Luciano Ferraris
Luciano Ferraris (Torino, 18 settembre 1914 – Torino, 8 giugno 1989) è stato un educatore italiano.
Capo scout e alpinista, è stato il fondatore dei Foulards Bianchi italiani.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Gli anni giovanili
[modifica | modifica wikitesto]Secondogenito di Luigi e Maria Boch, il fratello maggiore Fernando (1910-1949) scompare prematuramente. Fin da ragazzo frequenta l'Opera dei Salesiani di Don Bosco. Nel 1924 conosce lo scautismo cattolico nell'Oratorio Salesiano "Crocetta", dove un ex ufficiale polacco poi divenuto sacerdote, Don Józef Liška (1894-1945), aveva fondato il 1° maggio il Reparto Torino XXIV "Don Bosco"[1]. Inizia il suo cammino da Lupetto[2] e vive con entusiasmo l'impegno scout fino al 9 aprile 1928, quando il Governo Fascista sopprime lo scautismo in Italia[3] per favorire l'Opera Nazionale Balilla.
Fra il 1928 e il 1935 frequenta il corso da disegnatore tecnico alla scuola "Giovanni Plana". Studia canto al Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Torino[4] dove nasce la sua grande passione per la lirica. Dopo il diploma tecnico, inizia l'attività professionale come disegnatore presso la FIAT[5]. Continua a frequentare l'Oratorio Salesiano "Crocetta", dedicandosi all'animazione dei giovani.
Nel 1935 si arruola nella Regia Aeronautica: frequenta il corso da marconista a Capodichino e partecipa alla campagna d'Albania con il grado di Sergente Maggiore. Viene quindi dislocato a Finale Ligure, presso la Piaggio, come collaudatore degli idrovolanti militari. Il suo incarico richiede frequenti trasferte a Roma, al Ministero dell'Aeronautica dove conosce, nel 1939, Gabriella Parisi (1921-2015), che sposa il 9 aprile 1943.
Nel 1945, a guerra finita, torna a Torino e viene assunto al Banco Ambrosiano, dove lavorerà per 28 anni. Il 6 giugno 1946 nasce il primo figlio Mauro e il 23 ottobre 1953 la secondogenita Daniela[6].
Una vita per lo scautismo
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1945 è promotore, insieme a Giuseppe Corvetto (1906-1985) della rinascita dello scautismo cattolico a Torino. Chiede ai suoi ragazzi il massimo dell'impegno, uno stile perfetto, un'uniforme impeccabile, l'osservanza degli ideali: onestà, lealtà e servizio.
Nel 1945 fa rinascere presso l'Oratorio di via Piazzi il Gruppo Scout Torino 24 "Don Bosco"[7]. Nel 1948 apre presso la Parrocchia della Crocetta un secondo Reparto che successivamente assumerà la denominazione di Torino 48. Un terzo Reparto viene costituito presso l'Istituto della Sacra Famiglia e il Reparto "Norge" nella parrocchia di Santa Teresina del Bambin Gesù. All'oratorio "Don Bosco" insieme ad un gruppo di Capi, dà vita nell'ottobre 1954 ad un secondo Reparto intitolato "Santo Domingo". Nel 1953 viene nominato Capo Reparto. Per il suo impegno associativo nel 1955 gli viene conferito il "Giglio di III classe" e nel 1956, dopo aver frequentato ulteriori corsi di formazione, riceve il brevetto da Capo Clan[8].
Collaborano con lui Mario Dal Canton (1926-2016), Carlo Dacomo (1937-2013) e il sacerdote salesiano Don Dusan Stefani (1919-2011), maestro di musica presso il Pontificio Ateneo Salesiano, che daranno un contributo significativo al consolidamento dello scautismo torinese[9]. A metà degli anni Sessanta lo scautismo cattolico vara significative azioni e metodi per sviluppare la presenza nelle periferie delle grandi città. Nel 1965 Luciano, con altri cinque Capi, lascia il Torino 24 ed entra nel Torino 17 con sede presso l'Oratorio Salesiano "Giovanni Agnelli"[10].
Nel 1970 viene chiamato a guidare il Gruppo Torino 20 nella parrocchia di San Gioacchino e nel 1972 apre un nuovo Reparto del Torino 20 anche presso il centro Salesiano di Valdocco[11].
Sono anni di grandi fermenti ideologici, e Ferraris sente fortemente la necessità di avvicinare lo scautismo alla realtà sociale. Propone quindi un modo più attuale di concepire il metodo: innanzitutto la fusione tra il movimento femminile (AGI) e quello maschile (ASCI), e un servizio più attivo e sensibile verso i più deboli[12].
Impegnato anche a livello nazionale in Associazione, viene nominato nel 1962 Vice Commissario Centrale della Branca Rover dal Capo Scout d'Italia Giuseppe Mira (1902-1987), incarico confermato nel 1967 dal Capo Scout Salvatore Salvatori (1899-1983). È eletto Consigliere Generale dell'ASCI dal 1967 al 1970[13].
Lascia ufficialmente il servizio attivo nel 1974, anche se coordina nel 1975 l'organizzazione della Route Nazionale R-S a La Mandria (TO) e collabora per un periodo con il gruppo scout di Bardonecchia, dove nel frattempo si è trasferito. Dal 1984 al 1986 è iscritto alla Comunità Torino 1 del Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani[13].
Il problema dei "Seniores" e le grandi imprese scout
[modifica | modifica wikitesto]Il metodo educativo dello scautismo ideato da Robert Baden Powell (1857-1941) deve ben presto fare i conti con le trasformazioni della società ed il prolungamento della scolarità. Il passaggio fra gli Esploratori (11-15 anni) e i Rovers (16-20 anni) si rivela sempre più critico[14] e, sulla falsariga della metodologia adottata nella vicina Francia, vedono la luce anche in Italia varie proposte per definire meglio il metodo educativo per i sedicenni, caratterizzato da forte autonomia individuale, spirito d'avventura e attività fisica[15].
Luciano è convinto sostenitore dei "Seniores", la nuova unità dei sedicenni che fa da cuscinetto tra gli Esploratori ed i Rovers. Per promuoverne l'idea, il 24 marzo 1957 organizza un convegno nazionale su "Attualità dello scautismo" presieduto dal Vice Presidente del Comitato Centrale ASCI, Salvatore Salvatori (1899-1983)[16]. Una peculiarità del metodo proposto per i Seniores è l'attività fisica unita alla progettualità dell'impresa, cosa non nuova per Ferraris e per il Torino 24 che ha all'attivo una serie di imprese davvero memorabili[17].
Nel 1947 viene organizzato a Moisson, vicino Parigi, il Jamboree, il primo raduno mondiale scout dopo la fine del conflitto[18] e il Reparto Torino 24, guidato da Luciano, vi partecipa con quattro Esploratori, cinque Rovers e due Capi raggiungendolo in bicicletta. Vi incontrerà gli scout provenienti da 42 Paesi[19]. È la prima grande "impresa" che caratterizza il suo lunghissimo servizio nello scautismo. Nel 1949 venti scouts torinesi raggiungono in bicicletta il Belgio e l'Olanda dove vengono ricevuti dalla regina Giuliana di Orange-Nassau (1909-2004)[20].
Le "imprese" in bicicletta in Austria (nel 1951 in occasione del Jamboree a Bad Ischl), Marocco, Germania, Svizzera e a Londra (dove il reparto rappresenta ufficialmente l'ASCI al Jamboree del 1957 a Sutton Park), fanno conoscere il Torino 24 in tutta Italia[21].
Nel 1956 gli scout discendono il Po fino a Venezia su canotti di gomma e, l'anno seguente, su caiacchi costruiti dagli stessi ragazzi, discendono il Rodano da Aix-les-Bains a Marsiglia e a Parigi[22]. Nel 1958 si concretizza l'"impresa Norge" staffetta ciclistica da Torino ad Oslo con cinquanta scouts fra gli 11 e i 16 anni, capace di guadagnare ampio spazio sulla stampa dell'epoca mentre nel 1960 il Reparto "Santo Domingo" organizza l'impresa ciclistica "dei 5 Stati" da Torino a Vienna[23].
La nascita dei Foulards Bianchi italiani
[modifica | modifica wikitesto]La capacità di Luciano Ferraris di entrare in empatia con le sofferenze degli altri lo rende presto precursore convinto della terapia del sorriso e del servizio ai più deboli. Nel 1952, in occasione di un pellegrinaggio a Lourdes, conosce Xavier De Montecler (1903-2003) e Père Pierre Theophile Jouandet o.m.i. (1921-1993), responsabili dei Foulards Bianchi francesi e la loro attività lo entusiasma. Così, con l'apporto determinante del sacerdote salesiano Don Dusan Stefani, riesce nel 1958 a far nascere anche in Italia il Clan des Hospitaliers Notre Dame de Lourdes, quella che, grazie al suo impegno sarà la Comunità Italiana dei Foulards Bianchi riconosciuta dall'ASCI a livello nazionale[24]: si reca 28 volte a Lourdes con i suoi scouts, vivendo giornate piene nel servizio ai malati, e nel "Camp des jeunes" con riunioni di canti e preghiere[25].
Grazie a lui l'esperienza del servizio scout agli ammalati, in pochi anni vede molti giovani sui treni dell'UNITALSI e dell'OFTAL prestare servizio a chi è costretto a vivere nella sofferenza[26]. Per preparare i volontari ad un servizio spesso delicato, dà alle stampe nel 1962 un sussidio tecnico dell'ASCI: Barellieri a Lourdes, tuttora valido. Il 3 maggio 1962 il Consiglio dell'Hospitalité Nȏtre Dame de Lourdes gli attribuisce la medaglia di bronzo e il 28 aprile 1966 la medaglia d'argento, per lo straordinario impegno profuso nel servizio ai malati.
Partecipa in prima persona all'animazione e alla direzione dei Pellegrinaggi Nazionali a Lourdes e a Loreto ricoprendo dal 1958 al 1969 il ruolo di Responsabile Nazionale, diffondendo per l'Italia l'idea del servizio ai malati. E proprio in questo ruolo, durante l'assemblea nazionale congiunta del Clan (maschile) e del Fuoco (femminile) FB svolta nel dicembre del 1969 a Mestre, propone, con la Capo Fuoco Anna Grazia Durelli, l'unificazione del Clan des Hospitalier con il Fuoco NDL che viene approvata dando così vita alla Comunità Italiana NDL – Foulards Bianchi[27].
L'amore per l'avventura
[modifica | modifica wikitesto]Tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento il suo spirito avventuroso lo porta a vivere numerose spedizioni alpinistiche extraeuropee in Afghanistan (1967), una delle prime europee a tentare ascensioni nella catena del Karakorum; nel cuore del Sahara[28] per raggiungere la montagna più alta della catena del Tibesti (1968); sul Ruwenzori (1970); sul Kilimangiaro (1973) e in Nepal (1974) dove raggiunge il Campo base dell'Everest[29].
In occasione della spedizione "Afghan '67" nell'Hindu Kush, con Riccardo Varvelli (ex Capo Reparto del Torino 24), Pier Franco Giraudi (ex Capo Reparto del Torino 4) e Sandro Giraudi, attribuiscono ad una vetta inviolata di 5.300 metri il nome di "Punta ASCI", col nome dell'Associazione Scouts Cattolici Italiani[30].
Nel 1974, dopo il pensionamento, accetta di occuparsi delle relazioni umane tra i lavoratori di un cantiere a Gedda in Arabia Saudita, in un ambiente particolarmente difficile. Nel 1975 è educatore e animatore presso una scuola a Dakar in Senegal[31].
Tra servizio e animazione
[modifica | modifica wikitesto]Fin dagli anni Cinquanta del Novecento, sotto la sua spinta e il suo entusiasmo, prendono vita numerose attività espressive e d'animazione, come la pattuglia mimica scout degli "Orazi e dei Curiazi"[32]. Dopo alcune presenze occasionali in video, tra il 1963 e il 1964 nasce la trasmissione televisiva Campo scout che fa conoscere l'Associazione al grande pubblico[33].
Inizia quel percorso espressivo che utilizzerà il mimo, il canto, la danza, la recitazione a fini educativi e che poi, uscito dall'ambito prettamente scout, avrà un ruolo importante nella formazione dei gruppi giovanili. Grazie alla straordinaria sintonia con Don Dusan Stefani, assistente scout e maestro di musica, dà vita ad un Coro Scout e dà inizio all'attività discografica dei "Canti scout": ben otto dischi (successivamente ripubblicati in quattro cassette) che accompagnano Fuoco di Campo (ECO Ed. musicali), il suo primo libro sull'argomento, che pubblica nel 1967[34].
Per l'Editrice salesiana Elle Di Ci di Torino, nel 1979 cura, con Cesare Vigliani, suo vecchio scout, Impariamo a mimare e L'allarme: giochi da scompartimento e, a sua sola firma Tutti in cerchio, destinato ad un grande successo, seguito dal numero 2 nel 1984.
Nel 1978 dà vita anche alla periodica rassegna "Coriscout", che per diversi anni diviene un appuntamento importante per lo scautismo piemontese[35]. Dal 1984 collabora con la cooperativa "La Gracchia" di Chieri (Torino), scuola di attività espressive e di formazione per educatori e animatori fondata da Giovanna Corni e Stefano Michieli e tiene Campi di specializzazione per capi educatori di espressione e di animazione e corsi di formazione professionale per educatori F.I.R.A.S di Torino[36], seguiti da una serie di libri sull'argomento (Sessioni pratiche di espressione, LDC, 1982).
Gli ultimi anni
[modifica | modifica wikitesto]Dopo il pensionamento, nel 1975 Ferraris si trasferisce a Bardonecchia dove organizza, per conto dell'Azienda Autonoma di Soggiorno, le escursioni per bambini, ragazzi, giovani e adulti da lui chiamati affettuosamente "cosetti", facendo amare la montagna in un modo tutto suo[37]. Vede le stampe nel 1979 il volume Bardonecchia e le sue Valli, scritto in collaborazione con Don Gian Paolo Di Pascale, Alberto Re e Laura Bizzarri.
Collabora con il gruppo scout Bardonecchia 1° e nel 1980 promuove la fondazione del GAC (Gruppo Attività Culturali) che organizza momenti di formazione e ricreativi con il coinvolgimento delle altre associazioni giovanili del paese. Nel 1981 collabora ad organizzare la mostra di fotografie Bardonecchia nel cassetto[38].
Vittima di diversi incidenti, ripetutamente sottoposto ad operazioni chirurgiche al femore con dolorosi strascichi sanitari[39], Luciano Ferraris muore a Torino l'8 giugno 1989[40].
In ricordo di Luciano Ferraris
[modifica | modifica wikitesto]La serietà e responsabilità nel preparare le piccole come le grandi cose, hanno fatto di Luciano Ferraris un grande maestro di vita, capace di trasmettere i suoi valori a migliaia di giovani[41]. Per questo sono sorti, nel tempo, numerosi "ricordi" a lui dedicati:
- Nel giugno 1990 viene collocato dagli Scouts, dagli amici di Bardonecchia e dai cavalieri dell'Alpitrek presso i laghi Bellety in Valle Stretta un cippo di larice che riporta: "Dove si trova il tuo spirito, là sarà bello andare per tutti noi"[42].
- Nel 1990 in suo ricordo viene inaugurato, a cura del CAI, il "Sentiero dei Cosetti - Luciano Ferraris" che collega le Grange Frejus alle Grange La Rho presso Bardonecchia. In seguito verrà aperto "Il sentiero dei cosetti di Luciano Ferraris" presso Millaures[43].
- Nel 1994 si gira il documentario Sentire l'arpa birmana - Capo scout Luciano Ferraris[44].
- Nel 1995 viene pubblicata una monografia sulla figura di Luciano Ferraris curata dai figli e da alcuni amici[45].
- Nel 2009 ad opera della Comunità Scout Italiana NDL viene posta a Lourdes una Pietra Miliare commemorativa dedicata a Luciano Ferraris[46].
- L'8 maggio 2010, in occasione dell'incontro internazionale FB organizzato dalla Comunità Italiana Foulards Bianchi a Torino in concomitanza con l'esposizione della Sindone, viene organizzata la mostra "La Comunità Italiana dei Foulards Bianchi: storia e immagini, dalle origini a oggi" con l'esposizione di documenti e fotografie della vita della Comunità e di Luciano Ferraris ed emesso un annullo filatelico dedicato a "Luciano Ferraris: una vita per il servizio"[47].
- Nel 2011 l'Amministrazione Comunale di Parma intitola a Luciano Ferraris l'Ostello della Gioventù cittadino[48].
- Nel 2013 i Foulards Bianchi italiani scoprono a Lourdes una Pietra Miliare dedicata a Luciano Ferraris e Don Dusan Stefani[49].
- Nel 2014 in occasione del centenario della nascita, i Foulards Bianchi italiani collocano una foto in suo ricordo presso la segreteria del Village des Jeunes di Lourdes.
- Il 22 ottobre 2016 il Comune di Bardonecchia e l'Associazione "Liberamente Insieme" destinano un immobile confiscato alla criminalità organizzata a divenire Casa per ferie per giovani, intitolandola al giornalista Giancarlo Siani (1959-1985) e a Luciano Ferraris[50].
- Il 26 febbraio 2022 un albero del parco "Giovanni Vignali" di Parma viene dedicato alla memoria di Luciano Ferraris[51].
- Il 13 aprile 2024, in occasione della inaugurazione della sede nazionale dei Foulards Bianchi presso il Santuario della Santa Casa, alla presenza della figlia Daniela, è stato ricordato Luciano Ferraris, fondatore dei FB italiani ed è stato esposto il suo foulard bianco[52].
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Barellieri a Lourdes. Roma, ASCI, 1962
- Fuoco di campo. Milano, Casa Musicale Eco, 1967
- Ragazzi si gioca. Torino, LDC, 1977
- Bardonecchia e le sue valli (con G. Paolo Di Pascale, Alberto Re, Laura Bizzarri). Bardonecchia, Azienda Autonoma di Soggiorno, 1979
- Impariamo a mimare (con Cesare Vigliani). Torino, LDC, 1979
- L'allarme - Giochi da scompartimento (con Cesare Vigliani). Torino, LDC, 1979
- Tutti in cerchio 1. Torino, LDC, 1979
- Sessioni pratiche di espressione. Torino, LDC, 1982
- Giochiamo. Torino, LDC, 1983
- Tutti in cerchio - Sussidio. Torino, LDC, 1983
- Tutti in cerchio 2. Torino, LDC, 1984
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, p. 9
- ^ Vengono chiamati "Lupetti" i bambini dai 6 agli 11 anni che vivono l'avventura nel mondo fantastico della giungla ideato da Baden Powell (1857-1941) ispirandosi al Libro della Giungla di Rudyard Kipling (1865-1936)
- ^ La legge n. 5 del 9 gennaio 1927 aveva decretato lo scioglimento dei Reparti scout nei centri abitati con meno di 20.000 abitanti e l'obbligo di inserire l'insegna ONB (Opera Nazionale Balilla) nelle insegne dei rimanenti. Papa Pio XI (Eugenio Maria Pacelli, 1876-1958), per salvare l'Azione Cattolica, fu costretto a dichiarare disciolta l'ASCI (Associazione Scautistica Cattolica Italiana) il 24 gennaio dello stesso anno. Il 9 aprile 1928 tutto lo scautismo veniva dichiarato soppresso dal Consiglio dei Ministri
- ^ Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, p. 9
- ^ Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, p. 9
- ^ Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, p. 9
- ^ Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, p. 9
- ^ Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, p. 10. Conferimento di nomina a Capo Reparto, brevetto n. 215 del 27.3.1953 in "Estote Parati" n. 6, Giugno 1953, p. 152. Per il "Giglio di III classe", onorificenza scout n. 51 del 23 aprile 1955, vedi in "Estote Parati" n. 53, Luglio-Agosto 1955, p. 224. Conferimento di nomina a Capo Clan, brevetto n. 275 del 9.3.1956 in "Estote Parati" n. 8, Settembre-Ottobre 1956, p. 346 confermato dal Rover Wood Badge n. 673 del 7 gennaio 1957
- ^ "Il loro ricordo è benedizione: Don Dusan Stefani", in "Il Bollettino Salesiano", n. 2, febbraio 2012, p. 42
- ^ Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, p. 12; "Storia del Gruppo Torino XXIV", in 60 anni di avventura. Torino 24: 1945-2005. Torino, 2005, pp. 11-20. Sullo sviluppo associativo, vedi: C. Braca, "Piano di sviluppo: anno primo", e T. Moroni, "Una visione più realistica dello scautismo oggi in Italia", in "Estote Parati" n. 91, gennaio 1965, pp. 2-14; Commissariato Centrale ASCI, Un piano di sviluppo cittadino. Roma, Tipografia Manzione, 1964. Lo stesso Ferraris interviene sul tema in "Estote Parati" n. 120, dicembre 1967, pp. 719-720
- ^ Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, p. 13; "Storia del Gruppo Torino XXIV", in 60 anni di avventura. Torino 24: 1945-2005. Torino, 2005, pp. 11-20
- ^ Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, p. 12. In questa logica si colloca anche il suo instancabile servizio in qualità di Donatore di sangue presso l'AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue) di Torino, che il 31 dicembre 1962 gli conferisce la Medaglia di Bronzo per avere raggiunto i 7.000 cc di sangue donato
- ^ a b Per la nomina a Vice Commissario Centrale della Branca Rover cfr. Servire a Lourdes Parma, Graphital, 2013, p.182 e "Estote Parati", n. 115, giugno 1967, p. 344. Per la nomina a Consigliere Generale dell'ASCI, cfr. Servire a Lourdes, Parma, Graphital, 2013, p.182 e "Estote Parati" n. 115, giugno 1967, p. 310
- ^ Mario Sica, Storia dello scautismo in Italia. Firenze, La Nuova Italia, 1973, p. 255
- ^ Una proposta per i sedicenni: il Noviziato. Roma, Fratelli Palombi, 1973
- ^ "Notizie" in "Estote Parati" anno XII, n. 15, maggio 1957, p. 63
- ^ Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, pp. 9-10; "Vent'anni al Torino 24°" in Vent'anni in bianco e rosso. Numero unico del XX° del Gruppo ASCI Torino XXIV°. Torino, Tip. Albesano, 1965, pp. 5-19; "Storia del Gruppo Torino XXIV", in 60 anni di avventura. Torino 24: 1945-2005. Torino, 2005, pp. 11-20
- ^ "Le Jam ouvre aujourd'hui", in "Jamboree France - Quotidien officiel du Jamboree mondial de la paix - Moisson - France 1947", 9 agosto 1947, p. 1; G. Fina, "Vincent Auriol [Presidente della Repubblica francese] fra gli scouts al Jamboree di Moisson", in "Vita Nuova", 15 agosto 1947; "Imprese: Torino-Moisson", in "Strade al Sole" 30 giugno 1948, pp. 27-31; Piero Gavinelli, Jamboree de la paix. Moisson 1947: il Jamboree della rinascita. Belluno, Tipi, 2019, p. 136
- ^ Dado Greppi, "Luciano maestro di fraternità internazionale", in Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, pp. 71-72; Franco La Ferla, "Miti, riti e simboli dell'essere scout", in "R-S Servire", n. 3, 2005, pp. 23-24
- ^ "Vent'anni al Torino 24°" in Vent'anni in bianco e rosso. Numero unico del XX° del Gruppo ASCI Torino XXIV°. Torino, Tip. Albesano, 1965, pp. 5-19; "Storia del Gruppo Torino XXIV", in 60 anni di avventura. Torino 24: 1945-2005. Torino, 2005, pp. 11-20. Articoli su "La Stampa", "Gazzetta Sera", "Il Popolo Nuovo". Renzo Gozzi, "Le imprese", in 1945-1955 Dieci anni di buona strada. Numero unico per il decennale del Torino 24, Torino, Marietti, 1955, pp. 13-17
- ^ "Vent'anni al Torino 24°" in Vent'anni in bianco e rosso. Numero unico del XX° del Gruppo ASCI Torino XXIV°. Torino, Tip. Albesano, 1965, pp. 5-19; "Storia del Gruppo Torino XXIV", in 60 anni di avventura. Torino 24: 1945-2005. Torino, 2005, pp. 11-20
- ^ Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, p. 11; "Con una zattera di gomma sul Po da Torino a Venezia", in "Stampa Sera" dell'11-12 giugno 1956; "Raid Torino-Venezia: avventure alla Salgari", in "Stampa Sera" 29-30 giugno 1956; "Da Aix-les-Bains a Parigi e a Marsiglia 40 scouts torinesi sui fiumi di Francia", in "Il Popolo Nuovo", 23 luglio 1957; "Avventura a lieto fine sul Rodano ad Avignone. Travolte da una rapida le imbarcazioni degli scouts", in "Stampa Sera", 19-20 agosto 1957
- ^ Dusan Stefani, "1958: in bicicletta verso Oslo", in Don Dusan Stefani, Bologna, Agesci Emilia Romagna, 2013, pp. 9-12. Articoli su "La Stampa", "Gazzetta Sera", "Il Popolo", "Tutto Sport" e, all'estero, su "Verdens Gang" n. 172, 29 luglio 1958 e "Speidere pa sykkel fra Torino til Oslo", in "Aftenposten" (Oslo), n. 343, 30 luglio 1958. "Reduci dal giro d'Europa in bicicletta", in "La Stampa", 13 agosto 1960
- ^ "Costituzione della Pattuglia nazionale italiana dei Foulards Bianchi" in "Estote Parati", n. 27, luglio-agosto 1958, riportato in: Comunità Scout Italiana Foulards Bianchi, Servire a Lourdes, Parma, Graphital, 2013, p. 57; Carlo Dacomo, "Servizio ammalati a Lourdes", in 1945-1995 Cinquant'anni di Bianco & Rosso. Numero unico per il cinquantesimo del Reparto Torino 24. Torino, 1996, p. 35
- ^ "Don Dusan Stefani scout a Lourdes", in Don Dusan Stefani, Bologna, Agesci Emilia Romagna, 2013, pp. 17-24
- ^ Luciano Ferraris, "Foulard Bianchi", in "Credo – Unitalsi Piemonte", gennaio 1961, riportato in Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, pp. 41-42; Luciano Ferraris, "Clan des hospitaliers Notre Dame de Lourdes - 'Foulards Bianchi Italiani'", in "Estote Parati" n. 91, gennaio 1965, pp. 15-16; Luciano Ferraris, "Stage di servizio a Lourdes", in "Strade al Sole", n. 5, maggio 1969. Vedi anche: Mario Sica, Storia dello scautismo in Italia. Terza edizione, Roma, Nuova Fiordaliso, 1996, p. 335; "I Foulard Bianchi in Italia", in "Madonna di Lourdes", n. 31 del 18 dicembre 2013, pp. 11-14; "Foulards Bianchi", in Giovanni Santucci - Aurelio Bigi, Lo scautismo cattolico in Abruzzo e Molise (1922-1974). L'Aquila, Portofranco, 2021, pp. 221-228
- ^ "Cronologia dei responsabili e AE nazionali", in Comunità Scout Italiana Foulards Bianchi, Servire a Lourdes, Parma, Graphital, 2013, p. 141; sulla unificazione Clan e Fuoco, Passim p. 12; Cfr. Foulards Blancs. Itinerario di una comunità 1926-1996. A cura di Vittorio Cagnoni, Enrico Dalmastri, Ciro Sarno. Quaderni AGESCI, Roma, Nuova Fiordaliso, 1996, pp. 11-12, 17. Per la medaglia d'argento dell'Hospitalité NDL, vedi: Annuaire de l'Hospitalité Notre-Dame de Lourdes pur l'année 1967, Paris, Firmin-Didot, 1967, p. 33
- ^ Mauro Ferraris, "Kalifa Salem", in "Il Pellicano", n. 107, aprile 2013
- ^ Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, p. 13. Sull'impresa del Tibesti vedi: Luciano Ferraris, "Avventure nel Sahara con 'Tibesti 68'" in "Estote Parati" n. 136, luglio-agosto 1969, pp. 427-436
- ^ Luciano Ferraris, "Scouts sull'Himalaya", in "L'esploratore", n. 12 dicembre 1967, pp. 10-12; in "Estote Parati" n. 120, dicembre 1967, p. 709
- ^ Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, p. 13
- ^ Scout in Piemonte. Storie e ricordi di persone e fatti dal 1916 ad oggi. Torino, Cooperativa Scout Piemonte, 2007, pp. 86-87
- ^ "Campo scout", a cura di Riccardo Varvelli (1935-2020) e Maria Ludovica Varvelli (1935-2017), presentata da Walter Marcheselli. Prodotto dalla sede RAI di Torino, in onda il sabato pomeriggio nel corso della trasmissione La TV dei ragazzi per 10 puntate da un'ora ciascuna dal 20 luglio al 28 settembre 1963. Cfr.: Riccardo Varvelli, "La TV dei ragazzi", in "Strade al Sole" n. 6, ottobre 1963, pp. 12-15
- ^ Le collane musicali create dal Torino 24 sono: I "Canti Scout" (9 dischi in vinile a 45 giri), con la direzione di Don Dusan Stefani, editrice ECO - Milano (1961-62), comprendenti un totale di circa una quarantina di brani; Quindici di questi canti furono inseriti anche nell'LP 33 giri "Fantasia Scout", sempre editrice ECO - Milano; I dischi "Fuoco di Campo" 33 giri (ECO - Milano, 1967); La serie di 12 dischi 45 giri "Tutti in cerchio" (1979), Editrice LDC, direttore musicale Don Antonio Fant; Il vinile LP 33 giri "Fuoco di fila" (1983-1984), della serie "Forza Ragazzi", editrice LDC. Cfr.: Johnny Albera, "Dischi scout che passione", in "Il Pellicano", n. 130, 2017, pp. 20-22
- ^ "Scoutinsieme", in "Agescaut" n. 33, 1984, p. 4
- ^ Giovanna Corni, Il cerchio di animazione. Archetipo teatrale della comunità. Torino, Didattica Viva, 2014, pp. 8-10 e Giovanna Corni, Ludus e jocus: apprendere giocando e giocare apprendendo. Torino, Didattica Viva, 2014, p. 4
- ^ Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, pp. 14, 53-54
- ^ La mostra di fotografie Bardonecchia nel cassetto organizzata con la collaborazione di Luciano Ferraris nel 1981 nel 1990 diventa un libro: Gianluigi Fuser, Maurizio Franceschini, Roberto Pelle, Bardonecchia nel cassetto. Roma, Edizioni Enterprise, 1990
- ^ Ottavio Losana, in Luciano. Condove, Editrice Morra, 1995, pp. 73-75
- ^ "Bardonecchia: Luciano Ferraris ha ripiegato la tenda", in "La Val Susa", 15 giugno 1989, n. 24
- ^ Federico Salomone, "La Comunità italiana F.B. ricorda Luciano Ferraris", in "Foulard Bianco" n. 5, supplemento di "Chiesa Viva - Vicenza" maggio 1990, p. 11; Scout in Piemonte. Storie e ricordi di persone e fatti dal 1916 ad oggi. Torino, Cooperativa Scout Piemonte, 2007, pp. 83-87
- ^ La citazione è di Alce Nero della Tribù dei Lakota-Sioux
- ^ Giulietta Tonini, "Riapertura di un vecchio sentiero", in "Bollettino della parrocchia di Sant'Ippolito di Bardonecchia", giugno 1990, pp. 103-104; Renato Scagliola, "Sul filo della memoria. Valle stretta: un cippo solitario fra i pascoli per ricordare il vecchio Luciano", in "Torino sette", inserto de "La Stampa", 9 giugno 2000
- ^ "Un video per ricordare Luciano, vecchio capo", in "Luna Nuova", 1° febbraio 1994, n. 8; "Sentire l'arpa birmana", in "Torino sette", inserto de "La Stampa", 28 gennaio 1994
- ^ Luciano, Condove (TO), Editrice Morra, 1995
- ^ Attilio Gardini, Luigi Vignoli, "… e Nôtre-Dame de l'accueil a Lourdes. La storia dei FB e le installazioni scout", in "Il Pellicano", n. 106, 20 ottobre 2012, pp. 29-31; "Luciano Ferraris" in Comunità Scout Italiana Foulards Bianchi, Servire a Lourdes, Parma, Graphital, 2013, pp. 188-190
- ^ Mirella Pasini, "Torino 2010", in "Foulard Bianco", gennaio-giugno 2010, p. 2. Vedi anche "Luciano Ferraris" in Comunità Scout Italiana Foulards Bianchi, Servire a Lourdes, Parma, Graphital, 2013, pp. 188-190
- ^ Delibera di Giunta Comune di Parma n° 1054-55 del 05.08.2010. Rosangela Rastelli Zavattaro, "Ferraris, scautismo come missione", in "Gazzetta di Parma", 10 marzo 2011, p. 45; Chiara Pozzali, "Un ostello per lo scout che confortava i malati", in "Gazzetta di Parma", 13 marzo 2011, p. 18; "Ostello della gioventù per Ferraris", in "Qui Parma", 13 marzo 2011, p. 8; Erik Ceresini, "Luciano Ferraris ha il 'suo' Ostello. Intitolato al Capo Scout del Torino XXIV", in "Vita Nuova", 18 marzo 2011, p. 8
- ^ "Luciano Ferraris" in Comunità Scout Italiana Foulards Bianchi, Servire a Lourdes, Parma, Graphital, 2013, pp. 188-190. La pietra miliare sostituisce quella posta nel 2009 e affianca al nome di Luciano Ferraris quello di Don Dusan Stefani
- ^ Fabio Tanzilli, "Valsusa, la villa confiscata alla Mafia ha riaperto come casa per ferie: l'inaugurazione oggi a Bardonecchia con il Prefetto" in "Valsusa Oggi" - Cronaca, 22 ottobre 2016
- ^ Andrea Baistrocchi, "Alberi scout al parco Vignali", in "Gazzetta di Parma" 27 febbraio 2022, p. 18; Pietro Bonardi, "Un parco ricco di verde onora il patriota felinese Giovanni Vignali", in "Per la Val Baganza" 2022, p. 84
- ^ "Inaugurazione della sede", in "Filo Bianco – Newsletter Comunità italiana Foulards Bianchi" n. 3, maggio 2024, pp. 3-4
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Bardonecchia: Luciano Ferraris ha ripiegato la tenda, in "La Val Susa", 15 giugno 1989
- Losana, Ottavio, "Luciano Ferraris, il ricordo di un uomo e di uno scout dal cuore grande. Quello dell'amichevole tra partigiani e repubblichini", in "La Voce del Popolo", 25 giugno 1989
- Fara, Gastone, "Luciano Ferraris", in "Esperienze & Progetti", n. 73, maggio-giugno 1989, p. 16
- Dalmastri, Enrico, Scout pellegrini a Lourdes, Roma, Palombi, 1994
- AA.VV., Luciano, Condove, Editrice Morra, 1995
- Losana, Camillo (Lullo), "Cosetto", in 1945-1995 Cinquant'anni di Bianco & Rosso. Numero unico per il cinquantesimo del Reparto Torino 24, Torino, 1996, pp. 28-30
- Gonizzi, Giancarlo, La lunga traccia: per una storia dello scautismo cattolico in terra parmense, Parma, Graphital, 2004
- Guarnieri, Carlo, La storia del Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani: 1943-2004, Roma, Edizioni Fiordaliso, 2004
- La Ferla, Franco, "Luciano Ferraris", in "R-S Servire", n. 2, 2005, pp. 18-19
- AA.VV., Scout in Piemonte. Storie e ricordi di persone e fatti dal 1916 ad oggi, Torino, Cooperativa Scout Piemonte, 2007
- Rastelli Zavattaro, Rosangela, "Ferraris, scautismo come missione", in "Gazzetta di Parma", 10 marzo 2011, p. 45
- Gavinelli, Piero, 1916-2016 Il nostro album di famiglia. Cento anni di scautismo cattolico in Italia, Belluno, Tipi Edizioni, 2016
- Tansini, Silvana, "Luciano Ferraris, lo scout fondatore dei Foulards Bianchi. Una vita all'insegna della quotidianità di servizio", in "Famiglia Cristiana", n. 48, 2 dicembre 2018, p. 10
- Costa, Massimiliano, Il Cammino del MASCI: settant'anni di storia, Roma, Strade Aperte, 2024