Cataloghi regionari
I cosiddetti Cataloghi regionari sono due redazioni, leggermente diverse tra loro, che ci sono pervenute di un originario catalogo delle 14 regioni di Roma augustea.
Delle due versioni la prima ci è giunta con il titolo di Curiosum urbis Romae regionum XIIII, mentre la seconda, priva di titolo, è normalmente conosciuta come Notitia urbis Romae.
Contenuto
[modifica | modifica wikitesto]Per entrambi il testo consiste in un elenco di monumenti suddiviso per regione, per la maggior parte in ordine topografico, e quindi il numero dei vici (quartieri) e delle loro edicole compitali, dei vicomagistri e dei curatores della regione, e ancora delle abitazioni (domus e insulae), dei magazzini (horrea), impianti termali (balnea), specchi d'acqua (lacus) e dei forni (pistrina).
L'elenco si conclude con l'indicazione della lunghezza del perimetro della regione. Un riassunto finale elenca il numero complessivo di monumenti e delle altre categorie di edifici nel complesso della città.
Datazione e scopi
[modifica | modifica wikitesto]La datazione dell'elenco originale è stata oggetto di discussioni: si è ritenuto che fosse stato redatto all'epoca di Costantino I, nel 315-316[1] e rielaborato indipendentemente nelle due versioni che ci sono giunte. Queste ultime sono datate sulla base del più recente monumento che vi viene citato: per la Notitia, la statua equestre di Costantino, eretta nel 334, mentre per il Curiosum, l'obelisco eretto da Costanzo II nel Circo Massimo nel 357.
Secondo altri[2], invece, la menzione del corpo dei pretoriani, sciolto da Costantino indicherebbe una redazione già sotto Diocleziano e forse collegata con le sue riforme amministrative. In seguito nell'originario elenco si sarebbero inserite successive interpolazioni fino al testo del Curiosum, dal quale a sua volta sarebbe derivato il testo della Notitia, con voci più numerose e Costantino citato come divus, dopo la sua morte. La citazione dell'obelisco di Costanzo II nel Curiosum rappresenterebbe pertanto un'interpolazione successiva.
Anche lo scopo per il quale l'elenco venne redatto e il criterio per la scelta dei monumenti da citare, che non sembrano essere tutti quelli importanti all'epoca sicuramente esistenti, è incerto: si è proposto che i monumenti fossero riferimenti topografici per indicare i confini delle regioni o di loro successive suddivisioni, ma la spiegazione non è soddisfacente. I riferimenti numerici sono probabilmente tratti da documenti ufficiali, redatti a scopo amministrativo.
Manoscritti
[modifica | modifica wikitesto]Le versioni manoscritte[3], attraverso le quali i due elenchi sono giunti fino a noi sono:
- Per il Curiosum:
- Vaticano latino 3321 (in scrittura onciale, forse derivato da un manoscritto in scrittura capitale), VIII secolo;
- Vaticano latino 1984 (scritto da varie mani in tempi diversi), XI-XII secolo;
- Vaticano latino 3227 (in scrittura beneventana minuscola), forse appartenuto all'abbazia di Montecassino, tardo XI - primo XII secolo;
- Laurenziano 89 sup.67, selezione in forma compressa del testo presente nel manoscritto Spirense, oggi scomparso.
- Per la Notitia:
- Vienna (collezione nazionale), latinus 162, del IX secolo;
- Cattedrale di Speyer, manoscritto dell'VIII-X secolo, perduto alla metà del XVI secolo ma con alcune copie di varia attendibilità.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Henri Jordan, Topographie der Stadi Rom im Alterthum, II, Berlin 1871, pp.539-574. La data della originaria redazione dell'elenco è desunta dalla mancata citazione dell'arco di Costantino.
- ^ Arvast Nordh, Libellus de regionibus Urbis (Acta Instituti Romani Regni Sueciae, 8, III), Lund 1949
- ^ The Chronography of 354. Introduction to the online edition, su www.tertullian.org. URL consultato il 3 ottobre 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luigi Canina, Indicazione topografica di Roma antica distribuita nelle XIV regioni, 3.a ed. Roma, 1841.
- Roberto Valentini, Giuseppe Zucchetti, Codice topografico della città di Roma, I, Roma 1940, pp.63-188.
- Ferdinando Castagnoli, Topografia di Roma antica, Società Editrice Internazionale, Torino 1980 (ISBN 8805036528), pp.12-13.
- J. Arce, "El inventario de Roma: Curiosum y Notitia", in W.V. Harris (a cura di), The Transformation of Urbs Roma in late antiquity (Journal of Roman Archeology, supplementary series, 33), Portsmouth e Rhode Island 1999, pp.15-22
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Testo on line (edizione di Henri Jordan, Topographie der Stadi Rom im Alterthum, II, Berlin 1871, pp. 539-574) sul sito LacusCurtius