Utente:Croberto68/Sandbox6
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Storia della diocesi di Roma
[modifica | modifica wikitesto]Sull'elezione del vescovo di Roma
[modifica | modifica wikitesto]- Cf questo contributo, purtroppo manca il seguito, ossia le pagine 20-24 (recensione)
Il Clerus urbis e la Romana Fraternitas
[modifica | modifica wikitesto]A partire dall'XI secolo si accentua quel processo, già iniziato nell'VIII secolo, che ha portato ad una distinzione nel clero della diocesi romana, tra clero palatino (o curiale o papale) e clero dell'urbe (clerus urbis). I primi erano dediti alle mansioni nella curia romana ed affiancavano il papa nel governo della Chiesa cattolica. I secondi invece avevano la responsabilità diretta del popolo, della cura delle anime e dell'amministrazione dei sacramenti. È soprattutto con l'XI secolo che cambia anche la figura del cardinale-presbitero, che, fino a quel momento, era a tutti gli effetti parroco della chiesa di cui portava il titolo. Ora invece il cardinale-presbitero, «non ha più una funzione all'interno del suo titolo, se non quella di un controllo saltuario e di un intervento nelle cerimonie più solenni», mentre la cura pastorale della parrocchia è affidata ad un membro del clerus urbis, in genere un arciprete,[1] che rilevò le funzioni che erano state dei cardinali-presbiteri[2]
I primi documenti che attestano l'esistenza di un clero urbano, distinto e autonomo rispetto al clero curiale, risalgono alla seconda metà dell'XI secolo.[3] Contestualmente cambia anche il concetto di Ecclesia romana, che passa ad indicare non più la chiesa della diocesi di Roma, ma i vertici della Chiesa cattolica, ossia il papa e il gruppo dei cardinali, predisposti al governo dell'intera Chiesa cattolica.[4]
Nel corso del XII secolo il clero urbano si trasformò in una vera e propria istituzione, organizzata in collegio, e raccolta attorno ad una società chiamata Romana Fraternitas, fraternità romana, la cui prima attestazione risale al 1127.[5] Questa organizzazione, dotata di una propria autorità, aveva lo scopo di organizzare e governare il clero di città.[6] Per un certo periodo, la Romana Fraternitas ebbe sede nella chiesa di San Tommaso ai Cenci. A capo di questa associazione c'erano dei rectores, che avevano, tra i loro principali compiti, quelli di distribuire le offerte raccolte, di regolare le processioni e i funerali, di dirimere le controversie sorte tra le parrocchie o tra gli ecclesiastici, di far eseguire i decreti papali,[7] di regolare la disciplina del clero[8]. Nel corso del XIV secolo la giurisdizione dei rettori si estese fino a diventare un vero e proprio tribunale ecclesiastico.[9]
La Romana Fraternitas si consolidò con una sua propria costituzione, emanata da papa Bonifacio VIII il 27 febbraio 1303 con il titolo di Publicum privilegium Statutorum et ordinamentorum Almae Urbis Fraternitatis.[2] L'associazione perse di potere e di funzione nel corso dello stesso secolo, a partire da papa Giovanni XXII.[2]
La nascita del Vicarius in spiritualibus
[modifica | modifica wikitesto]La trasformazione del clero di Roma e la sua distinzione in clero papale e clero urbano toccò anche il vertice del presbiterio romano, il suo vescovo, il papa. «Lo stesso papa, pur rimanendo, naturalmente, il vescovo di Roma, non svolgeva più certe funzioni tipiche della sua cura pastorale, quali la celebrazione della liturgia stazionale. Il governo spirituale della città venne affidato al cardinale vicario, la cui figura sembra essere istituzionalizzata nel secondo decennio del XII secolo».[10]
Non di rado, in precedenza, il vescovo di Roma, per motivi particolari, come per esempio la sua assenza dalla città, affidava la sua cura ad un vicario. Ma i documenti che ne attestano l'esistenza non permettono di definire se questa "vicaria" riguardava il papa come vescovo della città o il papa come capo della cristianità.[11]
Secondo Brambilla, i primi documenti che rivelano l'esistenza di un vicarius urbis, un vicario della città, risalgono al pontificato di papa Innocenzo III, tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo,[12] con Ottaviano Poli dei conti di Segni, menzionato nel 1198, e Pietro Gallocia, documentato nel 1206 e 1207.[13] Questi vicari avevano giurisdizione unicamente in spiritualibus, ossia nelle cose che riguardavano la salute delle anime e solo all'interno delle mura cittadine.[14] La prima nomina ufficiale e esplicita di un vicario per la città è quella di Tommaso Agni, nominato con la bolla Romanus Pontifex da papa Urbano IV il 13 febbraio 1264.[15]
Nella bolla Licet ad cunctos di papa Niccolò IV (28 giugno 1288) vengono definiti con più chiarezza e precisione i compiti e i doveri dei vicari del papa; questa lettera è importante perchè i suoi contenuti saranno utilizzati quasi letteralmente nelle successive bolle di nomina dei vicari pontifici.[16] Il ruolo e le funzioni del vicario per la città subì un'ulteriore evoluzione con i pontefici successivi, in particolare Bonifacio VIII (bolla Ecclesiarum omnium, 28 aprile 1299),[17] Clemente V (bolla Licet ad cunctos, 16 giugno 1307),[18] Benedetto XII (bolla Quamvis Nos, 6 marzo 1335),[19] e altri ancora. A partire dalla fine del XIV secolo i vicari del papa dovettero prestare un giuramento di fedeltà.[20]
I vicari del papa ebbero anche il potere di indire e presiedere i sinodi diocesani, come nel caso di Stefano nel 1386, Giovanni nel 1390, Daniele nel 1431 e un ultimo al tempo di papa Pio II (1458-1464).[21] Con papa Alessandro VI, è affidata in modo stabile e definitivo al vicario anche la giurisdizione e la cura degli Ebrei di Roma, con la bolla del 12 giugno 1501; queste disposizioni furono ribadite da papa Giulio II.[22]
Infine, il 28 novembre 1558 Paolo IV stabilì con decreto concistoriale che la carica di vicario spettasse a un cardinale.[23]
L'organizzazione parrocchiale nel XII-XVI secolo
[modifica | modifica wikitesto]- cf. mia cartella file pdf "di Carpegna Circoscrizioni", tratto da quest'opera - non lo trovo più online
- cf. voce Catalogo di Torino, per la bibliografia su questo elenco
- Susanna Passigli, Geografia parrocchiale e circoscrizioni territoriali nei secoli XII-XIV: istituzioni e realtà quotidiana, in Rome aux XIIIe et XIVe siècles. Cinq études réunies par Étienne Hubert, Rome, 1993, pp. 43-86 (archiviato dall'originale )
Fino al XII secolo era ancora in uso a Roma, almeno formalmente, la suddivisione del territorio diocesano in 7 regioni ecclesiastiche, che, secondo alcuni autori, erano derivate dalle 14 regioni di età augustea.[24] Ogni regione era costituita da diverse parrocchie, gli antichi tituli di epoca romana.[25] Risale alla fine del XII secolo uno dei più antichi e più completi cataloghi delle chiese di Roma, il catalogo di Cencio Camerario, contenuto del Liber Censuum, redatto nel 1192. In quest'elenco sono enumerate 294 chiese officiate da sacerdoti e altre 21 que sunt ignote et sine clericis, per un totale di 315 chiese.[26]
Lo sviluppo e la crescita dell'istituzione parrocchiale, concomitante con un aumento demografico della popolazione romana nel centro della città, ha portato nel XIII secolo ad una nuova organizzazione delle parrocchie, voluta dalla Romana Fraternitas, i cui rettori avevano suddiviso il terriorio diocesano in tre grandi settori, con sede nella basilica dei Santi XII Apostoli, nella chiesa di San Tommaso in Parione e in quella dei Santi Cosma e Damiano. Questa suddivisione è evidente nel cosiddetto catalogo di Torino, redatto nel al 1313, nel quale tutte le chiese elencate sono suddivise nei tre settori indicati.[27][28]
Bibliografia utilizzata
[modifica | modifica wikitesto]Sul Clerus urbis e la Romana Fraternitas
[modifica | modifica wikitesto]- libro non online di Carpegna Falconieri - recensione di 7 pagine qui (p. 299 del pdf)
- Tommaso di Carpegna Falconieri, «Romana Ecclesia» e «Clerus Urbis». Considerazioni sul clero urbano nei secoli centrali del medioevo, in Archivio della Società romana di storia patria, n. 122, 1999, pp. 85-104 (archiviato dall'originale )
- Tommaso di Carpegna Falconieri, Il clero di roma nel medioevo. Prime considerazioni, I quaderni del m.ae.s – Journal of Mediae Aetatis Sodalicium, vol. II, 1999, pp. 85-112
- Mariano Armellini, Le chiese di Roma dalle loro origini sino al secolo XVI, Roma, 1887, pp. 24-41
- Giovanni Ferri, La Romana Fraternitas, in Archivio della Società romana di storia patria, n. 26, 1903, pp. 453-466 (archiviato dall'originale )
- nella voce su BeWeb c'è una sezione dedicata alla Romana Fraternitas: cercare La Romana Fraternitas - Anche se l’istituzionalizzazione ...
Sul Vicarius in spiritualibus
[modifica | modifica wikitesto]- vedi bibliografia in Vicario generale per la diocesi di Roma
- Ambrogio M. Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario di Roma fino all'anno 1558, in Barnabiti Studi, n. 22, 2005, pp. 197-345 (archiviato dall'originale )
Sulla visita apostolica del 1825
[modifica | modifica wikitesto]- Francesca Falsetti, La Visita Apostolica per il giubileo del 1825. Uno strumento per verificare lo stato di conservazione e pianificare gli interventi di restauro della Roma sacra, in: “Si dirà quel che si dirà: si ha da fare il Giubileo”. Leone XII, la città di Roma e il giubileo del 1825, cura di Raffaele Colapietra e Ilaria Fiumi Sermattei, Genga, 2014, pp. 93-116
Sul concilio romano del 1725
[modifica | modifica wikitesto]- Maria Teresa Fattori, Il concilio provinciale del 1725: liturgie e concezioni del potere del papa a confronto, Cristianesimo nella storia, nº 29 2008/1, pp. 1-58
- Egidio Papa, Consensi e contrasti intorno al concilio romano del 1725. La Civiltà Cattolica, 1960, pp. 146-157
- Recensione al libro di Fiorani (visualizzazione parziale)
- vedi anche questo articolo
Sull'organizzazione parrocchiale XVI secolo e Stati delle Anime
[modifica | modifica wikitesto]- Fiorenza Germini, Due parrocchie romane nel Settecento: aspetti di storia demografica e sociale, Roma, 1992, pp. 25 e seguenti
- Domenico Rocciolo, Gli stati delle anime e la giurisdizione del cardinale Vicario a Roma in età moderna, in: «La riconta delle anime (1987–2008). Il sacro, il sociale e il profano nelle fonti nominative confessionali. Atti del Convegno (Trento, 3-4 aprile 2008)», a cura di Casimira Grandi, Roma, 2011, pp. 113-128
- Domenico Rocciolo, Gli Stati delle Anime di Roma, in: «Alla ricerca di "Ghiongrat". Studi sui libri parrocchiali romani (1600-1630)», a cura di Rossella Vodret, Roma, 2011, pp. 1-8
- Claudio Schiavoni, La concentrazione degli archivi delle parrocchie romane presso l'Archivio storico del Vicariato, in: «Archivi e archivistica a Roma dopo l'unità. Genesi storica, ordinamenti, interrelazioni. Atti del convegno, Roma, 12-14 marzo 1990», Roma, 1994, pp. 153-163
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Carpegna Falconieri, «Romana Ecclesia» e «Clerus Urbis», pp. 85-86
- ^ a b c Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore
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- ^ Carpegna Falconieri, «Romana Ecclesia» e «Clerus Urbis», pp. 97-98
- ^ Carpegna Falconieri, «Romana Ecclesia» e «Clerus Urbis», pp. 93-97
- ^ Ferri, La Romana Fraternitas, p. 457
- ^ Carpegna Falconieri, «Romana Ecclesia» e «Clerus Urbis», pp. 98-99
- ^ Ferri, La Romana Fraternitas, p. 454
- ^ Ferri, La Romana Fraternitas, p. 461
- ^ Ferri, La Romana Fraternitas, pp. 461-462
- ^ Carpegna Falconieri, «Romana Ecclesia» e «Clerus Urbis», p. 100
- ^ Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario, pp. 253-255
- ^ Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario, pp. 255-259
- ^ Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario, p. 224
- ^ Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario, p. 267
- ^ Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario, p. 269
- ^ Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario, p. 275
- ^ Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario, pp. 279-281
- ^ Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario, pp. 283-285
- ^ Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario, p. 299
- ^ Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario, p. 309
- ^ Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario, p. 313
- ^ Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario, p. 331
- ^ Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario, pp. 335 e seguenti
- ^ Rïóne, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 10 ottobre 2024.
- ^ Passigli, Geografia parrocchiale e circoscrizioni territoriali, pp. 53-54
- ^ Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma, 1891, pp. 39–44.
- ^ Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma, 1891, pp. 45–59.
- ^ Passigli, Geografia parrocchiale e circoscrizioni territoriali, pp. 54-56