Indice
Ricardo Pardo Zancada
Ricardo Pardo Zancada (Badajoz, 23 agosto 1935) è un militare spagnolo. Comandante dell'Ejército de Tierra delle Forze Armate spagnole, fu implicato nel colpo di Stato del 1981, per il quale fu condannato a dodici anni di reclusione per il reato di ribellione militare, beneficiando di un indulto nel 1989.[1][2]
Fu tra i primi redattori della rivista Iglesia-Mundo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nel febbraio 1981 Ricardo Pardo Zancada era un comandante di fanteria della Divisione corazzata Brunete, di stanza alla periferia di Madrid.
Nelle prime ore del 24 febbraio 1981, poche ore dopo l'assalto al Congresso dei Deputati da parte del tenente colonnello Antonio Tejero, si recò alla periferia del Congresso al comando di una compagnia di polizia militare e di parte di un'altra compagnia presso la sede della Divisione corazzata Brunete n. 1, con 113 uomini e quattro capitani.
Insieme a diversi ufficiali della Guardia Civil scrisse il cosiddetto manifesto, che cercò di pubblicare sul giornale di ultradestra El Alcázar e che fu trasmesso da La Voz de Madrid, senza successo. I suoi firmatari esprimevano il desiderio che il re fosse a capo delle Forze Armate e che assumesse il "destino della Spagna" con l'appoggio dell'esercito. Quando cercò di dissuadere i suoi tentativi di diffondere il documento, dichiarò che stava solo obbedendo agli ordini del capitano generale Jaime Milans del Bosch, che era salito nella III Regione Militare (zona di Valencia).
Fu incaricato di firmare il cosiddetto pacto del capó a nome dei ribelli, insieme al tenente colonnello Fuentes Gómez de Salazar per le autorità lealiste, che imponeva le condizioni per la resa dei golpisti.[3] Dopo aver lasciato il carcere, fu redattore della rivista Iglesia-Mundo e collaboratore del settimanale MC, di proprietà di Mario Conde.
Scrisse due libri sul colpo di Stato: 23-F: las dos caras del golpe e 23-F. La pieza que falta.
Nel 2006 pubblicò una lettera sulla stampa in cui affermava:
«A suo tempo espressi il mio voto negativo per una Costituzione in cui Dio era assente; che sanciva i termini nazione e nazionalità per quelle che per secoli erano state regioni della Spagna (...). Ed ecco il paradosso. Ora, non ho altra scelta che stare con una Costituzione che ancora non mi piace, e stare dietro ai vessilli in sua difesa. E lo faccio senza soffrire, perché il mio obbiettivo non è il mantenimento di un potere. Il mio obbiettivo e la mia fede sono una Spagna unita e pacifica.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Los protagonistas del 23-F, El Mundo, 22 febbraio 2001 (accesso del 20 febbraio 2011).
- ^ Los que quedan del golpe, El País, 20 febbraio 2011 (accesso del 20 febbraio 2011).
- ^ Diario ABC, 6 febbraio 1982, p. 19 (accesso del 20 febbraio 2011).