Annuario della nobiltà italiana
ANNUARIO DELLA NOBILTÀ ITALIANA | |
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Stato | Italia |
Lingua | italiano |
Periodicità | Irregolare |
Genere | Repertorio |
Formato | A4 |
Fondatore | Giovan Battista di Crollalanza |
Fondazione | novembre 1872 (Pisa) |
Sede | Teglio (Sondrio) |
Editore | Annuario della nobiltà Italiana Foundation Trust |
Direttore | Andrea Borella |
ISSN | 0393-6473 |
Sito web | www.annuariodellanobilta.com/ |
L'Annuario della nobiltà Italiana è una pubblicazione periodica che si occupa di aggiornare lo stato anagrafico delle famiglie italiane che erano riconosciute nobili o notabili (casate storicamente in possesso di stemma e con vita more nobilium) nel Regno d'Italia e negli Stati preunitari.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il periodico viene fondato nel 1872 a Pisa da Giovan Battista di Crollalanza e, dopo sette anni di preparativi, lì pubblicato nel 1879. La veste tipografica s'ispira a quella delle edizioni ottocentesche dell'Almanacco di Gotha. Viene pubblicato dall'Accademia italiana d'araldica, in 27 edizioni, fino al 1905: prima a Pisa, poi a Bari e infine a Mola di Bari. Intorno al fondatore di Crollalanza si erano riunti alcuni dei più noti studiosi di genealogia e di araldica del nuovo Regno unitario che contribuirono alla nascita e allo sviluppo dell’Annuario. Oltre al Cav. D. Giuseppe Rivera di Aquila, che fu uno dei più attivi compilatori dell’Annuario “ci furono larghi di preziose notizie o d'informazioni i Signori Cav. Vincenzo Palizzolo Gravina Barone di Ramione di Palermo, Conte Berardo Candida Gonzaga, o Barone Francesco Bonazzi di Napoli, Barone Commend. D. Gaudenzio Claretta di Torino, Cav. Girolamo Rossi di Ventimiglia, Giovanni Andrea Nob. de Concini di Padova, Marchese D. Giuseppe Schedoni di Modena, Can. Teol. D. Luigi Balduzzi di Bagnacavallo, e Can. D. Antonio Tarlazzi di Ravenna”. Furono soci fondatori il barone Filippo Bacile di Castiglione e di S. Nicola a Pettorano (poi vicepresidente dell’Annuario), il Conte Giambattista Rossi Scotti di Perugia, Cav. Ignazio Emanuele Rossi di Aci-Catena, Marchesa Florentina Sampieri, nata Bigot di Rombert (poi vicepresidente dell’Annuario), Conte Giuseppe de Sarzana Fici di Palermo, Marchese Giuseppe Schedoni di Camiazzo di Modena, Conte Luigi Schioppo di Verona, Conte Enrico Welsperg del Tirolo italiano (poi vicepresidente dell’Annuario) e il conte Walfredo della Gherardesca (presidente dell’Annuario) e il barone cavaliere don Antonio Manno, commissario del Re per la Consulta araldica e centinaia di altri celebri studiosi[1][2] Alla direzione della prima serie del periodico si succedono:
- Giovan Battista di Crollalanza: dal 1878 al 1892.
- Il figlio di questi, Goffredo di Crollalanza: sino al 1904.
- Il fratellastro di quest'ultimo, Aldo di Crollalanza: sino al 1905.[3]
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Giovan Battista di Crollalanza (1819–1892), fondatore dell'Annuario della nobiltà italiana e primo direttore del periodico dal 1878 al 1892.
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Goffredo di Crollalanza (1855–1905), secondo direttore dell'Annuario della nobiltà italiana dal 1892 al 1904.
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Aldo di Crollalanza (1883-...), terzo direttore dell'Annuario della nobiltà italiana dal 1904 al 1905.
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Walfredo della Gherardesca (1826-1892), secondo presidente dell'Annuario della nobiltà italiana dal 1888 al 1892.
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Felice Tribolati (1834-1898), secondo vicepresidente dell'Annuario della nobiltà italiana dal 1882 al 1898.
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Filippo Bacile di Castiglione (1827-1911), primo vicepresidente dell'Annuario della nobiltà italiana dal 1879 al 1905.
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Enrico Welsperg (1850-1907), terzo vicepresidente dell'Annuario della nobiltà italiana dal 1898 al 1905.
Prima serie
[modifica | modifica wikitesto]Suddivisioni
[modifica | modifica wikitesto]La prima serie dell'Annuario della nobiltà Italiana, pubblicata nel 1879, è strutturata in 3 parti principali, comprendenti ciascuna le seguenti categorie:
- Calendario per l'anno in corso, Casa Civile del Re, Casa Militare del Re, Corte Reale e incarichi, Case Civili degli altri Principi della Casa Reale
- Case reali sovrane e già sovrane negli Stati Europei e in Brasile e Sommo Pontefice;
- Famiglie definite nobili dalla redazione dell'Annuario stesso.
Oltre a piccole variazioni nelle varie edizioni successive fino alla XVII, a partire dall'edizione del 1892 — con l'assunzione della direzione del periodico da parte di Goffredo di Crollalanza — si decide di chiarire alcuni riferimenti storici relativi a certe famiglie: lo stesso direttore nell'introduzione dell'edizione di quell'anno si dissocia da alcuni cenni storici relativi a famiglie ritenute nobili pubblicati in articoli o supplementi del Giornale Araldico Genealogico Diplomatico Italiano, fondato da Giovan Battista di Crollalanza, non ritenendoli più rispondenti a criteri di scientificità e di critica storica.[4]. Il formato dei volumi rimase sempre intorno a 9 x 13,5 cm e ciascuna edizione, dall'anno 1886 in poi, ebbe circa 750--850 pagine sino alla fine della prima serie nel 1905.
A partire dalla XXVI edizione del 1904 l'opera si suddivide come segue:
- Case reali sovrane e già sovrane negli Stati Europei e in Brasile e Sommo Pontefice;
- Alcune famiglie elencate nel Libro d'oro della nobiltà italiana e negli elenchi ufficiali nobiliari regionali all'epoca in corso di compilazione pubblicazione. Vengono espunte, senza rimando alle edizioni precedenti, alcune famiglie non incluse negli elenchi regionali già pubblicati;
- Famiglie nobili italiane residenti all'estero in possesso di titoli nobiliari derivanti da Stati preunitari e famiglie nobili straniere residenti in Italia.
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]L'Accademia italiana d'araldica che pubblicava la prima serie dell'Annuario della nobiltà Italiana e il Giornale Araldico Genealogico Diplomatico Italiano nel 1879 ottiene la qualifica di "Regia" ottenuta in concomitanza con la fondazione dell'Annuario della nobiltà.[5] La stessa Accademia italiana d'araldica con voto unanime, decide di conferire la medaglia d'oro dei benemeriti per le ricerche araldiche e genealogiche all'Annuario della nobiltà Italiana nel 1896, all'epoca diretto da Goffredo di Crollalanza.[6]
Seconda serie
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1998 venne fondata a Milano per iniziativa di Andrea Borella (1974-), che ne assunse anche la direzione e la curatela, la seconda serie dell'Annuario della nobiltà italiana, con la pubblicazione della XXVIII edizione, in due volumi, dapprima per i tipi della casa editrice S.A.G.I. (Società Araldica Genealogica Internazionale) e poi a cura dell'Annuario della nobiltà Italiana Foundation Trust, dapprima a Milano ed infine a Teglio.[7][8] Sorta per incoraggiamento di alcuni nomi dell'aristocrazia che univano anche una competenza nell'ambito della ricerca genealogica, come i marchesi Gabrio Visconti di Sanvito e Antonio Toraldo, la seconda serie andava a colmare la mancanza di un repertorio periodico dedicato alle genealogie dei discendenti delle famiglie aristocratiche, unendo la raccolta dei dati aggiornati ad una vastissima e costante attività di ricerca archivistica anagrafica ed araldica di recupero dei dati biografici anche dei defunti, recuperando così le lacune genealogiche riscontrate nella compilazione delle schede genealogiche e nell'elencazione delle famiglie trattate [9]. Venne ricostituito il comitato scientifico dell'Annuario, composto da esperti di araldica, genealogia, diritto nobiliare e da esponenti delle antiche famiglie nobili italiane quali il conte Enzo Capasso delle Pastene e di Caprara, il principe Maurizio Gonzaga di Vescovado, il principe Carlo Marullo di Condojanni, il principe conte Manfredi Pio di Savoia, il conte Enrico Clerici, Sforza Marescotto dei principi Ruspoli, il conte Ermelino Matarazzo di Licosa, il conte Carlo Pietro Zanardi Landi e molti altri [10]
La presidenza onoraria dell'opera è assunta nel gennaio 2000 da Onda di Crollalanza, nipote di Goffredo e di Aldo e pronipote di Giovan Battista, fino alla di lei morte (18 agosto 2006), poi da Araldo, fratellastro di Onda (morto il 29 novembre 2014). Attualmente presidente è il figlio di quest'ultimo, Goffredo (nato nel 1974).[11]
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Onda di Crollalanza (1925–2006), presidente dell'Annuario della nobiltà italiana dal 2000 al 2006.
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Araldo di Crollalanza (1935–2014), presidente dell'Annuario della nobiltà italiana dal 2006 al 2014.
La XXX edizione del 2006 e la XXXI degli anni 2007-2010 vengono presentate alla presenza del Capo della deposta Casa reale d'Italia Amedeo di Savoia[12]. L'edizione, XXXII, degli anni 2011-2014 fu pubblicata nel dicembre 2014 e presentata il 7 febbraio 2015 al Pontificio ateneo Regina Apostolorum e al Campidoglio, nella sala della Protomoteca. La XXXIII edizione degli anni 2015-2020, in due volumi di 5851 pagine più tavole e indice, fu stampata al principio del 2021. Contiene, oltre agli aggiornamenti genealogici di oltre 11000 famiglie, documenti inediti inerenti alla successione dinastica nelle deposte Case Savoia, Borbone Due Sicilie, Borbone Parma e Asburgo Lorena (quest'ultima sviluppata in un trattato a sé stante).[13]. Il formato dei volumi della prima edizione della seconda serie fu di 11 x 17,5 cm per passare poi al formato di 21 x 29,5 cm a partire dalla XXX edizione 2003-2006 chiamata "edizione monumentale", pubblicata in occasione di un anniversario crollalanzesco. Il numero dei volumi cambia da edizione ad edizione.
Suddivisioni
[modifica | modifica wikitesto]Come per la prima serie le edizioni della seconda sono suddivise in parti. La seconda serie viene inizialmente strutturata in 7 parti principali, comprendenti ciascuna le schede delle seguenti categorie di famiglie classificate in ragione dei riconoscimenti nobiliari ottenuti:
- Papa e sacro collegio e case reali già sovrane negli stati italiani preunitari;
- Famiglie elencate nel Libro d'oro della nobiltà italiana e negli elenchi ufficiali nobiliari del 1921 e del 1936 (per un totale di circa 12000 famiglie);
- Famiglie la cui nobiltà è ritenuta tale dal Sovrano militare ordine di Malta;
- Famiglie riconosciute nobili prima dell'Unità d'Italia o dal papa o dal Corpo della nobiltà italiana;
- Antiche famiglie in possesso di stemma e con vita more nobilium;
- Famiglie create nobili, titolate o patrizie dalla Repubblica di San Marino;
- Famiglie italiane riconosciute nobili da sovrani stranieri dopo il 1948 o che ebbero concessioni di stemmi all'estero.
Nella XXXI edizione degli anni 2007-2010 verrà applicato un diverso criterio di classificazione:
- Parte I (volume I): famiglie già sovrane negli antichi Stati italiani e la real casa d'Italia;
- Parte II (volumi I: A-G; II: H-Z): famiglie nobili iscritte negli elenchi ufficiali del Regno d'Italia, suddivise nel volume I (cognomi A-G) e nel volume II (cognomi H-Z);
- Parte III (volume III): famiglie nobili suddivise in:
- Titolati pontifici dopo il 1870;
- Famiglie nobilitate dal gran maestro del Sovrano militare ordine di Malta o accolte nel medesimo ordine cavalleresco;
- Famiglie nobilitate dal deposto re d'Italia Umberto II dopo il 1947 o che ottennero provvedimenti di riconoscimento dal Corpo della nobiltà italiana;
- Famiglie accolte in ordini cavallereschi con Regno d'Italia già decaduto;
- Parte IV (volume III): famiglie fregiate di "nobiltà generosa" (possesso di feudo da 2 secoli), soprattutto degli Stati preunitari, che però non vennero riconosciute dal Regno d'Italia e che quindi non sono comprese nelle parti precedenti;
- Parte V (volume IV): famiglie "notabili" italiane, ovvero quelle casate in possesso di stemma e con vita more nobilium, ma formalmente non riconosciute nobili.
Nella XXXII edizione degli anni 2011-2014 la struttura dell'opera è ancora articolata nelle stesse 5 parti principali (meno la parte dei provvedimenti di riconoscimento dal Corpo della nobiltà italiana). In quest'edizione è inoltre presente un trattato di diritto dinastico applicato (Savoia, Borbone, Asburgo Lorena) e vengono riportati: il decreto di riordino dell'araldica Savoia, firmato il 24 novembre 2012 da Amedeo di Savoia e il decreto di riordino dell'araldica Borbone Parma, firmato il 29 novembre 2013 da Carlo Saverio di Borbone Parma.
Nella XXXIII edizione degli anni 2015-2020[14], edita nel marzo 2021, sono ripresi ed espansi i trattati di diritto dinastico relativi alle deposte case reali, anche con la pubblicazione di documenti inediti, specie per gli Asburgo Lorena, i Savoia e i Borbone. Tale edizione viene presentata alla Camera dei Deputati (Roma) il 23 giugno 2023.
A cominciare dall'edizione XXX dell'Annuario (2003 - 2006) venne applicato alle singole schede genealogiche, biografiche ed araldiche, un originale metodo espositivo elaborato da Borella sin dal 1999, sistema che "tiene separate le posizioni di rami diversi della stessa famiglia, cercando di ricalcare il più possibile da vicino le posizioni aperte in capo ai diversi rami del casato nei vari Elenchi Ufficiali" [15] . Questo innovativo sistema espositivo genealogico lineare, a intestazione vincolata, mediata da elenco/chi ufficiale/i o intestata al primo nobilitato / ultimo riconosciuto, venne chiamato “metodo Borella” e presenta vari vantaggi nella trasposizione su carta dei dati genealogici di famiglie censite nei vari Elenchi Ufficiali nobiliari compilati dalla Consulta Araldica.
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]Fra i diversi riconoscimenti da parte di associazioni genealogiche e case reali ormai deposte, nel 2011 il periodico ha ricevuto il premio "Scudo d'oro" del Centro studi araldici per la XXXI edizione dell'Annuario della nobiltà italiana, in quattro volumi, edita in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.[16] Con la seguente motivazione:
«L'enorme quantità di dati raccolti e catalogati da Andrea Borella per la realizzazione di quest'opera edita dalla Società Araldica Genealogica Internazionale, è senza precedenti, e pur trattandosi di un repertorio genealogico più che di un'opera araldica, le migliaia di stemmi riprodotti in bianco e nero, le pregevoli tavole a colori, l'ingentissimo numero di informazioni araldiche riportate, fanno dei 4 volumi che costituiscono quest'edizione monumentale dell'Annuario, un punto di partenza privilegiato per qualsiasi ricerca araldica si voglia intraprendere.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Annuario della Nobiltà italiana, 1879, Pisa, 1878, pagg. 7-8
- ^ Giornale araldico-genealogico-diplomatico: compilato da una società di araldisti e genealogisti, sedute della Reale Accademia Araldica Italiana, 1873-1888
- ^ Jocteau.
- ^ Prefazione di Goffredo di Crollalanza all'Annuario della nobiltà Italiana, Pisa-Mola di Bari, 1892.
- ^ Jocteau, p. 268.
- ^ conferimento della medaglia d'Oro all'Annuario della Nobiltà Italiana.
- ^ Medaglia per l'annuario., in Notiziario araldico, 12 ottobre 2016.
- ^ Domenico Serlupi Crescenzi Ottoboni, "Nobiltà" – rivista di araldica, genealogia, ordini cavallereschi n. 56, Milano, 2003, pp. 380-382.
- ^ introduzione di Andrea Borella alla parte III dell'Annuario della nobiltà Italiana, Teglio, marzo 2021.
- ^ introduzione di Andrea Borella all'Annuario della nobiltà Italiana, XXVIII edizione, Milano, 2000, pagine XXV - XXVIII
- ^
«Lo scopo della nuova serie è dichiarato come quello di archiviare, aggiornare e correggere i dati anagrafici, genealogici, storici e biografici raccolti dalla casa editrice S.A.G.I. nel proprio database, al fine di conservare le memorie storico-genealogiche dei casati discendenti dall'antica aristocrazia italiana.»
- ^ Presentazione ufficiale a Torino dell'"Annuario della nobiltà italiana" (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2008). nel dicembre 2007 (XXX edizione); presentazione nell'ottobre novembre 2011 (XXI edizione) alla presenza di Amedeo e di Aimone di Savoia (notizie sul sito del Club Annobit.). La XXXI edizione (2007-2010; vedi sito del Ministero per i beni e le attività culturali, Eventi culturali (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2012).) è stata pubblicata nel dicembre 2010 in quattro volumi in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia e ha ottenuto il Premio "Scudo d'oro" del Centro studi araldici ( notizia sul sito del NotiziarioAraldico.info.)
- ^ descrizione della XXXIII edizione dell'Annuario della Nobiltà italiana (2015-2020) dal sito del "Notiziario Araldico".
- ^ [1]
- ^ introduzione all'Annuario della nobiltà Italiana, XXXIII edizione, Teglio, 2021, pagine 60- 65
- ^ conferimento del premio "Scudo d'oro" all'Annuario della Nobiltà italiana.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Annuario della Nobiltà Italiana, 2000, XXVIII edizione, Teglio, 2000.
- Annuario della Nobiltà Italiana, 2001-2002, XXIX edizione, Teglio, 2002.
- Annuario della Nobiltà Italiana, 2003-2006, XXX edizione (edizione monumentale), Teglio, S.A.G.I., 2006, ISBN 9788895231099.
- Annuario della Nobiltà Italiana, 2007-2010, XXXI edizione commemorativa per i 150 anni dell'Unità d'Italia, Teglio, S.A.G.I., 2010, ISBN 9788895231006.
- Annuario della nobiltà italiana 2011-2014, XXXII edizione, Teglio, S.A.G.I., 2014, ISBN 9788895231082.
- Annuario della nobiltà italiana XXXIII edizione 2015-2020, Teglio, 2021, ISBN 9788894286106.
- Maurizio Bettoja, Riflessione e commento alla XXX edizione dell'Annuario della nobiltà italiana, Torino, Società Italiana di Studi Araldici S.I.S.A., 2008, pp. 1-11.
- Gian Carlo Jocteau, Nobili e nobiltà nell'Italia unita, Bari, Laterza, 1997.
Voci correlate
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Collegamenti esterni
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