Discussione:Materialismo dialettico
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poco enciclopedico
[modifica wikitesto]Il primo paragrafo mi sembra soggettivo e poco enciclopedico.
Questa voce mi sembra poco enciclopedica. Manca completamente una definizione di materialismo dialettico, che dovrebbe costituire il primo paragrafo. A parte la parzialità, su cui non mi pronuncio non essendo un esperto in materia, il primo paragrafo parla dell'uso del concetto di materialismo dialettico per fini politici, ma non definisce cosa si debba intendere con il termine in questione, il che dovrebbe essere lo scopo principale di una voce enciclopedica.
Una definizione c'è: "Il materialismo dialettico è la filosofia del marxismo", senza spiegarne la caratteristica che la differisce da altre filosofie (per es. potrebbe essere: "dottrina della materia in movimento e logica della contraddizione"). Resta il problema di come si giustifichi una "filosofia marxista" con la fine della filosofia decretata da Engels, in quanto esautorata dalle scienze, dalla dialettica e dalla logica formale... --s.b. 10:05, 21 dic 2006 (CET)
A me pare francamente che l'avviso npov sia del tutto pretestuoso... se non è "enciclopedica", comunque la voce è pertinente sotto l'aspetto dei contenuti. Un'autorevole dizionario filosofico italiano recita: «Sistema filosofico, contenuto in germe nella concezione materialistica di Marx, elaborato in sistema da Engels, ulteriormente sviluppato da Lenin.» (punto) Cari amici, i nomi sono questi. Se il tutto sembra troppo comunista, allora togliamo ogni riferimento a questo abominio dell'umanità da WIKIPEDIA, e così la nostra coscienza ne sarà rasserenata. Propongo quindi di sostituire NPOV con STUB o l'invito a collaborare nella stesura della voce.
Una domanda: chi è GIM? --Ermetis 22:24, 1 set 2006 (CEST)
Chi è Ermetis? Io sto solo cercando di rendere più comprensibile, per quanto possibile questa roba. Se guardi la cronologia, puoi verificare l'evoluzione di questa voce e trarre le dovute conclusioni.GIM
- Chi è Ermetis lo puoi verificare immediatamente sulla mia pagina personale; non così con GIM. A me piace sempre sapere con chi parlo. E comunque cerca di capirmi: io sostengo che la tua non è una critica ai contenuti - che comunque non mi sembrano affatto incomprensibili - ma è una evidente petizione di principio: confondi il livello espositivo con quello ideologico. A mio parere, in questo articolo non c'è ideologia, e quindi non c'è NPOV. Tutto qui...
--Ermetis 22:58, 1 set 2006 (CEST)
E' chiaro che c'e' un BEL malinteso. Te stai giuducando un articolo DOPO che IO l'ho pesantemente modficato, come si puo' evincere dalla cronologia. Engels e Lenin ce li ho messi io... per fare un esempio. Ma la voce deve essere ancora pesantemente rivista. Comuqnue prima che io ci mettessi mano la voce era cosi':
- Il materialismo dialettico, un concetto mal usato che accrebbe la sua popolarità con coloro i quali difesero le tortuose politiche della Russia capitalista (URSS) e degli altri paesi a capitalismo di stato, acquisì i caratteri mistici di riconciliare tutti i punti di vista, persino i più contraddittori.Per quanto concerne il suo uso nella propaganda socialista, il materialismo dialettico fece la sua comparsa quando Karl Marx prese in prestito da Hegel il metodo dialettico o evolutivo di analisi dell’Uomo, della sua storia e delle sue opere. Ma Marx invertì il metodo di Hegel applicandolo al mondo. Per Hegel, il mondo era un riflesso dei processi mentali nella testa dell’uomo. Egli era un idealista. Per Marx, il processo mentale era un riflesso di un processo mondiale reale. Egli era un materialista.Fondamentalmente, ciò che Marx trattenne e applicò al mondo reale in confronto al mondo di idee fu (1) che non si doveva giudicare soltanto attraverso apparenze empiriche (altrimenti si poteva pensare che il Sole girasse intorno alla Terra) ma provare, con analisi teoriche, a scoprire che cosa poteva esserci sotto, (2) che ogni cosa è una parte connessa del complesso che è l’universo, e (3) che ogni cosa è in un costante processo di trasformazione in qualcos’altro, ma che questo cambiamento non è sempre costante ma comporta mutamenti improvvisi e intervalli. Si aggiunga a questo la visione materialista tradizionale, che la natura non-vivente precedette le forme viventi della natura, che come animali capaci di pensiero astratto e coscienti di sé gli esseri umani si sono evoluti da animali senza questa capacità, e che la mente e la coscienza non possono esistere separatamente da un corpo vivente, e si ha il “materialismo dialettico”.
Che ne pensi? Era o non era neutrale? E ora?GIM
Il aftto che sia RIMASTO dopo la modifica il TAG di NPOV e' una svista mia.GIM
- Beh... io di solito non vado a rileggermi tutta la cronologia, se no non farei altro nella vita. Che facciamo allora, togliamo NPOV?
--Ermetis 22:08, 2 set 2006 (CEST)
C'è in effetti da lavorarci sopra, ma è già stato un po' migliorato e pian pianino qualcosa di buono se ne può trarre. Mi sembra OK la divisione in capitoli Engels - Marx - Lenin - Popper, ma troppo semplificata la spiegazione positiva del m. d., mentre è molto dettagliata la presentazione della posizione di Popper, con un'osservazione finale del tutto NPOV. Inoltre non si può non aggiungere qualche osservazione sulla "canonizzazione" del materialismo dialettico nell'URSS da Stalin in poi (diamat). Cerco di buttare lì qualcosa prossimamente, è un argomento su cui posso umilmente dire di avere una certa competenza. --Mv 15:45, 5 set 2006 (CEST)
Domanda
[modifica wikitesto]Mi pare che stia diventando una voce piuttosto bella!GIM Pero' vorrei una delucidazione. Si scrive:
- e il contenuto positivo del marxismo, che rientra nella fattispecie delle teorie scientifiche, fa previsioni piuttosto precise ed è falsificabile.
A parte il fatto che strictu sensu si sta parlando del materialismo dialettico e non del marxismo, ma esattamente quali sono le previsioni precise di quest'ultimo ed in che senso e' falsificabile? Sarebbe meglio spiegare e citare. Non vi pare? (tra l'altro, Popper aveva da ridire anche sulla scientificita' del marxismo.)GIM
- Allora, la faccenda in realtà è molto più intricata di come l'ho cominciata a mettere giù, siamo sicuramente in una fase di "lavori in corso" (anzi, sarebbe meglio aggiungere un avviso su questo). Pensieri sparsi (anche Ilaria dia un'occhiata):
- Engels dice (per esempio nella polemica con Dühring) che la logica e la dialettica sono le "scienze del pensiero umano" e che in quanto tale non solo sono falsificabili ma sono anche decisamente approssimative. È interessante il ragionamento fatto a questo proposito: Engels elenca varie discipline e nota come in tutte vi siano affermazioni dubbie che rendono impreciso parlare di "scienza esatta", ma che in alcune discipline le "verità eterne" di cui sparla Dühring sono "particolarmente rare", per esempio la biologia, ma peggio ancora le "scienze storiche" (come la "sociologia" che all'epoca ancora non esisteva e di cui Marx ed Engels si considerano pionieri), e peggio di tutte le scienze che studiano il pensiero umano, come la logica e la dialettica (e oggi aggiungeremmo la psicologia). Lungi dal vedere la dialettica come un "postulato", quindi, Engels qui la descrive come una scienza delle più falsificabili (cioè in un certo senso già false, visto che per Engels le teorie scientifiche sono sempre inesatte).
- Engels dice però anche che il pensiero umano "riflette il mondo". Per Marx ed Engels il pensiero è un riflesso (non meccanico però) del mondo esterno sul cervello (fatto di sola materia e non "abitato" dal "fantasma" dell'anima), e pertanto le categorie umane non sono arbitrarie ma rispecchiano il modo di svilupparsi (le "leggi di movimento" nel loro gergo) della materia. Per questa ragione la dialettica non è solo la scienza del pensiero, ma anche la descrizione (filosofica e non propriamente scientifica) delle leggi di movimento "generali" della materia. In questo senso il materialismo dialettico è un metodo, è una chiave di lettura e non una teoria scientifica. Viene detto esplicitamente (andrò a trovare la citazione, ma c'è) che le tre generalissime leggi della dialettica non possono sostituire l'analisi concreta, propriamente scientifica, di come nei singoli casi particolari questo "modo di esistenza" dialettico della materia si realizzi.
- Guardate che questa delle "leggi di movimento generali della materia" è un'idea molto meno bizzarra di quanto non si creda: è l'idea di "grande paradigma" che viene usata sistematicamente dalla scienza nella sua storia per "inquadrare" in maniera molto generale fenomeni diversi. Newton aveva un paradigma geometrico, delle leggi di natura come il risultato di "forze" che fanno tracciare "traiettorie" ai "corpi", che è stato applicato per analogia ai campi più disparati (per decenni si è tentata di spiegare la vita come prodotto di una forza fondamentale al pari della gravità o dell'elettricità...); questo grande paradigma ha retto secoli ed è stato messo in crisi solo dallo sviluppo della termodinamica che ha mostrato come le cose siano nettamente più complicate. Il grande paradigma che si sta aprendo negli ultimi decenni con la teoria del caos e della complessità, con il contributo di scienziati come Prigogine (che dichiara esplicitamente un interesse verso il materialismo dialettico) e altri, cerca di mettere in ordine il casino che si è creato nel giro di un secolo dalla convivenza impossibile fra il "newtonismo" e la scienza post-newtoniana (evoluzionismo, termodinamica con le sue irreversibilità, meccanica quantistica nelle sue varie interpretazioni, per certi versi relatività anche se è la meno problematica da questo punto di vista, ecc.), e apre concetti come le strutture dissipative, la distanza dall'equilibrio, l'irreversibilità, i "pattern" di sviluppo, la dipendenza dalle condizioni iniziali, le "biforcazioni", la complessità, che sono tutti concetti che non sono "falsificabili" nel senso ristretto di Popper, perché sono "al di sopra" delle singole teorie scientifiche (falsificabili). Si tratta della generalizzazione di alcuni "tratti comuni" che sembrano raggruppare alcuni concetti di massima che si ritrovano pressoché in tutti i campi dello scibile umano.
- Popper (di cui ho un'opinione bassissima, lo ritengo fondamentalmente un bravo divulgatore di banalità che si dà molte arie) a quel che ho capito critica sia il marxismo sia il materialismo dialettico. La "critica" del marxismo che fa Popper è una cosa del tipo "OK, allo schiavismo è seguito il feudalesimo, al feudalesimo è seguito il capitalismo, e perché mai questo dovrebbe dimostrare che al capitalismo seguirà qualcosa d'altro?". Non mi pronuncio sulla profondità di questa "confutazione" del marxismo, ad ogni modo a fianco a questo picco del pensiero umano il filosofo ci regala un altro guizzo di genialità, e cioè appunto la sua confutazione del materialismo dialettico in quanto metodo filosofico; Popper dice: qualunque cosa che pensiamo la possiamo "raccontare" in termini di tesi-antitesi-sintesi, perché si tratta di un paradigma talmente generale che ci possiamo far star dentro qualunque cosa. In questo c'è un elemento di verità, dal punto di vista di un materialista dialettico: essendo la dialettica sia il modo di esistenza della materia sia una descrizione generale del pensiero umano più progredito (perché in realtà esiste anche il pensiero formalistico, metafisico, che non è affatto dialettico), è naturale che sia quasi "impensabile" qualcosa che non rientri in questo schema.
- Il fatto è che in realtà il modo di pensare dialettico non produce predizioni o spiegazioni, che è compito delle teorie scientifiche, è più che altro un indirizzo generale sulla direzione da dare alla ricerca; l'idea è: se vedo che qualcosa si trasforma da A a B, più che cercare una forza esterna che crei una transizione da A a B e perdermi nello scoprire la definizione astratta della linea di separazione netta tra A e B, è probabilmente più proficuo scoprire le contraddizioni interne ad A che lo spingono a "negarsi" per diventare qualcosa di altro, in un processo che avrà sicuramente un punto di rottura qualitativa ma che non è una trasformazione istantanea da una cosa ad un'altra, perché nel corso della trasformazione prima A avrà in sé un germe di B e poi B avrà in sé un residuo di A e il confine tra i due è sicuramente più o meno fuzzy. Non è una teoria scientifica vera e propria, ma non è nemmeno un'idea così neutrale che si possa "appiccicare" su tutto.
- Il materialismo storico, invece, cioè il marxismo inteso come studio e previsione dei fenomeni storici, è una teoria scientifica che fa previsioni piuttosto precise, per quanto sia permessa la precisione in un terreno del genere (sfido chiunque a trovare previsioni precise e soprattutto che si siano poi realizzate fatte dagli economisti non marxisti eppure è chiaro che l'economia è una disciplina scientifica sebbene molto meno sviluppata del materialismo storico). Per esempio teorici marxisti previdero entrambe le guerre mondiali, tanto per dirne una. La previsione fondamentale del marxismo, cioè lo sviluppo della lotta di classe tra borghesia e proletariato sino al tentativo da parte di quest'ultimo di conquistare il potere politico, si è realizzata e questo conflitto, ai tempi di Marx ancora a livelli assolutamente embrionali, ha segnato decisivamente tutto il periodo successivo e di fatto è tuttora centrale. La tendenza del capitalismo verso la concentrazione e il monopolio, verso la proletarizzazione di milioni di persone, verso la formazione di un contraddittorio mercato mondiale ecc. è del tutto confermata dagli sviluppi successivi.
- Seguirà altro su cui meditare... :-) --Mv 10:17, 12 set 2006 (CEST)
Una domanda all'autore della voce
[modifica wikitesto]Nella "Dialettica della natura" Engels dice che "le leggi della dialettica vengono ricavate per astrazione tanto dalla storia della natura come da quelle della società umana". Queste "leggi" generali si riducono fondamentalmente a tre:la legge della conversione della quantità in qualità, la legge della compenetrazione degli opposti, la legge della negazione della negazione. Ma,aggiunge,"tutte e tre sono state sviluppate da Hegel, nella sua maniera idealistica, come pure leggi del pensiero".L'errore, dice Engels, consiste nel fatto che queste leggi non sono state ricavate dalla natura e dalla storia, ma sono ad essa elargite dall'alto, come leggi del pensiero: e più avanti aggiunge:"Se noi capovolgiamo la cosa tutto diviene semplice,etc." Ma come mai Engels non si domanda come fu possibile ad Hegel scoprire "nella sua maniera idealistica" esattamente il viceversa delle leggi della natura e della realtà intera, per cui sarebbe bastato capovolgerle per avere non solo la chiave dell'"universo", ma anche un potente strumento per la ricerca scientifica? E resta insoluto il problema da dove mai cavò Hegel queste leggi il cui errore consiste nel fatto che "non sono ricavate dalla natura e dalla storia".L'autore della voce ha una risposta a questo quesito? Qui non si capisce come sia "vero" il materialismo dialettico nei confronti dell'idealismo, in quanto la contestazione del secondo è data soltanto dalla sua ingiustificazione metafisica.(a proposito del primo capoverso della Sua voce e seguito, Lei è davvero sicuro che per "rimettere sui piedi la dialettica hegeliana" Marx ed Engels intendessero la stessa cosa,e cioè ciò che dice Engels e che Lei definisce come materialismo dilettico tout court? Non Le pare che esista tra questa posizione di Engels quanto scrive Marx nel "Capitolo VI inedito" del 'Capitale' un contraddizione irriducibilmente ostile? Richiamo la sua attenzione sul fatto che la polemica di K.R.Popper non avrebbe avuto alcun argomento SE fosse stata indirizzata alle posizioni marxiane ed, in effeti, Popper polemizza di fatto con Engels). Grazie per l'attenzione.--Piero sagnibene 20:42, 20 dic 2006 (CET)
- Hegel viveva nel nostro stesso pianeta e quindi anche le sue convinzioni idealiste non potevano impedirgli, in quanto persona intelligente e di cultura, figlia volente o nolente dello "spirito del suo tempo", di subire la fascinazione dell'esperienza concreta e della realtà materiale. Hegel cava dalla natura e dalla storia alcune sue concezioni, ma non dichiara di averle cavate da lì. Questo è il punto.
- Sulla contrapposizione tra Marx ed Engels, con Marx idealisteggiante ed Engels che invece vira verso il materialismo volgare (seguito poi da Plechanov e Lenin), so bene che esiste questa scuola interpretativa, a mio parere basata su un'incomprensione della combinazione indissolubile dei due termini della questione: materialismo e dialettica. Chi ritiene i due termini fondamentalmente inconciliabili, dice sempre che chi sembra più dialettico (Marx) non era materialista e chi sembra più materialista (Engels) non era dialettica. Io non sono d'accordo, secondo me chi pensa questo è rimasto indietro di qualche centinaio di anni (anche dal punto di vista scientifico), ma è un'idea con una certa diffusione quindi semmai la si potrebbe affrontare nel paragrafo "controversie".
- Ribadisco: qui non si parla delle mie idee ma di quelle idee che, sbagliando o no, sono state considerate nella storia come "materialismo dialettico". --Mv 18:01, 23 gen 2007 (CET)
Il termine empiriocriticismo è di Ernst Mach.--Piero sagnibene 13:29, 22 dic 2006 (CET)
Gentile redattore della voce, nello scritto di Marx c'è davvero poco e molto di non-Marx. Credo che il lettore abbia il diritto di conoscere sia il pensiero di Marx sia le 'varianti' engelsiane,plekanoviane ed,infine,leniniane. Ma avrebbe anche il diritto di conoscere il senso esatto delle polemiche che seguirono alle macroscopiche deformazioni e contraffazioni operate da Plekanov sia su Marx che su Engels. Lenin commise l'errore di fidarsi di Plekanov come filosofo. Gli aggettivi che Lei utilizza ed i concetti che esprime sono estranei alla storia del bolscevismo, frutto delle ulteriori contraffazioni staliniste. Marx è un punto di forza dell'evoluzione umana, trattiamolo con rispetto, e trattiamo con rispetto anche un grande rivoluzionario come Lenin che mantenne sempre la più alta considerazione per Bogdanov come pensatore, al di là delle polemiche (polemiche molto diverse da quelle che Lei riporta). Lei descrive uno strano personaggio, un Lenin sub specie staliniana, che a me appare come una caricatura.E, per favore,mi dica da dove viene l'affermazione che Mach,Avenarius,Bogdanov,Bazarov,Juskevic,etc. ritenevano irrilevante l'esistenza del mondo esterno. Ha mai sentito dire che la teoria della relatività fu espressa da Ernst Mach per primo? ha mai veramente letto gli autori che cita e sui quali esprime giudizi? Lei non crede che un'enciclopedia ha innanzitutto un dovere di verità nei confronti del lettore? Lei non crede che per citare un autore bisogna conoscerlo?--Piero sagnibene 14:00, 22 dic 2006 (CET)
- Ho cercato di sintetizzare (dobbiamo anche cercare di fare articoli che spieghino qualcosa in uno spazio ragionevole), ma si potrebbe benissimo scrivere "alcuni dei pensatori con cui Lenin polemizza". Anzi, ora lo cambio OK? Ad ogni modo è innegabile che un punto centrale dell'agnosticismo filosofico (nel senso in cui Lenin intende questa definizione) è proprio la considerazione che l'oggettività del mondo sia una questione "metafisica" in qualche modo indecidibile e insignificante (tipo "sesso degli angeli"). Sto esponendo e spiegando il pensiero di Lenin, se lo ricordi. --Mv 18:01, 23 gen 2007 (CET)
Considerazione
[modifica wikitesto]Non mi aspettavo certo una risposta, e difatti non c'è stata. L'autore della voce mostra chiara inconoscenza non soltanto degli scritti di Karl Marx ma, addirittura, degli stessi scritti di Engels che cita. Una voce di contenuto filosofico non è un esercizio di propaganda, e per parlarne bisogna almeno...conoscerla. Faccio notare al lettore che in questa esposizione Marx è diventato un Hegel 'capovolto'. E' evidente che quì non è stato compreso il superamento dell'hegelismo operato da Marx (ma non da altri). --Piero Sagnibene 04:23, 13 gen 2007 (CET)
- Caro Piero, lei continua a sembrare molto maleducato, probabilmente solo perché non sa bene usare Teknopedia. Le dico con la massima cordialità di seguire il link "Aiuto" per comprendere meglio il funzionamento di questo sito. Per esempio, se richiede una mia risposta in tempi rapidi è necessario che Lei scriva nella mia pagina individuale invitandomi a rispondere, invece di lamentarsi qua sopra perché La ignoro. Per quanto riguarda il materialismo dialettico, ritengo di saperne abbastanza ma se desidera migliorare la voce provi a farlo. Ho visto che ha fatto delle modifiche che sono tuttavia piuttosto scadenti e su cui quindi interverrò appena ne avrò tempo. Questa pagina è sul materialismo dialettico ed è una voce enciclopedica, non si può utilizzarla per difendere l'onore offeso di Bogdanov; ammetterà che in qualunque enciclopedia cartacea al mondo, non solo in quelle di produzione sovietica, quando si parla di materialismo dialettico si parla di Marx, Engels, Lenin e poi eventualmente di qualche altro autore. Se ne potrà dispiacere, ma questo non è il posto per ricerche originali. Va benissimo invece precisare tutto il precisabile e per questo tipo di contributi La ringraziamo tutti quanti. --Mv 16:56, 23 gen 2007 (CET)
Osservazione per il Sig.Mv
[modifica wikitesto]La riduzione del marxismo all'engelismo e poi la riduzione di questo al plekanovismo fino al leninismo, compresi abbagli, deformazioni, rozze approssimazioni ed altro,fu la tipica impostazione della filosofia sovietica; ciò fu ovviamente possibile riducendo ad icone mute o cancellando i filosofi marxisti che, in quanto tali erano per nulla utilizzabili dal regime (Rosa Luxembourg,Bogdanov, Pannekoek, Korsch, e tanti altri, su Rosa Luxembourg Trotzij scrisse un articolo molto istruttivo per quanta riguarda queste opoerazioni che Lei, a quanto pare, insiste nel ritenere valide). Fu una vera e propria operazione di disarmo, un sorta di fucilazione culturale nella quale fu sacrificato anche il meglio di Engels e di Lenin, mummificato, quest'ultimo, non soltanto nel corpo. Forse un'enciclopedia, nel richiamare fatti e concetti deve anche avallare le versioni ufficiali? o può essa stessa dire una parola di verità ed indicare al lettore un campo di ricerca più vasto, dove ricostruire la storia vera, e non contraffatta, del pensiero?--Piero sagnibene 11:12, 10 feb 2007 (CET)
- Io non "insisto nel ritenere valide" le deformazioni fatte dallo stalinismo del pensiero filosofico marxista. Io "insisto nel ritenere valida" l'opinione espressa da Lenin nel suo capolavoro filosofico; si noti che Lenin, che chiaramente resta nel solco di Plechanov su questa faccenda, non manca ciò nonostante di prenderne le distanze nel testo, dicendo che le formulazioni più o meno manchevoli di Plechanov non possono essere usate per inficiare le posizioni di Marx ed Engels. Lenin non considerava Plechanov una auctoritas in campo filosofico, semplicemente riconosceva che su varie questioni aveva correttamente interpretato, grosso modo, il pensiero di Engels (questo in fondo lo riconosce anche Lei, solo che ritiene che Engels abbia travisato Marx, posizione che io non condivido per quanto ovviamente i due autori diedero accenti ed enfasi diverse a vari aspetti della complessa e poliedrica dottrina dialettico-materialista).
- Ad ogni modo, cosa deve fare Teknopedia? deve "avallare le versioni ufficiali"? La risposta in un certo senso è sì, purché venga chiarito che la versione ufficiale può non essere vera, che possono esistere varie "versioni ufficiali" (cioè le versioni ufficialmente sostenute da vari gruppi, correnti, organizzazioni, istituzioni ecc.) e purché si indichino le controversie significative esistenti sul tema. Cito:
«
- Se un punto di vista (o un fatto) è condiviso dalla maggioranza, dovrebbe essere facile comprovarlo con riferimenti a testi comunemente accettati.
- Se un punto di vista (o un fatto) è sostenuto da una minoranza significativa, dovrebbe essere facile citare degli "esponenti di spicco" (ad esempio una voce dovrebbe indicare le controversie ma non schierarsi).
- Se un punto di vista (o un fatto) è sostenuto da una minoranza molto limitata o estremamente piccola, non può appartenere a Teknopedia (ad eccezione forse di alcune voci ausiliarie): indipendentemente dal fatto che sia vero o falso, che si possa provare o meno.»
- Capisco che questa policy possa non piacere, però non siamo noi ad averla decisa. Dia una lettura alla policy! Naturalmente cosa sia ricerca originale e cosa sia un punto di vista di un certo peso è un dato di fatto che si determina all'esterno di Teknopedia, nel mondo, e non al suo interno. Veda la policy come un invito a far prevalere la propria opinione, se suffragata dai fatti, nel mondo. --Mv 11:41, 12 feb 2007 (CET)
Origine del termine
[modifica wikitesto]Ho notato che la versione inglese della pagina attribuisce l'origine del termine non a Lenin, bensì a en:Joseph_Dietzgen. Secondo la versione spagnola, invece, è stato es:Georgi_Plejánov (con tanto di fonte). Qualcuno è in grado di mettere ordine nella cosa?
Controversie
[modifica wikitesto]Ancora una volta trovo che qualcuno ha messo Popper come il prezzemolo nella minestra. Ma Popper pretende di giudicare le altre discipline alla luce di una disciplina privilegiata, la scienza. Questa credenza in una disciplina superiore alle altre è metafisica. Non si può dimostrare che la scienza sia in diritto di ergersi a giudice delle altre forme di conoscenza. Lo spiegava meglio di me Kurt Gödel. E allora smettiamola di riportare i giudizi di un saccente sulle cose che non sa.Truman (msg) 14:54, 26 gen 2011 (CET)
- La critica di Popper è sacrosanta per un motivo molto semplice. Non è Popper che pretendeva di giudicare il marxismo alla luce della scienza, piuttosto erano i marxisti che affermavano la scientificità delle loro teorie. Popper allora semplicemente si chiedeva se fosse vero che, epistemologicamente, il marxismo potesse essere messo sullo stesso piano di teorie fisiche come la gravitazione universale di Newton o la relatività di Einstein. Ed è a questo punto che invece Popper scoprì una differenza fondamentale tra le note teorie fisiche ed il marxismo, ovvero la falsificabilità: le prime sono falsificabili, il secondo no; pertanto non sono sullo stesso piano. La falsificabilità non è un concetto definito a priori da Popper e poi applicato al marxismo per criticarlo, bensì è proprio la differenza epistemologica fondamentale che Popper scoprì tra marxismo e teorie fisiche. Pertanto se con "scientifico" intendiamo cose come la gravitazione universale di Newton o la relatività di Einstein, allora questo stesso aggettivo non può essere attribuito al marxismo. Qui le parole di Popper. --}{ybrid∫linky (Respect! Walk! Are you talking to me?) 19:53, 12 mar 2011 (CET)
- Evitiamo di trasformare questa pagina in un forum di discussione. Popper va riportato in questa voce perché è uno dei pochi oppositori del marxismo che si sia preoccupato di parlare del materialismo dialettico. Quello che ha sostenuto Popper è ben ricordato dall'intervento che mi precede; ovviamente si tratta di un punto di vista, per i marxisti invece le loro conclusioni sono falsificabili quindi scientifiche anche secondo il criterio di Popper. La questione importante è anche un'altra, ovvero la differenza fra materialismo dialettico come "metodo" o "paradigma" del marxismo e le proposizioni falsificabili che sono derivate con questo metodo o nel quadro di questo paradigma; non so se Popper fosse cosciente o ammettesse della differenza tra questi due "livelli", che era invece chiarissima per Marx ed Engels. --Mv (msg) 10:54, 19 apr 2011 (CEST)