Italiani di New York

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La popolazione italo-americana di New York è la più grande degli Stati Uniti d'America e di tutto il Nord America. Distribuita soprattutto in numerosi quartieri etnici nei distretti di Brooklyn, Bronx, Manhattan, Queens e Staten Island, quella di New York è la terza comunità subito dopo Buenos Aires (Argentina) e San Paolo (Brasile). Gli italoamericani costituiscono il più grande gruppo etnico dell'area metropolitana di New York, con oltre 2,6 milioni di abitanti.[1]

Il primo italiano a risiedere a New York fu Pietro Cesare Alberti,[2] un marinaio veneziano che, nel 1635, si stabilì nella colonia olandese di New Amsterdam, la quale sarebbe successivamente diventata New York. La prima ondata migratoria italiana, numericamente contenuta, avvenne nel XVII secolo, con un picco tra il 1654 e il 1663[3] e riguardò i valdesi provenienti principalmente dal Piemonte. Un documento olandese del 1671 indica che, solo nel 1656, il Ducato di Savoia aveva esiliato 300 valdesi a causa della loro fede protestante.

La maggior ondata migratoria italiana negli Stati Uniti ha avuto luogo tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo. Tra il 1820 e il 1978, 5,3 milioni di italiani emigrarono negli USA, di cui oltre due milioni tra il 1900 e il 1910. Solo irlandesi e tedeschi emigrarono in numero maggiore.

Il primo quartiere di New York ad essere fortemente abitato da italiani –principalmente dal Sud Italia e in particolare dalla Sicilia – fu East Harlem, che divenne la prima parte della città ad essere conosciuta come "Little Italy". L'area si trova a est di Lexington Avenue tra la 96a e la 116a strada e a est di Madison Avenue tra la 116a e la 125a strada. Gli immigrati che la abitavano tendevano a distribuirsi in base alla loro provenienza regionale, in modo da abitare vicino a quelli provenienti dalla stessa zona d'Italia.

"Italian Harlem" raggiunse il suo apice negli anni '30, con oltre 100.000 italo-americani che vivevano nei suoi condomini affollati e fatiscenti. Il censimento del 1930 mostrava che l'81% della popolazione di Italian Harlem era composta da italo-americani di prima o seconda generazione. Questo dato percentuale era leggermente inferiore a quello della Little Italy del Lower East Side, dove ben l'88% della popolazione era di origine italiana. Tuttavia, la popolazione assoluta di Italian Harlem era tre volte quella di Little Italy.[4] I resti dell'eredità italiana del quartiere sono tenuti in vita dalla Giglio Society di East Harlem. Ogni anno nel secondo fine settimana di agosto si celebra la Festa della Madonna del Carmelo e si esegue la "Danza del Giglio" per migliaia di visitatori.

Dopo la seconda guerra mondiale, gli insediamenti italiani originari come East Harlem, cominciarono a mutare composizione etnica perché gli italo-americani si trasferirono nel North Bronx, nel Queens e nella parte meridionale di Brooklyn. Nello stesso periodo si ebbe una nuova ondata migratoria italiana. Si stima che da 129.000 a 150.000 immigrati italiani entrarono a New York City tra il 1945 e il 1973. Evitando Manhattan, si stabilirono nei quartieri periferici e contribuirono a rinvigorire la cultura e le istituzioni comunitarie italiane. Con l'afflusso di immigrati del dopoguerra, Bensonhurst è diventata la più grande comunità italiana a New York City, con 150.000 italo-americani nel censimento del 1980.[5]

La "Little Italy" più nota di Manhattan è l'area attorno a Mulberry Street. Questo insediamento, tuttavia, sta rapidamente diventando parte dell'adiacente Chinatown a causa del calo della popolazione di origine italiana in quell'area. Secondo il censimento del 2000, 692.739 newyorkesi si dichiararono di origini italiane, costituendo il più numeroso gruppo etnico europeo della città.[6] Nel 2011, l'American Community Survey ha rilevato che a New York abitano 49.075 persone di origine italiana.[7]

Venditori ambulanti alla Festa di San Gennaro nella Little Italy di Manhattan.

Quartieri italoamericani di New York

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La scuola privata internazionale italiana Scuola d'Italia Guglielmo Marconi, che serve dalla scuola materna alla 12, si trova a Manhattan. È l'unica scuola diurna bilingue inglese-italiano del Nord America.[8]

Il Consolato Generale d'Italia a New York si trova nell'Upper East Side di Manhattan.[9]

Il John D. Calandra Italian American Institute, fondato nel 1979[10] e con sede a Midtown Manhattan, è un istituto accademico che studia materie attinenti alla storia degli italiani negli Stati Uniti.

L'Italian American Museum si trova nella Little Italy di Manhattan. Situato in un'ex banca, l'attuale edificio ha avuto una "soft opening" nel settembre 2008,[11] e un'apertura formale nel mese di ottobre.[12]

A New York si celebra il Columbus Day e il Festival di San Gennaro.[12]

  1. ^ (EN) The Demographic Statistical Atlas of the United States - Statistical Atlas, su statisticalatlas.com. URL consultato il 20 ottobre 2022.
  2. ^ (EN) Copia archiviata, su italianhistorical.org. URL consultato il 21 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2015).
  3. ^ (EN) Ammon Stapleton, Memorials of the Huguenots in America, p. 42.
  4. ^ (EN) Italian East Harlem, su Marcantonio: Defender of Human Rights. URL consultato il 20 ottobre 2022.
  5. ^ Joseph Sciorra (2015). Built with Faith: Italian American imagination and Catholic material culture in New York City. University of Tennessee Press. p. xxxii
  6. ^ (EN) New York City Department of City Planning, https://web.archive.org/web/20070712134052/http://www.nyc.gov/html/dcp/pdf/census/mpsfsb11.pdf. URL consultato il 12 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2007).
  7. ^ (EN) The Newest New Yorkers - Characteristics of the City's Foreign Born Population (PDF), su nyc.gov. URL consultato il 20 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2015).
  8. ^ (EN) About La Scuola | La Scuola D'Italia Guglielmo Marconi, su lascuoladitalia.org. URL consultato il 20 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
  9. ^ Consolato Generale - New York, su consnewyork.esteri.it. URL consultato il 20 ottobre 2022.
  10. ^ (EN) About the Calandra Institute, su Calandra Italian American Institute, 30 gennaio 2018. URL consultato il 20 ottobre 2022.
  11. ^ Mallozzi, Vincent M. "In Little Italy, a Former Bank Will Now Hold Italian Immigrants’ Memories" (Archive). The New York Times. September 8, 2008. Print: September 9, 2008, page B3, New York edition. Retrieved on May 3, 2015.
  12. ^ a b Haberman, Clyde. "A March Uptown and a Shrine Downtown for Italian Heritage" (Archive). The New York Times. October 14, 2008. Print: October 14, 2008, p. A25, New York edition. Retrieved on May 3, 2015.

Voci correlate

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