Utente:CrnErica/Sandbox/VillaZeno

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Villa Zeno, situata a Chiarano, in provincia di Treviso, è una villa veneta costruita da architetto anonimo intorno al 1500 dai Padri di S. Pietro di Castello di Venezia e restaurata dalla famiglia Zen intorno alla metà 1800.

Ricostruire l'origine di questa villa presenta dei problemi causati dalla mancanza di fonti certe.

Citata da Jacopo Rossi nella sezione riguardante le opere d'arte del territorio opitergino del suo volume "Ricordo delle due provincie di Treviso e Belluno"; Rossi afferma che i lavori di costruzione fossero stati affidati ad Andrea Palladio intorno alla metà del 1500.[1]

Tra la fine del 1400 e l'inizio del 1500, i proprietari del fondo su cui è stata costruita la villa erano i Canonici regolari di San. Salvatore di Venezia, a questi succedettero i Frati di San. Antonio di Castello sempre di Venezia che si occupavano anche della Chiesa di Chiarano; entrambi appartenevano all'ordine di San. Agostino. I frati di San. Antonio possedevano e vivevano in una costruzione piuttosto antica che attualmente fa parte del corpo laterale della villa; questa costruzione era piuttosto elaborata: presentava soffitti a volta (ancor oggi visibili), pareti interne decorate con affreschi e stucchi (andati completamente perduti a causa delle opere di restauro e dell'uso fatto della villa durante le e guerre mondiali) e una serie di arcate che formavano un chiostro (demolite durante i lavori di restauro del 1800). Questa prima costruzione viene poi soprannominata da un conte Zeno (non si sa esattamente quando questo avviene) "La Favorita" in onore di una giovane amente del conte che qui alloggiava.

Nel 1773 la villa e il terreno vennero acquistati dalla famiglia Zen, appartenente all'antica nobiltà veneziana, dopo che la Congregazione dei Padri Agostiniani venne abolita dalla Repubblica di Venezia. Successivamente all'acquisto della villa il testamento di uno dei primi proprietari stabilì che alla morte dell'ultimo erede maschio della famiglia la proprietà passasse all'Ordine dei Cavalieri di Malta, quest'eventualità si presentò nel 1962 alla morte senza eredi dell'ultimo conte.[2] Nella seconda metà dell'ottocento la villa venne completamente restaurata dal conte Pietro Zeno, assumendo l'aspetto con cui ancora oggi si presenta, durante i lavori di restauro sulla destra della facciata viene creato un grande arco doppio in stile neoclassico con delle semicolonne , un timpano, trifigli e metope con bucrani, viene anche apposto sul frontone della villa lo stemma della famiglia Zen sormontato dal corno dogale, mentre un altro stemma in pietra viene posto nel giardino.[3]

Villa Zeno
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneVeneto
LocalitàTreviso
IndirizzoVia Chiusurata, 13, Chiarano
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzioneprima costruzione risalente al 1500, restauro risalente al 1773
StileNeoclassico
Usovilla privata, attualmente usata per mostre, eventi pubblici paesani
Pianidue piani fuori terra e un piano seminterrato
Realizzazione
Architettoprobabile attribuzione ad Andrea Palladio, attualmente non provata da nessuna fonte certa
ProprietarioCavalieri dell'ordine di Malta
Committenterestauro a metà 1800 commissionato dalla famiglia Zen

Struttura architettonica

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La villa si sviluppa orizzontalmente; il complesso è composto dal corpo principale su cui si innestano due ali laterali perfettamente simmetriche di altezza più bassa rispetto al corpo centrale.

Databile XVIII secolo, presenta su entrambi i prospetti una scalinata d'accesso al pian terreno che è leggermente rialzato rispetto alla linea del suolo; sul prospetto nord la scalinata occupa posizione frontale e si collega a una terrazza che si estende per tutta la lunghezza della facciata, invece, nel prospetto sud la scalinata si compone di due rampe laterali simmetriche.

Databili XVIII secolo, sono due edifici simmetrici, di due piani, attaccati al corpo centrale. Il prospetto nord del piano terra di entrambe le ali è caratterizzato dall'uso del finto bugnato.

Apparato decorativo

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sul fronte sud le finestre presentano nella cornice delle decorazioni floreali, in stucco e intonaco

Il prospetto nord nella sua parte mediana e nei suoi settori laterali è riquadrato da lesene a capitello dorico in laterizio intonacato che sorreggono una trabeazione su cui poggiano i due frontoni laterali

Al primo piano su entrambi i prospetti, è presente una monofora centinata con concio in pietra posto in chiave d'arco sagomato a voluta.

Sul frontone nord, i settori laterali del prospetto sono sormontati da una cornice a merlatura appuntita in laterizio intonacato

Su entrambi i prospetti sono presenti poggioli in pietra con profilo mistilineo, posizionati davanti all'apertura della monofora del primo piano. Tutti sono dotati di una balaustra in ferro battuto molto decorata.

Le specchiature

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Su entrambi i prospetti sono conservati i resti di un'antica decorazione a specchiature in intonaco policromo.

I frontoni triangolari con cornice modanata in muratura intonacata, con decorazione a dentelli, concludono la parte mediana dei prospetti. Sul lato nord, anche i settori esterni sono arricchiti con frontoni decorati con un occhio circolare posto al centro.

Le ali laterali annesse alla villa, nello loro fronte sud, hanno una decorazione parietale in intonaco in rilievo che crea il finto bugnato.

Sui vertici dei frontoni triangolari sono poste delle statue acroteriali in pietra.

Lo stemma nobiliare, in pietra, della famiglia Zeno è posto all'interno del frontone nord.

L'intero complesso sorge a poca distanza dal centro abitato e si sviluppa in un parco anticamente decorato con fontane, pozzi e statue del 1700. Nel giardino erano presenti moltissime tipologie di alberi tra cui il famoso Cedro del Libano che nel corso dei secoli ha alimentato storie e leggende popolari. Sempre nel giardino era presente una arancera per permettere la coltivazione degli agrumi durante la stagione invernale, di questa costruzione attualmente non è rimasto più alcun segno visibile. Un altro elemento architettonico presente del giardino è La Torretta datata XIX secolo, una torretta belvedere che da sul fiume, collocata dell'angolo meridionale della proprietà, attualmente versa in un pessimo stato di conservazione.[4]

La famiglia Zeno

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Gli Zeno, proprietari dal 1700 c.a. della villa, furono una famiglia appartenente alla nobiltà veneziana di origini molto antiche. La prima attestazione della famiglia Zeno a Venezia risale al 963 quando un membro della famiglia è attestato come procuratore di San Marco e Capitano generale da mar. La famiglia ha partecipato attivamente alla vita politica veneziana per secoli ricoprendo diverse cariche tra le quali: un dogado, tredici procuratori di San. Marco, diversi cavalieri dalla stola d'oro , generali da terra e da mar, consiglieri ducali, prelati, senatori e rettori. Esponenti particolarmente rilevanti della famiglia furono: Ranieri Zeno che nel 1222 divenne doge, Carlo Zeno (1334 - 1418) grand'ammiraglio che vinse la guerra contro i turchi e i genovesi, Nicolò e Antonio Zeno che nel 1380 compirono un viaggio via mare verso il circolo polare artico per scoprire nuove terre.

La prima attestazione effettiva degli Zeno a Chiarano risale al 1700 c.a. Nel 1756 il conte Alessandro Zeno venne sepolto davanti alla porta della chiesa parrocchiale di San Bartolomeo a Chiarano, la sua epigrafe è ancor oggi leggibile. Nella seconda metà del 1800 è attestata la presenza nella villa del cavaliere Pietro Zeno morto a Chiarano e poi sepolto a Venezia; successivamente alla morte di Pietro è attestato che nella villa risiedesse suo figlio, il conte Alessandro Zeno che nel 1897 occupava la carica di sindaco di Chiarano.[5]

Il possesso della villa da parte della famiglia Zeno è documentato anche da un passo del testo di Lepido Rocco, Motta di Livenza e i suoi dintorni: Studio Storico.[6]

«Gli Zeno hanno domiciliato da tanti anni precisamente in Chiarano dove hanno un bellissimo palazzo ed un magnifico parco. Il palazzo, maestoso, elegante e di gusto tutto moderno, spicca tra il glauco frondeggio di piante rigogliose d'alto fusto,[...] un bellissimo chiosco [...] e tutto il parco e giardino è rinchiuso da alta muraglia [...]»

L'ultimo proprietario della villa appartenente alla famiglia Zeno fu il conte Alessandro (patrizio veneziano, Commentatore di Giuspatronato, insignito della gran croce d'onore e devozione dei cavalieri del Sovrano Militare Ordine di Malta ), il quale morì il 25 dicembre 1967. Dopo la sua morte seppur formalmente la villa passò all'ordine di Malta (come prevedeva il testamento del primo conte proprietario della villa) questa versò in uno stato d'abbandono per più di un decennio.

Il cedro del libano di villa Zeno

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Il Cedro del Libano è collocato nel grande parco di Villa Zeno. L'albero è ultracentenario (si ipotizza abbi quasi cinque secoli di vita) e raggiunge un altezza di circa 26 metri e con una circonferenza del tronco di poco più di 5 metri.

Secondo le leggende popolari quest'albero venne piantato da Giulio Cesare.

La villa durante il periodo della prima guerra mondiale

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I territori di comuni di Chiarano e Fossalta Maggiore furono assoggettati all'occupazione austroungarica durante gli ultimi due anni di guerra (1917- 1918). Il 28 ottobre 1917 il bollettino di guerra stilato dal capo di stato Maggiore il generale Luigi Cadorna da palazzo Revedin di Treviso, annuncia il ripiegamento dell'esercito italiano lungo la linea del Piave dopo la disfatta di Caporetto. Questo implica il fatto che i territori a est del Piave vengano occupati dall'esercito austroungarico tra questi anche Chiarano e villa Zeno. Tra il 6 e il 9 novembre 1917 Chiarano venne occupata dalle truppe austroungariche e Villa Zeno divenne quartier generale del comando austroungarico e residenza degli ufficiali.

La villa al momento dell'arrivo delle truppe austriache era stata abbandonata dall'allora conte il quale era fuggito al seguito delle truppe italiane che solo pochi mesi prima della disfatta di Caporetto ne avevano fatto il loro comando di divisione. Nonostante il conte fosse fuggito a vegliare sulla villa erano rimasti il custode e la sua famiglia che si occuparono di adattarla alle esigenze degli ufficiali austroungarici.

A testimoniare lo stato della villa durante l'occupazione è una lettera del ufficiale di stato maggiore della 44° divisione Schutzen, Costantin Schneider. Il quale descrive la vita e gli ozi di cui godevano gli ufficiali residenti in Villa Zeno dopo tutta una serie di tentativi fallimentari di sfondare la linea italiana del Piave. [7]

«[...] trovo una grande villa, situata in un bellissimo parco.[...] Il proprietario della villa, un conte Zeno, è fuggito. I suoi parenti sono rimasti indietro,e precisamente il custode con due figlie.[...] Il palazzo di Chirano fu assegnato come sede di comando[...]Le cosiddette contesse invitavano gli ufficiali più giovani nella loro cucina ogni sera dopo cena, dove ballavano a suon di grammofono e bevevano molto vino [...].»

Dal 1917 fino alle fine della guerra rimase operativa una piccola ferrovia che collegava la stazione di Motta di Livenza alla prima linea del fronte, in questi anni quindi villa Zeno o più in particolare la sua barchessa venne impiegata anche come scalo ferroviario per il trasporto di feriti italiani e austroungarici. Di questa ferrovia ad oggi non c'è più alcuna traccia.[8]

Nell'ottobre del 1918 Villa Zeno tornò in mani italiane.

La villa oggi

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Altre ville del territorio di Chiarano

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  • Eno Bellis e Cristian Patres, Chiarano, a cura di Amministrazione comunale di Chiarano, Quinto di Treviso, Marca Print, 2019.
  • Giuseppe Mazzotti, Le ville venete, Canova, 1954.
  • Jacopo Rossi, Ricordo delle due provincie di Treviso e Belluno, Feltre, Panfilo Castaldi, 1886.
  • Lepido Rocco, Motta di Livenza e i suoi dintorni: studio storico, Treviso, Tip. Lit. Sociale, 1897.

Voci correlate

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  1. ^ Eno Bellis e Cristian Patres, Chiarano. Cenni Storici, 2019, p. 173.
  2. ^ Eno Bellis e Cristian Patres, Chiarano. Cenni storici, 2019, pp. 180-184.
  3. ^ Giuseppe Mazzotti, Le Ville Venete, 1954, p. 556.
  4. ^ Eno Bellis e Cristian Patres, Chiarano. Cenni Storici, 2019, pp. 179-183.
  5. ^ Eno Bellis e Cristian Patres, Chirano, Quinto di Treviso, Marca Print, 2019, pp. 173-177.
  6. ^ Lepido Rocco, Motta di Livenza e i suoi dintorni: Studio storico.
  7. ^ (DE) Costantin Schneider, Die Kriegserinnerungen 1914-1917, Bohlau Verlag Ges.m.b.H. und Co. KG., Wien, 2003.
  8. ^ Eno Bellis e Cristian Patres, Chirano, Quinto di Treviso, Marca Print, 2019, p. XIX.

Collegamenti esterni

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