Kakkientruppen

Kakkientruppen
Ugo Fangareggi e Gianfranco D'Angelo in una scena del film
Paese di produzione	Italia
Anno	1977
Durata	90 min
Genere	comico
Regia	Marino Girolami
Soggetto	Marino Girolami, Carlo Veo
Sceneggiatura	Carlo Veo
Casa di produzione	Kristal Film
Distribuzione in italiano	Fida Cinematografica
Fotografia	Fausto Zuccoli
Montaggio	Vincenzo Tomassi
Musiche	Renato Serio
Scenografia	Marco Dentici
Costumi	Silvana Scandariato
Interpreti e personaggi
Gianfranco D'Angelo: Fritz Lino Banfi: Otto Oreste Lionello: ispettore Mario Carotenuto: cappellano Enzo Andronico: sergente Francesco Mulè: cuoco Maurizio Mattioli: aiuto cuoco Dante Cleri: Adolf Hitler Ric e Gian: i chirurghi Marina Bellini: Eva Braun Ugo Fangareggi: Ugo Luciano Bonanni: vigile urbano Donald O'Brien: Comandante del campo Francesco De Rosa: Rosenkrantz assistente del comandante Daniele Dublino: tenente Florence Barnes: comandante reparto femminile Luciana Turina: soldatessa grassa Fortunato Arena: "Marlene" Aristide Caporale: allarme umano Dante Fioretti: Winston Churchill Rodolfo Licari: direttore di orchestra Leo Valeriano: soldato corto di pelle Stefano Gragnani: recluta (non accreditato)
Doppiatori italiani
Mario Bardella: Adolf Hitler Dario Penne: ingegnere ebreo Giacomo Piperno: Sandokan Carlo Croccolo: prigionieri americani che imitano Stanlio e Ollio Dante Biagioni: assistente dei chirurghi, paziente con il viso fasciato

Kakkientruppen è un film del 1977 diretto da Marino Girolami.

Il film è una parodia di Sturmtruppen, la pellicola di Salvatore Samperi nata dall'omonimo fumetto di Bonvi.

In un battaglione tedesco durante la seconda guerra mondiale il soldato Otto ed il soldato Fritz, pasticcioni ed impertinenti, creano un'infinità di problemi ai marescialli nazisti. Otto fa sempre cadere nella propria manica le bombe a mano, mentre Fitz si traveste da donna e viene mandato in cella di rigore.

Il reparto della Wehrmacht è molto inefficiente e spesso, durante le battaglie, molti soldati si feriscono: quando ciò accade essi vengono curati da medici che, essendo totalmente ignoranti di anatomia, amputano arti e organi a caso, peggiorando la situazione.

Con l'imminenza della resa, il dittatore nazista fugge per la città con la maschera di Charlot per essere riconosciuto e salutato dai protagonisti definitivamente allo sbando.

In un'intervista al Radiocorriere TV, molti anni più tardi, Mario Carotenuto disse che si vergognava di aver recitato in questo film: «Mi invitarono alla prima, ma rifiutai di andarci. Mi sembrava di insultare il pubblico. In quel periodo, purtroppo, per lavorare dovevi accettare di interpretare schifezze del genere».^{[senza fonte]}

• Wikiquote contiene citazioni di o su Kakkientruppen

• Kakkientruppen, su ANICA, Archiviodelcinemaitaliano.it.
• (EN) Kakkientruppen, su IMDb, IMDb.com.
• (EN) Kakkientruppen, su Box Office Mojo, IMDb.com.

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