri giorni, L'Aquila, Badoniana, 1941.
- ^ Cerfis, Palazzo Camponeschi, su cerfis.it. URL consultato il 25 novembre 2017.
- ^ Regione Abruzzo, Palazzo Camponeschi (PDF), su regione.abruzzo.it. URL consultato il 25 novembre 2017.
- ^ Regione Abruzzo, Palazzo Porcinari, su webcache.googleusercontent.com. URL consultato il 18 gennaio 2016.
- ^ Riccardo Vetturini, L'isolamento sismico alla base di un edificio in muratura di pregio storico artistico: La Silvestrella, su divisare.com. URL consultato il 30 marzo 2017.