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Utente:Arrow303/Sandbox/Oratorio dei Santi Nazario e Celso (Novate Milanese)
Oratorio dei Santi Nazario e Celso | |
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La facciata del Gesiö | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Novate Milanese |
L'oratorio dei Santi Nazario e Celso (noto in milanese come Gesiö,[1][2][3][4][5] reso anche Gesioeu,[6] lett. "Chiesetta"), è un oratorio cinquecentesco[7] situato nel comune di Novate Milanese, in Lombardia. ...
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La costruzione dell'oratorio risale alla prima metà del XVI secolo, quando il senatore ducale Bernardino Busti, vedovo e ammalato di peste, poco prima della sua morte, avvenuta il 28 maggio 1529, costituì erede universale il Luogo Pio Elemosiniero della Misericordia di Milano, dettando le proprie volontà al notaio dal balcone della sua stanza da letto.[3][4][8] Tra le terre possedute dal Busti e passate al Luogo Pio Elemosiniero vi erano le 2400 pertiche di terra situate nel borgo di Novate e tra queste egli scelse il terreno più bello, di circa 60 pertiche, per essere oggetto di un legato, con il quale il Busti pose a carico del Luogo Pio Elemosiniero l'onere di erigere su quella terra una chiesetta dedicata a San Celso con annessa abitazione per un sacerdote, il quale avrebbe dovuto celebrare in quel luogo, in perpetuo, una messa giornaliera in suffragio dell'anima del testatore e dei suoi familiari.[6][8]
Con lo stesso legato, Bernardino Busti attribuì al priore e ai deputati del Consorzio della Misericordia di Milano, vale a dire gli amministratori del Luogo Pio Elemosiniero, un diritto di giuspatronato consistente nella potestà di designare nel tempo il sacerdote da inviare alla chiesetta novatese.[6][8]
Non è certa invece la ragione per cui il Busti abbia scelto di dedicare l'oratorio proprio a San Celso, benché secondo una ricostruzione elaborata da Lorenzo Caratti di Valfrei, una plausibile spiegazione potrebbe rinvenirsi nel fatto che nel 1498 il Busti ricevette in affitto alcune terre situate a Novate, per effetto di una bolla pontificia di Alessando VI, proprio dal monastero milanese di San Celso.[3][8] Le terre divennero successivamente di proprietà del senatore ducale e tale circostanza potrebbe spiegare la sua particolare devozione verso il santo e da lì la scelta di costituirlo protettore del desiderato oratorio novatese.[3][8]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Esterno
[modifica | modifica wikitesto]L'oratorio e l'annessa canonica si trovano collocati nel pieno centro storico novatese, distanti circa 200 metri in direzione nord-ovest rispetto alla chiesa parrocchiale dei Santi Gervaso e Protaso, precisamente al civico 1 di via Roma[6] – anticamente via della Misericordia[3][9][10] – all'intersezione con via Garibaldi.[11] Originariamente, tale posizione rappresentava l'estremo dell'abitato novatese e così è rimasto fino ad approssimativamente tutto l'Ottocento.[6]
La struttura presenta una volumetria semplice, dall'aspetto austero: la facciata con l'accesso principale si apre su una piazzetta arretrata rispetto alla sede stradale e presenta, oltre al portoncino con cornice lavorata in pietra, un rosone attorniato da mattoni pieni.[6] La copertura dell'edificio è composta da un tetto in coppi di laterizio disposti a doppia falda inclinata e su di esso svettano un piccolo campanile a vela e una croce in ferro battuto all'altezza della retta di colmo.[6]
Il fianco dell'oratorio che affaccia su via Roma presenta due finestre ad arco ribassato con inferriate, mentre il lato contrapposto è adiacente ad una cascina riconvertita in edificio residenziale a metà Novecento.[6]
Interno
[modifica | modifica wikitesto]Internamente, l'oratorio si presenta a navata unica con un controsoffitto a nascondere la struttura del tetto e termina in un presbiterio di forma quadrata che rimane separato dal resto dell'ambiente per mezzo di una balaustra in pietra e da un arco a tutto sesto;[6] l'ambiente del presbiterio è inoltre arricchito da una volta a crociera interamente affrescata da angioletti musicanti.[6][12]
La canonica annessa all'oratorio presenta anch'essa caratteristiche architettoniche piuttosto semplici: si sviluppa su due livelli, articolandosi in una pluralità di locali, anch'essi improntati ad una complessiva semplicità.[6]
Il locale adiacente all'antica corte si distingue per la sua unicità architettonica rispetto al resto della canonica: il soffitto composto da travi e mensole in legno riprende le proporzioni di un'abitazione gentilizia del tempo, mentre su tutte le pareti spiccano le decorazioni murarie originarie, realizzate con la tecnica della grottesca. All'interno del fregio decorativo emerge in special modo una raffigurazione dello stemma della famiglia Busti.[6]
È inoltre presente un locale un tempo adibito a cantina con una volta a botte, accessibile attraverso una scaletta esterna e una porzione di terreno pertinenziale con una profondità di circa sei metri che ricalca in buona parte uno spazio che già il catasto teresiano del 1722 inquadrava come area a giardino.[6]
Opere d'arte
[modifica | modifica wikitesto]Madonna con il Bambino e i Santi Nazario e Celso
[modifica | modifica wikitesto]Madonna con il Bambino e i Santi Nazario e Celso | |
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Autore | Paolo Camillo Landriani |
Data | 1603[13][14][15] |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 200×162 cm |
Ubicazione | Oratorio dei Santi Nazario e Celso, Novate Milanese |
La tela trova posto al centro del presbiterio, alle spalle dell'altare, ed è risalente ai primissimi anni del Seicento, attribuita a Paolo Camillo Landriani detto "il Duchino";[13][14] essa raffigura la Beata Vergine Maria nell'atto di reggere in braccio Gesù bambino, affiancata dai santi Nazario e Celso.[16]
L'impostazione del dipinto è quella tipica delle sacre conversazioni, con la Vergine che appare seduta sopra ad un trono all'interno di una nicchia, attorniata da tendaggi scuri, aperti a sipario.[16] I due santi poggiano, insieme ad un cherubino musicante, su un pavimento a fantasia geometrica.[16] Essi appaiono vestiti in tenuta militare romana e reggono ciascuno una fronda di palma, che nell'iconografia cristiana rappresenta il martirio: tale vestizione è propriamente una caratteristica cinquecentesca e ha visto ampia diffusione nella pittura del Seicento.[16]
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Le geometrie della composizione artistica
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Le diverse tele del dipinto:
• A, B: tele originarie
• c, d, e: tele annesse in tempi successivi
Apparizione di Gesù Bambino a Sant'Antonio da Padova
[modifica | modifica wikitesto]Apparizione di Gesù Bambino a Sant'Antonio da Padova | |
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Autore | sconosciuto |
Data | prima del 1697[17] |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 194×137 cm |
Ubicazione | Oratorio dei Santi Nazario e Celso, Novate Milanese |
...
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Perego.
- ^ Lions Club Bollate.
- ^ a b c d e Passeggiando per Novate, p. 59.
- ^ a b Caratti, p. 524.
- ^ Gesiö, su Comune di Novate Milanese. URL consultato il 15 dicembre 2024.
- ^ a b c d e f g h i j k l m Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Decreto 11 ottobre 2011 (PDF), su sigecweb.beniculturali.it, 11 ottobre 2011. URL consultato il 15 dicembre 2024.
- ^ Relazione quadro Conoscitivo, p. 218.
- ^ a b c d e Lions Club Bollate, capitolo Note storiche sul Gesiö.
- ^ Perego, p. 13.
- ^ Perego, p. 112.
- ^ Canonica del Gesiö: prosegue la riqualificazione che sta portando alla luce piccole meraviglie architettoniche (PDF), in Informazioni Municipali, anno 47, n. 2, luglio 2021, p. 10. URL consultato il 2 maggio 2024.
- ^ Passeggiando per Novate, p. 62.
- ^ a b Micaela Mander, LANDRIANI, Paolo Camillo, detto il Duchino, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ a b Madonna con Bambino con San Nazario e San Celso, su Catalogo generale dei Beni Culturali.
- ^ Di Gennaro, pp. 36-37.
- ^ a b c d Lions Club Bollate, capitolo Note artistiche sui due dipinti.
- ^ Apparizione di Gesù Bambino a Sant'Antonio da Padova, su Catalogo generale dei Beni Culturali.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Lorenzo Caratti, Storia di Novate Milanese: 877-1877, a cura di Amministrazione comunale di Novate Milanese, Novate Milanese, 1982, ISBN non esistente, SBN LO10419768.
- Comune di Novate Milanese, Passeggiando per Novate (PDF). URL consultato il 14 agosto 2023 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2024).
- Comune di Novate Milanese, Relazione generale del Quadro Conoscitivo e Ricognitivo (PDF), Novate Milanese, luglio 2012. URL consultato il 15 dicembre 2024.
- Alessandra Di Gennaro, Una pala del Duchino a Senna Lodigiana. Appunti a margine del riordino, in Giovanni Luca Dilda, L'arte e le carte, Milano, Scalpendi Editore, 2016, ISBN 9788899473259.
- Lions Club Bollate, Il «Gesiö» e il restauro delle sue tele, a cura di Amministrazione comunale di Novate Milanese, Silvia Imperiale, Laura Ventura, Franco Imperiale, Lorenzo Caratti, Claudio Benintende, Giovanni Iannantuoni, Benvenuto Gibertini e Alfredo Rossi, Novate Milanese, 1988.
- Luigi Perego, Uomini e istituzioni a Novate Milanese, Garbagnate Milanese, Anthelios, 2005, ISBN 88-8394-027-X.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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