Discussione:Julius Evola

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Fotografie

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Ho inserito un po' di fotografie (4). Meglio di nulla. Se qualcuno ha qualcos'altro... si faccia avanti. Buon solstizio d'inverno a tutti. --Janus 17:38, 21 dic 2007 (CET)[rispondi]

Non sarebbe male poter inserire un elenco delle principali opere di Evola tradotte in altre lingue. Mi veniva tuttavia in mente che, essendo le opere di Evola una parte molto sostanziosa della voce, forse si potrebbe fare una pagina a parte come avvenuto per altri autori. --Janus 13:18, 9 gen 2008 (CET)[rispondi]

Credo che si potrebbe aggiungere, accanto a filosofo e pittore, anche "poeta" viste le sue opere in versi (Arte Astratta, La parole obscure..., Raaga Blanda (di cui ho creato da poco una pagina). Che ne dite? --Ema.L.R.

Aggiunta nel tmp bio come terza attività. In effetti, negli anni giovanili, quella della poesia e della pittura è stata un'attività importante. --Janus (msg) 17:12, 2 gen 2009 (CET)[rispondi]

Processo ai FAR

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In merito a questa modifica mi sono un attimo documentato e, in effetti, è uscito un saggio che riporta una versione diversa del processo ai FAR (che vede anche la sentenza di appello). Ora il saggio non riporta una fonte che sia una e l'autore parla genericamente di aver letto le carte processuali. Sempre nel saggio si parla di due libri che dovrebbero uscire a breve centrati proprio su questa storia. Personalmente sarei dell'idea di seguire gli sviluppi rispetto all'uscita imminente di questo libro e poi di conseguenza aggiornare il pargrafo (visto che a quel punto ci sarebbero delle fonti citabili).

Pur conoscendo molto bene la biografia di Evola, questa è una cosa nuova anche per me ed è relativa al fatto che fino ad oggi mai erano saltate fuori le carte processuali. --Janus (msg) 10:22, 27 apr 2009 (CEST)[rispondi]

The Doctrine of Awakening. A study on the Buddhist Ascesis

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Nel catalogo della British Library il volume tradotto da Ñāṇavīra Thera (i diacritici!!!) risulta pubblicato da Luzac & Co. e non dalla Pali Texts Society.
E' vero che nella voce si parla di "patrocinio" ma trovo molto improbabile che una casa editrice ne patrocinii un'altra. Evola stesso scrisse che aveva ricevuto una "official approbation" dalla PTS, ma l'unica fonte di questa affermazione pare sia...lui stesso. Ergo, proporrei che si esplicitasse che fu lui stesso a dichiarare che il testo era stato approvato dalla PTS. Cosa che ritengo estremamente dubbia visto che la PTS in un secolo di attività si è occupata solo di traduzione di testi canonici e non di testi sul Buddhismo scritti da occidentali.
Forse, per inquadrare meglio, si potrebbe includere il fatto che questa "fascinazione" evoliana per delle personali re-interpretazioni del Buddhismo si inserisce in una corrente più ampia di figure analoghe nell'estrema destra (tra cui i membri delle SS: Filippani Ronconi, Ernst Schäfer, Bruno Beger, Heinrich Harrer) e di altri sedicenti orientalisti appassionati di estremo oriente (Ernest Fenollosa, Ezra Pound). Un caso a parte è Tucci in quanto nel suo caso la competenza prevale sulla sua accettazione del fascismo. Può essere interessante notare che mentre il nazismo sembrò provare interesse per il Buddhismo Vajrayana, i cui massimi esperti occidentali (oltre a Tucci) erano i sovietici della scuola di Leningrado, Evola e Filippani sembrano interessarsi unicamente di Buddhismo Theravada, seguendo in questo la tradizione britannica. --Tonii (msg) 23:42, 8 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Ciao Tonii, innanzitutto grazie per l'intervento... negli ultimi giorni sto leggendo e rileggendo tutta la voce, e alla fine (vedi anche l'eggettivo sbagliato che hai corretto) qualcosa scappa... Mi ristudio bene la cosa non appena - non prima di lunedì martedì - riesco a riprendere in mano un paio di libri. A memoria ricordo che De Turris in un saggio parla di patrocinio della "Pali Society" che io, forse erroneamente, ho riportato come "Pali Text Society" pensando ad un refuso del De Turris nell'aver omesso Text. Forse, però, la Pali Society di quegli anni non è la stessa cosa della Pali Text Society... o forse sì. Cerco di riguardarmi il tutto. nel caso in cui l'unica fonte risultasse davvero il solo Evola appare in effetti opportuno riportare la cosa. Ciao, --Janus (msg) 11:08, 9 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Ciao Tonii, ho fatto prima del previsto. In effetti l'unica fonte di questa affermazione - anche se poi riportata da più autori - è lo stesso Evola. Ho riscritto il passaggio e inserito le relative note riportando anche la prima edizione (Luzac & Co.). Ora sarebbe interessante, in effetti, ampliare la parte che dicevi rispetto alla corrente più ampia all'interno della destra. Io se vuoi posso essere di supporto con le fonti, ma la parte di studi orientali di Evola è quella che conosco meno. Forse, per non appensatire la lettura, la si potrebbe inquadrare in una nota a margine. Il fatto che che Evola ha trattato talmente tanti argomenti... che ci vorrebbero decine di voci a parte da integrare con la voce principale... --Janus (msg) 11:41, 9 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Ciao, ho visto l'integrazione e mi pare possa andare bene (anche se io propenderei per mettere i diacritici al sanscrito per permettere di sapere dove cade l'accento e, in questo caso, di leggere il suono Ñ "gn" e non come "n"). Direi che hai ragione: forse per l'inquadramento generale con l'orientalismo di tutte quelle figure servono voci apposite per non appesantire troppo questa. (Qualcosina si trova su en.wiki). Ah, sì, spesso la PTS viene detta colloquialmente "Pali Society": sono sinonimi. Aggiungo a quanto detto sopra che, in effetti, ci fu anche in Germania un gruppo che si interessò al Buddhismo Theravada: a Berlino fondarono la Buddhistische Haus (tuttora esistente e attiva) ma questa fu chiusa durante il periodo hitleriano, mentre quasi contemporaneamente a Leningrado veniva chiuso il monastero Vajrayana e dispersa la comunità di accademici che si dedicavano a quegli studi e traduzioni.--Tonii (msg) 11:55, 9 mag 2009 (CEST)[rispondi]

<rientro>Allora, ho fixato la grafia come da te suggerito. Mi farebbe piacere se ti esprimessi anche in merito alla segnalazione per la vetrina, quando ci sono scambi così interessanti si riesce bene a correggere il tiro in poco tempo. Grazie ancora, --Janus (msg) 14:57, 9 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Discussione relativa all'inserimento della voce in vetrina

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La discussione è iniziata nella pagina di segnalazione e si è ritenuto opportuno spostarla qui nella talk per non appesantire la pagina e per renderla meglio fruibile.

In risposta a Justinianus

In ordine sparso:

1. Tu hai scritto: Devo inoltre prendere atto che non sei disponibile a perfezionare la pagina secondo quanto indicato dalle linee guida da WP. Io non ho mai scritto una cosa del genere. ' da giorni che perfeziono la voce secondo le linee di it.wiki, e continuo ad essere disponibile in tal senso. Non so proprio dove hai letto una cosa così da parte mia.

Lo ribadisco: ti ho proposto di farti vedere dove il testo si sarebbe dovuto, a mio avviso, rettificare, ma tu hai fatto orecchie da mercante alla mia proposta, anzi, per tutta risposta mi hai scritto: "la comunità deciderà". Non hai avuto neppure la curiosità di sapere quali modifiche intendessi apportare al testo. Se non è chiusura questa...--Justinianus da Perugia (msg) 00:02, 17 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Mah... non mi pare proprio. Rispetto al fatto che fosse la comunità a decidere, lo penso tuttora, visto che la voce era stata sottoposta ad una valutazione da parte della stessa. --Janus (msg) 09:30, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]
A me pare proprio di si. Se fossi stato più aperto al dialogo non si sarebbe arrivati al punto di ritirare (giustamente) la voce dalle segnalazioni per la vetrina. --Justinianus da Perugia (msg) 22:11, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]

2. Neutralità dell'enciclopedia: avvelenare le coscienze non è esporre un fatto, ma dare un giudizio. E, come tale, POV per definizione. La frase corretta sarebbe dovuta essere: influenzare o modificare le coscienze. Dopodiché stava al lettore farsi un'idea: se in negativo o in positivo. Che è quello che io ho fatto in tutta la voce: rigorosa esposizione di fatti ai quali si aggiungono pareri diversi e contrastanti: sempre virgolettati e sempre con fonte citata puntualmente, così che il lettore abbia chiaro che si tratta di un'opinione.

Questo non lo devi rimproverare a me, ma ai compilatori dell'Enciclopedia. Io ho semplicemente riportato (non nella voce, ma in discussione, e per tua conoscenza) il testo di un'opera citata decine e decine di volte su WP, la quale gode di credibilità. Se tu hai delle opinioni divergenti è affar tuo, ma ricorda che l'enciclopedia dell'antifascismo fa testo ed è accettata come fonte, mentre le tue (o le mie) opinioni personali lasciano il tempo che trovano. Per quanto riguarda le fonti citate nell'articolo, non voglio ripetere ciò che ho già scritto: che sono illuminanti per conoscere gran parte del pensiero di Evola, ma non i suoi profondi legami col fascismo. Anzi, se devo essere franco, ho l'impressione che tu hai abbia evitato di utilizzare, forse inconsciamente, fonti che non erano in linea con la tua visione, idealizzata, di Evola. --Justinianus da Perugia (msg) 00:02, 17 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Io infatti non lo rimprovero a te. Dico solo che quelli sono toni... poco enciclopedici'. Tutto qui. --Janus (msg) 09:30, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]
In un'enciclopedia di ampia diffusione e che gode di una certa credibilità i redattori sapranno pure quali sono i toni da utilizzare e quali no. O glieli vuoi insegnare tu? --Justinianus da Perugia (msg) 22:11, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]

3. Paolo Orano: non c'è documento che attesti scambi tra Evola e Orano. Pertanto il fatto che il razzismo di Orano non fosse dissimile da quello di Evola non mi pare un motivo sufficente per dover citare Orano. Se avessi dovuto inserire tutti quelli che, più o meno, potevano pensarla come Evola su alcuni temi senza aver avuto con lo stesso una qualche significativa interazione, avrei fatto banalmente un lungo e insignificante elenco di nomi.

Beh, Orano era, al pari di Evola, molto critico nei confronti del razzismo biologico e dietro Orano c'era Mussolini. Il razzismo "spirituale" di Evola era pertanto un razzismo condiviso da altri mentre tu lo presenti quasi come un elemento differenziatore da quello ufficiale (da quello di Preziosi certamente, ma Preziosi era, sotto questo aspetto, un semi-emarginato nel partito e se ne lamentava). Se tu avessi allargato il discorso anche a Orano le conclusioni cui saresti arrivato sarebbero state ben diverse. Ti sembra poco? --Justinianus da Perugia (msg) 00:02, 17 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Tutto vero ciò che dici su Orano. Parimento il riferimento alla sua figura è del tutto irrilevante rispetto ad Evola. --Janus (msg) 09:30, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Pensala un pò come ti pare. Io al contrario credo che un riferimento a Orano sia più che pertinente. --Justinianus da Perugia (msg) 22:11, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]

4. Rispetto a De Felice: se ritieni che quella frase aiuti il lettore nella comprensione della figura di Evola, inseriscila pure. Io non la trovo di alcuna utilità ma, come si suol dire, melius abundare quam deficere.

De Felice scrive chiaramente che Evola era un fascista, anche se particolare (Alatri, Battaglia e altri storici avevano più o meno la sua stessa opinione). Se inserisco il riferimento devo anche inserire la parte di testo cui tale riferimento si ricollega, cioè il fascismo di Evola. Ti è chiaro adesso il concetto? --Justinianus da Perugia (msg) 00:02, 17 mag 2009 (CEST)[rispondi]
De Felice rappresenta un'opinione autorevole. Molto autorevole. Tutto qui. Più avanti ti spiegherò come a mio modo va impostata la questione. --Janus (msg) 09:30, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Bravo, De Felice rappresenta una voce autorevole e per il momento va inserito come fonte. Poi mi spiegherai come vedi la questione, che mi interessa. --Justinianus da Perugia (msg) 22:11, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]

5. Tu hai scritto: [...] non dimostrano assolutamente la sua estraneità al fascismo. E infatti io non ho mai sostenuto che Evola fosse estraneo al fascismo. Questo è veramente un punto critico di tutto il tuo ragionamento. La voce non vuole affatto dimostrare che Evola fosse estraneo al fascismo. Io sostengo, così come lo sostengono molti autorevoli autori, che data la complessità del pensiero e dell'opera di Evola, lo stesso non è autore facilmente etichettabile. Né con l'etichetta di fascista né con quella di antifascista. Come ho spiegato ormai con dovizia di particolari, Evola non si è mai dichiarato antifascista. Né, parimenti, si è mai dichiarato fascista. Un'operazione di etichettatura in tal senso è semplicemente superficiale.

Fin dall'incipit hai cercato in tutti i modi di presentare Evola come un critico del fascismo, mentre forse sarebbe stato più logico vederlo come un fascista critico, o almeno come un intellettuale rappresentativo, pur nella sua eterodossia, di parte della "galassia" fascista. Fu infatti critico con il Regime, senz'altro, ma al pari di tanti personaggi del regime, o che vivevano grazie ad esso, al pari cioè di un Farinacci, di un Balbo, di un Preziosi, di un Pettinato, ecc. La differenza è che questi ultimi non possedevano né la cultura né gli strumenti dialettici di un Evola (o di un Gentile, un Carlini ecc.). Ma il regime seppe magistralmente cooptare e assorbire nei suoi ingranaggi, sotto varie forme, e con vari mezzi di persuasione, gli uni e gli altri, con o senza tessera di partito. Io francamente ritengo, ma non ti devi offendere per questo, che tu conosci Evola, ma non hai, forse, una conoscenza altrettanto approfondita né del fascismo, né dei meccanismi che ne furono alla base e che permisero al regime mussoliniano di durare per oltre un ventennio. All'interno del fascismo convivevano le ideologie più variegate e gli uomini più diversi e ognuno di essi era rappresentativo di una fetta di regime. Anche Evola. Il fascismo non si è mai basato su un "corpus" dottrinario ben identificato e identificabile --Justinianus da Perugia (msg) 00:02, 17 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Ma io sono daccordo con te! Non capisco perché insisti su questo punto. --Janus (msg) 09:30, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]
La cosa non può che rallegrarmi. Niente in contrario se piazziamo alcune parti di questo paragrafo nell'incipit? Così sgombriamo subito il campo da ambiguità varie e chiariamo da subito le idee al lettore. --Justinianus da Perugia (msg) 22:11, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]

6. Evola e RSI: Evola non aderì mai alla RSI. Se un'enciclopedia sostiene questo, fa disinformazione allo stato puro. Non esiste infatti un documento che attesti questo. E infatti nessuno, a tutt'oggi, è stato in grado di produrre documentazione di avallo a tale tesi.

La tesi dominante, e tu lo sai perfettamente, è quella che Evola aderì (anche la Treccani ,edizione 1993, è di questo avviso). Ci sono però anche dei pareri contrari, di storici cioè che hanno dato al termine "aderire" un'accezione diversa da quella corrente. Non si può pertanto scrivere "tout court" che Evola non aderì alla R.S.I., se ne può al massimo discutere. --Justinianus da Perugia (msg) 00:02, 17 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Il problema sta tutto nel definire adesione. Io credo di aver spiegato molto bene quale fu l'adesione di Evola alla RSI. Sempre a margine ti faccio notare che nella voce che molto hai curato si legge testualmente: non aderì mai né al PNF né alla RSI. Ti era forse sfuggito questo passaggio? --Janus (msg) 09:30, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Se per adesione al PNF si intende il possesso della tessera del PNF, la risposta è no (quindi il testo è corretto); per quanto riguarda l'adesione alla RSI si è, a mio avviso, operato un processo di semplificazione eccessivo (forse anche imputabile a me, adesso non ricordo). D'altra parte non si poteva mica iniziare in quella sede una disquisizione sull'adesione o non adesione di Evola alla Repubblica Sociale. In una voce a lui dedicata mi sembra invece non solo opportuno, ma anche doveroso farlo --Justinianus da Perugia (msg) 22:11, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]

7. Tu hai scritto: [...] e, per quanto riguarda i rapporti fra Evola e Mussolini, questi sono ben sintetizzati in questa frase di Evola sulla razza ario-romana: "nuova e antica a un tempo, che ben si potrebbe chiamare razza dell'uomo fascista o razza dell'uomo Mussolini". Non comprendo proprio cosa chiarifichi questa frase per varie ragioni. Prima di tutto perché è totalmente decontestualizzata. Poi perché Evola non ha mai parlato di razza ario-romana (infatti il virgolettato inizia dopo). Evola altresì ha parlato di razza iperborea primordiale, ma mai di razza ario-romana. La frase di per sé è un chiaro incitamento a spronare il fascismo alla creazione di un uomo nuovo oltre a denotare, in questo caso, una certa piaggeria verso Mussolini. Ora, che una frase isolata sintetizzi bene il pensiero di Evola su Mussolini, mi pare un po' un azzardo

Guarda che, virgolette o non virgolette, è il testo di De Felice a parlare di razza ario-romana a proposito di Evola, non il sottoscritto (vai alla pag. 246 della Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, Einaudi Tascabili, 1993 e te ne potrai rendere ben conto). Naturalmente tu ne sai molto più di De Felice, a questo non avevo pensato. Comincio ad avere il sospetto che tu, i grandi classici della storiografia sul fascismo li hai leggiucchiati un pò sbadatamente. Ed è sempre De Felice a riportare la frase summenzionata (sulla "razza dell'uomo fascista o razza dell'uomo Mussolini"), che sicuramente è indicativa di un rapporto che va ben al di là della deferenza nei confronti del "Duce". In nessun momento ho scritto che questa frase sintetizzi il pensiero di Evola su Mussolini (l'azzardo è tutto tuo nel farmi scrivere cose che non ho mai scritto), ho asserito invece che è indicativa dei rapporti fra i due e di questo sono più che convinto... --Justinianus da Perugia (msg) 00:15, 17 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Lo so che è il testo di De Felice a parlare. Mica ho pensato che fossi tu... ciò nondimeno la razzia ario-romana è una interpretazione molto... libera di De Felice visto che non esiste un solo scritto a firma di Evola che usi questa locuzione. --Janus (msg) 09:30, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Insomma, tu mi stai chiedendo di dare più credito a te che a De Felice. Con tutta la mia buona volontà, non ci riesco. Ma non te ne avere a male per questo...--Justinianus da Perugia (msg) 22:11, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]

8. Mistica fascista: la voce stessa su it.wiki (sia sulla mistica che sulla scuola) mette seriamente in discussione l'apporto di Evola. Tuttavia, nulla osta da parte mia al suo inserimento nella voce, magari omettendo note di gossip del tipo fu applauditissimo. Potremo usare "i suoi interventi furono molto apprezzati" o qualcosa del genere (naturalmente se troviamo una fonte che supporta questo). Cordialità, --Janus (msg) 16:09, 16 mag 2009 (CEST)[rispondi]

La voce Mistica fascista non mette seriamente in discussione l'apporto di Evola, ne traccia semplicemente dei limiti. Questo te lo conferma chi ha praticamente riscritto la pagina (guarda in cronologia). In queste ed altre voci sul fascismo e sui fascisti che ho creato, o aiutato a sviluppare, ti assicuro che mi sono sempre attenuto alla massima neutralità e non mi sono mai addentarato nella ricerca originale, come altri utenti di mia conoscenza hanno fatto. Cordialità. --Justinianus da Perugia (msg) 00:02, 17 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Sei stato uno degli estensori della voce? Ti consiglio di cambiare il nome al paragrafo Discutibile influenza di Evola. Non so te, ma io in italiano lo leggo in un certo modo... forse avrebbe dovuto essere titolato Limiti dell'apporto di Evola, non trovi? --Janus (msg) 09:30, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Si, sono stato il principale estensore della voce ma non posso mica essere ritenuto responsabile per ogni sostantivo e aggettivo contenuti in mistica fascista...Comunque anche se fossi stato io a scrivere "discutibile", ciò non toglie che bisognerebbe sopprimere tale aggettivo, anche perché in un altro paragrafo si inserisce Evola fra "I protagonisti" della mistica e nella voce si mette in evidenza l'influenza del filosofo sulla Scuola nella seconda metà degli anni trenta. Provvederò questa sera stessa a togliere il "discutibile" senza menzionare i "limiti", perché voglio lasciare il lettore libero di decidere quale fu il reale apporto di Evola. --Justinianus da Perugia (msg) 22:11, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]

P.S.1 Ho spezzato il tuo intervento, Janus, inserendo le mie risposte, tutte in corsivo e debitamente firmate, all'interno di esso, e me ne dispiace. Non vi era però altra forma di procedere. --Justinianus da Perugia (msg) 00:15, 17 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Nessun problema, io non ho difficoltà a seguire questo modo di operare. --Janus (msg) 09:30, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]

P.S.2 Ho risposto, per cortesia, a questo tuo messaggio, ma ritengo sterile continuare a discutere senza che vengano effettuate alcune rettifiche e integrazioni (non numerose ma importanti) alla voce. Io posso illustratele, se hai interesse a conoscerle, agendo magari direttamente sulla pagina, tanto, se non ti stanno bene, si può sempre discutere. Se riusciamo a risolvere insieme (e includo nell' "insieme" anche Lupo rosso, che è un punto di riferimento, in WP, in materia di fascismo e antifascismo, oltre all'ottimo Magnum2008 e a tutti gli utenti che hanno partecipato alla votazione) mediante un testo concordato, dando una risoluzione positiva ad alcuni aspetti non neutrali della pagina, si potrebbe anche evitare un nuovo vaglio, altrimenti è giusto che la voce torni ad essere nuovamente vagliata. Del resto, per tua stessa ammissione, al precedente vaglio (non per tua colpa naturalmente) ha partecipato un numero esiguo di utenti. Cordialità. --Justinianus da Perugia (msg) 00:02, 17 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Certo che ho interesse a conoscerle. Mi sono anzo chiesto del perché tu non l'abbia fatto prima. --Janus (msg) 09:30, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Non potevo mica mettermi a modificare una pagina presentata per la vetrina con il rischio di scatenare una edit-war in piena votazione! D'altra parte volevo farti vedere le modifiche che avrei voluto apportare, ma tu hai risposto in tutt'altro modo, obbligandomi a formulare un voto contrario. Comunque lasciamo stare il passato e pensiamo al futuro. --Justinianus da Perugia (msg) 22:11, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Vorrei in ogni caso farti rilevare che le procedure di segnalazione per la vetrina sono abbastanza chiare al riguardo. Infatti: Se si ravvisa la necessità di approfondire la discussione in tale direzione, è consigliabile suggerire la chiusura della segnalazione per la vetrina e l'apertura di un vaglio sulla voce (come indicato, giustamente, da Castagna). Forse sarebbe più utile aprire direttamente un nuovo vaglio (in fondo non sarebbe una tragedia), perché francamente non penso che un testo consensuato possa scaturire in tempi brevi...--Justinianus da Perugia (msg) 08:02, 17 mag 2009 (CEST)[rispondi]

La questione è molto semplice: inseriamo tutte le fonti che asseriscono che Evola era uno strano tipo di fascista, ci mancherebbe. Ciò che mi preme è che la voce sia equilibrata ovvero vada nella direzione di non etichettare Evola né come fascista né come antifascista perché, a onor del vero, non rientra in nessuno dei due casi. Veramente, non rende giustizia all'autore. Propongo un testo che abbia il seguente incipit: Tutt'oggi rimane aperto, tra gli studiosi, il dibattito sull'adesione di Evola al regime fascista da inserire nella nota a margine Evola e il fascismo e da integrare con le già molte informazioni presenti sulla nota stessa. --Janus (msg) 09:30, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Domani pomeriggio mi metto al lavoro effettuando le modifiche più opportune e inserendo i relativi riferimenti. Dopo che tu avrai letto il tutto, si può discutere. Ti ricordo però che i rapporti fra Evola e il fascismo devono scaturire dalle fonti, non dalle tue, o mie, opinioni personali. Comunque il fatto che siamo d'accordo sul punto 5) già costituisce un buon punto di partenza. --Justinianus da Perugia (msg) 22:11, 18 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Io avrei terminato

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Io avrei terminato. L'unico appunto che vorrei fare alle fonti è forse un'eccessivo ricorso a De Turris, personaggio senz'altro di valore, ma noto più come autore di fantascienza che come storico. Non vorrei inoltre che esistesse un "conflitto di interessi" essendo De Turris anche segretario della Fondazione J. Evola. Per quanto riguarda la forma (ma questo devi essere tu a deciderlo) io vedrei l'inciso "Julius Evola e il fascismo" sotto forma di un vero e proprio paragrafo, data la lunghezza che ha assunto (e che è giusto abbia). Sulle note è mia abitudine inserire il richiamo prima del punto (come si usa fare in tutti i testi cartacei e come la logica vuole)...Se ci sono degli inserimenti su cui non sei d'accordo, ti prego di segnalarmeli quanto prima. Cordialità. --Justinianus da Perugia (msg) 08:59, 21 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Ciao Justinianus, mi sono letto tutta la voce. Direi che va senz'altro bene. Per quanto riguarda De Turris (che al momento non credo abbia più un ruolo nella fondazione, mi pare che il nuovo presidente sia il Prof. Gian Franco Lami) considera che lo stesso, piucchealtro, ha rivestito il ruolo di curatore di molte opere (di e su Evola). In realtà molte non sono sue citazioni dirette, ma di altri autori riportati in volumi in cui lui era curatore. Certo De Turris è noto al grande pubblico per la fantascienza, ma ti posso garantire che in questo settore è una sorta d'autorità.
Su De Turris ti credo sulla parola. --Justinianus da Perugia (msg) 20:20, 21 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Per quanto riguarda l'inciso: a dire il vero ci avevo già pensato anch'io (per le stesse tue ragioni). Mi sono però interrogato sul suo posizionamento. Lo sviluppo della parte iniziale della voce l'ho voluto in un'ottica cronologica (la vita attraverso le opere) ed è epr questo che ho usato il rpesente storico. Dunque mi rimaneva difficile collocare l'inciso in un suo paragrafo a sé stante. Comunque provo a studiare una impaginazione.
Pensandoci bene, "Evola e il fascismo" potrebbe anche restare come inciso..... --Justinianus da Perugia (msg) 20:20, 21 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Per quanto riguarda le note (e tutto il resto) mi sono attenuto in maniera scrupolosa al manuale di stile oltre a tutte le altre pagine di it.wiki che riportavano riferimenti analoghi. Inizialmente anche io avevo inserito la nota prima del punto, poi mi sono accorto che la cosa è stata corretta, allora ho chiesto lumi (non ricordo in quale sede) e mi è stato spiegato che andava dopo il punto. Se infatti guardi la pagina sul Manuale di stile vedi che anche le note della stessa pagina sono formattate così.
Visto che ci sei, dai anche un'occhiata (nel manuale) sulla correttezza dell'uso del "Cfr.." per indicare una citazione (cioè una parte di testo riportata nella voce e scritta da terzi). Le citazioni dovrebbero essere, IMHO, chiaramente indicate da un "citato in", o qualcosa di simile, salvo se il richiamo viene fatto subito dopo la parte di testo citata (...[ ]»), e, in tal caso, si segnalano direttamente autore, titolo, pagina ecc. senza farli precedere da un "Cfr.". Comunque sono questi problemi stilistici che lascio risolvere a te. --Justinianus da Perugia (msg) 20:20, 21 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Sugli inserimenti da te fatti, come anticipato, tutto bene. Mi metto al lavoro, ciao --Janus (msg) 09:17, 21 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Me ne rallegro. Buon lavoro. --Justinianus da Perugia (msg) 20:20, 21 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Ho appena terminato anch'io, effettuando modifiche minori per lo più di carattere stilistico. Ho solo un paio di appunti: 1) data la precisione estrema nei riferimenti bibliografici, non mi dispiacerebbe che si riuscisse a trovare l'esatto riferimento che fai sulla Treccani nella nota 64 (manca il numero di pagina e alcune info aggiuntive). Io purtropppo non ho quel testo né sono riuscito a reperirlo in versione elettronica. 2) Nell'incipit iniziale si parla solo ed esclusivamente dell'Evola politico. Mi piacerebbe inserire, già dall'interno del tmp bio - quindi nel primo capoverso - una frase del tipo: [...]è stato un filoso, pittore e poeta italiano, considerato una delle figure maggiormente poliedriche del '900. Così non si esprimono giudizi, ma si sottolinea il suo eclettismo (politica, religione, esoterismo, arte, letteratura, costume, etc.) Che dici?
Ho inserito poco fa il numero del volume e la pagina. Per quanto riguarda la poliedricità di Evola, concordo. Però, per essere sincero, quel "maggiormente poliedriche" non mi entusiasma, meglio "più poliedriche". Ma, anche qui, vedi tu... --Justinianus da Perugia (msg) 20:20, 21 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Per il resto sono molto molto soddisfatto e trovo che sia una delle voci migliori di it.wiki, alla faccia di Seneca e del suo qui se ipsum laudat... --Janus (msg) 10:19, 21 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Ancora non ho riletto il testo dopo i tuoi ultimi interventi. Comunque hai ragione: adesso è una voce eccellente e piuttosto neutrale. Spero tu possa ripresentarla subito per la vetrina. Cordialità. --Justinianus da Perugia (msg) 20:20, 21 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Ho apportato le ultime integrazioni prima della presentazione, tutte corredate da fonti di alto profilo. Adesso ho veramente terminato (salvo, forse, qualche modifica minore). Il rapporto con Gentile e i "gentiliani", andrebbe forse approfondito ulteriormente, ma penso che lo si potrà fare in un secondo tempo, dopo l'entrata della voce in vetrina. Fammi sapere. --Justinianus da Perugia (msg) 08:39, 22 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Ciao Justinianus, mentre facevo qualche fix minore sul altre voci stavo seguendo in tempo reale i tuoi ultimi ritocchi. Tutto OK. A questo punto rivedo tutto il discorso delle note e del cfr. Sugli approfondimenti ha senz'altro ragione. Peraltro proprio sul rapporto con Gentile ho moltissimo materiale. Il fatto è che la voce è già molto corposa e che forse taluni approfondimenti dovrebbero essere delle voci a parte. Comunque sì, magari in un secondo momento. --Janus (msg) 08:56, 22 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Ho terminato anch'io

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Ciao Justinianus, riepilogando:

  1. ho inserito il parametro PostNazionalità nel TMP Bio, dacci un'occhiata se così come l'ho messo può andare
Va bene. --Justinianus da Perugia (msg) 15:46, 22 mag 2009 (CEST)[rispondi]
  1. ho rivisto tutte le note e tutte le citazioni, in particolare l'uso del cfr. come da te suggerito
Hai fatto bene. --Justinianus da Perugia (msg) 15:46, 22 mag 2009 (CEST)[rispondi]
  1. un paio di citazioni da te inserite in nota le ho estrapolate e riportate nel testo, lasciando in nota solo il riferimento alla citazione
Io non l'avevo fatto solo per non allungare ancora l'inciso (Evola e il fascismo). --Justinianus da Perugia (msg) 15:46, 22 mag 2009 (CEST)[rispondi]
  1. ho rivisto i vari template (citaweb, citalibro, etc.)
  2. ho fixato gli ISBN della biblio
  3. ho rivisto la sintassi del TMP Quote
Tutto OK. --Justinianus da Perugia (msg) 15:46, 22 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Ho un dubbio stilistico che non sono riuscito a chiarirmi rispetto all'inserimento di una nota su di una citazione. E' più corretta qeusta forma: «Bla bla[5]». Oppure questa: «Bla bla».[5] O addirittura quest'altra: «Bla bla»[5]. Ciao, --Janus (msg) 10:29, 22 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Scusami, ma non ho capito cosa vuoi dire. --Justinianus da Perugia (msg) 15:46, 22 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Rileggendo questa mattina ciò che hai scritto lo trovo ben chiaro (evidentemente sto invecchiando). Risposta: a mio avviso la terza forma. Il richiamo deve essere infatti apposto subito dopo le virgolette e prima del punto. --Justinianus da Perugia (msg) 07:50, 23 mag 2009 (CEST)[rispondi]

: Rispetto al mio dubbio ho chiesto anche allo sportello informazioni. --Janus (msg) 11:23, 22 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Nel mio ultimo intervento (minore, stai tranquillo) ho reinserito le virgolette («....») dove si trovavano, e cioè nelle "potenzialità positive" del fascismo (vedi in cronologia). Non siamo noi a scriverlo, ma Evola. Successivamente risulta evidente che è il filosofo a farlo, visto che riportiamo l'intero periodo, ma siccome il riferimento viene molto dopo, meglio non dar luogo ad equivoci. In alternativa si poteva scrivere " supposte potenzialità positive" oppure "secondo Evola", ma si appesantisce una frase già piuttosto articolata. Mi sono anche permesso di reinserire una virgola dopo il "1937": prova a leggere la frase facendo una pausa subito dopo tale data e vedrai che ho ragione. Un'ultima considerazione: non sempre è corretto l'uso di ed davanti a vocale (davanti a un'altra e, sempre, davanti ad altra vocale solo se dovesse venir meno l'eufonia.). Tu l'impieghi sistematicamente, ed io ho rispettato tale scelta (pur non condividendola, in alcuni casi). Cordialità da --Justinianus da Perugia (msg) 15:42, 22 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Ragazzi, non cerchiamo il pelo nell'uovo però eh...Una virgola o un "ed" utilizzato in vece di "e" non è poi un dramma... Comunque mi sento di esprimere la mia felicità per il trovato "accordo" tra voi due (Janus e J(ustini)anus)... Tra l'altro i vosti nomi si compenetrano...--Ema.L.R. (msg) 19:43, 22 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Hai ragione, Ema.L.R. (anche sulla compenetrazione dei nostri nomi di battaglia). Devi però pensare che arrivare a discutere del "pelo nell'uovo" è un buon segno: vuol dire che sulla sostanza e sulle questioni veramente importanti c'è adesso accordo. Mi rammarico solo che tale accordo non sia stato trovato prima...--Justinianus da Perugia (msg) 07:40, 23 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Meglio tardi che mai comunque, no?--Ema.L.R. (msg) 10:03, 23 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Sicuramente. --Justinianus da Perugia (msg) 08:40, 25 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Stato della voce

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Mi scuso per non aver contribuito a questa revisione, ma nell'ultima settimana ho avuto pochissimo tempo a disposizione. Ho appena finito di leggere la voce e ritengo anch'io che abbia risolto le perplessità manifestate. Perplessità che non hanno mai messo in dubbio la buona fede di estensori e curatori, ci tengo a ribadirlo, ma solo un'esposizione che poteva ingenerare, nel lettore che non conoscesse il personaggio e il significato di alcune espressioni, una valutazione parziale della sua figura. Le revisioni di Janus e Justinianus hanno decisamente "neutralizzato" la voce. Complimenti a entrambi. --Magnum2008 (msg) 09:00, 25 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Grazie. Effettivamente, come avevo anticipato a Justinianus, è stata una bella esperienza, questa revisione, che ha portato sicuramente ad un ulteriore miglioramento della voce. Una domanda: come facciamo per riproporla per la vetrina? --Janus (msg) 09:44, 25 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Amici miei, anch'io reputo che adesso la voce sia da vetrina sotto tutti gli aspetti e che se dovesse venire ripresentata, sarei io il primo a votare a favore. Non sono però ottimista su una ripresentazione immediata, dal momento che secondo le regole concernenti le segnalazioni: devono passare almeno 3 mesi tra due candidature della stessa voce (o tra una rimozione e una ricandidatura). ATTENZIONE: i 3 mesi intercorrono fra l'inizio delle due segnalazioni successive. Per cercare di superare tale ostacolo io stesso potrei comunicare all'utente che ha provveduto alla rimozione, che le ragioni che l'hanno determinata non sono più sussistenti e che tutti coloro che hanno espresso un voto negativo, o dubbi sulla neutralità della pagina sono ormai d'accordo nel considerarla ineccepibile anche sotto tale aspetto (magari attendo, prima di agire, che anche Lupo rosso possa esprimersi al riguardo). In alternativa, potrebbe essere lo stesso Janus a compiere tale passo e, se dovesse essere necessario, coloro che non hanno votato a favore o hanno manifestato perplessità (il sottoscritto, Lupo rosso e Magnum2008) potrebbero firmare dopo di lui per corroborare le sue parole (anche se, a mio avviso, sarebbe sufficiente indicare, a tale proposito, la presente pagina di discussione, da dove si evince, senza ombra di dubbio, che un accordo completo e soddisfacente è stato raggiunto). Attendo istruzioni. Cordialità. --Justinianus da Perugia (msg) 13:23, 25 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Allora speriamo che ciò possa avvenire presto!--Ema.L.R. (msg) 14:25, 25 mag 2009 (CEST)[rispondi]
OK, attendiamo il parere di LupoRosso e poi procediamo. --Janus (msg) 15:47, 25 mag 2009 (CEST)[rispondi]

@@@@@ a parte il profondo disprezzo che nutro per l'individuo [intendo il signor Julius Evola] l'articolo per me e' da vetrina : D'ACCORDO PURE IO--Lupo rosso (msg) 09:41, 26 mag 2009 (CEST)[rispondi]

OK, ho scritto sulla talk di Castagna. Ciao, --Janus (msg) 10:09, 26 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Inserimento in vetrina /2

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Ciao, come da accordi ho provveduto al reinserimento della voce per la vetrina. Grazie di nuovo a tutti per l'ottimo lavoro. --Janus (msg) 09:34, 27 mag 2009 (CEST)[rispondi]

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In data 17 agosto 2009 l'utente Bramfab ha eliminato le seguenti versioni per violazione di copyright:

Versioni cancellate

Un'altra nota inventata...

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Dopo aver segnalato nel corso dell'ultima discussione per l'inserimento in vetrina che una nota riferita a Furio Jesi era completamente inventata, mi tocca purtroppo segnalarne un'altra che definirei "manipolatoria". Sono rimasto incuriosito da questa parte della voce: "Delle sue teorizzazioni sul razzismo in chiave non esclusivamente biologica Renzo De Felice ne riconosce la «dignità e persino la serietà».[59]". La nota 59 recita: Renzo De Felice, Storia degli Ebrei italiani sotto il fascismo, Torino, Einaudi, 1961, p. 447. Conoscendo abbastanza bene De Felice, mi pareva strano che lui avesse riconosciuto la "dignità" e la "serietà" delle teoriche evoliane. E allora sono andato a vedere se effettivamente a pag. 477 del libro di De Felice (nella edizione del 1993) si trova questa frase. Ebbene: il nome "Evola" non c'è nemmeno in quella pagina. Ad un certo punto (p. 392) De Felice esclude apertamente che "la teoria 'spiritualistica' della razza fosse accettabile". Sapete quand'è che De Felice abbina le parole "dignità e serietà" ad Evola? Non certo alle sue teoriche, ma (sempre a pag. 392) in un contesto in cui sta analizzando le varie prese di posizione antisemite di buona parte dell'intellighenzia italiana, che spesso sfociavano nell'"insulto e nel completo obnubilamento di ogni valore culturale e morale", A petto di costoro, De Felice riconosce che "gli Evola e gli Acerbo" (furono) "coloro che, imboccata una propria strada, la seppero percorrere" (...) "con dignità e persino con serietà." Il senso di ciò che dice De Felice è che fra le varie teoriche strampalate e vergognose, quelle di Evola avevano semplicemente una "forma" più decente e non ripetevano pappagallescamente le "aberrazioni tedesche". Faccio anche notare che perfino le cinque parole inserite in nota non sono quelle messe giù nero su bianco da De Felice: egli non scrisse "dignità e persino la serietà", ma "con dignità e persino con serietà". Il che, inserito nel giusto contesto come ho fatto io, è una cosa completamente diversa. Direi che non ci siamo proprio.--Presbite (msg) 18:33, 24 dic 2009 (CET)[rispondi]

  • Concordo pienamente con il ragionamento di Presbite e con la sua segnalazione. E' sempre più evidente che abbiamo un problema piuttosto serio con la gestione delle fonti, che sulla nostra wiki si fa sentire forse più fortemente che in altri paesi anche per via della minore diffusione e minore facilità d'accesso delle biblioteche e per la minore abitudine a frequentarle. Diventa così più difficile e aleatorio un controllo rapido delle note e una rapida individuazione di eventuali manipolazioni e falsificazioni. Anzi, il fatto che si veda aggiungere una nota purchessia finisce per far passare quasi automaticamente oltre chi controlla, assumendo la buona fede dei contributori e anche la loro onestà intellettuale. Stante il fatto che buona fede ed onestà occorre continuare a presumerle, per non andare completamente fuori dal seminato di un progetto che è e deve continuare ad essere collaborativo, resta tuttavia il problema dell'accuratezza, che è di non minore portata. Bisogna quindi, secondo la mia opinione, trattare con sempre maggiore severità - onde scoraggiarli - i casi di falsificazione o manipolazione provati ed evidenti anche al di là del nostro usuale non applicare provvedimenti se non nell'immediatezza della violazione accertata. In questo caso particolare, ad esempio, ci sono voluti svariati mesi e tutta l'attenzione e la pazienza di un utente per individuare una falsificazione che risale al 7 maggio 2009. --Piero Montesacro 12:36, 26 dic 2009 (CET)[rispondi]

Nota errata

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Spiluccando le note della voce, ne ho trovata una che questa volta ritengo essere semplice errore di comprensione, ma che dimostra ancora una volta la poca accuratezza nell'analisi delle fonti. E' la nota 61. Il testo è il seguente: "De Felice segnala anche che Evola non è il solo a prendere le distanze dal razzismo biologico di matrice nazionalsocialista. Altre note figure della cultura fascista del tempo, come Giacomo Acerbo, e meno note, come Vincenzo Mazzei, se ne dissociano.[60] Anche Paolo Orano sviluppa una forma di antisemitismo etico-sociale che si riallaccia a Il mito del sangue di Evola.[61]". La nota recita: "Cfr. Renzo de Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, op. cit., p. 214". Se voi andate però a pag. 214 del testo di De Felice, trovate espresso un concetto completamente diverso. Orano aveva appena pubblicato nel 1937 un pamphlet dal titolo Gli ebrei in Italia (De Felice dedica all'analisi di questo testo le due pagine e mezzo precedenti), nel quale egli addirittura aveva fatte esplicitamente proprie le conclusioni di Farinacci e Interlandi (cfr. De Felice, op.cit, p. 212). La conclusione di Orano è che gli ebrei "devono prendere esplicitamente posizione "contro l'Israele internazionale, contro il sionismo, contro gli apostoli arcani, i messianismi galvanizzanti", essi devono rinunciare ad ogni loro individualità che non sia quella meramente religiosa" (p. 213). Una richiesta - secondo De Felice - che richiedeva "che gli ebrei non fossero più tali" e che quindi suscitò un "enorme scalpore in tutti gli ambienti" venendo "interpretata come foriera di prossimi gravissimi sviluppi della politica ebraica del fascismo" (pp. 213-214). Alcuni ebrei risposero anche pubblicamente, ma le loro pacate osservazioni vennero travolte da una campagna di stampa che comprese innumerevoli recensioni del testo dell'Orano. Fra di esse, la recensione del "Giornale d'Italia". E qui veniamo al punto che ci interessa, per cui cito completamente il De Felice:
"Il Giornale d'Italia - che parlò di antisemitismo etico-sociale di Orano e, seppur cautamente, rinviava, quasi ad integrazione, a "Il mito del sangue" dell'Evola uscito pure in quel periodo e alla sua interpretazione razzistica (...)".
Quindi non è vero che De Felice attribuisse a Orano una posizione riallacciabile a quella di Evola, anzi: Evola viene citato da "Il Giornale d'Italia" come "complementare", "integrativo" rispetto alle teoriche di Orano. Controprova: Orano fu uno dei sostenitori del Manifesto della razza, che esplicitamente afferma il carattere "puramente biologico" del concetto di razza, diverso rispetto al "razzismo dello spirito" di Evola (per adesso non entriamo nel discorso se il razzismo dello spirito non avesse connotati biologici, come afferma invece Germinario: un autore toccato solo di striscio nella voce)! E Orano - rettore dell'università di Perugia - partecipò ad una serie di conferenze/lezioni radiofoniche che fra il 1939 e il 1943 vennero trasmesse dall'EIAR per approfondire i concetti espressi dalla legislazione nazionale che oramai aveva sposato il cosiddetto "razzismo scientifico". Morale della favola: questa voce è da analizzare con molta attenzione.--Presbite (msg) 16:08, 27 dic 2009 (CET)[rispondi]

Più che errore di comprensione qui c'era una nota monca. In effetti, come tu hai giustamente messo in evidenza, De Felice non fa altro che riassumere la posizione de Il Giornale d'Italia su Orano e il "rinvio" di quest'ultimo ad Evola, senza dar minimamente segno di condividerla. Le parole che lo storico usa nel sintetizzarla sono inequivocabili e sono adesso presenti entrambe nel testo della voce. La controprova di cui parli non è tuttavia da me ritenuta tale (non possiamo mica essere d'accordo su tutto...). L'equazione firmatario del manifesto della razza = razzista biologico, non convince. Non perché il manifesto non fece esplicitamente riferimento al razzismo biologico, ma perché fra i firmatari c'era anche Acerbo, giudicato da De Felice, più o meno, come un fascista che prese le distanze dal "razzismo biologico", c'era anche Papini (lo conosci per caso come "razzista biologico"?), c'era anche Gentile...Il regime era pur sempre totalitario e quando chiamava a raccolta bisognava rispondere (o firmare, nel caso specifico). È anche vero che chi cominciò come razzista etico-sociale finì poi come razzista biologico e chi fu sempre razzista spirituale alla fine negò di esserlo stato, anzi, negò persino di aver avuto rapporti col fascismo (se non saltuari) dopo aver ricevuto uno "stipendio" dal Regime. Certo è che poi tutti, fossero essi razzisti biologici, etico-sociali o spirituali, trovarono un loro posto come forgiatori della gioventù littoria (Orano ed Evola in primis). Ma questo concetto tu l'hai già introdotto qui di sopra, anche se con altri termini, per cui non ti sto dicendo niente di nuovo. Cordialità. --Justinianus da Perugia (msg) 21:35, 28 dic 2009 (CET)[rispondi]

Questione note

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Ciao Presbite, siccome faccio fatica a seguire il problema delle fonti aperto su più fronti (scusa il gioco di parole...), potresti farmi un elenco delle fonti errate che hai individuato così che provvedo a correggerle? A parte l'ultima che credo sia già stata corretta da Justinianus. Ciao e grazie, --Janus (msg) 17:04, 28 dic 2009 (CET)[rispondi]

Le note errate (quelle che io sono riuscito a trovare e che non sono state corrette) sono la 80 e la 59. Nella prima si attribuisce a Jesi un'idea che invece è espressa dal De Turris (in modo a mio modo di vedere manipolatorio), e nella pagina del saggio di Jesi citata nella voce il concetto espresso nella voce stessa non esiste. Di conseguenza il mio consiglio è di citare correttamente Jesi per ciò che ha detto, prendendolo in mano, leggendolo e riportando direttamente il suo pensiero su Evola. In alternativa, potresti specificare chiaramente che tutte le frasi lì riportate su Jesi sono in realtà un'idea del De Turris su Jesi, e non di Jesi su Evola. E a quel punto s'iniziarebbe a discutere nuovamente se sia giusto citare de relato in questa maniera. La seconda nota invece è quella sulla quale si è scatenata l'intera discussione che ti riguarda (De Felice & Co.). Non dovresti avere difficoltà a riportare il corretto pensiero di De Felice, anche perché De Felice lo citi nell'edizione del 1993 nelle note successive (60 e 61). Oltre a ciò, ho riportato per intero il passo nella pagina dei problematici. Buon lavoro.--Presbite (msg) 20:09, 28 dic 2009 (CET)[rispondi]
Per Janus: ho sistemato, come tu stesso hai potuto constatare, la nota 61 (era giusto che lo facessi, visto che non l'avevi inserita tu). Adesso, a scanso di equivoci, è chiaramente segnalato che la patente di antisemita "etico-sociale" a Orano e il "rinvio" di quest'ultimo ad Evola è da attribuire a Il Giornale d'Italia, la cui posizione è solo sintetizzata da De Felice. Ho tuttavia inserito nella voce "rinvia a", piuttosto che "si riallaccia" perché tale termine è utilizzato nel testo preso come riferimento. Ti consiglio di lasciare la nota così, al massimo vi si può inserire la citazione da De Felice. Buon lavoro anche da parte mia --Justinianus da Perugia (msg) 21:35, 28 dic 2009 (CET)[rispondi]
Non sono d'accordo con la correzione. Il senso della frase di De Felice (che riprende il quotidiano dell'epoca) è: Orano scrisse questo pamphlet, "Il Giornale d'Italia" lo recensice e rinvia a Evola. Quel "rinvia" non significa che Orano si rifacesse ad Evola, ma semplicemente che "Il Giornale d'Italia" suggeriva di leggere Evola per approfondire il tema. In effetti basta conoscere un po' del primo personaggio (Orano) e un po' del secondo (Evola) per capire che ciò che dice l'uno è tutt'affatto diverso da ciò che dice l'altro.--Presbite (msg) 01:13, 29 dic 2009 (CET)[rispondi]
Per Presbite: certo che non è lo stesso tipo di razzismo. "Rinviare" non vuol dire tuttavia essere uguale. Qui si sta riportando una sintesi di un articolo di giornale del 1937 e se De Felice utilizza il termine "rinvia" lo si deve, a mio avviso, inserire nel testo, magari virgolettato e magari facendolo seguire dalla citazione da De Felice in nota. Il lettore poi giudicherà. Ai nostri occhi è chiaro che il razzismo di Orano non è quello di Evola, ma nel 1937 evidentemente non lo era...Io adesso devo partire per la Spagna, quindi non posso trattenermi oltre. A presto e buon anno sia a te che a Janus. --Justinianus da Perugia (msg) 07:58, 29 dic 2009 (CET)[rispondi]

Noto che manca nella voce (salvo un piccolissimo accenno) una parte che fra gli anni '60 e gli anni '80 ha avuto un peso determinante per l'idea che ci si fece (e ci si continua a fare tuttora) di Evola, e cioè l'influsso del pensiero di Evola sulla destra radicale italiana. Una selva di giovani lo considerò il proprio guru, ed alcuni di questi giovani passarono dalle letture di Evola alle bombe, citandolo perfino nelle aule giudiziarie. Allo stesso modo, il rapporto di collaborazione fra Evola e le SS è appena appena delineato nella voce, in modo che io definirei per lo meno "reticente". Eppure egli dedicò espressioni di ammirazione nei confronti del Corpo Nero. Infine, noto che di fatto le fonti utilizzate per compitare la voce sono quasi esclusivamente costituite da evoliani di ferro. Nemmeno una riga viene tratta dai vari Jellamo, Germinario (una riga), Cassata (grandissimo libro il suo), Rossi, che pure sono citati in bibliografia.--Presbite (msg) 01:34, 29 dic 2009 (CET)[rispondi]

Stante quanto affermi, posto sia accurato, dovresti trarre le dovute conseguenze ed apporre un tag POV alla voce riportante esattamente quanto hai appena lamentato. --Piero Montesacro 05:00, 29 dic 2009 (CET)[rispondi]

<rientro>Rispondo:

  • @Presbite: per quanto riguarda le note mi riservo di metterci mano ormai l'anno prossimo in quanto voglio recuperare i testi (quanto meno quelli del De Turris) e lo voglio fare con calma e senza fretta per fare un lavoro fatto bene;
  • @Presbite: per quanto riguarda la questione relativa agli anni '70 non sono minimamente daccordo, dunque attendo che qualcuno proponga delle modifiche; la verità giudiziaria sul rapporto Evola-bombe è chiarissima (assolto con formula piena); le altre verità sono riportate da più fonti nel paragrafo sui FAR (Jesi e Pallavicini contro, Galli e Veneziani pro; ergo la ritengo una trattazione equilibrata);
  • @Presbite: per quanto riguarda i rapporti Evola-SS gli stessi sono molto complessi, già in altra occasione era emersa la necessità di fare un paragrafo ad hoc, quindi non parlerei affatto di reticenza, ma semplicemente del fatto che la voce potrebbe essere ulteriormente ampliata (se è per questo mancano anche altre questioni come, ad esempio, i rapporti tra Evola e l'Islam piuttosto che i rapporti tra Evola e la critica del costume, etc.)
  • @Crisarco: non è affatto chiaro il perché nella voce hai inserito quel passaggio come non chiaro... la frase si legge da sola: pur essendo Evola tendenzialmente filo-germanico, decide comunque di combattere contro la Germania in nome dell'Italia e dunque si arruola come volontario; non capisco cosa non sia chiaro; spiegati meglio e posso essere più preciso nella risposta;
  • @Crisarco: la questione sul razzismo è molto delicata ed è stata trattata a mio avviso in maniera equilibrata; ci sono due visioni: chi ritiene che non sia possibile fare distinguo tra il razzismo di Evola e il razzismo in generale, e chi ritiene che il razzismo di Evola sia stato diverso; entrambi i punti di vista sono riportati; anche qui, senza dubbio, si può ampliare e riportare ulteriori fonti; non credo cha la stesura della voce lasci trasparire una propensione per una tesi piuttosto che per l'altra;

Dunque... rimbocchiamoci tutti le maniche ed apportiamo migliorie a questa voce, ognuno per quello che può fare. Saluti --Janus (msg) 13:10, 29 dic 2009 (CET)[rispondi]

Janus, se qualcosa che ci deve essere non c'è mentre al contempo c'è qualcosa d'altro e, per puro caso, quello che c'è è essenzialmente favorevole o non sfavorevole, mentre ciò che non c'è è presumibilmente tendente allo sfavorevole, a prescindere dalle motivazioni che hanno condotto alla situazione, e senza fare processi alle intenzioni di alcuno, resta il fatto che la voce resta sbilanciata e come tale andrebbe segnalata con l'apposito tag P. --Piero Montesacro 13:23, 29 dic 2009 (CET)[rispondi]
@ Janus. Allora cerco di essere ancora più esplicito. Ritengo che la voce sia fondata per la sua totalità su testi scritti da evoliani di ferro, tralasciando o riducendo scientemente a quasi zero i non evoliani (come fonti). Basta vedere da dove sono tratte le 113 note. Tutto ciò che in qualche maniera può oscurare l'immmagine del pensatore (comprese le stroncature radicali nel campo filosofico) è assente o sminuito o ancora inserito in un contesto molto dialogato. Non risulta nemmeno molto chiaro ciò che questo autore scrisse di suo pugno relativamente ad alcuni argomenti più scabrosi. Esempio classico, il razzismo di Evola. Certo: di razzismo "spirituale" si parla, eppure lo si mette - schermandosi dietro ad una frase di De Felice che è risultata alla prova nei fatti non vera - come in secondo piano rispetto al razzismo biologico di stampo tedesco. Come fosse un "razzismo minore", e agli effetti pratici l'odio (perché di odio si tratta) di Evola nei confronti degli ebrei sembra quasi un divertissement culturale di un singolare pensatore poliedrico. Oltre a ciò, che dire di quegli autori che invece negano che Evola si limitasse ad un razzismo puramente spirituale? Relegati in un periodo, con noterella comune a due di essi (Germinario e Rossi) e nessun minimo approfondimento!
Sui rapporti fra Evola e le SS, da ciò che si legge sembra tutto sommato che il Corpo Nero ed il pensatore italiano si odorassero di nascosto, non fidandosi l'uno dell'altro. Evola riteneva il nazismo superiore al fascismo, ma non abbastanza radicalizzato, al punto da considerare non sufficientemente legato al concetto di "Tradizione" il legame fra il popolo e il Fuehrer, che lui voleva invece fosse quasi una reincarnazione di una divinità ariana e quindi al di sopra del volere popolare. Le SS per lui erano qualcosa che si avvicinava di molto al suo ideale, ma - tu dici - essendo molto complessi i rapporti fra Evola e le SS non è stato possibile per adesso creare un paragrafo apposito. Onestamente, credo che così come s'è fatta un'ampia colonna sui rapporti col fascismo, sarebbe bene ce ne fosse una anche su Evola e il nazismo.
Riguardo alla destra radicale, praticamente non esiste nulla, a parte il paragrafo sul FAR. Eppure tutti i gruppi e gruppuscoli della destra radicale italiana - compresi i gruppuscoli terroristi - hanno fatto e fanno tuttora di Evola il loro guru. Evola è tuttora presente in tutti i siti neonazisti o neofascisti italiani, ed ampiamente citato in convegni, incontri culturali d'area, dibattiti fra negazionisti della Shoah e via andare. Questo è un dato di fatto che potrebbe - io credo - stare all'interno di una voce su Evola.--Presbite (msg) 14:44, 29 dic 2009 (CET)[rispondi]
Ciao Presbite, per quanto concerne i rapporti tra Evola e SS sono assolutamente daccordo con te. Infatti io stesso pensavo ad un riquadro come quello dei rapporti Evola-fascismo. E infatti quel riquadro è stato fatto con il quasi totale apporto di Justinianus. Cosa voglio dire con questo: che tante cose si potrebbero fare... (anzi, un'altra l'hai suggerita tu ovvero quello di un approfondimento rispetto ai temi filosofici), ma che forse se non si è da soli è più facile... Ho paura che tu non ti renda conto di quanto lavoro c'è voluto per fare quello che vedi. E che con troppa disinvoltura le cose che mancano vengono siglate come reticenza.
Per quanto riguarda il contesto dialogato: questa è l'impostazione che ho dato io alla voce (una sorta di biografia ragionata attraverso il percorso delle pubblicazioni). In tutti questi anni nessun utente ha avuto da ridire sull'impostazione. Ora, intendiamoci, non che non sia passibile di critica questo modo di procedere (ci mancherebbe!). Ma, anche qui, mi sembra che si critichi e basta...
Per quanto riguarda la questione del razzismo: io ho fatto del mio meglio. Spazio a chi saprà fare di meglio. --Janus (msg) 14:59, 29 dic 2009 (CET)[rispondi]

Scusate, ho un'unica domanda da porvi: perchè nella pagina vengono totalmente omesse le teorie di Evola relative agli antichi continenti di Iperborea e Lemuria, sulle tradizioni Indù- Ariane e sul rovesciamento dell'evoluzione darwiniana che tanto spazio hanno invece sull'analoga voce in inglese?--190.80.145.132 (msg) 19:12, 9 giu 2010 (CEST)[rispondi]

Ciao IP anonimo, non c'è nessuna volontà di omissione... semplicemente la mole di lavoro di Evola è sterminata e qualcosa non è stato inserito nella voce. Sicuramente è una delle cose da fare. --Janus (msg) 12:33, 11 giu 2010 (CEST)[rispondi]

Processo di rettifica delle note

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1. Ciao, ho risistemato la nota relativa a De Felice e ho ampliato quel passaggio, riportando anche i riferimenti fatti al testo di De Felice dal De Turris e dallo Scheiwiller. Rispetto a questo punto vorrei ampliare il penultimo paragrafo riportando la critica di Rossi (razzista totalitario). Ora passo a dare un'occhiata alla famigerata nota di Jesi. --Janus (msg) 14:31, 30 dic 2009 (CET)[rispondi]

2. Ecco, ho risistemato anche la nota su Jesi che, come giustamente rilevato da Presbite, era completamente sbagliata (!). Ora, pur restando il riferimento al libro, si capisce bene che è un'interpretazione del De Turris al testo di Jesi (entrambi i riferimenti sono stati riportati). --Janus (msg) 14:47, 30 dic 2009 (CET)[rispondi]

Situazione voce

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Ad un anno di distanza dalle modifiche alle note, la pagina è rimasta tale e quale. Tutti coloro che con solerzia si erano affrettati a stroncare tutto il lavoro fatto fino a quel punto e ad inserire un paio di avvisi... sono spariti completamente.

A questo punto prendo in considerazione l'unico avviso rimasto in testa alla voce che riporta: Come segnalato nell'ultima discussione per l'inserimento in vetrina e all'interno della pagina di discussione della voce, quest'ultima non riporta nessuna delle varie critiche radicali del pensiero evoliano. Oltre a ciò, il pensiero di alcuni autori pur citati viene distorto, utilizzando un apparato di note alle volte false o manipolate. Nella sezione Le tesi sulla razza in sostanza si fa un distinguo fra il "razzismo cattivo" ed il "razzismo buono"... ma per piacere.

Per quanto cocnerne il primo punto (note) direi che la questione mi pare risolta. Le note incriminate sono state tutte corrette.

Per quanto riguarda il secondo punto: può non piacere come impostazione, ma è stato Evola (cui la voce si riferisce) a distinguere il razzismo biologico da quello spirituale. E nella voce appunto si fa riferimento al suo pensiero.

Per quanto riguarda un terzo punto (che nell'avviso non c'è, ma che è venuto fuori nella talk) ovvero la possibilità di ampliare alcune cose: sono assolutamente daccordo, ma... chi si fa avanti a darmi una mano? Odio (ri)citarmi, ma come ebbi a dire lo scorso anno... c'è bisogno di qualcuno che mentre critica dà anche una mano a fare...

Attendo (fiducioso) qualche risposta. --Janus (msg) 14:35, 1 dic 2010 (CET)[rispondi]

Ti rispondo rapidamente, visto che io sono stato uno di quelli che ha criticato la voce:
  • Le note false o manipolate sono state modificate, per cui questo punto è OK.
  • Vi sono degli autori che ritengono il cosiddetto "razzismo spirituale" come una sorta di bubbola, a nascondere la sostanziale accettazione delle teoriche naziste da parte di Evola, occultate sotto montagne di parole. Ciò non appare.
  • Rimane totalmente vuota la parte "antagonista" (per così dire), e cioè il radicale "smontamento" delle teorie evoliane, considerate di volta in volta o carabattole o sostanzialmente delle gran fumisterie in libertà senza alcun costrutto, da parte di una serie di suoi critici radicali. Di fatto, ad oggi Evola e il suo pensiero - nonostante qualche leggerissima apertura, di solito durata lo spazio di un mattino o giù di lì - non entrano in nessuna importante antologia filosofica né italiana né straniera, a testimoniare secondo gli evoliani la "damnatio memoriae" del Nostro, mentre secondo gli anti-evoliani (per chiamarli così) questo si spiega con la pochezza del suo ragionare: in pratica si parla della sostanziale minima importanza del pensiero evoliano, appena si esca al di fuori dalla destra (più o meno estrema) nostrana.
Concludo dicendoti che io personalmente non sono particolarmente attratto dall'idea di riprendere in mano i testi di e su Evola (da me affrontato circa una decina d'anni fa): attualmente il mio interesse è focalizzato su altre cose, di conseguenza chiedo scusa ma personalmente non implementerò la voce. Ho visto però che tu sei un grande esperto ed appassionato del personaggio, di conseguenza credo non ti manchino gli strumenti e le capacità per fare un buon lavoro.--Presbite (msg) 15:06, 1 dic 2010 (CET)[rispondi]
Ciao Presbite, grazie per la risposta. Vedo cosa posso fare. Nel frattempo aspetto altri... --Janus (msg) 16:15, 2 dic 2010 (CET)[rispondi]

Razzismo buono e cattivo

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Mi dispiace per chi ha creato l'avviso in cima alla pagina, che oltretutto reca al suo interno prese di posizione troppo personali e inutili al fine della pagina, ma il razzismo buono e cattivo, come vengono appellati, esistono quindi se potete evitare di scrivere cose che non conoscete ve ne sarei enormemente grato, consiglio inoltre a chi ha creato l'avviso di studiare di più.

Grazie per l'informazione. Visto che tu hai studiato a fondo la questione, perché non scrivi la voce Razzismo buono, così ci facciamo due risate in compagnia?--Presbite (msg) 18:16, 29 mar 2011 (CEST)[rispondi]
Sì sì anch'io voglio studiare il razzismo buono e farmi una scorpacciata di colesterolo altrettanto buono!
Piuttosto Presbite, dopo che ci saremo fatti 'na cultura colesterolica da dove iniziamo a ripulire 'sta pagina?
--Vito (msg) 00:46, 30 mar 2011 (CEST)[rispondi]

<rientro>In effetti quell'avviso non è molto chiaro... Nella voce infatti non si fa distinzione tra razzismo buono e razzismo cattivo, ma si sottolinea la differenza tra le categorie "razzismo biologico" e "razzismo spirituale". Sulle quali ovviamente non occorre essere d'accordo, ma quello è il pensiero dell'autore cui si riferisce la voce.

Per il resto... è da oltre un anno che aspetto che qualcuno mi dia una mano con la voce... un interessamento sarebbe gradito :-) --Janus (msg) 15:00, 30 mar 2011 (CEST)[rispondi]

Scusa la rozzezza Janus ma la differenza fra spirituale e biologico è fuffa da un punto di vista morale e presentare come moralmente diversi due forme di razzismo implica di definire una come "buona" l'altra come "cattiva". --Vito (msg) 15:38, 30 mar 2011 (CEST)[rispondi]
Ciao Vito, comprendo il tuo punto di vista, ma secondo me ne perdiamo di vista un altro: non siamo nè io nè te a prezentarli così. E' Evola fa questa distinzione in tutti i suoi scritti sul razzismo (e non solo, anche in un altro paio oltre che in alcuni articoli). Ed esattamente nei termini espressi nella voce. Ciò che leggi non è una riformulazione, ma le sue parole esatte. Questo era il suo pensiero. Poi possiamo darne pure un giudizio di valore o morale, ma quello rimane... non è che cambia perché a noi non piace.
Sulla voce nello specifico: per me è ragionevole che si contesti che i "detrattori" di Evola sono meno citati dei suoi "estimatori" (e proprio in tal senso chiedevo una mano per la voce...), ma non che si contesti la distinzione che lui fa, perché quella ha fatto. La possiamo deprecare e censurare, ma nei suoi scritti e nel suo pensiero comunque rimane.
Non credo che noi estensori della voce se ne debba dare un giudizio (nella voce, ovviamente, poi personalmente e in talk ognuno la pensa come vuole), ma caso mai riportare altri autori e pensatori che invece l'hanno fortemente contestato. Io ho inserito quelli che conoscevo (vedi Scipione Rossi e altri minori).
Non so se sono riuscito a spiegarmi... --Janus (msg) 16:51, 30 mar 2011 (CEST)[rispondi]
In linea di principio sono d'accordo con te: Evola distingue chiaramente il "razzismo spirituale" dal "razzismo biologico". Piccola chiosa: in realtà credo che lui abbia utilizzato la definizione "razzismo spirituale" solo nel dopoguerra: mi pare che nelle sue opere coeve al regime utilizzasse la formula "razza dello spirito", propugnando l'esistenza di una "razza interiore". Che questa sia paccottiglia o sostanziale fumisteria, lo dicono alcuni autori manco citati nella voce come il Collotti o il Germinario (citato molto di sfuggita, quando quest'ultimo ha dedicato a Evola due dei più importanti studi mai apparsi in Italia). Lo stesso Evola, nella sua autodifesa in occasione di uno dei processi intentatigli (1951) affermò di aver ideato questa teoria (che in realtà aveva dei precursori) per "elevare" il razzismo biologico di salsa nazista. Perché questo? Non perché il razzismo biologico fosse troppo brutale, bensì perché questo era (come afferma Evola) "materialista". In pratica, è il solito "élitarismo" evoliano che parla: troppo rozzi e brutali i tedeschi. Ma non così rozzi e brutali da essere condannati per la Shoah: Evola infatti in un articolo del 1962 dal titolo "Una storia del Terzo Reich" e contenente una stroncatura della nota "Storia del Terzo Reich" di William Shirer, afferma in primo luogo che gli orrori e le persecuzioni naziste non sono più che tanto condannabili, nel senso che si tratta di cose (per lui) già avvenute: "è bene parlar chiaro: numerosi esempi ne hanno sempre offerto la storia e le rivoluzioni". Guarda caso, di seguito il primo esempio citato da Evola a petto degli orrori nazisti qual è? "Nessuno parla più delle crudeltà commesse dal "popolo eletto" durante la conquista della "Terra Promessa" e del massacro tuttora ricordato dalla festa tradizionale 'Purim' (...)". In pratica, per Evola, la Shoah e gli orrori nazisti sarebbero paragonabili al Purim (!). Ma non solo: Evola arriva anche a giustificare pienamente i massacri nazisti: "Noi diciamo senza mezzi termini che nessun prezzo sarebbe stato troppo alto se, un diverso esito della seconda guerra mondiale, cioè la vittoria del Tripartito, avesse avuto queste naturali conseguenze: spezzare la spina dorsale al potere sovietico (...), umiliare l'Inghilterra e estromettere gli Stati Uniti dalla politica europea (...), prevenire il pericolo della Cina comunista (...), tutelare il prestigio europeo e (ad) impedire il sollevamento (...) dei popoli di colore". Che fiorellino di campo!--Presbite (msg) 17:48, 30 mar 2011 (CEST)[rispondi]
Ed è esattamente quello che manca alla voce! Janus che lui faccia 'sta distinzione lo so, il problema è che qui viene presentata, anche involontariamente, come un razzismo mattacchione e freak in contrasto con gli abomini nazi. --Vito (msg) 22:25, 30 mar 2011 (CEST)[rispondi]

<rientro>@Presbite: OK Presbite , posto in questi termini è una cosa, posto nei termini dell'avviso (in sostanza si fa un distinguo fra il "razzismo cattivo" ed il "razzismo buono"... ma per piacere) è un'altra. La realtà è che il pensiero di Evola è molto complesso e ancora non troppo studiato. Sulla scorta di quello che citavi, infatti, si possono fare altrettante citazioni contrarie. Ma questo va bene, è proprio quello per cui chiedevo aiuto nella voce...

@Vito: daccordo sull'impianto. Quasi del tutto daccordo sul senso: io sono uno di quelli che non riesce a vedere Evola come filo-nazista. Cmq OK, proviamo a rivederla un po'.

@Tutti: l'ultima volta lavorandoci qui in talk, su alcuni passaggi, era venuto fuori un ottimo lavoro. --Janus (msg) 08:32, 31 mar 2011 (CEST)[rispondi]

@ Janus. Come ho già scritto, io mi occupai di Evola parecchi anni fa, quando lessi parecchio sulla destra radicale italiana. Ciò però non significa per nulla che io sia un esperto del suo pensiero: tuttaltro! E la cosa personalmente m'impedisce di contribuire concretamente sulla voce, visto che amo scrivere solo su cose che conosco per lo meno mediamente bene. Però ho già rilevato in varie salse quali sono - a mio modo di vedere - gli aspetti che rendono questa voce non equilibrata: un utilizzo parziale delle fonti - alle volte fra l'altro citate senza nemmeno averle lette - con la sistematica esclusione dei critici radicali di Evola; un uso frequente di espressioni dialoganti laddove il pensiero evoliano diviene (per così dire) indifendibile; omissioni francamente sorprendenti (esempio: non si trova praticamente nulla sui rapporti col nazismo, e in particolare con le SS, quando la questione è sviscerata sia - parzialmente - nella voce di lingua tedesca, che in quella di lingua inglese, che ampiamente in quella di lingua francese, che in quella di lingua spagnola) eccetera eccetera. In pratica, la mia sensazione è che si è tentato di rendere Evola un "normale" pensatore filosofico, con qualche eccentrica teorizzazione.--Presbite (msg) 10:00, 31 mar 2011 (CEST)[rispondi]
Sì, è un po' l'impressione che si otterrebbe se su C. Battisti (terrorista) ci fosse scritto solo che è uno scrittore. --Vito (msg) 11:39, 31 mar 2011 (CEST)[rispondi]

Ampliamenti

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<rientro>Ciao, ho appena ampliato la parte finale del paragrafo sul razzismo inserendo le critiche (radicali) di 3 importanti autori: Germinario, Jesi e Scipione Rossi, prima soltanto citati di sfuggita. Considerando che le note errate erano state corrette (ormai l'anno scorso...) penso proprio che l'avviso in testa alla pagina possa essere riformulato se non addirittura eliminato. Mi pare cioè che le criticità riportate nell'avviso siano state eliminate. Vi viene in mente qualcos'altro? In questi giorni ho un po' di tempo per lavorarci. Ciao, --Janus (msg) 00:16, 3 lug 2011 (CEST)[rispondi]

Ho un terribile sospetto: tu non hai letto il libro di Germinario, che pure citi. Per cortesia, prima di iniziare a discutere dimmi sinceramente se è vero o no. Grazie.--Presbite (msg) 00:41, 3 lug 2011 (CEST)[rispondi]
Ciao presbite, non ho letto il libro. Ne ho letto un paio di estratti e circa 8 diverse recensioni (dalle più benevole alle più critiche). Germinario non è un autore che conosco, ma effettuando alcune ricerche ho visto che è uno tra quelli che ha maggiormente criticato il razzismo evoliano e dunque mi sono documentato. Gli altri due libri citati, Jesi e Rossi, letti entrambi. Tra l'altro ci sono un paio di citazioni interessanti risalenti ad una intervista di Rossi a Mizar, la rubrica culturale del TG2, ma non ho idea di come poterli formalmente citare. --Janus (msg) 01:05, 3 lug 2011 (CEST)[rispondi]
Ho inserito anche una delle due tesi di Cassata che va a rafforzare la tesi di Germinario o che, comunque, sembra seguirne la linea. Mi sono rivisto quanto da me letto di Germinario, e mi pare non vi siano castronerie interpretative. Dai, su, io ho dato l'avvio, ora qualcuno potrebbe essere di aiuto nell'ampliare ulteriormente... :-) --Janus (msg) 12:01, 4 lug 2011 (CEST)[rispondi]

(rientro) Grazie per la risposta. Vedi: io sono della vecchia scuola, quella per cui quando uno cita un testo inserendo addirittura un virgolettato, gli è perché l'ha letto. Altrimenti capita di leggerlo per il tramite di una recensione, e quindi - come in questo caso - si è costretti a omettere il numero di pagina da cui è tratto il virgolettato, visto che molto semplicemente non lo si sa (e tu te la cavi con un "op.cit." e basta), e si è in qualche maniera "succubi" del pensiero del recensore - che invece si è letto - e delle sue fisime. Esplicitando meglio: se tu recensisci il testo di Germinario per il tramite della critica che ne viene fatta da un evoliano di ferro come Alberto Lombardo, corri il rischio di cadere a piedi pari in un loop logico/interpretativo, visto che il Lombardo è molto più interessato a criticare Germinario e a cercare di piegarlo alle proprie prevenzioni, piuttosto che a descrivere in modo neutro il contenuto della sua opera. E questo è il tuo "consueto" errore, visto che avevi già citato Jesi per il tramite di De Turris, incappando nello stesso identico problema: non avendo a suo tempo letto Jesi, ti eri inventato un numero di pagina relativo ad una sua citazione. Così come avevi citato De Felice per il tramite di un altro evoliano, incappando in una topica clamorosa e distorcendo il pensiero del celebre biografo di Mussolini. Detta francamente: una voce non si può proprio scrivere in questo modo.--Presbite (msg) 18:43, 4 lug 2011 (CEST)[rispondi]

Ciao Presbite, questa volta proprio non riesco a seguirti... Tu mi scrivi: inserendo addirittura un virgolettato, ma io non ho riportato alcun virgolettato di Germinario (dove lo vedi?), infatti non troverai traccia di nessuna citazione presa da quel libro.
Quando invece ti riferisci al mio op. cit. lo stesso non si riferisce ad una citazione, ma al titolo del libro. Ho preferito, per non appesantire il testo, metterlo lì anziché riscrivere nel testo di nuovo il titolo del libro.
Gli unici virgolettati da me inseriti sono relativi a Rossi e Jesi e sono entrambi puntualmente riportati nelle note.
Per quanto riguarda la lettura di recensioni ed articoli critici: non ho letto solo Lombardo, ma altre 7 tra articoli e recensioni.
Dunque, provando a riepilogare:
a) Il problema del virgolettato di Germinario non si pone perché non esiste;
b) Rispetto al secondo punto, quello dell'op. cit. credo di aver capito cosa intendi, ovvero (ma correggimi se sbaglio) che dovrei far riferimento ad un passaggio preciso del libro dove si riporta quella tesi (cioè quella sulla razza originaria).
Dunque si potrebbe risolvere così: in attesa di trovare la citazione puntuale, inserisco un cn.
Dimmi se ho interpretato bene quanto da te scritto, perché non ne sono sicurissimo. --Janus (msg) 13:59, 5 lug 2011 (CEST)[rispondi]
Come non hai riportato un virgolettato? Ecco qua il periodo: "Ma soprattutto Il razzista totalitario tenta di dimostrare che quella di Evola non è una parentesi razzista, ma una costruzione originale ed autonoma di una teoria che accompagna tutta l'opera evoliana: «La posizione radicalmente razzista/antisemita di Evola appare una costante della sua dottrina. Anzi [...] può essere definita come uno dei cardini fondamentali del suo pensiero».<ref>Francesco Germinario, ''op. cit.''</ref>". Adesso però che guardo meglio: la citazione non è tratta da Germinario, ma da Scipione Rossi, per cui hai sbagliato il nome in nota. Però tu mi hai detto che il libro di Rossi l'hai letto. A che pagina dunque si trova questo virgolettato? Sai perché te lo chiedo? Perché - probabilmente in modo ingiusto - non mi fido più di tanto, e temo che tu la citazione di Rossi l'abbia presa da qui.
La critica che io faccio a te è la seguente: tu citi Germinario per il tramite di un autore evoliano, che artatamente "dimentica" di tirar fuori la critica più decisa, ampia e documentata che Germinario fa ad Evola. E quindi visto che lui non ne parla, tu ti trovi a mezzo del guado: hai citato un libro, ma non l'hai letto. E questa cosa crea dei giganteschi qui pro quo. Il qui pro quo maggiore è il seguente: nel paragrafo sul razzismo di Evola la sua posizione viene considerata come "minore" rispetto a quella dei nazisti, soprattutto grazie al fatto che il paragrafo stesso è scritto riportando paro paro gli evoliani. Mentre Germinario dice - e dimostra - che il razzismo evoliano se vogliamo è ancora più radicale di quello dei nazisti! Oltre a ciò, incredibilmente manca nel paragrafo pure un noto passaggio di Evola, nel quale egli giustificava lo sterminio ebraico.
All'università si insegna una regola basilare: se si cita un autore, lo si cita perché lo si ha letto. Le citazioni "de relato" vanno esplicitate, e per quanto possibile non vanno utilizzate. Una citazione "de relato" la si fa quasi solo se non è proprio possibile trovare il libro in originale. In tal caso, si scrive: Mario Rossi, "Le pigne sono belle", cit. in Bruno Bianchi, "Le pigne fanno schifo", Editrice La Pigna, Roma 2007, p. 12. In pratica, ti sto dicendo per la seconda volta che una voce enciclopedica non può proprio strutturalmente essere scritta utilizzando queste metodiche.--Presbite (msg) 14:54, 5 lug 2011 (CEST)[rispondi]
Ecco, trovato l'inghippo. Io stavo cercando un virgolettato di Germinario... invece tu ti riferivi al virgolettato di Scipione Rossi. E, giustamente, rilevi che nella nota c'è scritto Germinario, op., cit.. Hai perfettamente ragione, è saltato qualcosa nel copia/incolla dal bloc-notes, visto che per fare quel pezzetto avevo 10 finestre internet e 3 libri aperti... Capito perfettamente il problema che vedo di correggere quanto prima. Scusami se non me ne sono accorto subito, ma io cercavo un virgolettato di Germinario...
Quanto alle note hai perfettamente ragione. Occorre tuttavia, secondo me, avere anche un minimo di elasticità considerando che non è sempre semplice muoversi quando non hai davanti con te il libro. Mi spiego: ho letto il libro di Scipione Rossi così come altre decine che trattano di Evola. Se guardi la voce di Evola nella sua interezza, ti accorgerai che il 90% delle note sono state inserite da me e, su queste, sono emersi 3 errori. Errori che io peraltro ho subito riconosciuto e sui quali non ho polemizzato. Quando uno sbaglia... sbaglia!!! Se poi tu ritieni che si possa scrivere una voce utilizzando solo ed esclusivamente fonti cartacee, allora la cosa è diversa. Internet è uno strumento molto utile, a mio avviso, potendovi recuperare diverse citazioni bibliografiche. Tutto qui. Come ho già avuto modo di spiegare, elaboro nel luogo in cui vivo (dove ho i libri) ed edito nel luogo in cui lavoro (dove non ho i libri, ma ho internet...).
Quanto alla questione di come sia impostata la voce su Evola non sono invece daccordo. Non c'è alcuna volontà da parte mia di celare alcuna critica ad Evola, ma neppure me le posso inventare le critiche... Ed infatti è da oltre un anno che sto chiedendo aiuto sull'ampliare questa parte.
Non conosco alcun passaggio attribuibile ad Evola direttamente nel quale giustifica lo sterminio ebraico, di contro ne conosco almeno due dove lo condanna apertamente. Qui però il problema non si pone... se tu lo conosci è sufficiente che lo inserisci. Io, in tutta onestà, i libri di Evola li ho letti tutti, e non ho trovato niente di simile. Non ho invece una così profonda conoscenza degli articoli di giornale, che faticosamente riesco a recuperare solo dalle antologie.
Dunque, cercando di concludere per non tediarti troppo: ritiro le parti da rivedere inserite ultime (magari le metto qui in talk), ci lavoro un po' meglio, le valutiamo insieme e poi le ripubblichiamo. Sei daccordo? Me la dai una mano? --Janus (msg) 15:49, 5 lug 2011 (CEST)[rispondi]

Revisione ultima parte paragrafo sulla razza

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Come da discussione precedente, occorre rivedere ed ampliare la parte relativa al paragrafo sulla razza ed in particolare le critiche maggiori mosse ad Evola. Cercasi aiuto per ampliare questo paragrafo.

Da sistemare

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Trovare riferimento nel libro di Germinario rispetto a quanto riproposto da Cassata: Riprendendo un aspetto già messo in luce da Germinario, ovvero il tentativo evoliano di ricomposizione della razza originaria, Cassata cerca di dimostrare di come il razzismo evoliano non possa considerarsi un razzismo esclusivamente spirituale poiché lo stesso prevede, appunto, una solida base biologica. --Janus (msg) 15:57, 5 lug 2011 (CEST)[rispondi]

Trovare citazione puntuale di questo passaggio sul libro di Rossi: «La posizione radicalmente razzista/antisemita di Evola appare una costante della sua dottrina. Anzi [...] può essere definita come uno dei cardini fondamentali del suo pensiero».

Riguardo razzismo buono e razzismo cattivo

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Proprio non vi va di affrontare la questione da un punto di vista oggettivo? Bisogna filtrare tutto attraverso l'idea dominante odierna e moralizzare riguardo qualsiasi "cattivone"?

Ciao anonimo, purtroppo su questo non si riesce a trovare un accordo. Trovo completamente fuori luogo il concetto di razzismo buono o cattivo. Questa non è una voce sul razzismo, ma una voce su un autore che ha scritto di razzismo, ergo dovremmo "enciclopedicamente" attenerci a riportare il suo pensiero. Punto. Il fatto è che il suo pensiero alla maggior parte della comunità che lavora a questa voce non piace, e dunque si cerca di fare una serie di distinguo che di fatto bloccano la voce da mesi. In sintesi: Evola in tutti i suoi scritti parla di razzismo spirituale, il fatto che questo ad alcuni non piaccia è una cosa, ma Evola questo ha scritto, e questa è un'altra cosa. Ma da qui non si riesce a muoversi...
Io continuo ad essere a disposizione per migliorare la voce, ma non mi si può chiedere di inserire riflessioni e pensieri di autori che hanno avversato questa idea di Evola (oltre a quelli che ho già inserito), poiché banalmente non li conosco.
Il problema è annoso (e a mio parere trasversale a it.wiki): si critica molto, ma si vorrebbe che fossero sempre gli altri a "fare". Se infatti vedi la cronologia della voce, vedrai che solo in due o tre hanno fattivamente contribuito alla voce stessa e alle sue ultime modifiche (e a loro va tutto il mio plauso poiché sono stati gli unici a darmi una mano con la voce su Evola).
Dunque, in estrema sintesi, secondo me occorrerebbe: a) spiegare cosa è per Evola il razzismo e la sua teoria della razza (fatto, ma si può sempre migliorare); b) inserire pareri concordi e a supporto di questa visione (fatto, ma si può sempre migliorare); c) inserire pareri non concordi e anzi molto critici con il pensiero di Evola (fatto solo in parte, da ampliare sicuramente). E' su questo ultimo punto che chiedo da oltre un anno che qualcuno contribuisca, ma tutto tace...
Ciao, --Janus (msg) 13:31, 6 feb 2012 (CET)[rispondi]
Piccola aggiunta. Non stiamo parlando di "un autore che ha scritto di razzismo", ma di "un autore razzista". La qualificazione del suo tipo di razzismo è il nocciolo della questione. La mia sensazione è che la distinzione fra "razzismo spirituale" e "razzismo scientifico" sia in realtà di carta velina. La sua "antipatia" (per così dire) del razzismo scientifico risiede in qualche modo nel suo rifiuto della scienza come categoria per interpretare/affrancare l'uomo. Il suo razzismo spirituale in realtà fu ancor più radicale del razzismo scientifico nazista, e l'agghiacciante affermazione per cui non importa se "I protocolli dei Savi di Sion" siano o meno un falso, giacché ciò che conta è la "verosimiglianza" piuttosto che la "veridicità" (lui non usa specificamente queste parole, ma il succo è questo) rende Evola della stessa razza degli Streicher. Ma siccome Evola poi divenne il faro per il neofascismo italiano e siccome questa cosa del suo razzismo è veramente un macigno troppo ingombrante, allora s'è cercato di smarcarlo dal nazismo, creando questo paradosso per cui il "razzismo spirituale" sarebbe una forma tutto sommato benevola del razzismo "tout court". La voce però è stata impostata in modo tale da immergere tutto il personaggio in una sorta di "alone" di benevolenza. IMHO sarebbe da rifare completamente, giacché per pochissimi autori "seri" che dichiarano di essere in qualche modo interessati ad Evola, ve ne sono un certo numero che lo stroncano e una marea che non lo considera nemmeno di striscio. Come far rilevare in modo "normale" tutto ciò nella voce?--Presbite (msg) 17:34, 6 feb 2012 (CET)[rispondi]
Ciao Presbite e grazie per l'intervento. Il punto secondo me è proprio questo: scrivere tutto quanto tu dici senza attribuire alcuna opinione personale piuttosto che antipatia o simpatia. Poi riportare le più importanti voci critiche in un senso e nell'altro. Che Evola abbia parlato e scritto di razzismo è oggettivo. Che Evola fosse razzista va spiegato. Nel senso: Evola stesso si è sempre definito razzista, ma bisognerebbe dire, appunto, il tipo di razzismo che lui intendeva.
Partendo, ad esempio, con il citare il Mito del sangue, libro che lui introduce dicendo appunto che non si può non essere razzisti in quanto le razze sono un dato di fatto. Questo è il suo pensiero e, può non piacere, ma così va riportato. Il che non toglie, ovviamente, che si possa criticare e inserire nella voce tali critiche.
La mia paura è che venga trasmessa al lettore l'immagine di un becero razzista di quelli che inseguono lo zingaro di turno con il bastone piuttosto che quelli che danno dello sporco negro al venditore ambulante o cose simili o, peggio ancora, di un teorico della pulizia etnica o scemenze simili. Ovviamente non era così, e a tal proposito vale la pena di ricordare - prendendo ad esempio gli ebrei che è un tema sempre molto sentito - che Evola: a) aveva molti amici ebrei prima, durante e dopo il ventennio; b) Evola stimava molti autori ebrei per non parlare della tradizione ebraica in genere; c) Evola (nota di colore) ha avuto molte amanti ebree.
Secondo me un altro punto che dovrebbe emergere - ma questa è sempre stata una mia interpretazione della storia di Evola - è il seguente: Evola non intende affrontare il tema della razza se non in relazione all'evoluzione delle Tradizioni (vedi Rivolta contro il mondo moderno) dove in effetti - e in tempi non sospetti - si parla di spirito, appartenenza, valori, etc. Il problema credo che sia stato l'aver prestato il fianco al Fascismo con lo scrivere testi usati poi principalmente per propaganda.
Disponibile a contribuire per come posso. Come potremo fare? Togliamo il paragrafo sul razzismo dalla voce, lo incolliamo qui nella talk e ci cominciamo a lavorare insieme? Ciao, --Janus (msg) 12:37, 7 feb 2012 (CET)[rispondi]
Certo: Evola non era sulle porte delle camere a gas a spingere gli ebrei al loro interno, ma fu ed è tuttora uno dei pilastri del pensiero razzista contemporaneo: uno di quelli che in definitiva posero le basi in maniera estremamente solida per il delirio degli anni '30 e '40. L'uomo che nel 1921 affermava che il "terribile piano" di dominio del mondo da parte degli ebrei era "in parte (...) attuato", è lo stesso che oggi viene difeso a spada tratta dagli evoliani di punta come il De Turris, che continuano a ribattere sempre sullo stesso chiodo: il razzismo "spirituale" era molto più "elegante" (per così dire) di quello nazista. Due autori come Rossi e Germinario hanno smontato il mito del "razzismo buono" evoliano, e fanno il paio con quegli altri - e sono la stragrande maggioranza - che o considerano Evola un accumulatore di carabattole o non lo badano nemmeno di striscio. Non a caso, Rossi e Germinario sono quelli contro i quali gli evoliani si scatenano e più riprese. Fare poi addirittura di Evola un amico degli ebrei, ce ne corre. Posso ricordare che anche Adolf Eichmann aveva degli amici ebrei, ed era pure stato in Palestina? Perfino Himmler si lamentò in un famoso discorso a Posen del fatto che i tedeschi erano troppo amici degli ebrei, e volevano salvare questo o quello dallo sterminio.--Presbite (msg) 11:29, 8 feb 2012 (CET)[rispondi]
Ciao, cito questa tua frase: Due autori come Rossi e Germinario hanno smontato il mito del "razzismo buono" evoliano. Credo che sia questo il problema: la voce si intitola Julius Evola, non Critica al pensiero di Evola né tantomeno Ecco come dimostro che il pensiero di Evola era fallace, falso, brutto, etc..
Quella su Evola è una voce che entra necessariamente in risonanza con il proprio sistema di valori, se questo è dissonante da quello di Evola. E dunque rischia di perdere di obiettività. Quello che io continuo a non comprendere è il perché si voglia criticare il fatto oggettivamente accaduto ovvero che Evola abbia scritto - a torto o a ragione - a, b, c, d, etc. Noi questo dobbiamo riportare nella voce. Dopodiché lo possiamo criticare, ma non possiamo eluderlo. Non sono io che interpreto Evola mettendogli in bocca la distinzione tra razzismo spirituale e razzismo biologico. E' lui che ne parla nei suoi libri. E' una panzana? E' sconveniente? E' brutto? La maggior parte dei lettori la trovano una cosa sconvolgente? Può darsi, ma è così. Non è qualcuno che interpreta, sono le sue parole, peraltro stampate sulla carta.
Un suggerimento potrebbe essere (parlo del paragrafo sul razzismo) quello di impostare il paragrafo così: La teoria della razza o Evola e il razzismo o quello che è e poi un altro paragrafo che potrebbe essere Critiche al pensiero di Evola sul razzismo. Se non addirittura un paragrafo più generale Critiche al pensiero di Evola e via via i vari sottoparagrafi del tipo: Critiche alla teoria della razza di Evola, Critiche al pensiero politico, Critiche al pensiero filosofico, etc.
Può essere un buon metodo? Che ne pensi? Ciao e grazie dello scambio, --Janus (msg) 15:06, 8 feb 2012 (CET)[rispondi]
Usando un linguaggio parafilosofico, potremmo dire che un conto è parlare della "rappresentazione" di Evola e dell'evolismo, altro è parlare della sua "essenza", la seconda essendo stata indagata - per quanto concerne il razzismo - da qualche autore che ne ha disvelato la sostanziale radicalità non dissimile da quella del razzismo scientifico, e come quest'ultimo non redimibile. Per Evola l'ebreo non ha possibilità di salvezza. Per i razzisti scientifici, non ha possibilità di salvezza a causa del suo sangue, per evola a causa del suo spirito. Che poi questo "spirito" sia un qualcosa che concretamente è di difficile se non impossibile definizione, questo è un altro paio di maniche. Un bimbo ebreo è comunque segnato in eterno dallo stigma. A cosa porti tutto ciò è evidente, tenuto conto che questo suo pensiero s'è sviluppato a cavallo della Shoah e che dopo la guerra Evola stesso si è espresso in modo sostanzialmente benevolo nei confronti dei nazisti. Tutto ciò - volenti o nolenti - rende intollerabile il pensiero evoliano sul tema. A meno che non si pretenda di dare dignità "scientifico-filosofica" all'Evola razzista semplicemente "descrivendolo" per il tramite delle poderose edulcorazioni dei suoi adepti, così come potremmo scrivere una voce su Julius Streicher per il tramite dei suoi amabili lettori. Quindi qui non c'entra molto il fatto di "criticare" il razzismo di Evola, ma di "definirlo" per quello ch'esso fu: uno dei pensieri più radicali sul tema, elaborato in costanza di persecuzioni e difeso anche dopo, pur sapendo della Shoah (tema del resto mai affrontato da Evola: evidentemente i milioni di morti non lo toccavano). Anzi: dopo la Shoah l'uomo è diventato uno dei maestri degli epigoni degli sterminatori, ma anche di questo la voce dice poco o nulla.--Presbite (msg) 15:47, 8 feb 2012 (CET)[rispondi]

Evola e il razzismo - work in progress

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Posto qui di seguito l'intero paragrafo ad eccezione del primo capoverso, così magari possiamo iniziare a lavorarci.

Già ne Il mito del sangue (1937) Evola, in riferimento alla concezione biologica che i tedeschi fanno del razzismo, espone le sue perplessità: «È ben possibile che in questo stato il razzismo avrebbe potuto aver la possibilità di sviluppare più proficuamente gli elementi valevoli che esso può comprendere in se. Invece, con l'assurgere a ideologia ufficiale di una rivoluzione [quella nazionalsocialista germanica], il razzismo ha finito con il pregiudicare siffatti elementi»[54] facendo riferimenti espliciti alla figura di Hitler: «[...] l'idea razzista da parte dello Hitler [...] quanto a idee nuove rispetto a quel che finora abbiamo conosciuto, non ve ne è quasi nessuna».[55]
Dedica un intero capitolo (Il problema della razza) della sua autobiografia a questo tema in cui ribadisce la necessità di interpretare il concetto di razza da un punto di vista spirituale e non biologico, contestando ad Alfred Rosemberg (il principale esponente del razzismo nazionalsocialista) la strada del razzismo materialistico intrapresa a suo tempo dalla Germania, definendola «materialismo zoologico»[56] e condannando apertamente il «fanatismo antisemita».[10] Fanatismo verso il quale, nel 1963, dichiara: «né io, né i miei amici in Germania sapevamo degli eccessi nazisti contro gli ebrei [...] e se ne avessimo saputo in alcun modo avremmo potuto approvarli».[57]
Evola ha una concezione dell'uomo come essere costituito da corpo, anima e spirito, dove la parte spirituale deve avere il primato su quella corporea. Secondo Evola «l'opportunità di questa formulazione risiede nel fatto che una razza può degenerare, anche restando biologicamente pura, se la parte interiore e spirituale è morta, diminuita o obnubilata, se ha perso la propria forza (come presso certi tipi nordici attuali). Inoltre gli incroci, di cui oggi pochissime stirpi sono esenti, possono avere come conseguenza che ad un corpo di una data razza siano legati, in un individuo, il carattere e l'orientamento spirituale propri di un'altra razza, donde una più complessa concezione del meticciato».[58]
Lo storico Renzo De Felice, pur molto critico e severo rispetto al pensiero e alle tesi di Evola, testimonia di come lo stesso Evola respinge «anche più recisamente [dell'Acerbo] ogni teorizzazione del razzismo in chiave esclusivamente biologica»,[59] ponendo il pensatore tradizionale tra coloro che «imboccata una certa strada, la seppero percorrere, in confronto con tanti che scelsero quella della menzogna, dell'insulto, del completo obnubilamento di ogni valore culturale e morale, con dignità e persino con serietà».[60]
A tale proposito De Felice segnala anche che Evola non è il solo a prendere le distanze dal razzismo biologico di matrice nazionalsocialista. Altre note figure della cultura fascista del tempo, come Giacomo Acerbo, e meno note, come Vincenzo Mazzei, se ne dissociano.[61]
L'impostazione critica data da De Felice su questo passaggio del pensiero di Evola è particolarmente apprezzata dagli autori filo-evoliani.[62]
Anche Paolo Orano sviluppa, secondo taluni, una forma di antisemitismo etico-sociale che rinvia a Il mito del sangue di Evola.[63] :L'approccio al "problema della razza" di Evola, come quello di Acerbo ed Orano, pur se sviluppato da posizioni e secondo logiche diverse, viene apprezzato da Mussolini che ne intravede gli elementi differenziatori da quello germanico, anche se successivamente il "Duce" non si farà scrupolo di dare patente di legittimità anche all'antisemitismo di un Preziosi, di un Interlandi e di un Gayda.
Altri autori, invece, ritengono che l'opera e il pensiero di Evola continuino ad essere razzisti tout court o addirittura emuli delle tesi di Paolo Orano. È di questo avviso Attilio Milano che, a proposito della campagna antiebraica fascista, scrive: «Primo, in ordine di tempo, e per notorietà personale, come già ricordato, fu Paolo Orano [...] dietro di lui, con una vena più scadente, comparvero anche Ebrei, Cristianesimo, Fascismo, di Alfredo Romanini, Tre aspetti del problema ebraico, di Giulio Evola [...]».[64]
Lo storico Francesco Germinario nel suo saggio Razza del Sangue, razza dello Spirito[65] analizza in particolare il progressivo avvicinamento di Evola al nazionalsocialismo, specialmente in relazione all'ammirazione che il filosofo aveva nei confronti delle SS.
La tesi di maggior rilievo del saggio di Germinario consiste nel tentativo di interpretare il razzismo evoliano come una sorta di differenzialismo in nuce, ovvero un razzismo che identifica il suo obiettivo principale nella ricomposizione dei così detti tre ordini di razza: corpo, anima, spirito.
Dunque, secondo Germinario, Evola riprende, seppur in maniera meno esplicita, alcune delle teorie del de Gobineu che cercano di identificare una gerarchia ideale nei gruppi delle razze umane.[66]
Lo storico torinese Francesco Cassata, che ha dedicato molti suoi scritti al rapporto tra fascismo e razzismo e agli studi sull'eugenetica, nel suo A destra del fascismo,[67] sottolinea di come il razzismo sia un aspetto centrale del pensiero evoliano, e che in realtà lo stesso è volutamente depotenziato e purificato dai suoi estimatori con lo scopo di dare una visione edulcorata delle teorie del filosofo.[68]
Più dura la posizione del giornalista Gianni Scipione Rossi, che con il volume Il razzista totalitario[69] cerca di mettere in luce quegli aspetti contraddittori del pensiero evoliano rispetto al tema della razza. Ma soprattutto Il razzista totalitario tenta di dimostrare che quella di Evola non è una parentesi razzista, ma una costruzione originale ed autonoma di una teoria che accompagna tutta l'opera evoliana.
Per il germanista Furio Jesi Evola è «un razzista così sporco che ripugna toccarlo con le dita».[70] Lo storico e saggista torinese infatti dubita fortemente della definizione spiritualistica attribuita al razzismo di Evola[71] e ritiene anzi che le sue teorie farmeticanti e triviali conducano direttamente ad Auschwitz: «Egli [Evola] non si è mai dichiarato paladino dei roghi dei libri, anche se bisogna precisare che implicitamente, da intellettuale, s'intende, ha dato una mano ai forni crematori non per libri ma per uomini».[72]
La maggior parte delle critiche mosse ad Evola ed ai suoi studi sulla razza, sostanzialmente, cercano di dimostrare che il così detto razzismo spirituale in realtà è una sofisticata costruzione teorica utilizzata dall'autore e, ancor più dai suoi epigoni, per celare il convincimento di un vero e proprio razzismo di matrice biologica, e che dunque c'è in realtà un filo diretto tra le teorie nazionalsocialiste e quelle evoliane, queste ultime solo apparentemente diverse.[73]
In ogni caso è in concomitanza con la campagna antiebraica scatenata dal regime fascista a partire dal 1937 che Julius Evola, grazie al suo "razzismo spirituale", entra definitivamente a far parte, a pieno titolo, della cultura e dell'intelligencija fascista di quegli anni.

Ciao, --Janus (msg) 13:40, 7 feb 2012 (CET)[rispondi]

Alle solite...

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Si fa la ricerchina su google... si trova un quotidiano che dice altre cose, una fondazione che dice altre cose e si conclude con un intervento... Evola... neoplatonico... Discutiamone :) --Xinstalker (心眼) (msg) 15:58, 1 lug 2013 (CEST)[rispondi]

A dire la verità è una cosa che ho sentito già molto tempo fa. La fondazione in questione è quella ufficiale di Evola, comunque. Ho letto che è stato definito come un neoplatonico, anche se "a modo suo". Ad esempio: Pensiamo solo che in Italia, alcuni scritti neoplatonici circolavano, una trentina d' anni fa, in modo semi-clandestino, pubblicati da editori neonazisti. Il sommo interprete era Julius Evola. si dice in quest'articolo intitolato Il riscatto dei neoplatonici: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/07/20/il-riscatto-dei-neoplatonici.html e Ecco perché fondamentalmente Evola può essere definito un platonico: si riferisce a questa dimensione coscienziale che è presente in un certo tipo di uomo e vuole valorizzarla in un'epoca storica nella quale invece essa è del tutto trascurata. da "Galeotta fu la rivolta" di Marco Cossu, intervista a Giovanni Sessa, sul sito fondazionejuliusevola.it: http://www.juliusevola.it/risorse/template.asp?cod=685&cat=INTER&page=1 Comunque non è un problema, per me, il problema è quando si tacciono "per principio" informazioni di dominio pubblico, come accade in altre voci...--StefanoRR (msg) 16:07, 1 lug 2013 (CEST)[rispondi]

Stefano è una pura questione di metodo, e in Teknopedia, essendo noi anonimi, il metodo è tutto. Ora io penso che Evola fosse certamente un platonico, basta leggere le prime righe di Rivolta (Il Principio) dove asserisce le due nature dell'uomo per convincersi di questo. Di più dice che lo spirito della Tradizione consiste nel riconoscere il valore metafisico, spirituale, in due parole butta al secchio Omero e l'intera tradizione greca prima di Platone che non sarebbero quindi Tradizione... Tant'è... fa pendant con un altro genio della lampada contemporaneo, lo psicanalista prestato alla filosofia, che va tuonando in giro che la nozione di "anima" come vero principio spirituale e divino distinto dal corpo non è greco... ovvero salva Omero e butta al secchio tutta la Grecia da Platone (dagli orfici) in poi, diciamo circa dieci secoli... :-D Ecco quindi sono d'accordo con te, però è il mio POV e non lo posso difendere con un articolo di un quotidiano, l'intervista a un autore diciamo sconosciuto e infine una ripresina da una fondazione che non brilla per presenza culturale (in un mondo immerso nel kaliyuga... ça va sans dire...), hai qualcosa, diciamo, di più "attendibile" per affidargli l'etichetta di platonico? io per esempio in quell'etichetta ci inserirei tutti gli autori cristiani, il rabbinismo e i mistici musulmani... insomma l'intero Occidente fatto salvo epicuro, gli atei e i buddhisti d'importazione... lo farei, ma non lo fo... --Xinstalker (心眼) (msg) 16:26, 1 lug 2013 (CEST)[rispondi]
Una possibile soluzione potrebbe essere togliere il TMP dalla voce (anche io il suo inserimento lo ritengo un po' forzato) ed inserire nella voce, contestualizzandola, una frase del tipo: "Ritenuto da alcuni afferente alla corrente filosofica del ..." aggiungendo le fonti di cui disponiamo. Leggerò le vs eventuali risposte nei prossimi giorni. Ciao, --Janus (msg) 17:57, 1 lug 2013 (CEST)[rispondi]
il tmp l'ho gia tolto... Se proprio va etichettato in questo senso rientra in quella corrente di pensiero che va sotto il nome di idealismo, anche se ne critica alcune conclusioni, con la sua teoria dell'individuo assoluto (termine ripreso da Michelstaedter) anche idealismo magico (ripreso da Novalis). --Xinstalker (心眼) (msg) 06:29, 3 lug 2013 (CEST)[rispondi]
Ho tolto anche la categoria "neoplatonici" di cui non capisco il senso qui. Ho lasciato "idealisti" in quanto non solo ha denominato la sua dottrina come "idealismo magico" (riprendendo, come ho già detto, tale espressione da Novalis) ma si è anche espressamente confrontato con tale alveo filosofico. --Xinstalker (心眼) (msg) 11:54, 4 lug 2013 (CEST)[rispondi]
Per me è OK. Concordo perfettamente. --Janus (msg) 14:35, 5 lug 2013 (CEST)[rispondi]

Anonimo a "Di Altavilla"

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Un anonimo insiste nell'inserire questo testo. Voglio essere sicuro che sia riferibile a Evola. Perché al momento risulta non D'Altavilla ma Di Altavilla. Quindi o inserisce delle fonti a riprova di ciò o rollbacco a vista. --Xinstalker (心眼) (msg) 07:56, 12 dic 2013 (CET) P.S. Per inciso... che su Maremagnum lo spaccino come libro di Evola frega niente a nessuno. :) --Xinstalker (心眼) (msg) 07:57, 12 dic 2013 (CET) Salve sono l'anonimo che ha aggiunto tutta quella serie di libri curati da Evola. Ti scrivo qui, non so se sia corretto, non so nulla di come funzioni wikipedia, volevo solo dare il mio contributo per completare il più possibile quella voce sulla bibliografia di Evola che anche nelle biografie più blasonate è alquanto incompleta. In merito al libro sui dischi volanti, Evola ne ha fatto una recensione sul "Roma" nel 1954 in un articolo intitolato: "E i dischi volanti?" Fonte: i testi del Roma, edizioni Ar. Anche se non scrive esplicitamente che l'ha tradotto, è abbastanza palese. Di Altavilla è sempre lui. Ciao[rispondi]

Cosa dice veramente Furio Jesi

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Citazione testuale da: Furio Jesi, "Cultura di destra", ed. Nottetempo (2011), pp 135-137: Evidentemente non c’è da aspettarsi di trovare traccia di un’espressione come «compiti inutili» nelle pagine dell’ultimo Evola, di Romualdi o di altri. Non bisogna dire al neofita che il compito che gli si impone è diper sé inutile e ha solo una funzione didattica, serve unicamente a migliorare lui stesso, ad addestrarlo a conservarsi interiormente forte e puro «perfino nelle forme più parossistiche» della vita di questo periodo storico. Questo non si deve dire al neofita, perché altrimenti si correrebbe il rischio di vederlo non eseguire il suo compito. Anche perché – ed è una cosa che i maestri di didattica esoterica sanno da sempre – il neofita, per quanto di buona volontà e dotato (anzi: quanto più è dotato), è continuamente esposto alla tentazione di credersi già arrivato a un grado superiore, già maturo, e quindi di rifiutare compiti inutili puramente propedeutici e dichiedere in cambio compiti già di per sé utili. È continuamente esposto al rischio di venir meno alla disciplina, per sopravvalutazione di sé, e di non percorrere fino in fondo l’itinerario formativo che gli è indispensabile. I neofiti con cui avevano a che fare Evola e Romualdi erano indubbiamente imperfetti (come lo sono quellicon cui hanno a che fare i maestri sopravvissuti) e lontani dalla rigorosa autodisciplina dell’ufficiale SS che eseguiva «il compito di un impiegato della posta» inviando materiale umano agli «esperimenti anatomici» del professor Hirt. Non erano ancora sotto il «silenzio cosmico [che]pesava sulle duemilasettecento stanze della Burg popolata da quasi diecimila uomini. Diecimila fantasmi!».Era quindi indispensabile far credere loro che quei compiti fossero già di per sé utili, per scuotere le coscienze del paese, per rompere la mollezza di una popolazione disavvezza al rigore e infrollita nel benessere. Per preparare, insomma, l’avvento di quella Nazione Europa che nelle parole di Romualdi rivolte ai neofiti è un preciso e relativamente vicino obiettivo politico anche profano, ma che presumibilmente nel pensiero di Evola e nel pensiero privato dello stesso Romualdi era una sacrale razza della Tradizione che non avrebbe mutato il corso degli avvenimenti profani in questa fase del mondo destinata alla fine, al Kali-Yuga, ma avrebbe compiuto il dovere metafisico dell’uomo affrontando la fine del ciclo cosmico come la sentinella di Pompei celebrata da Spengler: interiormente forte, pura, imperturbata, immobile sotto l’eruzione tanto da conservare nel calco l’atteggiamentodi un cadavere «all’erta». Ripetiamo: è tutt’altro che da escludere questo: che almeno una parte degli atti terroristici degli ultimi anni siano stati progettati come compiti inutili dagli istruttori, dai didatti della Tradizione, e fatti credere compiti di per sé utili ai neofiti. Il fatto che progettazione ed esecuzione siano state presumibilmente favorite e strumentalizzate da altri per altri fini (mentre i didatti della Tradizione saranno stati persuasi d’essere loro a strumentalizzare quegli aiuti per i loro fini)avrà contribuito a suscitare quegli atti terroristici al momento giusto. Ma se la nostra ipotesi ha una qualche veridicità, può anche servire a spiegare alcuni atti terroristici nei confronti dei quali è arduo applicare il cui prodest (a meno che non si presupponga l’idiozia degli esecutori, che è sempre possibile). Nella grande maggioranza dei casi bombe e stragi sono servite chiaramente a qualcuno; ma in qualche raro caso viene da chiedersi chi, se non un idiota (che naturalmente può esserci), abbia ritenuto di ricavarne vantaggio. E non è detto che casi del genere non possano ripetersi. Se davvero, alle spalle del terrorismo, vi sono dei progettatori di compiti inutili, non si può escludere, tra l’altro, che talvolta essi sfuggano al controllo di chi ha interesse di strumentalizzarli e di far scoppiare la bomba al momento giusto. Neofascismo «sacro», «esoterico», è quello dei didatti della Tradizione. Neofascismo «profano», «essoterico», è quello di chi strumentalizza costoro. Sono due stili ideologici diversi. I due stili di comportamento, da faccia feroce e da doppio petto, si ritrovano sia negli atteggiamenti degli uomini della Tradizione che «non possono o non vogliono staccarsi dal mondo attuale», sia in quelli dei neofascisti profani. Il profano ed essoterico Almirante li alterna a suo piacimento; Ma già li alternava il sacro ed esoterico Adriano Romualdi (...)--TBPJMR (msg) 23:57, 31 ott 2014 (CET)[rispondi]

Ciao, non ho ben capito il senso della tua richiesta di chiarimento. De Turris replica a Jesi in relazione a quanto riportato un rigo sopra ovvero "Furio Jesi è il primo ad avanzare questa teoria nel suo famoso Cultura di destra del 1979" cui segue il rimando alla nota 66. Tu stai riportando invece un altro passo del libro di Jesi che certamente puoi inserire se lo ritieni opportuno, ma non che questo attenga minimamente alla tua richiesta di chiarimenti. Il De Turris risponde allo Jesi in merito a quanto scritto nel libro Cultura di destra alla pagina 97 dell'edizione del 1993, mentre tu riporti un brano di Jesi che risponde alle pagine 135-137 di un'altra edizione (quella del 2011). Non so se mi sono spiegato bene... Ciao --Janus (msg) 14:23, 6 nov 2014 (CET)[rispondi]
Potresti riportarmi quel che scrive Jesi alla pagina 97 dell'edizione del 1993? Grazie.--TBPJMR (msg) 10:52, 7 nov 2014 (CET)[rispondi]
C'è confusione. Non c'entra nulla l'edizione del 1993 di "Cultura di destra", per cui non capisco per quale motivo sia stata citata.--Presbite (msg) 13:41, 7 nov 2014 (CET)[rispondi]

(rientro) Janus, io ho segnalato come "non chiaro" questo passaggio: Sempre secondo il De Turris, lo Jesi giunge ad una conclusione «aberrante [poiché] a suo giudizio attentati e stragi potrebbero essere il risultato di questa pedagogia del compito inutile, una prova iniziatica attuata dai terroristi neri per passare dal primo grado al secondo grado, dal neofascismo profano al neofascismo sacro».[83] Ho commentato scrivendo: "che senso ha dire cosa pensa de turris di ciò che scrive jesi, senza prima dire cosa scrive jesi???" Ripeto qui la domanda: che senso ha dire cosa pensa De Turris di ciò che scrive Jesi, senza prima dire cosa scrive Jesi? Anche perchè mi pare che De Turris non abbia capito bene quel che ha scitto Jesi.--TBPJMR (msg) 17:58, 7 nov 2014 (CET)[rispondi]


Ciao, ho aspettato a risponderti per avere il libro sottomano. Io ho semplicemente riportato un passaggio del libro scritto da De Turris (Elogio e difesa di Julius Evola), dove il De Turris dà quella lettura di quanto scritto da Jesi. Il De Turris non sta però commentando il passo di Jesi che tu hai riportato sopra, all'inizio della discussione, ma quest'altro (copio/incollo): "Lo schema antropologico proposto dall'ultimo Evola è ricalcato su quello consueto a molte dottrine iniziatiche. Vi sono due classi di persone: quelle di coloro che giungono al secondo e più alto grado di iniziazione, e quella di coloro che, non potendo o non volendo staccarsi dal mondo, restano ad un primo grado [...] Occorre quindi che gli iniziati di grado superiore, i saggi, orientino gli iniziati di grado inferiore verso il raggiungimento di obiettivi mondani (in questo caso l'attivismo 'europeistico') che di per sé sono vani [...] ma che hanno una preziosa funzione didattica." (Furio Jesi, Cultura di destra, Milano, Garzanti, 1979, p. 83 che, nell'edizione del 1993, sempre della Garzanti, dovrebbe stare a pagina 97, anche se mi riservo di verificare perché questa edizione non è attualmente nelle mie disponibilità, ma nel caso in cui fosse questo il problema, ovvero discrepanza di numero di pagina legata alla diversa edizione, correggiamo subito).
In relazione al concetto di funzione didattica, prosegue così il De Turris: "Jesi la definisce 'pedagogia del compito inutile' con la quale, 'a forza di perseguire per disciplina degli obiettivi vani, e di insistere al tempo stesso nella difesa della propria interiorità [...] anche gli iniziati di grado inferiore si faranno le ossa'". Questo passo riportato da De Turris, oltreché nel citato libro Cultura di destra, si trova anche in un altro scritto dello Jesi, ovvero: F. Jesi, “Uno studio sul neofascismo e sulla cultura di destra: il linguaggio delle idee senza parole”, in Comunità, n. 175, p. 67-68.
Ed ecco come il De Turris legge/interpreta il passaggio appena riportato dello Jesi: "La conclusione di Jesi è aberrante: a suo giudizio attentati e stragi potrebbero essere il risultato di questa 'pedagogia del compito inutile', una prova iniziatica attuata dai terroristi neri per passare dal primo grado al secondo grado, dal neofascismo profano al neofascismo sacro"
Io non avevo inserito inizialmente tutto il testo di Jesi (bada bene, non quello riportato da te, ma quello a cui si riferisce De Turris e che ho riscritto io qui sopra) semplicemente per non appesantire il testo. Ma se riteniamo che il riportarlo sia utile a tutti per una maggiore comprensione, sono d'accordo. per me nessun problema a farlo.
Infine, non avendo modo di postarti copia di quello che ho io, ti rimando a dove puoi trovare una copia del tutto digitalizzata, ovvero a questo indirizzo: http://books.google.it/books?id=muTeJptlvD0C&pg=PA117&hl=it&source=gbs_toc_r&cad=4#v=onepage&q&f=false (parte da pag. 117, devi andare avanti fino a pag. 118).
Spero dunque di aver capito quello che chiedevi tu e di averti risposto adeguatamente. Ciao e grazie per l'interessamento --Janus (msg) 14:50, 10 nov 2014 (CET)[rispondi]
Insisto: non ha senso dire cosa pensa De Turris di quel che scrive Jesi su Evola, senza dire prima cosa scrive Jesi di Evola. Detto questo, c'è il passo che io ho riportato sopra. In quel passo Jesi definisce come "tutt'altro che da escludere" l'ipotesi che certi atti terroristici siano stati progettati come "compiti inutili" da qualche didatta della tradizione, e resi operativamente possibili da "fascisti profani" interessati a strumentalizzare quegli atti. E' del tutto evidente che De Turris si riferisce - interpretandolo malamente - a quel passo, che costituisce appunto una delle conclusioni del ragionamento sulla didattica del compito inutile. Tutto questo poi non c'entra nulla col proceso ai FAR, che è roba degli anni cinquanta. Jesi parla del terrorismo nero degli anni settanta.--TBPJMR (msg) 16:05, 10 nov 2014 (CET)[rispondi]
Ciao, che ne diresti di rimettere mano al paragrafo? Potresti lavorare su una bozza da condividere qui nella talk. --Janus (msg) 13:12, 11 nov 2014 (CET)[rispondi]
Mi permetto di intromettermi nuovamente, chiedendo scusa ai due wikipediani qui sopra. Caro Janus: è sempre lo stesso problema che ho rilevato enne mesi fa: non è bene citare un autore per il tramite di chi lo confuta. Massime se il tema è Evola, il giudizio sul quale passa da "carabattole rimasticate e poco più" a "genio del XX secolo". E massime se a considerarlo "genio" sono praticamente solo i pensatori neofascisti. E massime se - come in questo caso - Jesi viene confutato proprio da un pensatore manifestamente adorante di Evola come il De Turris. Si corre il rischio di prendere fischi per fiaschi, mentre è più che certo che la visione che si ha dell'autore confutato viene deformata dal prisma del livore. Giacché è manifesto il livore di De Turris nei confronti di Jesi. Ora: sul tema specifico dei rapporti fra Evola e il neofascismo terrorista degli anni '60 '70 e primi '80, anche qui ho espresso il mio pensiero: il fatto che il il finto barone (di passata: lo sapevi che il titolo di "barone" era inventato e non gli spettava?) fosse dichiaratamente una fonte di ispirazione dei bombaroli e degli assassini neri di quel dì dovrebbe costituire fonte di approfondimento, in una voce a lui dedicata. Così come dovrebbe esser messa in luce - a mio modo di vedere - la fonte ispiratrice evoliana del golpismo "alla Borghese". Occhio: non sono temi che mi sto inventando al momento, ma riflessioni contenute in testi di accademici italiani regolarmente pubblicati. Il rapporto diretto fra Evola e Borghese - fra l'altro - fu talmente stretto che il secondo curò l'introduzione de Gli uomini e le rovine (1953): tutte informazioni che mancano, nella voce. In realtà, è tutta la voce ad esser carente del punto di vista critico nei confronti del pensiero evoliano. Ma se torniamo a Jesi, in realtà egli smonta in modo talmente radicale le idee del finto barone da render tutto quanto un campo di macerie. O addirittura di bric-à-brac. A TBPJMR non ho nulla da dire, salvo questa: benvenuto nella voce su Evola! Chiama magari anche qualche altro tuo amico di matita. Chissà se magari quel che non fate sui temi dell'Adriatico orientale (revisioni radicali, nuove albe rilucenti di sapienza etc.) riuscirete a farlo qui dentro. Magari.--Presbite (msg) 16:35, 10 nov 2014 (CET)[rispondi]
Ciao Presbite, in questo caso trovo la cosa di facilissima risoluzione: è sufficiente inserire integralmente il paragrafo di Jesi cui si riferisce De Turris. Altrimenti possiamo togliere il tutto, anche se lo troverei poco sensato in quanto a mio avviso porterebbe ad un impoverimento. Per il resto non posso che concordare con te: la voce avrebbe bisogno di essere implementata. Speriamo che questa sia la volta buona... PS È interessante la tua affermazione relativa al titolo nobiliare. Non se ne trova traccia in alcuna biografia. Sarebbe utile se tu potessi postare materiale sull'argomento. Certo che Evola è sempre una sorpresa: oggi scopro che era l'autore preferito di Moana Pozzi... Ciao --Janus (msg) 13:38, 11 nov 2014 (CET)[rispondi]
(FC) In realtà, se si va sull'annuario nobiliare italiano si scopre che il cognome "Evola" non esiste. D'altro canto, già in alcuni testi che si riferiscono ad Evola si riconosce che la madre era di nobile schiatta.--Presbite (msg) 14:31, 11 nov 2014 (CET)[rispondi]
Piccola proposta: perché non iniziare col cambiare il titolo del paragrafo "Le tesi sulla razza" in "Il razzismo di Evola"? Non ci sono dubbi alcuni sul fatto che lui fosse intrinsecamente razzista, in primis antisemita. E questo tratto non fu per nulla secondario nel contesto del suo pensiero. E' il caso per lo meno di dire pane al pane e vino al vino.--Presbite (msg) 16:44, 10 nov 2014 (CET)[rispondi]
Certamente, fu Evola stesso a definirsi razzista. Sull'antisemitismo ci andrei invece un po' più cauto: è Evola stesso, nei suoi scritti sull'ebraismo, a spiegare bene questa differenza. --Janus (msg) 13:21, 11 nov 2014 (CET)[rispondi]
Evola si definì "razzista totalitario", addirittura. Riguardo al suo antisemitismo, come probabilmente saprai esiste un saggio di Gianni Scipione Rossi che fa piazza pulita di tutta la fumisteria che nel dopoguerra ha cercato di nasconderlo: "Il razzista totalitario. Evola e la leggenda dell'antisemitismo spirituale". Il razzismo di Evola era talmente paranoico che negli anni '60 si scagliò contro l'apparizione di Lola Falana in tv, chiamata "negra o mulatta a forte componente negra". Alla pubblicazione del libro di Rossi, ci fu chi provò a difendere ancora Evola, a dispetto delle clamorose evidenze dei fatti. Chi fu? De Turris, ovviamente!--Presbite (msg) 14:31, 11 nov 2014 (CET)[rispondi]

<rientro> Conosco il saggio di Scipione Rossi. Lo reputo un saggio, per l'appunto. Un'opinione, come altre ce ne sono. Ma credo che anzitutto dovremo darci un metodo (anzi, credo che proprio questo stia alla base di molti equivoci su questa voce). Ti paleso la mia opinione: Julius Evola è un pensatore che ci ha trasmesso il suo pensiero attraverso scritti, coprendo un arco temporale piuttosto lungo (dai primi del 900 agli anni 50/60) che ci consente anche di valutare la maturazione del suo pensiero (almeno su alcuni argomenti). Dunque possiamo serenamente attingere da una fonte primaria e non filtrata. La posizione di Evola verso l'ebraismo è chiara o, almeno per lui, era tale (mi riferisco a ciò che egli ha scritto e pubblicato). Questo è ciò che a mio avviso una enciclopedia che tratta di un individuo dovrebbe riportare. Non siamo cioè di fronte ad una voce scientifica dove vi è la necessità di avvalorare e/o confutare una tesi. O, almeno, non credo che questo sia lo scopo di una voce biografica (ma se mi sbaglio perché non ho capito nulla di questo progetto, allora ti prego di correggermi). Poi certamente possiamo aprire un capitolo su "chi" pensa "cosa" di quello che ha scritto Evola. Anche se, a mio avviso, questa operazione richiederebbe un'area a se stante, una sorta di "interpretazione, lettura, critica, etc. al pensiero di Evola e/o ai suoi scritti". La mia paura è che una voce con una potenziale connotazione "politica" così alta, porti allo schieramento di tifoserie, ognuna delle quali - per portare acqua al proprio mulino - cerca di perorare le proprie tesi. Scipione Rossi fa esattamente questo: legge e interpreta Evola per dimostrare la sua teoria. Il che va bene poiché si tratta di un saggio, ma non andrebbe bene in una voce enciclopedica che dovrebbe semplicemente riportare la biografia e il pensiero di un autore. Il "fatto bruto", per dirla con le parole del matematico Édouard Le Roy. Il resto sono costruzioni altrui: giuste o sbagliate è irrilevante. Ciao, --Janus (msg) 15:11, 11 nov 2014 (CET)[rispondi]

Ciò che proponi, e cioè di rifarsi direttamente e unicamente ai testi di Evola per ricavarne da noi stessi il succo, è in contrasto con le regole wikipediane. Le quali prevedono l'utilizzo delle fonti secondarie come prima istanza. Oltre a ciò, prevedono di presentare in primis le teorie maggioritarie, ed eventualmente in secundis le teorie minoritarie. Gianni Scipione Rossi - notoriamente - è un saggista che proviene dall'MSI, e quindi fa parte di quel tipo di intellettuali di destra italiani che di sicuro non possono esser considerati aprioristicamente contrari ai pensatori d'area. La sua idea del razzismo antisemita di Evola è peregrina? Non direi proprio: Francesco Germinario ha dimostrato allo stesso modo la strettissima connessione fra il razzismo c.d. "scientifico" nazista e il razzismo c.d. "spirituale" di Evola. Attenzione: stiamo parlando di Evola: uno degli inventori della teoria per la quale sostanzialmente non importa se i Protocolli dei Savi di Sion sono un falso: per lui era sufficiente la "verosimiglianza" di questo vergognoso scritto per scriverne un'entusiastica prefazione. Ossessionato dagli ebrei e dai neri, Evola in pratica presenta le stesse identiche paranoie di un ben più modesto Julius Streicher. Attenzione: ciò che ho scritto non è parto di una mia personale idea, bensì di ciò che trovo scritto in testi di accademici italiani. E quindi - wikipedianamente parlando - roba degna di esser inserita nella voce. In che forma? Di sicuro non come adesso. Adesso la voce presenta le idee proevoliane come una sorta di contraltare delle idee antievoliane: un sottile gioco che in realtà stravolge completamente la realtà dei fatti. Che ci dice che del "filosofo Evola" nessuno (salvo i soliti dieci noti) s'interessa. Nessuno storico della filosofia (salvo forse solo un paio di eccezioni) lo considera nemmeno degno d'una citazione in nota in una storia del pensiero occidentale. Quali sono gli storici e gli accademici mondiali che hanno in qualche maniera "preso in considerazione" Evola? L'elenco è relativamente semplice: Renzo De Felice (nel modo in cui abbiamo visto), Furio Jesi (nel modo in cui abbiamo visto), Massimo Cacciari (che come filosofo lo stronca, ma qui nella voce non c'è traccia di ciò), due studi contenuti in un testo di Franco Ferraresi (limitati però alla descrizione di come il pensiero evoliano sia l'ispiratore della destraradicale italiana, ma di ciò non c'è traccia nella voce), un paio di enciclopedie tipo Garzantine (ma nella voce non c'è n'è traccia), Gelminello Alvi (che comunque lo inquadra fra gli "irregolari", ma nella voce non c'è traccia di ciò), Francesco Germinario (che lo stronca, ma di ciò nella voce non c'è traccia), Francesco Cassata (che lo stronca, ma nella voce si è fatto in modo di edulcorare in tutti i modi il suo pensiero su Evola, riportando il minimissimo indispensabile) e - infine - Franco Volpi. Quest'ultimo è in realtà l' unico ad essere in qualche modo "simpatetico" a Evola senza essere un neofascista evoliano. Ma anche Volpi nella voce manca totalmente. Mentre abbondano i neofascisti evoliani. Tutto ciò mi fa pensare che questa voce è stata pensata in maniera "finalistica", cioè: dato un risultato che si voleva raggiungere, si è lavorato per raggiungerlo. Poi sono esplosi vari problemi, tutti collegati da una parte a questa mala impostazione di fondo, dall'altra ad un uso variamente "disinvolto" delle fonti, con testi citati ma non letti, trascrizioni inventate, manipolazioni di frasi eccetera. Per quel che mi concerne, questa sarebbe una voce da rifare reimpostando completamente il materiale. E questo è quanto.--Presbite (msg) 16:40, 11 nov 2014 (CET)[rispondi]
Prendo atto di aver interpretato il progetto biografie in maniera totalmente errata. Prendo atto altresì che mancano molti autori che hanno detto qualcosa su Evola. Prendo però tuttavia anche atto del fatto che, al di là di qualche passaggio qui nella talk, nessuno di fatto ha mai contribuito a sviluppare la voce. Essendo io ad aver sviluppato la voce (quasi) da solo (e sostanzialmente dall'inizio) rigetto invece qualunque accusa di aver pensato la voce - come tu dici - in maniera finalistica. Spero a questo punto in un intervento fattivo di altri contributori volenterosi. --Janus (msg) 18:41, 11 nov 2014 (CET)[rispondi]
Scusami Janus: non voglio che il mio intervento qui sopra appaia troppo tranchant. Io non ho mai scritto su questa voce per un motivo molto semplice: ho letto un libro di Evola, e poi ne ho letto un secondo... senza mai riuscire a finirlo: ho sempre considerato troppo ostico il suo stile di scrittura, e francamente per com'è fatta la mia testa non ho trovato nulla d'interessante nelle sue teoriche, che considero una sorta di grandiosa immersione nell'oppio del nulla. Mentre ho sempre nutrito una notevole curiosità verso la cultura di destra (che io in realtà considero "ultradestra": per me la "destra" è il liberalismo) per quel che ha dato alla storia recente (massime negli ultimi cent'anni), e cioè per com'è riuscita ad ammaliare milioni di persone incarnandosi in alcuni dei più spietati regimi della storia. Sono sempre stato colpito dalla forza dei regimi illiberali, tanto da domandarmi se non ci sia qualcosa nella natura dell'uomo che tendenzialmente lo porta a desiderare di mettere la propria testa sul ceppo del boia, e il proprio cervello nelle mani del despota di turno, che sia il signor Hitler o il signor Mao. Sono stato tanto colpito da ciò, da aver letteralmente divorato a suo tempo i libri di Jesi e di parecchi altri autori che hanno studiato la questione per quel che concerne la destra. Spiattellato quindi qui il mio POV antievoliano, non posso fare a meno di notare però come tutti gli autori da me letti (con la parziale eccezione di Volpi) hanno sostanzialmente respinto il pensiero evoliano. Nella migliore delle ipotesi (Cacciari) perché lo ritengono lo scadente rimasticatore di cose altrui. Nella peggiore (Germinario e altri) perché lo ritengono un razzista immangiabile. Certo: alcuni teorici dichiaratamente razzisti - come un Claudio Mutti - tuttora esistono. E infatti Claudio Mutti apprezza Evola. Ma in generale il razzismo è un tabu della nostra civiltà. Anche perché potremmo dire che "abbiamo già dato". Venendo a questa voce: il rispetto delle regole wikipediane non c'entra col progetto biografie, ma con i pilastri di Teknopedia, ovverosia con i fondamenti dell'enciclopedia. Il pilastro cui faccio riferimento è quello del punto di vista neutrale. Che non significa "essere equidistanti", bensì "privilegiare il punto di vista maggioritario". E il punto di vista maggioritario su Evola - con buona pace di De Turris & co. - è che il finto barone è roba immangiabile. Il fatto che la voce appaia come "finalistica", mi pare assolutamente evidente. In effetti, com'è possibile che uno che conosce quel che è stato scritto su questo signore non prenda in considerazione nemmeno uno degli autori che hanno scritto su di lui, tranne gli evoliani? Delle due l'una: o non si conosce quel che è stato scritto su Evola, o non lo si è voluto appositamente citare qui. Mentre hanno fatto bella mostra di sé per mesi e mesi i pensieri distorti di Renzo De Felice (citato in modo tarocco) e Jesi. Già parecchio tempo fa avevo scritto che quest'ultimo autore veniva citato addirittura con dei virgolettati senza nemmeno aver letto il suo libro. Cosa francamente immangiabile. Ripeto: questo non vuole essere un giudizio su di te, ma sulla qualità della voce. Aggiungo un paio di notule fattuali: se tu ti leggi "Ritorneremo!" di Pier Giuseppe Murgia, "Gli orfani di Salò" di Antonio Carioti e una serie di articoli della stampa, scoprirai che non è vero che Evola venne assolto con formula piena nel processo ai FAR, e che a difenderlo non fu solo Francesco Carnelutti (notissimo principe del foro), ma anche l'ex ministro repubblichino Piero Pisenti. Negli anni successivi si cercò di costruire il "mito" di Evola innocentissimo, difeso gratis dall'antifascista Carnelutti. Ora: sarà anche stato antifascista il Carnelutti, ma in realtà aveva giurato fedeltà al regime in quanto professore universitario. Sarà stato pure antifascista, ma è notissimo che lavoro fianco a fianco col "fascistissimo" ministro Alfredo Rocco, che lo incaricò di redigere il nuovo codice di procedura civile. Sarà anche stato antifascista, ma scrisse dei noti testi di diritto corporativo che difese anche dopo il 1945. Sarà stato antifascista, ma fino al 1943 rimase allineato e coperto in Italia, salvo andarsene in Svizzera a svernare dopo la caduta del regime, fino ala liberazione. Sarà anche stato un antifascista, ma la Treccani di lui scrive: "L'intervento del Carnelutti nelle discipline penalistiche ebbe un carattere nettamente formalistico, e svolse una funzione solidale con quella della scuola "tecnico-giuridica", ed assolutamente inserita nella tendenza politica del regime fascista, volta a screditare, a tutto vantaggio di una politica criminale di concezione autoritaria le scienze criminologiche non formali di metodo sociologico, ed a scoraggiare sotto il profilo accademico studi non tecnico-giuridici sulla sanzione penale". Certo: Carnelutti non fu iscritto al PNF. Sai chi anche non era iscritto al partito? Evola. E non parlo delle cose maggiori, come per esempio l'estasiato ritratto evoliano delle SS che lui fece anche dopo la guerra. Ovviamente il ritratto postbellico non viene citato nella voce, che invece rileva come l'uomo fosse "tenuto sotto stretta sorveglianza" dal Corpo Nero nel periodo che lui trascorse in Germania. Quale fu questa "stretta sorveglianza", poi? Il fatto - per esempio - che vari ufficiali delle SS andavano ad ascoltare le sue orazioni tenute a Vienna o in altre località del Reich, e poi ne scrivevano una relazione per Himmler! Ecco quindi che anche nei piccoli particolari si annida in questa voce quel certo non so che di "blandamente corrivo" con Evola, di cui si dovrebbe parlare in termini tutt'affatto diversi. A mio parere.--Presbite (msg) 20:28, 11 nov 2014 (CET)[rispondi]

Nella voce c'è questo passo: La maggior parte delle critiche mosse ad Evola ed ai suoi studi sulla razza, sostanzialmente, cercano di dimostrare che il cosiddetto razzismo spirituale in realtà è una sofisticata costruzione teorica utilizzata dall'autore e, ancor più dai suoi epigoni, per celare il convincimento di un vero e proprio razzismo di matrice biologica, e che dunque c'è in realtà un filo diretto tra le teorie nazionalsocialiste e quelle evoliane, queste ultime solo apparentemente diverse.[67] La fonte indicata è un articolo di Rimbotti pubblicato sul sito juliusevola.it. Il problema è che Rimbotti dice esattamente il contrario. Attenzione: Rimbotti appartiene alla destra radicale ed è un estimatore di Evola. Nell'articolo indicato come fonte, Rimbotti polemizza con una certa destra post-moderna che cerca di dimostrare che Evola non fosse veramente razzista, e rivendica riguardo a Evola un "prendere o lasciare". Quindi citare Rimbotti per sostenere che i detrattori di Evola cercano di dimostrare che il cosiddetto razzismo spirituale in realtà è una sofisticata costruzione teorica utilizzata dall'autore e, ancor più dai suoi epigoni, per celare il convincimento di un vero e proprio razzismo di matrice biologica significa manipolare la fonte.--TBPJMR (msg) 21:25, 11 nov 2014 (CET)[rispondi]

Veramente l'articolo di Rimbotti dice esattamente quanto sintetizzato nella frase, ovvero che molti studiosi, come citato nell'articolo (Cassata, Germinario, etc.) sostengono che la teoria del razzismo spirituale di Evola sia fuffa. Francamente non riesco a capire che lettura dai di quanto scritto da Rimbotti. Ed anzi, ho proprio inserito lo scritto di Rimbotti per avvalorare tale tesi, proprio perché Rimbotti è un uomo di destra. Dunque, riepiloghiamo: 1) La maggior parte delle critiche mosse ad Evola riguarda il fatto che il razzismo spirituale in realtà nasconda un mero razzismo biologico; 2) A sostegno di tale tesi si cita (tra le altre cose) un articolo di Rimbotti che elenca parte di coloro che muovono tali critiche, ovvero: Germinario, Cassata, Lloyd Thomas.
Scusa, ma davvero proprio non comprendo... o sfugge qualcosa a me o sfugge qualcosa a te. Se Rimbotti dicesse il contrario (come tu sostieni), dovrebbe sostenere la tesi che il razzismo biologico e quello spirituale sono due cose diverse. Invece sostiene esattamente l'opposto, ovvero che non esistono differenze... --Janus (msg) 16:23, 12 nov 2014 (CET)[rispondi]
Rimbotti non sostiene che Cassata e Germinario cerchino di dimostrare. Rimbotti sostiene che Cassata e Germinario hanno dimostrato. Inoltre Rimbotti sostiene che è la destra post-moderna quella che cerca di dimostrare. In particolare cerca di dimostrare che razzismo spirituale e razzismo biologico siano due cose diverse. E Rimbotti è un Rechtsradikal: critica l'edulcorazione di Evola perchè rivendica Evola "in toto". Detto questo, Evola non ha elaborato la teoria del razzismo spirituale per "celare il proprio razzismo biologico". Perchè mai avrebbe dovuto celarlo? Evola ha elaborato la teoria del razzismo spirituale perchè per lui il razzismo biologico non bastava, era troppo poco. E per forza, era uno spiritualista!--TBPJMR (msg) 21:53, 12 nov 2014 (CET) P.S. E anche qua non si capisce perchè Cassata e Germinario debbano essere citati per il tramite di Rimbotti...--TBPJMR (msg) 22:00, 12 nov 2014 (CET)[rispondi]
Proviamo a dividere le cose, altrimenti - così, a naso - ho paura che non ne usciamo:
1) Se il problema è l'incipit possiamo sostituire cercano di dimostrare con sono tese a dimostrare. A mio avviso, in un argomento di questo tipo, è molto azzardato l'uso del verbo dimostrare al presente indicativo (non è una formula né un teorema matematico, ma l'interpretazione che alcuni danno del pensiero di un'altra persona). In alternativa l'incipit può essere che secondo Rimbotti i vari autori citati dimostrano che ....
2) Ho usato l'articolo di Rimbotti perché sintetizzava bene le posizioni critiche verso Evola, tutto qui.
Ciò detto, perché non rielabori il paragrafo? Lo potresti ad esempio ampliare. Oppure possiamo provare a rielaborarlo qui nella talk. Diamoci un minimo di metodo: va bene segnalare le cose che non vanno, ma spesso e volentieri - almeno nella mia personale esperienza di piccolissimo contributore di Teknopedia - ci vuole meno a correggere che a segnalare la correzione... --Janus (msg) 15:59, 13 nov 2014 (CET)[rispondi]

titolo nobiliare di Evola

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Non risulta da nessuna parte che Evola fosse barone. Non esiste alcuna evidenza di ciò in alcun albo delle famiglie nobili. Dire che si è di "origini" nobili o aristocratiche può essere detto da chiunque, considerato il moltiplicarsi della specie umana. Il padre era ferroviere e la madre lavorò a lungo in un ufficio postale della capitale. La famiglia è originaria del comune di Cinisi, presso Palermo. Si confronti la parte finale del libro di F. M. D'ASARO Evola: profeta del futuro, ISSPE, Palermo 2000 che ha fatto indagini specifiche in proposito. Propongo quindi la cancellazione delle parole "Il barone..." con cui comincia la voce su Evola.

Già avevo messo in rilievo questa cosa. Io non cancellerei: scriverei che nonostante venga chiamato "barone", egli non ha alcun titolo nobiliare. Sarebbe interessante capire se in vita lui favorisse questo vezzo.--Presbite (msg) 00:01, 7 dic 2014 (CET)[rispondi]
l'editore tedesco di Evola, Hans Thomas Hakl, scrisse di avere intervistato una volta una donna che conosceva bene Evola, la quale disse che la madre di Evola negò con fermezza una origine nobiliare della famiglia (al momento non ho però il riferimento bibliografico). Credo che non si possa dimostrare che ci fu un'intenzione evoliana a propalare la diceria; tuttavia mi pare fortemente probabile. Nulla di male comunque, poiché in Sicilia per "barone" si intende più spesso non un nobile ma una persona rispettabile.
qualcosa di non rilevante wikipedianamente parlando ma su questo forum si affronta l'argomento [1]--Jose Antonio (msg) 20:14, 7 dic 2014 (CET)[rispondi]
Mi sembra rilevante notare wikipedianamente invece che Evola non era barone né sua madre di origine nobiliare e le fonti della voce Evola nel Dizionario Biografico degli Italiani non documentate. Il libro di D'Asaro "Evola profeta del futuro" è più illuminante: Giulio Cesare Andrea ( Julius) Evola nasce dai cinisensi Vincenzo, impiegato delle ferrovie e possidente, e da Concetta Mangiapane, casalinga. Anche i nonni paterni e materni di Evola, rispettivamente agricoltori e "bottegari", erano di Cinisi. Julius aveva un fratello, Giuseppe Ettore, che fu ingegnere idraulico e poi Ispettore Capo del Genio Civile di Roma. Il padre del nostro personaggio, Vincenzo, dimorò, prima del suo trasferimento a Roma, in una casa di sua proprietà nei pressi della stazione ferroviaria di Cinisi. Dopo il trasferimento, Vincenzo tornò saltuariamente in tale abitazione con la sua famiglia. Balistreri scrive che i fratelli Evola ( Giulio e Ettore) risiedettero anche da adulti - cioè tra la fine degli anni Venti e l'inizio degli anni Trenta - per brevi periodi nella medesima dimora. Julius, nei periodi di vacanza trascorsi a Cinisi, amava frequentare suo cugino Vincenzo e famiglia. Infatti, una ancora vivente ( all'epoca in cui Balistreri fece le sue ricerche, cioé anni Novanta del secolo scorso) cugina del nostro pensatore, ebbe un ricordo piuttosto vivido di costui". Mangiapane non Frangipane!

<rientro>Le fonti che riportano in Frangipane il cognome della madre di Evola sono molteplici. Peraltro il Dizionario Biografico appare essere fonte attendibile. Il libro di Franz Maria d'Asaro un po' meno, nel senso che appare essere l'unico discordante. --Janus (msg) 14:47, 25 dic 2014 (CET)[rispondi]

All'anagrafe del comune palermitano di Cinisi risulta la madre di Evola essere una MANGIAPANE e non una FRANGIPANE. questa è UNA FONTE AUTOREVOLE, quindi avvalorare la voce di una origine nobile di Julius Evola significa danneggiare Teknopedia (articolo su Repubblica del 22-03-15, p.23).

Greetings:

I am an American seeker of forgotten things, utlagatus in my own land. For certain reasons, I am interested indirectly as to the authenticity of the "old nobiliary" status attached to Julius Evola, either first by himself, or other parties, I know not. In any case, I do understand Italian, but not perfectly (understatement). Are there any good-willed Italians of the Italian Teknopedia who could please summarize or paraphrase the "gist" of the above discussion? I believe I am interpreting the general meaning approximately correctly, but further help from my Italian brethren over the sea, would be appreciated greatly, if I am awarded such generosity. FRANGIPANE, MANGIAPANI/E, etc. - these lineal details do matter on a certain plane of reality.

Your fellow Italian, transplanted woefully into America by his over-idealistic ancestors, R. P.

(My surname = Palazzolo - and my family descends from the same exact territory of Cinisi, Palermo cited in relation to Evola.)

Thank you again and apologies if I have offended. I am the opposite of a typical American.

lunghezza eccessiva della voce Evola

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La voce mi sembra sproporzionatamente lunga: 20 pagine! Dopo tutto ad autori ben più importanti di Evola nella cultura ialiana ne sono state dedicate molto meno dalla stessa Enciclopedia (solo 6 a Benedetto Croce). Capirei solo se Evola avesse nella cultura italiana l'importanza di Dante Alighieri!

Collegamenti esterni modificati

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Gentili utenti,

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Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 19:21, 7 dic 2017 (CET)[rispondi]

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Genealogia

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I genitori di Giulio Cesare Evola furono Vincenzo Evola, nato il 4 maggio 1854 [2], e Concetta Mangiapane, nata il 15 agosto 1865 [3]. Erano entrambi nati a Cinisi. Vincenzo era figlio di Giuseppe Evola e Maria Cusumano. Giuseppe è riportato come "falegname". Concetta era la figlia di Cesare Mangiapane e Caterina Munacó. Cesare è riportato come "bottegaio". Vincenzo e Concetta si sposarono a Cinisi il 25 novembre 1892 [4]. Vincenzo è riportato come "capo meccanico telegrafico", mentre Concetta è riportata come "possidente". Seguendo una leggera variazione sulla convenzione di denominazione siciliana dell'epoca, Giulio Cesare fu parzialmente nominato come il nonno materno (il che significa che era probabilmente il secondo figlio maschio della coppia). --Alessandro Riolo (msg) 00:59, 10 mag 2019 (CEST)[rispondi]

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In caso di problemi vedere le FAQ.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 00:26, 13 lug 2021 (CEST)[rispondi]

Nomi del parentado

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Non vedo come possano avere rilevanza enciclopedica i nomi dei genitori e dei nonni, io li toglierei IlPoncio (msg) 13:20, 26 lug 2021 (CEST)[rispondi]

Anche le professioni e le date di nascita IlPoncio (msg) 13:21, 26 lug 2021 (CEST)[rispondi]