Varianza cosmica

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La varianza cosmica è l'incertezza statistica inerente alle osservazioni dell'universo a distanze estreme. Essa si basa sull'idea che è possibile osservare solo una parte dell'universo in un determinato istante, quindi è difficile fare rilevazioni statistiche sulla cosmologia sulla scala dell'intero universo,[1][2] in quanto il numero di osservazioni (piano di campionamento), può essere troppo piccolo.

Il modello standard del Big Bang è di solito integrato con l'inflazione cosmica. Nei modelli inflazionistici, l'osservatore vede solo una piccola frazione di tutto l'universo, meno di un miliardesimo (1/109) del volume dell'universo. Quindi l'universo osservabile (chiamato anche orizzonte di particella dell'universo) è il risultato di processi che seguono alcune leggi fisiche generali, tra cui la meccanica quantistica e la relatività generale. Alcuni di questi processi sono casuali: ad esempio, la distribuzione delle galassie in tutto l'universo può essere descritta solo statisticamente e non può essere derivata da alcun principio primo.

  1. ^ (EN) Rachel S. Somerville, Kyoungsoo Lee, Henry C. Ferguson, Jonathan P. Gardner, Leonidas A. Moustakas, Mauro Giavalisco, Cosmic Variance in the Great Observatories Origins Deep Survey, in The Astrophysical Journal Letters, vol. 600, n. 2, 2004, pp. L171–L174, DOI:10.1086/378628. URL consultato il 10-11-2010.
  2. ^ (EN) M.S. Keremedjiev (Cornell University), E.C. MacDonald, A. Dey, B.T. Jannuzi (NOAO), Quantifying the Effects of Cosmic Variance Using the NOAO Deep-Wide Field Survey, su aas.org, American Astronomical Society, gennaio 2006. URL consultato il 10-11-2010 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2008).
  • Stephen Hawking (2003). Cosmology from the Top Down. Proceedings of the Davis Meeting on Cosmic Inflation.

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