Felice e Fortunato

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Santi Felice e Fortunato
Martirio dei santi Felice e Fortunato, disegno di Gaspare Diziani del 1740 circa
 

Martiri

 
NascitaVicenza, ?
MorteAquileia, 303 o 304
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza14 maggio
11 giugno a Chioggia
14 agosto ad Aquileia
Patrono diChioggia, diocesi di Chioggia

Felice (Vicenza, ... – Aquileia, 303 o 304) e Fortunato (Vicenza, ... – Aquileia, 303 o 304) furono due fratelli martiri vicentini del IV secolo, venerati come santi dalla Chiesa cattolica.

Scarne sono le informazioni sulla vita e sull'azione di questi due protomartiri, anche se molto fu scritto in proposito da storici locali, senza un serio fondamento storico. Il racconto del loro martirio è stato tramandato dalla passio, autentica e probabilmente scritta a Milano, che risale al V secolo[1].

Secondo la tradizione furono due fratelli originari di Vicenza - forse soldati - che alla fine del III secolo si trovavano ad Aquileia, il centro amministrativo e culturale della Regio X, Venetia et Histria, posta al termine della via Postumia, che stava diventando il luogo principale della predicazione della nuova religione cristiana.

Il loro martirio avvenne nel 303-304, durante la persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano: dalla passio ambrosiana emerge che i due, interrogati, non vollero rinnegare la propria fede. Nell'interrogatorio, Felice rispose anche per Fortunato e, tra l'altro, disse di essere de vicino loco non longe de hac civitate, il che fece pensare a Vicenza. Furono torturati con vari tormenti per piegare la loro volontà e poi decapitati fuori da Aquileia, sulle sponde del fiume Natissa[2].

La basilica dei Santi Felice e Fortunato a Vicenza

Sul luogo del supplizio fu presto innalzato un sacello per custodirne i corpi e attorno ad esso si sviluppò anche una piccola necropoli[3].

Il culto si diffuse rapidamente nella regione, al punto che nacque una disputa tra gli abitanti di Aquileia e quelli di Vicenza per il possesso delle reliquie. La controversia si risolse nel 381 — si pensa attraverso l'intervento di sant'Ambrogio[4] — con l'accordo che i vicentini potessero portare nella propria città le reliquie di Felice; il corpo di Fortunato rimase invece ad Aquileia e di lì fu, in seguito, traslato prima a Grado e poi a Malamocco in epoca longobarda; infine nel 1080, al tempo del doge Ordelaffo Falier, fu portato a Chioggia dove divenne il santo patrono della diocesi.

A Vicenza si sviluppò ben presto la devozione ai due martiri, tanto che fu loro dedicata una delle prime chiese della città, l'importante basilica dei Santi Felice e Fortunato; divennero presto patroni della città e commemorati il 14 maggio, secondo la tradizione ambrosiana. Già nel VI secolo il poeta cristiano Venanzio Fortunato, nel suo Carmen de Virginitate, elencando i martiri che da varie città si radunano a formare il corteo trionfale di Cristo, cantava:

«Felicem meritis Vicetia laeta refundit
et Fortunatum fert Aquileia suum[5]»

Durante il medioevo si diffuse la convinzione che a Vicenza vi fossero il corpo di Felice e la testa del fratello, mentre ad Aquileia sarebbero rimasti il corpo di Fortunato e la testa di Felice: così era scritto nel martirologio di Adone, vescovo di Vienne, composto intorno agli anni 850-60[6]. Questa credenza però fu smentita da studi recenti: le reliquie furono ispezionate più volte, nel 1813 - e vi si trovò solo un capo con le ossa di un solo corpo - e nel 1979, quando i resti furono attribuiti ad un solo individuo morto decapitato[7]. Esse sono oggi conservate in una teca posta nel sacello annesso alla basilica.

Testimonianza fondamentale, non solamente per il valore artistico, è la stele marmorea del IV secolo — probabilmente la prima copertura del sarcofago che accoglieva i resti mortali — che riporta incisi i nomi di Felice e Fortunato martiri e che conserva un'apertura per immettervi offerte (vino, latte e monete): nel sarcofago durante la ricognizione del 1813 furono ritrovate molte monete, tutte coniate tra il 326 e il 354[8].

I due santi vengono ricordati ad Aquileia il 14 agosto; a Chioggia, dove sono anche santi patroni del comune e della diocesi, l'11 giugno; mentre a Vicenza, dove è rimasta più forte la tradizione ambrosiana, il 14 maggio. In quest'ultima data li ricorda il Martirologio romano:

«Ad Aquileia, oggi in Friuli, santi Felice e Fortunato, che onorarono questa città con il loro glorioso martirio.»

  1. ^ Mantese,  p. 36.
  2. ^ Mantese,  p. 37.
  3. ^ Gli accertamenti avvennero in seguito agli scavi archeologici condotti in Aquileia negli anni 1977-82 dal prof. Mario Mirabella Roberti.
  4. ^ Secondo alcuni autori (Attilio Previtali, Il Martyrion, in La Basilica dei Santi Felice e Fortunato in Vicenza,  pp. 94-96) la translazione avvenne nel 381 per opera del vescovo di Milano, mentre secondo altri (Cracco Ruggini,  pp. 291-294) questa affermazione non ha serio fondamento, pur ammettendo che vi siano stati dei collegamenti tra Vicenza e Milano, dove il culto dei santi Felice e Fortunato era abbinato a quello di san Vittore.
  5. ^ Vicenza lieta per le reliquie che custodisce esulta (e diffonde la fama) per il suo Felice, e Aquileia per lo stesso motivo va fiera del suo Fortunato.
  6. ^ Mario Mirabella Roberti, La tomba dei martiri, in La Basilica dei Santi Felice e Fortunato in Vicenza,  p. 5, ritiene poco affidabile questo martirologio; l'idea nacque dalla convinzione che la reliquia del capo valesse come quella del corpo; la spartizione sarebbe stata una buona soluzione e avrebbe giustificato la duplicità del culto.
  7. ^ Cleto Corrain, Ricognizione antropologica di tre resti scheletrici esistenti nella Basilica, in La Basilica dei Santi Felice e Fortunato in Vicenza,  pp. 118-131.
  8. ^ La maggior parte di queste monete furono regalate ai presenti; ne sono rimaste solo otto in ottimo stato di conservazione (Mirabella Roberti, La Basilica dei Santi Felice e Fortunato in Vicenza,  pp. 9-11).
  • La Basilica dei Santi Felice e Fortunato in Vicenza, Vol. I, Vicenza, Banca Popolare, 1979.
  • Lelia Cracco Ruggini, Storia totale di una piccola città: Vicenza romana, in Storia di Vicenza, Vol. I, Vicenza, Neri Pozza editore, 1988.
  • Giovanni Mantese, Memorie storiche della Chiesa vicentina, I, Dalle origini al Mille, Vicenza, Accademia Olimpica, 1952.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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