Tipologia
Il termine tipologia è un neologismo scientifico entrato in nella lingua italiana attraverso il francese typologie[1] (1841) e l'inglese typology[2] (1845). Nelle parole composte il suffisso -logia* (dalla radice di λέγω, verbo greco con ricca estensione semantica: "raccolgo", "parlo", "calcolo") sta sia per raccolta/collezione di, come in "antologia" (dal greco classico: "florilegio"), sia per discorso su/scienza di, sul modello di "antropologia" (XVI sec: "scienza dell'uomo"). In italiano tipologia, come gli analoghi europei, significa quindi: raccolta ragionata o classificazione dei tipi, o anche: studio o discorso sui tipi [3]. Sta tuttavia prendendo piede, non solo nella lingua parlata ma addirittura nei testi di legge, un uso erroneo del vocabolo, con significato di “tipo” o “classe”. Il termine viene impiegato più specificatamente in vari campi:
- Tipologia – in archeologia, classificazione tramite raggruppamento in tipi (tipo=modello), gruppi e classi tipologiche, degli oggetti in base alle loro caratteristiche; il tipo può essere composto da più varietà e comprendere varianti
- Tipologia edilizia – enucleazione di modelli, sia per l'insieme sia per i particolari, delle costruzioni architettoniche ed edilizie
- Tipologia – in antropologia, divisione della cultura per razza
- Tipologia – ramo della linguistica che confronta le proprietà dei linguaggi al di là delle loro relazioni genetiche (vedi tipologia linguistica e tipologia morfologica)
- In sociologia, termini tipologici sono stati sviluppati da Ferdinand Tönnies (vedi tipo normale) e Max Weber (vedi tipo ideale)
- Tipologia – per i cristiani, l'interpretazione di racconti e leggi cerimoniali dell'Antico Testamento della Bibbia come prototipi (rappresentazioni) o allegorie di eventi futuri narrati dal Nuovo Testamento