Attilio Pavesi
Attilio Pavesi | ||||||||||||||||||||||
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Attilio Pavesi nel 1931 | ||||||||||||||||||||||
Nazionalità | Italia | |||||||||||||||||||||
Altezza | 167 cm | |||||||||||||||||||||
Ciclismo | ||||||||||||||||||||||
Specialità | Strada | |||||||||||||||||||||
Termine carriera | 1937 | |||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||
Squadre di club | ||||||||||||||||||||||
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Nazionale | ||||||||||||||||||||||
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Palmarès | ||||||||||||||||||||||
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Statistiche aggiornate all'11 marzo 2023 | ||||||||||||||||||||||
Attilio Adolfo Pavesi (Caorso, 1º ottobre 1910 – José C. Paz, 2 agosto 2011) è stato un ciclista su strada e pistard italiano. Fu campione olimpico nel 1932 nella prova individuale e in quella a squadre, e poi professionista e indipendente dal 1933 al 1935.
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]Originario del piacentino, undicesimo dei dodici figli di Angelo Pavesi e Maria Podestà,[1] Attilio Adolfo Pavesi cominciò a gareggiare all'età di 15 anni; si mise in luce già tra i cadetti, con diverse vittorie che gli valsero il tesseramento nella Cesare Battisti di Milano, importante società dilettantistica di quel periodo.[2] Dopo le vittorie di alcune gare, tra cui la Coppa Caldirola, e alcuni piazzamenti (terzo al Giro dell'Emilia 1930, quarto alla Coppa San Geo 1931, secondo al Giro dell'Umbria 1931), la carriera fu temporaneamente interrotta, nel 1931, dal servizio di leva.[2]
Ritornò in attività con il trasferimento al Centro militare di educazione fisica della Farnesina, dove gli sportivi in servizio militare potevano dedicarsi quasi unicamente allo sport.[2] Nel 1932 partecipò alla gara preolimpica di San Vito al Tagliamento,[2] che terminò al quinto posto anche a causa di una caduta (vinse Giuseppe Zaramella), e fu convocato per i Giochi olimpici in programma a Los Angeles a inizio agosto.[2] Arrivò negli Stati Uniti con il ruolo di riserva ma, visti i buoni allenamenti e la scarsa forma del titolare Zaramella, fu promosso tra i quattro titolari per la prova su strada del 4 agosto. In quella gara, un cronometro individuale su 100 chilometri, riuscì a sorpresa a imporsi terminando in 2h28'05", alla media di 40,514 km/h.[2][3][4] I piazzamenti dei compagni Guglielmo Segato (secondo) e Giuseppe Olmo (quarto) consentirono ai tre di vincere anche l'oro nella classifica a squadre, stilata sommando i tempi dei migliori tre di ciascuna squadra.[2]
Rientrato in Italia da trionfatore, passò indipendente nel 1933, ma non ottenne risultati importanti, anche a causa di un intervento mal riuscito alle tonsille.[3] Nel 1934 partecipò comunque al Giro d'Italia, come isolato, e ottenne una vittoria di tappa al Giro di Toscana/Pontedera.[2]
Dopo il ritiro
[modifica | modifica wikitesto]Nel settembre 1937 raggiunse l'Argentina, dove già viveva la sorella Bianca, per disputare alcune corse tra cui la "Sei giorni del Luna Park" a Buenos Aires.[3] Invece di rimanere solo una settimana, prolungò il soggiorno per quasi due anni, fino al 1939, quando decise di ripartire per l'Italia; mancando però navi passeggeri per tornare a causa delle tensioni politiche che avrebbero portato alla Seconda guerra mondiale, rinunciò e decise di stabilirsi definitivamente in Argentina, nella città di Sáenz Peña. In questa città aprì un negozio di biciclette e divenne organizzatore di gare di ciclismo e atletica;[3][5] acquisì poi anche la cittadinanza argentina.
A 93 anni, nel 2003, tornò a Caorso per una visita.[4] È morto il 2 agosto 2011 nella casa di riposo di José C. Paz che lo ospitava, all'età di 100 anni.[1] Al momento della sua scomparsa era il più anziano vincitore olimpico ancora in vita.[6]
Al suo nome è dedicato lo stadio velodromo di Fiorenzuola d'Arda, all'interno del quale è situato il museo a lui intitolato.
Palmarès
[modifica | modifica wikitesto]- 1931 (dilettanti)
- Coppa Caldirola
- Gran Premio Aquilano
- Coppa Bendoni
- 1932 (dilettanti)
- 1934 (Bianchi, una vittoria)
- 2ª tappa Giro di Toscana/Pontedera (Prato > Grosseto)
Piazzamenti
[modifica | modifica wikitesto]Grandi Giri
[modifica | modifica wikitesto]- 1934: 52º
Classiche monumento
[modifica | modifica wikitesto]- 1933: 62º
Competizioni mondiali
[modifica | modifica wikitesto]- Los Angeles 1932 - Individuale: vincitore
- Los Angeles 1932 - A squadre: vincitore
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Addio a Pavesi, ultracentenario olimpico, su gazzetta.it. URL consultato l'11 marzo 2023.
- ^ a b c d e f g h Attilio Pavesi Campione Olimpico, su museociclismo.it. URL consultato il 21 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ a b c d Attilio Pavesi, la riserva che vinse le Olimpiadi, su assemblea.emr.it. URL consultato l'11 marzo 2023.
- ^ a b Attilio Pavesi, la freccia di Caorso, su emilianoromagnolinelmondo.it. URL consultato il 21 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2007).
- ^ GIOCHI OLIMPICI: Addio Attilio Pavesi l'olimpionico azzurro più longevo, su coni.it. URL consultato l'11 marzo 2023.
- ^ Da abc.net.au (en)
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Graziano Zilli, Attilio Pavesi, storia di un campione olimpico, Geo Edizioni, 2008, ISBN 1010000034102.
- Achille Mezzadri, Il fascino delle Olimpiadi, Forte Editore, 1974.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Attilio Pavesi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Attilio Pavesi, su procyclingstats.com.
- Attilio Pavesi, su sitodelciclismo.net, de Wielersite.
- Attilio Pavesi, su cyclebase.nl, CycleBase.
- (FR) Attilio Pavesi, su memoire-du-cyclisme.eu.
- (EN) Attilio Pavesi, su Olympedia.
- (EN) Attilio Pavesi, su sports-reference.com, Sports Reference LLC (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2017).
- (EN, ES, IT, FR, NL) Attilio Pavesi, su the-sports.org, Info Média Conseil Inc.
- (IT, EN) Attilio Pavesi, su coni.it, Comitato olimpico nazionale italiano.