Fiori giapponesi

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Fiori giapponesi
Ritratto di Raffaele La Capria
AutoreRaffaele La Capria
1ª ed. originale1978
Genereraccolta di racconti
Lingua originaleitaliano

Fiori giapponesi è una raccolta di racconti di Raffaele La Capria pubblicata per la prima volta nel 1979.

  • Raffaele La Capria, Fiori giapponesi, Milano: Bompiani, 1979
  • Raffaele La Capria, Fiori giapponesi; introduzione di Enzo Golino, Collezione Oscar guide, Milano: Mondadori, 1989
  • Raffaele La Capria, «Fiori giapponesi». In: Raffaele La Capria, Opere; a cura e con un saggio introduttivo di Silvio Perrella, Collezione I Meridiani, Milano: A. Mondadori, 2003, pp. 429-548, ISBN 88-04-51361-6
  • Raffaele La Capria, Fiori giapponesi: cinquantacinque pezzi facili; introduzione di Enzo Golino, Collezione BUR, Scrittori contemporanei, Milano: Rizzoli, 2009, ISBN 978-88-17-02853-0 (http://www.bur.eu/libri/fiori-giapponesi/?refresh_ce-cp[collegamento interrotto])

Genesi dell'opera

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Fiori giapponesi è una raccolta di racconti molto brevi, la maggior parte dei quali erano già apparsi nelle pagine letterarie del Corriere della Sera, della Stampa o su alteralter una rivista a fumetti diretta da Oreste Del Buono. Alcune di queste prose, inoltre, provenivano dal romanzo "fallito" Amore e psiche[1].

La prima edizione della raccolta fu pubblicata in volume dall'editore Bompiani nel 1978; i sessanta racconti erano distribuiti in quattro sezioni:

  • «Variazioni sopra una nota sola», contenente i racconti "Storia di una nota che stonava" e "Note stonate". Il contenuto di questa sezione era stato già pubblicato nel 1977 in un volumetto di 44 pagine con i disegni della figlia Roberta[2];
  • «Cinquantacinque pezzi facili», contenenti i racconti noti come "Fiori giapponesi veri e propri"; i 55 racconti, numerati progressivamente, erano divisi a loro volta in gruppi tematici non esplicitati ciascuno dei quali comprendeva tre o quattro racconti[3]:
  1. L'ordine dell'universo
  2. Una leggera alterazione
  3. Dolore
  4. Tabula rasa
  5. Il tavolo zoppo
  6. La figura perduta
  7. Diario
  8. Il telefono
  9. Il garante
  10. Il mio nemico mortale
  11. Cartoni animati
  12. La mosca
  13. L'indifferenza
  14. Gli acufeni
  15. Una fantasia
  16. Distruzione dell'artista da giovane
  17. La futura memoria
  18. Un dialogo immaginario
  19. Bellissima
  20. Come eravamo
  21. Fotomodella
  22. Fotoromanzo
  23. Appartenere a se stessi
  24. La novelletta del grasso e del magro
  25. La tartaruga
  26. Raccontino berlinese
  27. New York andata e ritorno
  28. Incontri
  29. Il circolo vizioso
  30. Educazione sentimentale
  31. In treno
  32. I quattro Paoli
  33. Faida[4]
  34. Pastorale
  35. Una sottigliezza della coscienza
  36. Gli avvoltoi
  37. La volpe e il riccio
  38. I tre porcellini
  39. Papà, ma tu perché lavori?
  40. Il nuovo apologo
  41. Un discorso a pera
  42. I tivusiani
  43. Biografia
  44. Surplus, lapsus o raptus?
  45. La colpa di Edipo
  46. Il muro
  47. Breve storia dell'oppressione
  48. Induttivo e deduttivo
  49. Il fine primario
  50. Dagli annali del '77
  51. Una questione di parole
  52. Il nemico di entrambe le parti
  53. L'imitatore
  54. La mimetizzazione
  55. L'iniziazione
  • «Iter», contenente i racconti "I consigli di papà" e "Il curriculum"[3];
  • «Intervista con Tacito», già trasmessa per radio nella trasmissione Le interviste impossibili nel 1973 e pubblicata in volume nel 1976[5]. L'intervista sarà pubblicata nuovamente nel 2001 col titolo «Un apologo sulla storia dei vincitori e dei vinti»[6].

Rispetto alla prima edizione, nella seconda edizione del 1989 furono eliminate la prima («Variazioni sopra una nota sola») e la quarta sezione («Intervista con Tacito»), mentre i "pezzi facili" furono ridotti a cinquanta, essendone stati eliminati sei ("Appartenere a se stessi", "La novelletta del grasso e del magro", "I quattro Paoli", "Faida", "Pastorale", "Una sottigliezza della coscienza") e aggiunto il racconto intitolato "La Bella e la Bestia".

Nell'edizione dei Meridiani (2003) i "pezzi facili" tornano ad essere cinquantacinque: ne furono inseriti sei nuovi ("Il tempo", "Il ciuchino", "Il peccato originale", "La farfalla", "Una visita allo zoo" e "La civettina"), eliminati due ("Cartoni animati" e "Distruzione dell'artista da giovane") e reintrodotti quelli eliminati nella seconda edizione; alcuni racconti ("La Bella e la Bestia", rinominata "Un apologo su un'altra e più segreta identità", l'Intervista impossibile a Tacito, "L'imitatore", "La mimetizzazione" e "L'iniziazione" furono spostati nella raccolta Lo stile dell'anatra[6].

"Fiori giapponesi" fu pubblicato nel 1979, lo stesso anno in cui apparvero Centuria di Giorgio Manganelli e Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino, due tentativi di dare della forma-romanzo «un'interpretazione ellittica e plurima»[7]. Il titolo "fiori giapponesi" fa riferimento a dei piccolissimi origami di carta i quali, a contatto con l'acqua, si dilatano[7]. In una lettera all'editore Valentino Bompiani del 7 marzo 1979, La Capria, che definiva i "pezzi facili" «quasi-racconti, raccontini-pensieri», li giudica simili per alcuni aspetti ai «cento piccoli romanzi fiume» di Manganelli, rammaricandosi che l'opera di quest'ultimo arrivi prima della sua in libreria[8]. A parere di Geno Pampaloni, La Capria ha utilizzato «due procedimenti di approccio alla realtà, che risultano alla fine complementari: uno che dirò tangenziale, divagatorio, che volutamente scantona nel "raccontato" sino all'aneddotico, e l'altro che dirò a trivella, di scavo, verticale alla inquieta verità che gli preme. Ciò che ne risulta è una sorta di polifonia sincopata, nervosa, accidentata, carica di potenzialità segrete: assai suggestiva»[9]. Enzo Golino giudicherà i racconti di La Capria «leggeri, imprevedibili, iridescenti, riflessi di un "io-multiplo" dislocato in una trama polifonica, sulla linea di un orizzonte punteggiato di fonti luminose, immagini di un Proteo trasformista che ritorna di racconto in racconto, uguale e al tempo stesso diverso in ogni sua incarnazione»[10].

Nel 2014 ne è stato tratto uno spettacolo teatrale musicato e diretto da Paolo Coletta, con Mario Autore, Daniela Fiorentino, Massimiliano Foà, Mercedes Martini[11].

  1. ^ Silvio Perrella, «Notizie su Fiori giapponesi». In: R. La Capria, Opere, op. cit., 2003, p. 1660
  2. ^ Raffaele La Capria, Variazioni sopra una sola nota, Roma: Cooperativa scrittori, 1977
  3. ^ a b Silvio Perrella, «Notizie su Fiori giapponesi». In: R. La Capria, Opere, op. cit., 2003, p. 1661
  4. ^ Rinominata "Destino" nella terza edizione
  5. ^ Raffaele La Capria, «Tacito». In: Alberto Arbasino et al., Nuove interviste impossibili, Milano: Bompiani, 1976, pp. 38-50
  6. ^ a b Raffaele La Capria, Lo stile dell'anatra, Milano: Mondadori, 2001, pp. 43-54
  7. ^ a b Silvio Perrella, «Il mondo come acqua». Introduzione a: Raffaele La Capria, Opere, op. cit., I ed., 2003, pp. XI-XLV
  8. ^ Gabriella D'Ina e Giuseppe Zaccaria (a cura di), Caro Bompiani: lettere con l'editore, Milano: Bompiani, 1988, p. 496
  9. ^ Geno Pampaloni, «Mosaico dell'io», Il Giornale nuovo, 10 giugno 1979
  10. ^ Enzo Golino, «Introduzione» alla seconda edizione di Fiori giapponesi, Milano: Oscar Mondadori, 1989
  11. ^ Teatro Stabile di Napoli, Fiori giapponesi
  • Silvio Perrella, «Notizie su Fiori giapponesi». In: Raffaele La Capria, Opere; a cura e con un saggio introduttivo di Silvio Perrella, Collezione I Meridiani, Milano: A. Mondadori, I edizione, 2003, pp. 1660-62, ISBN 88-04-51361-6
  • Enzo Golino, «Introduzione». In: Fiori giapponesi: cinquantacinque pezzi facili, Coll. BUR, Scrittori contemporanei, Milano: Rizzoli, 2009, ISBN 978-88-17-02853-0
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