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Utente:Emanuele676/1980 Damascus Titan missile explosion
Incidente nucleare di Damascus esplosione | |
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Tipo | errore umano |
Data inizio | 18 settembre 1980 intorno alle 18:30 (UTC-4) |
Data fine | 19 settembre 1980 intorno alle 3:00 (UTC-4) |
Luogo | Bradley Township |
Infrastruttura | Launch Complex 374-7 |
Stato | Stati Uniti |
Stato federato | Arkansas |
Contea | Contea di Van Buren |
Coordinate | 35°14′42″N 92°14′06″W |
Causa | caduta di una chiave a bussola |
Conseguenze | |
Morti | 1 |
Feriti | 21 |
Mappa di localizzazione | |
L'incidente nucleare di Damascus[1] è avvenuto il 18-19 settembre 1980 presso il Launch Complex 374-7 nella zona rurale dell'Arkansas quando un missile balistico intercontinentale LGM-25C Titan II dell'United States Air Force, caricato con una testata W53 da 9 megatoni[2], ha subito un'esplosione di combustibile liquido all'interno del suo silo.
L'incidente è iniziato con una perdita di carburante alle 18:30 del 18 settembre ed è culminato con l'esplosione alle 3:00 circa del 19 settembre, che ha causato l'espulsione della testata dal suo silo. La testata è atterrata a breve distanza e non è andato perso alcun materiale radioattivo.[3]
Complesso di lancio
[modifica | modifica wikitesto]Il Launch Complex 374-7 era situato nella Bradley Township, un terreno agricolo nella contea di Van Buren, a 5,3 km a nord-nord-est di Damascus e circa 52 miglia (84 km) a nord di Little Rock.[4]
La struttura dello Strategic Air Command della Little Rock Air Force Base era, al momento dell'esplosione, uno dei diciotto silo sotto il comando del 308° Strategic Missile Wing[5], in particolare uno dei nove silos del 374° Strategic Missile Squadron.
Incidente
[modifica | modifica wikitesto]Giovedì 18 settembre 1980 intorno alle 18:30 David F. Powell e Jeffrey Plumb, due aviatori della squadra A del Propellant Transfer System (PTS), stavano controllando la pressione del serbatoio dell'ossidante di un missile Titan II presso il Launch Complex 374-7 della Little Rock Air Force Base.[6]
Powell aveva portato nel silo una chiave a bussola, lunga 3 piedi (0,91 m) e pesante 25 libbre (11 kg), invece di una chiave dinamometrica, quest'ultima imposta allora da due mesi dai regolamenti dell'Air Force.[7] Powell ha affermato in seguito che era già sottoterra con la sua tuta di sicurezza quando si era reso conto di aver portato la chiave sbagliata.[7] La bussola di 9 libbre (4,1 kg) si è staccata dal cricchetto ed è caduta per circa 80 piedi (24 m) prima di rimbalzare contro la piattaforma di sostegno e perforare la struttura del missile sopra il serbatoio del primo stadio, causando la fuoriuscita di una nube di carburante Aerozine 50[8], un propellente ipergolico con l'ossidante del Titan II, il tetrossido di azoto, che era conservato in un secondo serbatoio nel primo stadio del razzo, direttamente sopra il serbatoio del carburante e sotto il secondo stadio e la sua testata nucleare W-53 da nove megatoni[9].
L'equipaggio di combattimento missilistico e la squadra PTS hanno evacuato il centro di controllo del lancio mentre le squadre di intervento militari e civili sono arrivate per gestire la situazione critica.[senza fonte] Il tenente generale Lloyd R. Leavitt Jr., vice comandante dello Strategic Air Command, ha guidato gli sforzi per salvare il complesso di lancio.[10] Si temeva un possibile crollo del serbatoio del primo stadio, ormai vuoto, che avrebbe potuto causare la caduta e la rottura del resto del missile, permettendo all'ossidante di entrare in contatto con il carburante già fuoriuscito nel silo.[senza fonte]
Esplosione
[modifica | modifica wikitesto]Nelle prime ore del mattino del 19 settembre una squadra investigativa del PTS composta dal Senior Airman David Lee Livingston e dal Sergente Jeff K. Kennedy è entrata nel silo.[senza fonte] Poiché i loro rilevatori di gas indicavano un'atmosfera esplosiva ai due è stato ordinato di evacuare.[senza fonte] Successivamente alla squadra è stato ordinato di rientrare nel silo per accendere una ventola di scarico.[senza fonte] Livingston è rientrato nel silo per eseguire l'ordine e poco dopo, intorno alle 3:00, il carburante ipergolico è esploso, probabilmente a causa di un arco elettrico nella ventola di scarico.[senza fonte] L'esplosione iniziale ha spinto il portello del silo da 740 tonnellate lontano dal silo e ha espulso il secondo stadio e la testata.[senza fonte] Una volta fuori dal silo il secondo stadio è esploso.[senza fonte] La testata W53 è atterrata a circa 100 piedi (30 m) dal cancello di ingresso del complesso di lancio.[3] Le sue caratteristiche di sicurezza hanno impedito qualsiasi perdita di materiale radioattivo o detonazione nucleare.[3]
Conseguenze
[modifica | modifica wikitesto]Livingston è morto in ospedale e altre 21 persone che si trovavano nelle immediate vicinanze dell'esplosione sono rimaste ferite.[3] Kennedy ha avuto problemi respiratori dovuti all'inalazione di ossidante ma è sopravvissuto.[senza fonte] Livingston è stato promosso postumo a Staff Sergeant.[senza fonte] Kennedy, inizialmente lodato come un eroe, in seguito ha ricevuto una lettera ufficiale di rimprovero per il suo primo ingresso nel complesso in quanto è emerso che non aveva rispettato l'ordine di stare lontano.[7]
All'alba l'Air Force ha recuperato la testata[11] che è stata riportata all'impianto di assemblaggio di armi di Pantex[12].
L'intero complesso di lancio dei missili è stato distrutto e non è mai stato ricostruito per motivi di costi.[3] Tonnellate di detriti sono stati raccolte dai 400 acri (1,6 km²) che circondavano la struttura e il sito è stato sepolto sotto un cumulo di ghiaia, terra e piccoli detriti di cemento.[3] Il terreno è ora di proprietà privata.[13] Il sito è stato inserito nel National Register of Historic Places il 18 febbraio 2000.[3]
Nei media
[modifica | modifica wikitesto]Un film per la televisione del 1988, Emergenza nucleare, è basato su questo evento.
L'episodio Il terzo incomodo della serie televisiva Scorpion è in gran parte basata su questo evento.
Nel settembre 2013 Eric Schlosser ha pubblicato un libro, intitolato Comando e controllo. Il mondo a un passo dall'apocalisse nucleare (Command and Control: Nuclear Weapons, the Damascus Accident, and the Illusion of Safety)[14], che si concentra sull'incidente di Damascus e su altri incidenti di broken arrow durante la guerra fredda.[15] Il 10 gennaio 2017 è stato distribuito dalla PBS, come parte della serie American Experience, un documentario intitolato Command and Control del regista Robert Kenner, basato sul libro di Schlosser.[16][17]
Il racconto di Jeffrey Plumb sul suo ruolo nell'incidente è stato inserito in un episodio del 2017 della trasmissione This American Life di WBEZ.[18]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Schlosser
- ^ Schlosser, p. 17
- ^ a b c d e f g (EN) Mark K. Christ, Titan II Missile Explosion (1980), su Encyclopedia of Arkansas, 24 giugno 2024. URL consultato il 19 novembre 2024.
- ^ (EN) Missile silo blast kills 1, hurts 21; no radiation leak, in St. Petersburg Times, 20 settembre 1980. URL consultato il 19 novembre 2024.
- ^ Schlosser, p. 22
- ^ Schlosser, pp. 17-19
- ^ a b c Walter Pincus, 'Hero' of Titan II Missile Explosion Is Reprimanded by Air Force, su The Washington Post, 12 febbraio 1981. URL consultato il 21 novembre 2024 (archiviato il 21 novembre 2024).
- ^ Schlosser, p. 21
- ^ Schlosser, p. 18
- ^ Walter Pincus, Colonel Replaced in Action Linked to Fatal Titan Explosion, su The Washington Post, 8 dicembre 1980. URL consultato il 21 novembre 2024 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2024).
- ^ (EN) Air Force truck removes damaged warhead, in Eugene Register-Guard, 22 settembre 1980. URL consultato il 21 novembre 2024.
- ^ (EN) Titan warhead flown to nuclear arms plant, in Lewiston Morning Tribune, 24 settembre 1980. URL consultato il 21 novembre 2024.
- ^ Schlosser, p. 480
- ^ Eric Schlosser, Comando e controllo. Il mondo a un passo dall'apocalisse nucleare [Command and Control: Nuclear Weapons, the Damascus Accident, and the Illusion of Safety], traduzione di Luca Fusari, Mondadori, 15 maggio 2015, ISBN 9788804655121. URL consultato il 19 novembre 2024.
- ^ (EN) Walter Russel Mead, Atomic Gaffes, su The New York Times, 21 novembre 2024. URL consultato il 21 novembre 2024 (archiviato il 21 novembre 2024).
- ^ (EN) Command and Control | American Experience, su PBS, 25 aprile 2017. URL consultato il 21 novembre 2024.
- ^ (EN) Andrew O'Hehir, The night we almost lost Arkansas — a 1980 nuclear Armageddon that almost was, su Salon, 15 settembre 2016. URL consultato il 21 novembre 2024.
- ^ Human Error in Volatile Situations, su This American Life, 22 dicembre 2017. URL consultato il 21 novembre 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Eric Schlosser, Comando e controllo. Il mondo a un passo dall'apocalisse nucleare [Command and Control: Nuclear Weapons, the Damascus Accident, and the Illusion of Safety], traduzione di Luca Fusari, Mondadori, 15 maggio 2015, ISBN 9788804655121. URL consultato il 19 novembre 2024.
[[Categoria:Catastrofi nel 1980]] [[Categoria:Catastrofi negli Stati Uniti d'America]] [[Categoria:Incidenti nucleari|Damascus]]