La bambola di Satana

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La bambola di Satana
Una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1969
Durata90 minuti
Rapporto1.85:1
Genereorrore, thriller
RegiaFerruccio Casapinta
SoggettoFerruccio Casapinta
SceneggiaturaGiorgio Cristallini, Carlo M. Lori, Ferruccio Casapinta
Casa di produzioneCinediorama, Rewind Film
Distribuzione in italianoIndipendenti Regionali
FotografiaNicola Bonsanti, Francesco Attenni
MontaggioFranco Attenni
Effetti specialiEnzo Di Liberto
MusicheFranco Potenza
ScenografiaAlessandro Dell'Orco
CostumiGiuliana Serano
TruccoOscar Pacelli, Leandro Marini, Lucia La Porta
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La bambola di Satana è un film del 1969 diretto da Ferruccio Casapinta ed interpretato, fra gli altri, da Erna Schürer.

La giovane e bella Elisabeth, alla morte del ricchissimo zio, eredita il maniero abitato dal defunto. Giunta al castello conosce l'amministratrice, la sig.na Carroll. L'amministratrice comunica ad Elisabeth che il maniero è infestato dagli spettri e la convince a venderlo al sig. Paul Reynaud. In un crescendo di terrore e di strani eventi, Elisabeth si convince che il suggerimento di Carroll sia la cosa più giusta. Gli eventi precipitano quando il cameriere del castello viene assassinato. Il fidanzato di Elisabeth, Jack, è però convinto della malafede di Carroll e, grazie ad una investigatrice privata, giunta al castello spacciandosi per una pittrice, riesce a far luce sulla vicenda: il cameriere era stato assassinato da Carroll e dal sig. Reynaud, in realtà amanti. Essi volevano spingere Elisabeth a vendere il castello per una modica cifra, al fine di impossessarsene. Carroll, infatti, grazie alle confessioni del vecchio zio, era venuta a conoscenza del fatto che nei sotterranei del maniero era ubicata una ricchissima miniera di uranio.

La bambola di Satana rimane l'unico film di Ferruccio Casapinta in qualità di regista. Erna Schürer parlò in un'intervista della produzione particolarmente travagliata della pellicola:

«Casapinta era un cretino che non sapeva fare niente… penso che avesse avuto un sovvenzionamento, qualcosa del tipo…non mi ricordo bene. Il film fu fermato e poi ripreso… era una cosa travagliata, che girammo in Abruzzo… Nella troupe c’erano, però, un sacco di professionisti: ricordo bene Ninni Reginato come segretaria di produzione, che lavorava con Pietro Germi. Il film lo terminammo e ancora adesso l’IMAIE mi manda le royalities per i passaggi televisivi»

Collegamenti esterni

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