Bargiglio
Il bargiglio (plurale bargigli) è un'appendice di carne che presentano alcuni volatili sulla testa e/o sul collo, generalmente di colore acceso[1].
I bargigli sono zone senza piume, di estensione variabile, che possono localizzarsi intorno agli occhi e le gote, oppure coprire totalmente la testa o il collo. Possono formare protuberanze di natura eretta, come le creste, e altre di tipo pendente, generalmente ubicate sulla gola o sul collo[2][3].
Bargiglio è un derivato da bargliglione, a sua volta derivato dal latino *margelliō, -ōnis, a sua volta da margella, «perla», dal greco antico: μάργαρον?, márgaron, da confrontare con il calabrese màrgari, «bargigli della capra»; la b- è dovuta all'accostamento a barba[4]; un'ipotesi alternativa è che derivi dal latino medievale bargilla che significa «bisaccia»[5]. In francese il bargiglio si dice caroncule (cfr. caruncola, l'inglese caruncle e lo spagnolo carúncula) e proviene dal latino caruncula, «verruca», diminutivo di carō, carnis, «carne».
Solitamente i bargigli sono considerati caratteri sessuali secondari, essendo più grossi negli esemplari maschi, con colorazioni intense (ad esempio le creste dei galli sono maggiori di quelle delle galline).
I bargigli si sviluppano totalmente o raggiungono la pigmentazione definitiva solo con la maturità sessuale.
Funzione
[modifica | modifica wikitesto]Il bargiglio dei volatili è un elemento ornamentale usato dai maschi per attrarre le femmine durante il corteggiamento. Possedere bargigli grandi o molto colorati indica alti livelli di testosterone, una buona alimentazione e una grande capacità di eludere i predatori, mostrando così la buona qualità dei propri geni.
Si è proposta, inoltre, l'idea che questi organi siano associati con i geni che codificano la resistenza alle malattie[6]. Ulteriore credenza è che i volatili che vivono in regioni tropicali usino il bargiglio come un elemento termoregolatore, che consente al sangue di raffreddarsi più rapidamente quando vi scorre attraverso.
Volatili con bargiglio
[modifica | modifica wikitesto]Molte specie di volatili di diverse famiglie presentano bargigli. Fra questi si trovano:
- Phasianidae (es. fagiani, galli e tacchini)
- Cathartidae (es. condor)
- Falconidae (es. falconi)
- Accipitridae (es. aquile e avvoltoi)
- Casuariidae
- Bucorvidae
- Bucerotidae
- Ciconiidae (es. cicogne)
- Threskiornithidae (es. ibis)
- Charadriidae
- Anatidae (es. cigni e anatre)
- Pelecanidae (es. pellicani)
- Phalacrocoracidae (es. cormorani)
- Sulidae
- Cuculidae (es. cuculo)
- Musophagidae
- Cacatuidae (es. cacatua)
- Psittacidae (es. pappagalli)
- Coliidae (es. passeri)
- Callaeidae
- Campephagidae
- Icteridae
- Meliphagidae
- Monarchidae
- Picathartes
- Platysteiridae
- Sturnidae
- Pycnonotidae
- Tyrannidae
- Philepittidae
- Pellorneidae
- Leiothrichidae
Galleria d'immagini
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I galli con creste grandi attraggono maggiormente le galline.
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Il caracara montano come molti falconi presenta i bargigli.
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Il calleide caruncolato dell'Isola del Sud presenta bargigli pendenti ai lati del becco.
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L'avvoltoio reale presenta bargigli di vari colori.
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Il casuario australiano ha la testa e il collo coperti da bargigli azzurri e due pendenti rossi.
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L'anatra muschiata ha tutto il rostro coperto da bargigli rossi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (ES) Carúncula, 1ª definición RAE, su wordreference.com.
- ^ (EN) Richard Bowdler Sharpe, Catalogue of the Birds in the British Museum, Londra, British Natural History Museum Department of Zoology, 1888.
- ^ (EN) John James Audubon, Dean Amadon e John L. Bull, The Birds of America, New York, Dover Publications, 1967.
- ^ Carlo Battisti e Giovanni Alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbera, 1950-57, p. I, 440, SBN IT\ICCU\LIA\0963830.
- ^ Bargiglio, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ (EN) Mariella Baratti, Martina Ammannati, Claudia Magnelli, Alessandro Massolo e Francesco Dessì-Fulgheri, Are large wattles related to particular MHC genotypes in the male pheasant?, in Genetica, vol. 138, n. 6, 2010, pp. 657-665, DOI:10.1007/s10709-010-9440-5, ISSN 1573-6857 .