Coordinate: 45°40′10.63″N 14°56′10.68″E

Massacri di Kočevski rog

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Massacri di Kočevski rog
strage
Datamaggio 1945
LuogoKočevski rog
StatoSlovenia (bandiera) Slovenia
Coordinate45°40′10.63″N 14°56′10.68″E
ResponsabiliEsercito popolare di liberazione della Jugoslavia
MotivazioneEliminazione dei nemici
Conseguenze
Morti12.000 domobranci sloveni
3.000 cetnici serbi
1.000 cetnici monentegrini

I massacri di Kočevski rog o massacri di Cocevie sono le esecuzioni sommarie di massa di prigionieri di guerra, in buona parte domobranci sloveni, ma anche collaborazionisti croati, serbi e montenegrini, avvenute a opera di reparti speciali dei partigiani comunisti jugoslavi di Josip Broz Tito nell'estate del 1945 sull'altopiano carsico di Kočevski rog, nei pressi di Kočevje.

I domobranci sloveni, con numerosi civili al seguito, erano fuggiti in Austria attraverso il passo Ljubelj nella seconda settimana di maggio. Furono confinati dai soldati britannici del V corpo dell'ottava armata in un campo improvvisato a Viktring, nei pressi di Klagenfurt.[1]

A partire dal 18 maggio iniziarono i rimpatri forzati via treno di croati e cetnici. Gli sloveni furono fatti partire dal 27/28 al 31 maggio.[1][2] I prigionieri vennero confinati dai partigiani jugoslavi in campi di concentramento, i più grandi dei quali erano presso Šentvid, nei pressi di Lubiana, e Teharje, vicino a Celje. Gli sloveni vennero divisi in tre gruppi. Quelli del gruppo C, il più numeroso, vennero uccisi in pochi giorni, spesso dopo maltrattamenti e torture.

Nelle isolate foibe di Kočevski rog vennero liquidati, perlopiù con un colpo alla nuca, i prigionieri provenienti da Šentvid, dopo un trasporto in treno fino a Kočevje e da lì in camion.[2]

Esecuzioni di massa simili, con occultamento dei cadaveri, avvennero nelle miniere di Hrastnik, seguite ancora da altri massacri vicino alle località di Trbovlje e Laško.

Le vittime delle stragi avvenute a Kočevski rog vengono stimate in 14.000,[2] sebbene alcune testimonianze forniscano numeri più alti. Boris Karapandzic in Kocevje - Tito's bloodiest crime (2008) parla di 12.000 domobranci sloveni, 3.000 serbi, 2.500 croati e 1.000 montenegrini.

  • Boris Karapandzic, Kocevje: Tito's bloodiest crime, 1958.
  • John Corsellis, Marcus Ferrar, Slovenia 1945, Libreria Editrice Goriziana, 2008 [2005].
  • AA. VV., Tudi mi smo umrli za domovino/Slovenia 1941-1948-1952: anche noi siamo morti per la Patria, Trieste 2005.
  • Josip Krulic, Storia della Iugoslavia dal 1945, 1999, ed. Bompiani, Milano.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]