Utente:Zoe Battagliarin/Sandbox
Colonia Marina Bolognese | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Divisione 1 | Emilia Romagna |
Località | Rimini |
Indirizzo | Viale Principe di Piemonte, 56/62, 47924 |
Informazioni generali | |
Condizioni | in disuso |
Costruzione | anni Trenta del Novecento |
Inaugurazione | 1932 |
Uso | Colonia estiva |
Piani | tre |
Realizzazione | |
Ingegnere | Ildebrando Tabarroni |
Proprietario | Cooperativa Muratori |
La Colonia Marina Bolognese si trova a Miramare, frazione del comune di Rimini. L'edificio venne inaugurato nel 1932 e rimase in uso fino al 1977, anno in cui l'Opera Diocesana di Assistenza la cedette a privati. Dal 2018 è rientrata a far parte di un progetto di rigenerazione urbana grazie all'associazione culturale "Il Palloncino Rosso". Nel corso degli anni ha ospitato migliaia di bambini provenienti dalla provincia di Bologna.
L'edificio
[modifica | modifica wikitesto]La Colonia bolognese presenta la struttura tipica degli ospedali a padiglioni elaborata durante la seconda metà del XIX secolo, dove la netta divisione degli spazi interni aveva lo scopo di ridurre al minimo i contagi in caso di diffusione di malattie infettive come la tubercolosi, allora largamente diffuse[1].Con i suoi 169 metri di lunghezza e 40 di profondità in corrispondenza dei padiglioni maggiori [2], all'epoca della sua inaugurazione l'edificio della Bolognese era il più vasto fra quelli delle colonie marine sorte fino a quel momento sul litorale adriatico[3]. Al suo interno erano presenti 14 camerate, 2 saloni, 4 refettori e altre 20 sale per servizi di vario genere, il tutto disposto su tre piani. L'ala ovest dell'edificio ospitava i reparti maschili, l'ala est quelli femminili. Fra i due padiglioni vi era un altro fabbricato dove si trovavano latrine, lavabi e spazi per il personale di servizio [4].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Dalla nascita all'inaugurazione
[modifica | modifica wikitesto]La Colonia Bolognese nacque nel 1921 per iniziativa del Fascio Femminile di Bologna e trovò sede in una palazzina presso Riccione, dove grazie al ricavato di una pesca di beneficienza vennero affittati alcuni locali e ospitati 35 bambini[5]. Negli anni seguenti, grazie ad una maggiore disponibilità di denaro e ad un crescente interesse da parte dei membri del Fascio di Bologna, la colonia ampliò il numero di bambini ospitati e trovò una collocazione più adeguata ai bisogni dei piccoli ospiti. Nel 1932, per volere del segretario federale Mario Ghinelli, venne costruito l'edificio ancora oggi esistente. Esso poteva ospitare ogni anno fino ai milleduecento ragazzi dai 6 ai 12 anni, divisi in turni da trenta giorni. La maggior parte di questi erano anemici, linfatici o adenoidei[6].
Gli anni Trenta
[modifica | modifica wikitesto]Gli anni Trenta furono una vera e propria "epoca di colonie"[7]. Solo a Rimini infatti nel 1932 erano presenti 28 colonie[8], mentre in tutta Italia nel 1935 se ne registravano 3128 e 4357 nel 1938. Nel 1937 venne istituita la Gioventù italiana del Littorio (Gil) che divenne l'organo amministratore di tutte le colonie climatiche presenti sul territorio italiano e nello stesso anno a Roma si tenne la Mostra nazionale delle colonie estive e dell'assistenza all'infanzia[9]. All'interno della Colonia Bolognese, come in tutte le altre colonie istituite dal fascismo, si imponeva ai bambini una disciplina rigorosa, che ricalcava la vita di caserma[10]. I bambini venivano divisi all'arrivo secondo sesso ed età e raggruppati poi in piccole squadre. Ogni giorno la sveglia suonava alle sei e mezza del mattino e ad essa seguiva una rigida successione di attività: pulizia personale, ginnastica respiratoria, colazione, preghiera, visita medica, attività elioterapiche e bagni terapeutici, pranzo, attività intellettuali, gioco, canto corale, cena[11]. Particolarmente importante era il rituale dell'alzabandiera, al quale presenziava l'intera colonia[12].
Dallo scoppio della guerra al 1947
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1939 la Bolognese ospitò bambini provenienti dall'Albania e nel 1940 accolse profughi dell'Africa orientale, perlopiù provenienti dalla Libia[13]. Con l'entrata in guerra dell'Italia le colonie non rappresentarono più una priorità per il regime e nei primi anni Quaranta vennero riconvertite ad altri usi[14]. Così fu anche per la Colonia Bolognese, che nel 1941 venne presa in affitto dall'Esercito per diventare un ospedale militare dove vennero ricoverati soprattutto reduci del fronte russo[15]. Dopo l'armistizio i Tedeschi se ne appropriarono e la usarono come deposito di materiale militare. Dopo la liberazione la Bolognese ospitò prigionieri tedeschi entrando a far perte dell'Enklave Rimini [16], una catena di campi di prigionia che prese vita lungo l'Adriatico e ospitò fra i 150 e i 200 mila soldati del Terzo Reich[17]. Nel 1947 la colonia tornò ad essere amministrata dal Commissariato per la Gioventù italiana (precedentemente Gil) e già da quell'estate vennero accolti 1200 bambini della provincia di Bologna[18].
Il declino e la rinascita
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1958 la colonia venne ceduta dall'amministratore dei beni della Commissione per la Gioventù italiana al Cardinal Lercaro, arcivescovo di Bologna. La cessione fu motivo di contrasto fra la DC e il PCI perché anche il Comune di Bologna avrebbe voluto acquisire la Colonia, ma nonostante questo non venne aperta un'asta pubblica[19]. La Bolognese venne gestita dalla Pontificia Opera di Assistenza (poi Opera Diocesana) fino al 1977, anno in cui venne ceduta ad una società immobiliare a causa dell'incapacità di sostenere gli alti costi di messa a norma[20]. Dopo essere stata acquistata dai Ceschina negli anni venne trascurata fino a diventare un rudere. Attualmente è di proprietà della Cooperativa Muratori[21]. Dal 2018 l'associazione "Il Palloncino Rosso" ha ridato vita alla struttura firmando una convenzione biennale per il riuso temporaneo del complesso che le ha permesso di organizzarvi eventi culturali [22]. La Colonia Bolognese e altri 18 edifici simili per storia e architettura presenti sul litorale romagnolo, sono stati classificati come "colonie marine di interesse storico-tettonico" dal Piano Territoriale Paesaggistico Regionale e per questo dovrebbero essere sottoposti ad una specifica normativa di tutela e valorizzazione[23].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Valter Balducci, Plasmare anime, in Roberta Mira, Simona Salustri (a cura di), Colonie per l'infanzia del ventennio fascista, Ravenna, Longo.
- ^ Luca Villa, La Colonia Marina Bolognese, in Ariminum, 2018, p. 35.
- ^ La Colonia marina della "Decima Legio", in L'Assalto, 19 marzo 1932.
- ^ Luca Villa, La Colonia Marina Bolognese, in Ariminum, 2018, p. 34.
- ^ Pina Collina, Donde è nata e come funziona una colonia, in Argento Vivo, pp. 24-25.
- ^ La Colonia Marina della "Decima Legio", in L'Assalto, 19 marzo 1932.
- ^ Giancarlo Cerasoli, Un posto al sole, in Oriana Maroni, Orlando Piraccini (a cura di), Un relitto moderno: la colonia Novarese di Rimini, p. 23.
- ^ Guido Nanni, Le colonie marine a Rimini, 1933.
- ^ Giancarlo Cerasoli, Un posto al sole, in Oriana Mironi, Orlando Piraccini (a cura di), Un relitto moderno: la colonia Novarese di Rimini, p. 23.
- ^ Ibidem p 26
- ^ Pina Collina, Donde è nata e come funziona una colonia, in Argento vivo, pp. 26-27.
- ^ Roberta Mira, Pedagogia totalitaria, uomo nuovo e colonie di vacanza, in Roberta Mira, Simona Salustri (a cura di), Colonie per l'infanzia del ventennio fascista.
- ^ Ilaria Ruggeri, Paola Russo, Luca Villa (a cura di), Storie di colonia, p. 22.
- ^ Giancarlo Cerasoli, Un posto al sole, in Oriana Maroni, Orlando Piraccini (a cura di), Un relitto moderno: la colonia Novarese di RImini, p. 23.
- ^ Ilaria Ruggeri, Paola Russo, Luca Villa (a cura di), Storie di colonia, p. 22.
- ^ Ibidem
- ^ Alessandro Agnoletti, Il lager dei perdenti, in Oriana Maroni, Orlando Piraccini (a cura di), Un relitto moderno: la colonia Novarese di Rimini, p. 37.
- ^ Ilaria Ruggeri, Paola Russo, Luca Villa (a cura di), Storie di Colonia, p. 22.
- ^ Mario Cagli, La Colonna del Cardinale, in Il Mondo, 15 aprile 1958, p. 5.
- ^ Ilaria Ruggeri, Paola Russo, Luca Villa (a cura di), Storie di Colonia, pp. 24-25.
- ^ Ibidem
- ^ Ibidem
- ^ Claudio Fabbri, Gianfranco Giovagnoli, Giovanna Mulazzani, Le colonie, in Oriana Maroni, Orlando Piraccini (a cura di), Un relitto moderno: la colonia Novarese di Rimini, p. 43.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ilaria Ruggeri, Paola Russo, Luca Villa (a cura di), Storie di colonia, Maggioli, Santarcangelo, di Romagna, 2019
- Roberta Mira, Simona Salustri (a cura di), Colonie per l'infanzia del ventennio fascista, Longo, Ravenna, 2019
- Oriana Maroni, Orlando Piraccini (a cura di) Un relitto moderno: la colonia Novarese di Rimini, Tipografia moderna, Firenze, 2001
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Miramare
- Rimini
- Bologna
- tubercolosi
- Riccione
- Gioventù italiana del littorio
- Mostra nazionale delle colonie estive e dell'assistenza all'infanzia