Fatti di Bronte
Fatti di Bronte | ||||
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Data | 2-10 agosto 1860 | |||
Luogo | Bronte, Alcara Li Fusi | |||
Causa | Insurrezione contro i notabili borbonici (da parte degli insorti) | |||
Esito | Repressione della rivolta da parte dei Garibaldini | |||
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I fatti di Bronte, noti anche come strage di Bronte o massacro di Bronte, sono un episodio del Risorgimento avvenuto a Bronte, in Sicilia, nell'agosto del 1860, durante la spedizione dei Mille.
In seguito a un'insurrezione popolare nei confronti dei nobili e della borghesia locale, della quale furono vittime sedici membri altolocati della città, le truppe garibaldine, comandate da Nino Bixio, furono chiamate a ristabilire l'autorità del governo di Garibaldi, compiendo gli arresti dei presunti colpevoli, ai quali seguì un processo sommario che portò alla condanna a morte, con conseguente esecuzione per fucilazione, di cinque brontesi ritenuti gli autori del massacro.
Un fatto analogo era avvenuto a circa 30 km da Bronte, in località Alcara Li Fusi, dove gli insorti massacrarono 11 persone con conseguente intervento garibaldino agli ordini del colonnello Interdonato [1], [2], il tribunale speciale condannò a morte 26 persone ritenute colpevoli. [3]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La spedizione dei mille
[modifica | modifica wikitesto]Quando l'11 maggio del 1860 il generale Giuseppe Garibaldi sbarcò con i Mille nel porto di Marsala, sapeva benissimo che, per chiudere con successo la sua impresa, gli sarebbe stato assolutamente necessario l'appoggio e la partecipazione attiva dei siciliani. Riteneva che questo sarebbe avvenuto solo se fosse stato accolto non solo come il liberatore dalla tirannide borbonica, ma anche come colui che poteva dare le possibilità di far nascere una nuova società, libera dalla miseria e dalle ingiustizie. Con questo intento, il 2 giugno, aveva emesso un decreto nel quale prometteva soccorso ai bisognosi e la tanto attesa divisione delle terre;
Il malcontento della popolazione e la rivolta contro i notabili della città
[modifica | modifica wikitesto]Nell'entroterra siciliano si erano, dunque, accese molte speranze di riscatto sociale da parte soprattutto della media borghesia e delle classi meno abbienti. A Bronte, sulle pendici dell'Etna, la contrapposizione era forte fra la nobiltà latifondista, tra i quali spiccava la Ducea di Nelson proprietà terriera della famiglia Nelson del Regno Unito, e la popolazione.
Il 2 agosto il malcontento popolare fu animato da diverse persone provenienti dai paesi limitrofi, tra i quali Calogero Gasparazzo,[4] e scattò la scintilla dell'insurrezione sociale. Fu così che vennero appiccate le fiamme a decine di case, al teatro e all'archivio comunale. Quindi cominciò una caccia all'uomo e ben sedici furono i morti[5] fra nobili, ufficiali e civili, tra cui anche il barone del paese con la moglie e i figlioletti, il notaio e un prete, prima che la rivolta si placasse.
Nino Bixio arrivò a Bronte dopo un lungo cammino, durante il quale incontrò gente terrorizzata scampata alle stragi e che implorava aiuto, scene che così venivano descritte:
«Case incendiate coi padroni dentro; gente sgozzata per le vie; nei seminari giovanetti trucidati a piè del vecchio Rettore; uno dell'orda è la che lacera coi denti il seno d'una fanciulla uccisa.»
Il processo
[modifica | modifica wikitesto]- Seguì un processo, svolto secondo il codice penale militare, come prescriveva la legge, che durò 3 giorni (dal 7 al 9 agosto), con 24 interrogatori, 3 perizie e 3 repertamenti sulle armi, perquisizioni (anche presso casa del Lombardo), 17 sopralluoghi sulle case incendiate o distrutte.
- Secondo la storica Lucy Riall, le sentenze a carico del Lombardo e dei coimputati furono ingiuste: stando alle testimonianze rese nel processo a carico degli insorti (cominciato nel 1861), Lombardo cercò persino di frenare le violenze. Due imputati, Nunzio Samperi e Nunzio Ciraldo Frajano, presero parte alle manifestazioni ma nessuno dei due fu visto durante le azioni violente. Di Ciraldo, inoltre, si diceva avesse problemi mentali.[6]
Abitanti della Provincia di Catania!
Gli assassini, ed i ladri di Bronte sono stati severamente puniti - Voi lo sapete! la fucilazione seguì immediata i loro delitti - Io lascio questa Provincia - i Municipi, ed i Consigli civici nuovamente nominati, le guardie nazionali riorganizzate mi rispondano della pubblica tranquillità!... Però i Capi stiino al loro posto, abbino energia e coraggio, abbino fiducia nel Governo e nella forza, di cui esso dispone - Chi non sente di star bene al suo posto si dimetta, non mancano cittadini capaci e vigorosi che possano rimpiazzarli. Le autorità dicano ai loro amministrati che il governo si occupa di apposite leggi e di opportuni legali giudizi pel reintegro dei demanî - Ma dicano altresì a chi tenta altre vie e crede farsi giustizia da sé, guai agli istigatori e sovvertitori dell'ordine pubblico sotto qualunque pretesto. Se non io, altri in mia vece rinnoverà le fucilazioni di Bronte se la legge lo vuole. Il comandante militare della Provincia percorre i Comuni di questo distretto. Randazzo 12 agosto 1860.
IL MAGGIORE GENERALE G. NINO BIXIO.
12 agosto 1860, proclama originale di Bixio, successivo alla esecuzione[5]
«Dopo Bronte, Randazzo, Castiglione, Regalbuto, Centorbi, ed altri villaggi lo videro, sentirono la stretta della sua mano possente, gli gridarono dietro: Belva! ma niuno osò muoversi»
All'alba del 10 agosto, i condannati vennero portati nella piazzetta antistante il convento di Santo Vito e collocati dinanzi al plotone d'esecuzione.
Nell'arte
[modifica | modifica wikitesto]Letteratura
[modifica | modifica wikitesto]Nel racconto Libertà[7] inserito tra le Novelle rusticane di Giovanni Verga, viene ripreso il tema della strage, secondo Sciascia in chiave apologetica per Bixio e i garibaldini, e di accentuazione delle responsabilità dei rivoltosi: l'omissione della presenza storica dell'avvocato Lombardo, e soprattutto la trasformazione letteraria del "pazzo del paese" (tra i condannati a morte di Bixio) in "nano", per attenuare la gravità della condanna capitale di un innocente per giunta non in pieno possesso delle sue facoltà mentali.[8]
I fatti di Bronte sono citati anche da Carlo Levi che ne Le parole sono pietre descrive Bronte nel dopoguerra.
Cinematografia
[modifica | modifica wikitesto]- Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato, regia di Florestano Vancini (1972)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giovanni Interdonato, su Enciclopedia Treccani-Dizionario biografico degli italiani.
- ^ INTERDONATO, Giovanni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 62, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2004.
- ^ I 150 anni dalla Spedizione dei Mille, su Regione Sicilia.
- ^ Mario Musumeci, Sergio Toffetti, Da la presa di Roma a Il piccolo garibaldino..., Gangemi 2007, p.111
- ^ a b http://www.comune.bronte.ct.it/citta/cenni_storici/cenni_storici_fatti1860.htm
- ^ Lucy Riall, La rivolta. Bronte 1860, Milano, Editore Laterza, 2012, pp. 183-184.
- ^ [1]
- ^ Leonardo Sciascia, La «mistificazione» di Verga in nome dell'arte e della patria (Corriere della Sera, corriere.it, dall'introduzione del 1963 al libro «Nino Bixio a Bronte di B. Radice»).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giuseppe Cesare Abba, Da Quarto al Volturno. Noterelle d'uno dei Mille, 1891
- Benedetto Radice, Nino Bixio a Bronte, introduzione di Leonardo Sciascia, S. Sciascia ed., Caltanissetta-Roma, 1963
- Leonardo Sciascia, La corda pazza, Torino, Einaudi, 1970
- Giovanni Verga, Libertà nelle Novelle rusticane, 1883
- Benedetto Radice, Memorie storiche di Bronte, Bronte, ed. Banca Popolare, 1984
- Benedetto Radice, Nino Bixio a Bronte: episodio della rivoluzione italiana del 1860 con diario e documenti inediti, Catania, Centro Studi il Confronto, 2000
- N. Dell'Erba, La rivolta di Bronte. Centocinquanta anni fa la spedizione repressiva di Nino Bixio contro i contadini «comunisti», in "l'Unità", 5 dicembre 2010.
- N. Dell'Erba, La rivolta di Bronte. Considerazioni critiche su un libro recente, in "Nuova Storia Contemporanea", marzo-aprile 2013, a. XVII, n. 2, pp. 83–96.
- L. Riall, La Rivolta. Bronte 1860, Bari, Laterza, 2012
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Bronte
- Brigantaggio postunitario e rivolte in Sicilia
- Giuseppe Garibaldi
- Spedizione dei Mille
- Nino Bixio
- Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- L'eccidio di Bronte, da Brigantaggio.net (PDF), su brigantaggio.net.
- L'eccidio di Bronte, da agora.it (PDF), su editorialeagora.it. URL consultato il 23 maggio 2007 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).
- L'eccidio di Bronte, da Brigantaggio.net, su brigantaggio.net.
- Ricostruzione storica e proclami originali, da Bronteinsieme.it, su bronteinsieme.it.
- Recensione del film di Vancini, da Paleokastro.it, su paleokastro.ffg.it.
- I fatti di Bronte, Garibaldi e le responsabilità inglesi, su L'Incontro, 6 gennaio 2021. URL consultato il 7 gennaio 2021.