Utente:Mario1952/Sandbox6
Cultura Hopewell
[modifica | modifica wikitesto]La Cultura Hopewell, nota anche come Tradizione Hopewell è una cultura sviluppatasi nel Nord America nel periodo Medio Woodland. La principale area di sviluppo della cultura è quella del sud dell'Ohio e dell'Illinois sud occidentale, fra il fiume Mississippi ed il fiume Illinois. Tuttavia la cultura Hopewell influenzò significativamente vaste aree degli Stati Uniti orientali.[1]
La cultura Hopewell fu al centro di un vasto sistema di scambi commerciali, chiamato Hopewell Interaction Sphere che ha interessato una larga area del Nord America orientale che si estendeva dall'Ontario a nord alla Florida a sud, e dallo stato di New York ad oriente fino al Nebraska in occidente.[2] Questo sistema di scambio riguardava non solo manufatti, come vasellame, attrezzi di lavoro, ornamenti, beni di prestigio, e beni esotici che non erano reperibili localmente, ma anche procedure funerarie e tecniche di costruzione dei tumuli.[3]
Origini del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il nome Hopewell fu asegnato dall'archeologo americano Warren Moorehead che negli scavi effettuati nel 1891-1892 trovo circa 30 tumuli nella fattoria del capitano Mordecai Hopewell presso Chillicothe nella contea di Ross nell'Ohio meridionale.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Sturtevant, Op. citata, pag. 45-49
- ^ Hopewell Archeology, su nps.gov, National Park Service. URL consultato il 22-06-2015.
- ^ Gibbon, Ames, Op. citata, pag. 371-373
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- William C. Sturtevant, Handbook of North American Indians, Government Printing Office, 1978, pag. 45-49.
- Guy E. Gibbon, Kenneth M. Ames, Archaeology of Prehistoric Native America: An Encyclopedia, Taylor & Francis, 1998, pag. 601-603, 347-348, 371-374, ISBN 081530725X.
Voci correlate
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]Parco nazionale storico della Cultura Hopewell
[modifica | modifica wikitesto]Parco nazionale storico della Cultura Hopewel | |
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Hopewell Culture National Historical Park | |
Tipo di area | Parco nazionale |
Stato | Stati Uniti |
Stato federato | Ohio |
Contea | Contea di Ross |
Comune | Chillicothe |
Superficie a terra | 4,73 km² |
Gestore | Servizio dei Parchi nazionali |
Sito istituzionale | |
il Parco nazionale storico della Cultura Hopewell è un parco nazionale storico degli Stati Uniti situato nella Contea di Ross nello stato dell'Ohio. Il parco comprende sei siti archeologici contenenti i resti di tumuli funerari ed altri earthwork eretti dalla cultura Hopewell fra il 200 a.C. ed il 400 d.C. I primi scavi del sito furno effettuati nel 1846 dai due archeologi americani George Squier e Edwin Davis. A partire dal 1 agosto 1946 il parco e relativi siti sono gestiti dal National Park Service. Nel 2008 il parco è stato inserito nell'elenco dei siti che gli Stati Uniti hanno proposto di nominare patrimonio dell'umanità dell'Unesco.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Squier, Ephraim G. and Davis, Edwin H, Ancient Monuments of the Mississippi Valley, Smithsonian Institution Press, 1998, ISBN 1560988738.
Voci correlate
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Hopewell Ceremonial Earthworks - Tentative Nomination, su whc.unesco.org, UNESCO. URL consultato il 25-09-2015.
- Hopewell Culture Administrative History, su nps.gov, National Park Service, 1999. URL consultato il 25-09-2015.
Cultura di Coles Creek
[modifica | modifica wikitesto]La Cultura di Coles Creek è una cultura sviluppatasi nel Nord America nel periodo Tardo Woodland, all'incirca fra il 700 ed il 1200 d.C. L'area interessata dalla cultura e' quella della bassa valle del Mississippi, dalla confluenza con l'Arkansas al Golfo del Messico. La cultura di Coles Creek costitusce una anello di congiunzione fra la cultura woodland di Troyville e la cultura mississippiana di Plaquemine. Gli elementi distintivi di questa cultura sono lo stile delle ceramiche prodotte e la costruzione di tumuli con la sommità spianata attorno ad una piazza aperta. La maggior parte dei siti scoperti si trovano lungo il bacino dello Yazoo, Tensas, Boeuf, Ouachita e Red River nei territori degli attuali stati dell'Arkansas sud-orietale, Louisiana nord-occidentale e Mississippi centro-orientale, lungo l'Atchafalaya e sulla parte orientale del delta del Mississippi.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gibbon e Ames, Op. citata, pag. 171-173
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mark A. Rees, Patrick Livingood, Plaquemine Archaeology, University of Alabama Press, 2007, pp. 20-38, ISBN 0817353666.
- Guy E. Gibbon, Kenneth M. Ames, Archaeology of Prehistoric Native America: An Encyclopedia, Taylor & Francis, 1998, pp. 171-173, ISBN 081530725X.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Late Woodland Period, su nps.gov, National Park Service. URL consultato il 25-09-2015.
- Troyville-Coles Creek Period, su crt.state.la.us, Louisiana Prehistory. URL consultato il 25-09-2015.
Watson Brake
[modifica | modifica wikitesto]Watson Brake | |
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Mappa di Watson Brake | |
Utilizzo | insediamento |
Epoca | Fase Arcaica |
Localizzazione | |
Stato | Stati Uniti |
Contea | Parrocchia di Ouachita |
Amministrazione | |
Ente | proprietà privata |
Visitabile | no |
Watson Brake è un sito archeologico preistorico che si trova nella Parrocchia di Ouachita nella Louisiana nord-orientale negli Stati Uniti. Il sito si trova a circa 15 km a sud di Monroe nella pianura allluvionale del fiume Ouachita. Nel sito si trovano 11 tumuli collegati fra loro da un crinale che formano un ovale con il diametro maggiore lungo 280 metri. Il tumulo più grande, il tumulo A (rinominato Gentry Mound in onore della famiglia proprietaria del terreno) è alto 7,5 m., mentre gli altri sono fra 4,5 e 1 metri di altezza. La datazione dei reperti effettuata con il metodo del carbonio-14 indica che essi datano a circa 5400-5300 anni prima del presente, ossia a circa il 3400 a.C.[1] essi sono pertanto i più antichi del nord-America. Il sito fu inizialmente studiato da una archeologa dilettente, Reca Jones, che nel 1981, dopo una operazione di disboscamento della zona, rilevò la forma ovoidale del sito con gli 11 tumuli e i crinali che li collegano.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Joe W. Saunders, Rolfe D. Mandel, Roger T. Saucier, E. Thurman Allen, C. T. Hallmark, Jay K. Johnson, Edwin H. Jackson, Charles M. Allen, Gary L. Stringer, Douglas S. Frink, James K. Feathers, Stephen Williams, Kristen J. Gremillion, Malcolm F. Vidrine, Reca Jones, A Mound Complex in Louisiana at 5400-5000 Years Before the Present, in Science, vol. 277, n. 5333, 19 settembre 1997.
- ^ Lori Tucker, Ouachita River Mounds: A Five Millennium Mystery, su louisianafolklife.org. URL consultato il 29-09-2015.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Linda S. Cordell, Kent Lightfoot, Francis McManamon, George Milner, Archaeology in America, ABC-CLIO, 2008, pp. 269-270, ISBN 0313021899.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Amélie A. Walker, Earliest Mound Site, su archive.archaeology.org, Archaeological Institute of America. URL consultato il 29-09-2015.
- Foto di Watson Brake
- (DE) Gisela Ermel, Watson Brake, su ermel-nordamerika.blogspot.it. URL consultato il 29-09-2015.
Culture Paleo-artiche
[modifica | modifica wikitesto]Per Culture Paleo-artiche, anche indicate come Tradizione Paleo Artica, (in inglese American Paleo-Arctic tradition - APA), si intende in archeologia un insieme ben documentato di culture dei primi abitanti dell'Artico Nord Americano. Esse risalgono alla prima fase Arcaica della Preistoria Americana nel periodo 8000-5000 a.C. successivo all'ultima glaciazione. Le aree interessate da queste culture comprende Alaska e si espande ad est, ovest, e il sud-ovest del Territorio dello Yukon.
La tradizione paleo-artica fu inizialmente definita dall'archeologo americano Douglas Anderson nel 1970 sulla base degli studi da lui effettuati in numerosi siti dell'Alaska.[1] Questa terminologia fu successivamente utilizzata per comprendere anche altre culture quali ad esempio il Denali Complex, la tradizione Beringian e la tradizione Athapaskan, che vengono considerate una sorta di regionalizzazioni locali di una matrice comune.[2][3]
Queste culture sono note per la loro produzione litica: microlame, piccoli nuclei a forma di cuneo, piccoli bifacciali e raschiatoi.
Importanti siti comprendono: Onion Portage presso Amber nell'Alaska nord-occidentale, Trail Creek Caves nella Penisola di Seward, Dry Creek lungo il fiume Nenana presso il Parco nazionale di Denali, Swan Point nella valle del fiume Tanana, ad altri vari siti sulle Brooks Range.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Linda S. Cordell, Kent Lightfoot, Francis McManamon, George Milner, Archaeology in America, ABC-CLIO, 2008, p. 277, ISBN 0313021899.
- Mark Nuttall, Encyclopedia of the Arctic, Routledge, 2012, pp. 76-78, ISBN 1136786805.
- Ted Goebel, Ian Buvit, From the Yenisei to the Yukon: Interpreting Lithic Assemblage Variability in Late Pleistocene/Early Holocene Beringia, Texas A&M University Press, 2011, ISBN 1603443843.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Robert W. Park, The Paleo-arctic tradition, su anthropology.uwaterloo.ca, University of Waterloo. URL consultato il 02-10-2015.
La cultura Dyuktai (o Diuktai) è una cultura del Paleolitico superiore sviluppatasi nel nord-est della Siberia tra i 14.000 e i 12.000 anni prima del presente. La cultura fu definita nel 1967 dall'archeologo russo Yuri Mochanov a seguito della scoperta del sito di Grotta Dyuktai nella Yakutia alla confluenza del fiume Dyuktai con l'Aldan. La cultura ha interessato una vasta regione della Siberia comprendente la Yakutia, la Chukotka, la Kolyma e la Kamchatka.[1] Oltre al già citato sito di Grotta Dyuktai, altri siti Dyuktai sono stati rinvenuti: in Yakutia lungo i fiumi Aldan, Olenyok, e Indigirka, nella Kamchatka con il sito di Ushki posto lungo il medio corso del fiume Kamchatka, nella Kolyma con il sito di Kheta, in Chukotka con i siti di Ulkhum, Kurupka, lago Tytyl e lago Elgygytgyn.[2]
La cultura Dyuktai si diffuse in Alaska attraverso lo stretto di Bering durante il tardo Pleistocene, diventando la base della cultura paleo-artica Denali.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mark Nuttall, Encyclopedia of the Arctic, Routledge, 2012, ISBN 1136786805.
- Constance F. West, American Beginnings: The Prehistory and Palaeoecology of Beringia, University of Chicago Press, 1996, ISBN 0226893995.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Dyuktai Cave, su sfu.museum, Simon Fraser University Museum of Archaeology and Ethnology. URL consultato il 02-10-2015.
- Ushki, su wings.buffalo.edu, University at Buffalo - New York. URL consultato il 06-10-2015.
La Tradizione Microlitica Artica, conosciuta anche come Arctic small tool tradition, è il nome dato in archeologia a un movimento culturale che ha interessato l'area dell'Artico nel tardo periodo arcaico della preistoria del Nord America, intorno al 2500 a.C. Le aree interessate sono l'Alaska, il Canada artico e la Groenlandia.[1]
Il nome "Arctic small tool tradition" (indicato spesso con l'acronimo ASTT) venne proposto nel 1957 dall'archeologo americano William Irving per indicare la affinità fra diverse culture identificate in Alaska (Denbigh Flint Complex), Canada (Pre-Dorset), e Groenlandia (Independence I e Saqqaq).
L'elemento più caratterizzante di queste culture è l'utilizzo di una sofisticata tecnologia microlitica che consente la produzione di una serie di manufatti quali: microlame, piccoli nuclei a forma di cuneo, piccoli bifacciali, microbulini, raschiatoi di vario tipo ed altri microliti.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gibbon, Kenneth Op. citata, pag. 28
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Guy E. Gibbon, Kenneth M. Ames, Archaeology of Prehistoric Native America: An Encyclopedia, Taylor & Francis, 1998, pag. 28-31, ISBN 081530725X.
- William C. Sturtevant, Handbook of North American Indians: Arctic, Government Printing Office, 1978, pp. 84-85, 97-99, 359-363, 529-535, ISBN 0160045800.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Robert W. Park, The Arctic Small Tool tradition, su anthropology.uwaterloo.ca, University of Waterloo. URL consultato il 02-10-2015.
Il Denbigh Flint Complex è una cultura preistorica americana sviluppatasi in Alaska inorno al 2500 a.C. E' la più antica rappresentazione della Tradizione Microlitica Artica.[1] La cultura fu scoperta e definita per la prima volta dall'archeologo americano Louis Giddings durante gli scavi effettuati a Iyatayet, nei pressi del Capo Denbigh, nella penisola di Seward in Alaska.[2]
Oltre a quello di Iyatayet altri siti della cultura Denbigh furono scoperti successivamente nella penisola di Seward, intorno al Kotzebue Sound, nella regione delle Brooks Range, e nell'Artico orientale. Tra i siti più importanti ci somo: le Grotte di Trail Creek, Capo Krusenstern, Punyik Point (lago Etivlik) e Onion Portage.[3] Nel 2007 un ulteriore sito è stato scoperto presso il lago Matcharak nella parte centrale dell Brooks Range nel parco nazionale Gates Of The Arctic. Quest'ultimo sito è particolarmente interessante in quanto in esso sono stati ritrovati strumenti realizzati con maeriali organici (ossa, corna, denti), nonchè residui organici di cibo e scarti di lavorazione degli animali cacciati, che le condizioni climatiche del luogo con permafrost superficiale poco profondo permanente, hanno conservato pressochè intatti fino al tempo del ritrovamento. Da questi ritrovamenti gli archeologi pensano di poter ricostruire lo stile di vita e i comportamenti di questi nativi.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nuttal, Op. citata, pag. 479
- ^ Gibbon, Ames, Op. citata, pag. 207
- ^ William C. Sturtevant, Handbook of North American Indians: Arctic, Government Printing Office, 1978, pag. 84-85.
- ^ Tremayn, Op. citata, pag. 1
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Guy E. Gibbon, Kenneth M. Ames, Archaeology of Prehistoric Native America: An Encyclopedia, Taylor & Francis, 1998, pag. 207-208, ISBN 081530725X.
- Mark Nuttall, Encyclopedia of the Arctic, Routledge, 2012, pp. 479-480, ISBN 1136786805.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Iyatayet Site, su nps.gov, National Park Service. URL consultato il 19-10-2015.
- Andrew Tremayn, Lake Matcharak Archaeology, su nps.gov, National Park Service. URL consultato il 19-10-2015.
- Maribeth S. Murray, Aaron C. Robertson, and Rachel Ferrara, Chronology, Culture, and Climate: A Radiometric Re-evaluation of Late Prehistoric Occupations at Cape Denbigh, Alaska, Arctic Anthropology 2003 40:87-105.
Sviluppo temporale e fasi
[modifica | modifica wikitesto]Usando tecniche di radiocarbonio, il periodo eburrano è stato datato in modo sicuro tra 12.710 ± 310 BP e 1.895 BP.[1]
I criteri principali utilizzati da Ambrose per classificare tutti i reperti eburrani (esclusi quelli della fase V) erano la lunghezza e il rapporto lunghezza/larghezza di microliti e raschiatori.
- Fase I - Questa fase è datata 10.300 BP, ma si ritiene che si estenda fino al tardo Pleistocene (~ 12.000 BP). E' detta anche "Giant Blade Eburran" in quanto presenta una lunghezza media dei microliti di oltre 49 mm (le mezzalune sono comunemente più di 70 mm di lunghezza), con solo il 16% di microliti inferiori a 30 mm. I manufatti relativi a questa fase sono stati trovati su un solo sito, Nderit Drift, a sud del lago Nakuru lungo la valle del fiume Nderit a 1840 m slm.
- Fase II - Fra 11.000 e 10.800 BP. Lunghezza media dei microliti fra 33 e 36 mm con raschiatori considerevolmente più larghi di quelli della fase I.
- Fase III - Fra 8.000 e 8.500 BP. Lunghezza media dei microliti fra 32 e 37 mm. Anche qui con raschiatori considerevolmente più larghi di quelli della fase I. Le fasi I e II furono inizialmente divise a causa delle frequenze tipologiche, tuttavia successivamente Ambrose sostenne che le differenze riscontrate avevano maggiori probabilità di rappresentare differenze professionali piuttosto che culturali e che le differenze tipologiche erano insufficienti per supportare una differenziazione delle fasi II e III l'una dall'altra. Su questa base, le fasi II e III dell'Eburran vennero collettivamente denominate "“Large Blade Eburran". I siti rappresentativi sono costituitida Nderit Drift, Marula Rockshelter, Prospect Farm e Masai Gorge Rockshelter per la fase I e Gamble Cave e Marula Rockshelter per fase III.[2]
- Fase IV - Fra circa 5.800 e 4.500 BP. Sulla data di fine c'e' accordo fra gli studiosi, mentre per quella di inzio ci sono dei dubbi. Alcuni la collacano più indietro (6.595-7.255 BP), altri diversamente, ma sicuramente prima di 5860 BP. Questa fase mostra una brusca riduzione sia della lunghezza media dei microliti (fino a 26,2 mm) sia delle dimensioni del raschietto finale. Si differenzia dall'Eburran a lama larga (II-III) per variazioni di frequenze tipologiche. I reperti di questa fase presentano in generale livelli più elevati di densità che suggeriscono una maggiore intensità di utilizzo del sito o periodi di utilizzo di maggiore durata. i siti rappresentativi sono costituiti della Gamble's Cave, Lion Hill Cave, Salasun, Enkapune Ya Muto, e Naivasha Railway Rockshelter.
- Fase V - Questa fase si è sviluppata fra 4.500 e ~ 1.800 BP. E' detta anche “Small Blade Eburran” ed è definita in modo diverso rispetto alle fasi precedenti, essendo caratterizzata da litici di fase IV in associazione con ceramiche e animali domestici. I litici sono piccoli, con una dimensione media dei microliti che vanno prevalentemente da 25 mm alla media meno comune di 20 mm a Salasun e Naivasha Railway Rockshelter. I siti all'interno di questa fase industriale sono molto variabili nella frequenza del tipo di utensile e nelle dimensioni dei microliti. Ambrose attribuisce questo alla variazione professionale, in quanto i produttori di siti diversi avrebbero cambiato in modo non uniforme le loro strategie al fine di interagire con gli animali addomesticati. La ceramica è relativamente comune e ugualmente variabile durante questa fase. Sia i tipi di vaso che i motivi decorativi raffigurati sono relativamente abbondanti durante il successivo Olocene in tutta la Rift Valley.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Enkapune Ya Muto Twilight Cave | |
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Localizzazione | |
Stato | Kenya |
Contea | Contea di Narok |
Dimensioni | |
Altezza | 2400 |
Scavi | |
Date scavi | 1982, 1987 |
Archeologo | Ambrose Stanley |
Mappa di localizzazione | |
Enkapune Ya Muto, anche conosciuto come Twilight Cave, è un sito archeologico situato nella Rift Valley del Kenya. La sua importanza è dovuta al fatto che nel sito sono stati ritrovati reperti archeologici che appartengono ad un periodo molto ampio che va dall'Olocene al Pleistocene superiore.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ambrose Stanley, Chronology of the Later Stone Age and food production in East Africa (PDF), in Journal of Archaeological Science, vol. 25, 1988, pp. 377–392.