Archoplites interruptus

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Archoplites interruptus
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseActinopterygii
OrdinePerciformes
FamigliaCentrarchidae
GenereArchoplites
SpecieA. interruptus
Nomenclatura binomiale
Archoplites interruptus
(Girard, 1854)
Areale

Archoplites interruptus (Girard, 1854) è un pesce osseo d'acqua dolce appartenente alla famiglia Centrarchidae diffuso in Nordamerica. Si tratta dell'unica specie appartenente al genere Archoplites[2].

Distribuzione e habitat

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Si tratta dell'unico Centrarchidae naturalmente presente ad ovest delle Montagne Rocciose[1]. L'areale naturale è ristretto alla California nei bacini dei fiumi Sacramento, San Joaquin, Pajaro e Salinas[3] nonchè al lago Clear nella contea di Lake[1]. Risulta introdotto in vari bacini dell'ovest degli USA[3] tra i quali quasi tutti i fiumi e i laghi della California e in parte dell'Oregon, del Nevada e dello Utah[1].

L'habitat è costituito da acque ferme o quasi ricche di vegetazione sommersa come quelle di ambienti palustri, zone fluviali a modesta corrente, laghi e stagni[3]. A. interruptus è tollerante in fatto di qualità dell'acqua e dell'ambiente: può vivere in acque torbide, leggermente salmastre o alcaine e con temperatura variabile e in ambienti privi di vegetazione. È più comune dove non sono presenti altre specie ittiche della stessa famiglia[1].

Questa specie ha corpo alto con pinna dorsale e pinna anale lunghe. La bocca è ampia ed è armata da denti piccoli e numerosi situati sulle mascelle, sulla lingua e sul soffitto della cavità orale. Le scaglie sono grandi, di color bruno sui fianchi e sul dorso e danno all'animale una lucentezza metallica verde-violacea. Il carattere che più facilmente permette l'identificazione della specie sono le barre verticali scure poco definite. I maschi e le femmine nel periodo riproduttivo mostrano un leggero dimorfismo sessuale nella colorazione: i maschi sono più scuri e hanno l'opercolo branchiale violaceo mentre le femmine hanno colore più uniforme con opercoli macchiettati[4].

La taglia massima accertata è di 73 cm per 1,4 kg. La taglia media è però inferiore e si aggira sui 30 cm[3].

Può vivere fino a 9 anni[3].

Comportamento

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È attivo sia di giorno che di notte ma i picchi di attività si hanno all'alba e al tramonto[4]. I giovanili stazionano in acque basse ricche di vegetazione[1].

Alimentazione

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A. interruptus è un predatore opportunista che può nutrirsi sostanzialmente di qualunque animale abbia dimensioni idonee[5]. Gli insetti acquatici sono un componente essenziale della sua dieta, soprattutto [larva|larve]] e pupe di Chironomidae. In estate lo zooplancton costituisce una parte importante della dieta. Gli adulti consumano anche pesci[4]. È stato dimostrato che preda grandi quantità di larve di zanzare, superiore a quelle catturate dalla gambusia, la specie ittica più frquentemente impiegata per la lotta biologica a questi insetti[5].

Il maschio diventa territoriale nel periodo riproduttivo difendendo un'area in acqua bassa ricca di vegetazione, quindi crea delle piccole depressioni sul fondale dove la femmina deporrà le uova[1]. Il maschio fa la guardia alle uova per tre giorni circa[3].

Conservazione

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Un tempo molto comune questa specie ha visto ridursi gravemente l'area occupata nel suo areale naturale mentre appare abbondante in molte località nelle quali è stata introdotta. Le motivazioni principali di questa rarefazione sono la distruzione dell'habitat e l'introduzione di specie aliene che impattano sia con la predazione diretta soprattutto delle uova che con la competizione alimentare. Le popolazioni introdotte sono spesso abbondanti ma in generale isolate e a rischio di inincrocio. La Lista rossa IUCN classifica questa specie come "in pericolo"[1].

  1. ^ a b c d e f g h (EN) Archoplites interruptus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) ITIS Standard Report Page: Archoplites, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 19 ottobre 2024.
  3. ^ a b c d e f (EN) Archoplites interruptus, su FishBase. URL consultato il 19 ottobre 2024.
  4. ^ a b c Moyle, 1976, pp. 376-380
  5. ^ a b Crain e Moyle, 2011, pp. 14-17

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