Utente:FENIX 89/Sandbox2
SCHEDA SISTEMATICA
PHYLUM: Chordata;
SUBPHYLUM: Vertebrata;
CLASSE: Amphibia;
ORDINE: Caudata (=Urodela);
FAMIGLIA: Salamandridae;
GENERE: Pleurodeles
SPECIE: Pleurodeles waltl Michahelles, 1830.
NOMI COMUNI: --- (IT), Spanish ribbed newt (EN).
STATUS CONSERVAZIONISTICO
CITES: non incluso in nessuna appendice[nota], pertanto risulta di libera vendita.
LISTA ROSSA IUCN: Near Threatened[nota caudata]
DESCRIZIONE
Il P. waltl è una specie di dimensioni medio-grandi, dato che in natura può raggiungere anche i 30 cm, in cattività la sua dimensione raggiunge però tra i 16 ed i 20 cm. Fisicamente ha una forma appiattita, con occhi rivolti leggermente verso l'alto: si pensa che questo sia un adattamento per permettere al tritone di narcondersi tra le rocce del fondale. La coda è solitamente della stessa lunghezza del corpo, appiattita verticalmente quasi a sembrare una pinna. La pelle, molto granulosa, è di un colore verde-grigio con sfumature marroni, con la pancia solitamente più chiara, con lo stesso pattern maculato.
Una particolarità di questo urodele sono le punte costali, che compongono una striscia gialla lungo il fianco, e permettono di riconoscere il waltl dalle altre specie di pleurodeles, nebulosus e poireti, che infatti presentano il fianco liscio. Questa striscia è un meccanismo di difesa, se afferrato da un predatore il tritone attraverso le punte secerne un veleno.
IN NATURA
Il P. Waltl è originario della penisola iberica e del Marocco. Dal punto di vista climatico, questa area può essere classificata come “clima mediterraneo", ovvero secondo la classificazione climatica di Koppen, un tipo di clima caratterizzato da un periodo estivo di siccità ed un inverno mite, con possibilità di gelate[nota wikipedia].
In natura questo tipo di urodelo è quasi completamente acquatico e popola ogni tipo di bacino idrico con acqua ferma o con una corrente quasi inesistente, come stagni, lagune, dighe e sistemi di irrigazione. In caso di eccessiva siccità può nascondersi in pietraie, buche e fessure, in modo da mantenere l'umidità[nota caudata].
ALLEVAMENTO IN CATTIVITÀ
Alloggiamento: in cattività per questo urodele è consigliato l'alloggiamento in un acquario, ricco di piante e con una piccola zona emersa in terriccio facoltativa. Il livello dell'acqua dovrebbe attestarsi attorno ai 15-20 cm durante la maggiorparte dell'anno, può però essere aumentato durante la stagione riproduttiva. In caso si voglia utilizzare un fondo e non lasciare il vetro nudo si può utilizzare una ghiaietta molto fine (granulometria inferiore a 1 mm), che facilita la puzilia e permette all'animale di espellerla nel caso venga accidentalmente ingoiata con il cibo. Le piante consigliate sono Ceratophyllum demersum, Sagittaria subulata. Vesicularia dubyana, Limnophyla sp., Hygrophyla polysperma, Egeria densa e Anubias barteri nana. La temperatura ideale dovrebbe essere inferiore a 21° C, anche se vista la distribuzione geografica in natura può resistere anche a temperature maggiori; il freddo viene invece tollerato bene, e gli animali resistono anche sotto uno strato di ghiaccio.
Alimentazione: come tutti gli urodeli è un carnivoro opportunista: la dieta base deve essere composta principalmente da lombrichi, che risultano, tra gli animali predati, quelli con un valore nutrizionale maggiormente bilanciato[nota cpitalia]; dovrà essere comunque integrata con larve di chironomidi (Chironomus, accettato anche congelato), limacce, pezzetti di pesce con lisca (ideale il solito latterino, Atherina boyeri), polpa di gamberetto di laguna (Palaemon adspersus), camole della farina (Galleria mellonella, da usare raramente perchè ricche di grassi), tarme della farina (Tenebro molitor) e saltuariamente polpa di cozza e pezzetti di petto di pollo. È fortemente sconsigliato l'uso di piccoli pesci vivi come preda (spesso vengono usate gambusie o guppy), in quanto posso trasmettere patogeni agli anfibi e causarne la morte. La somministrazione del cibo può essere effettuata lasciando semplicemente le prede libere in acqua, un metodo veloce che però non garantisce che gli animali mangino nello stesso modo, e prevede il rischio di morsi (pur non essendo una specie aggressiva, durante la frenesia alimentare un esemplare può mordere erroneamente l'arto di un suo simile arrivando anche ad amputarlo). Un modo alternativo e più sicuro per cibare il tritone è l'utilizzo di pinze o stecchini lunghi da spiedino, su cui viene infilzato il cibo e letteralmente "sventolato" davanti al muso; è importante prestare attenzione al tipo di pinze, pinze metalliche con la punta tagliente possono infatti ferire la bocca dell'animale. Bisogna prestare attenzione anche alla frequenza di somministrazione del cibo: questo anfibio non è infatti in grado di autoregolarsi, ed in cattività è quindi a rischio obesità. Il cibo deve essere somministrato a giorni alterni nel periodo più caldo, e sempre più di rado mano a mano che la temperatura (e quindi il metabolismo) rallenta, con bocconi grandi come la testa. Durante l'inverno possono anche resistere mesi sotto il ghiaccio senza cibarsi.
http://www.caudata.org/cc/species/Pleurodeles/P_waltl.shtml
http://www.amiciinsoliti.it/anfibi/pleurodeles.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Clima_mediterraneo
http://www.sanguefreddo.net/showthread.php?89370-Scheda-allevamento-cynops-orientalis
http://www.cpitalia.net/wiki/index.php?title=Tabella_nutrizionale_insetti