Torre dello Ziro
Torre dello Ziro | |
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Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Campania |
Città | Scala |
Coordinate | 40°38′09.3″N 14°36′20.4″E |
Informazioni generali | |
Stile | Angioino |
Altezza | 18 m |
Costruttore | maestranze locali |
Condizione attuale | in disuso |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | torre difensiva |
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La Torre dello Ziro è un maschio del castello di Scalella in Pontone, contrada della città di Scala, dominante sulle confinanti città di Amalfi e Atrani.
La torre appare nello stemma della frazione.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Per la Torre dello Ziro sussistono problemi di datazione. Gli studiosi, non escludono che potrebbe trattarsi della ricostruzione di una più antica opera del ducato di Amalfi, la "Turris de Sancto Felice", citata in un documento del 1151[2].
Eretta su un rilievo calcareo, che si affaccia sulla città di Amalfi, di cui è parte integrante del paesaggio, era circondata un tempo da mura merlate, di cui sussistono le tracce. Ha subito restauro e trasformazioni, nel 1292, nel 1305 e nel 1335. Un altro intervento si data al 1480, ordinato da Antonio Piccolomini, Duca di Amalfi. Risulta che ai primi del XVIII secolo era in stato di efficienza e munita di cannoni, ma poco dopo fu abbandonata e privata di cure. Nel 2006 ha ricevuto dei restauri conservativi[3].
La prigionia di Giovanna d'Aragona
[modifica | modifica wikitesto]Nei primi anni del XVI secolo la Torre dello Ziro fu teatro di uno dei più sanguinosi episodi della storia di Amalfi perché, al suo interno, fu prima rinchiusa e poi giustiziata ferocemente con i suoi tre figli Giovanna D'Aragona, detta "la Pazza", duchessa d’Amalfi, rea di avere contratto un matrimonio morganatico con il suo segretario[4].
Struttura
[modifica | modifica wikitesto]Di forma cilindrica, su un'alta base scarpata, era dotata di un coronamento di archeggiature in sporto su mensole, atto alla difesa piombante, pressoché scomparso. L'organizzazione interna è da ascrivere al XIII secolo, si riscontrano tre piani in elevazione sovrapposti. Il piano terra, in origine ospitante solo un grande cisterna, è oggi diviso in due spazi, quello minore era destinato alla detenzione di "inquisiti e detenuti", calati da una botola del primo piano nella "fossa", il maggiore era sempre utilizzato per la raccolta di acqua piovana[3].
Il varco e la scala del pianterreno sono dunque contemporanei. L'ingresso antico, era sito al primo piano, ad un'altezza dal ruolo di circa m. 4,65. L'ingresso nella torre avveniva con l'aiuto di corde o con una scala di legno retrattile[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Torre dello Ziro, su archidiap.com.
- ^ Matteo Camera, Memorie storico-diplomatiche dell'antica città e ducato di Amalfi, Napoli, 1876, pp. 484-487.
- ^ a b c Fiengo, Guerriero, pp 38-41.
- ^ Matteo Camera, Memorie storico-diplomatiche dell'antica città e ducato di Amalfi, Napoli, 1876, p. 79.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Fiengo e L. Guerriero, Atlante delle tecniche costruttive tradizionali. Napoli terra di lavoro (XVI-XIX), collana Atlanti regionali, Napoli, Arte Tipografica, 2008, pp. 38-41, ISBN 9788864190075.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Torre dello Ziro
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Restauri alla Torre dello Ziro, su archidiap.com.