Utente:Elli 95/Sandbox
«Si impara molto facendo. Ma si impara ancora meglio se si combina il fare con il parlare di quello che si è fatto e con il riflettere su quanto si è fatto»
Seymour Papert
Quarto incontro 15 dicembre 2017
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Il gruppo classe come comunità di apprendimento Il gruppo può rappresentare per i singoli:
- spazio di appartenenza, di identificazione, di coesione - spazio di rispecchiamento e universalismo: la scoperta che alcuni aspetti di tensione o resistenza sono comuni a tanti aiuta a procedere e perseverare - contenitore dell’ansia che l’apprendimento comporta attraverso la condivisione e la cooperazione - luogo di norme che ‘contiene’ le difese dei singoli verso l’apprendere spazio di sperimentazione, luogo protetto, palestra di allenamento per esercitarsi nell’apprendimento
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Tutto questo se il gruppo è ‘sano’ in equilibrio se funziona se è inclusivo
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Il gruppo classe come comunità di apprendimento
La classe deve essere accompagnata a diventare un gruppo che funziona e solo così può essere una ‘comunità di apprendimento’
Cacciamani S. Giannandrea L. (2004) , La classe come comunità di apprendimento, Carocci - le Bussole approfondimenti su COL (community of Learners) e KBC (Knowledge Building Community) Come? Il docente ...
•lavora sulla classe e sulle sue dinamiche per farla diventare gruppo di apprendimento efficace (clima accogliente, inclusivo, non giudicante...)
•lavora con i singoli e con il gruppo per attivare e consolidare le competenze sociali, lavorando anche sulle proprie competenze sociali
•sarà adulto autorevole, fermo, contenitivo, ma anche dialogante, che sa ascoltare e osservare
(è necessario imparare ad osservare un campo di cui faciamo parte)
La classe Appena costituita, ad inizio d’anno, non è un gruppo!!! È un insieme di persone eterogeneo per provenienza, esperienze vissute (rapporto con la scuola, con lo studio, con la cultura in genere), motivazione, conoscenze disciplinari pregresse, capacità di comprensione, metodo di studio
La classe diventa gruppo ..... se gli insegnanti la fanno crescere con l’attenzione a questo obiettivo e solo allora il gruppo classe potrà diventare una risorsa preziosa per l’apprendimento
!!!! può essere o diventare, viceversa, se non presidiata, una gabbia, luogo di frustrazione, conflitti, malessere sia per gli studenti che per l'insegnante....
«In una fredda giornata d’inverno un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta e per proteggersi dal freddo si stringono vicini. Ben presto però sentono le spine reciproche ed il dolore li costringe ad allontanarsi uno dall’altro, ma di nuovo sentono il bisogno di riscaldarsi e questo li porta ad avvicinarsi l’uno all’altro, pungendosi ancora. Ripetono più volte questi tentativi, sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non trovano quella distanza reciproca che rappresenta la miglior posizione, quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi e nello stesso tempo di non farsi male»
Arthur Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, 1851
Per ogni persona c’è la scelta di cercare nell’esperienza del gruppo la distanza ottimale che permette ai membri di darsi maggiori vantaggi e minor danno
→ Per lavorare bene in gruppo e per saperlo gestire in modo consapevole è importante Avere consapevolezza del proprio modo di stare e lavorare in gruppo Conoscere lo «strumento» gruppo e capirne il funzionamento Apprendere le tecniche per farlo funzionare in modo efficace 83
...un po’ di teoria
Gruppo Insieme di persone che attraverso un processo di lavoro operano in modo interdipendente verso un obiettivo comune “Il gruppo è qualcosa di più o, per meglio dire, di diverso, della somma dei suoi membri: ha una struttura propria e fini propri” (K.Lewin)
sue caratteristiche distintive:
Totalità dinamica - interdipendenza
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non esiste un gruppo uguale ad un altro basta che entri o esca una persona, che il gruppo cambia natura e personalità e un cambiamento di stato di una sua parte interessa lo stato di tutte le altre → per l’insegnante questo che cosa
significa? ogni classe ha una sua personalità specifica, una sua IDENTITA’ , una sua storia, una sua alchimia che è importante osservare, conoscere, capire e di cui è importante tener conto
Ogni classe nei vari momenti della sua esistenza
è diversa, ha equilibri e reazioni diverse
Il gruppo classe
Come ogni gruppo, anche la classe
giustifica la sua esistenza perché deve portare avanti UN COMPITO DI GRUPPO
ma «L’attività del gruppo di lavoro è ostacolata, deviata o favorita da forti tendenze emotive»
W.Bion
Il gruppo ha due aspetti costituenti (e che vanno
ENTRAMBE presidiati):
➢il COMPITO per cui è chiamato ad essere gruppo
➢il livello delle RELAZIONI
R E L A Z I O N I
CRC COMPITO
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Il gruppo ha delle fasi di vita
nasce
cresce
diventa adulto ed è capace di lavorare
Fase iniziale → la classe nella sua fase iniziale è un insieme di individui (arcipelago); deve quindi costruire la trama delle relazioni (conoscenza e comunicazione → Fiducia
Fase della ‘cultura’ in cui la classe assume una fisionomia, identità e organizzazione propria (tribù). Il gruppo classe si struttura attraverso valori a cui rifarsi nei comportamenti e regole di convivenza
Fase del LAVORO, dell’operatività (orchestra)
il gruppo si dà scopo, metodo, ruoli (chi fa cosa, come, con quali ruoli, ecc.) e poi inizia ad essere operativo
caos
cultura
lavoro
Riflettiamo insieme sulle conseguenze di questo
dal punto di vista operativo per la gestione efficace della classe
→ Le fasi di crescita vanno accompagnate,
presidiate, facilitate affinché la classe diventi un
gruppo in equilibrio e quindi, ad esempio, nella
fase della conoscenza o della strutturazione
delle regole e dei valori.....
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Fase del ‘Caos’
facilitazione del processo di conoscenza e comunicazione tra pari....
→ che cosa deve fare l’insegnante?
→Quali attività, strategie, attenzioni dovrebbe
mettere in campo?
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Fase comunicazione e conoscenza - Esempi di attività
spazio della classe organizzato in modo da favorire la comunicazione: sedie in cerchio, a ferro
di cavallo, strutturato a isole di banchi (in base all’attività da fare), ecc..
Setting a ferro di cavallo o in cerchio per presentazione di sé (hobbies, ciò che piace, musica, sport, ecc..) e rielaborazione, facendo notare le vicinanze, somiglianze, nessi; Cambiare di frequente i posti nei banchi per favorire la conoscenza reciproca (non imposto in modo autoritario, ma condiviso con i ragazzi)
Giochi di conoscenza: autopresentazione a coppie (con o senza supporto del cartellone): ogni studente presenta se stesso al compagno e poi presenta il compagno alla classe→ la presentazione indiretta è più efficace di solito, perché diminuisce l’imbarazzo nel parlare di sé in prima persona; autopresentazione di ciascuno alla classe attraverso oggetti simbolici;
Presentazione di sé attraverso oggetto metaforico, un’immagine; il turno di parola può essere dato da un gomitolo di lana il cui filo viene tenuto via via da chi interviene (si costruisce così visivamente la trama/la rete delle relazioni → possibilità di far riflettere su questo Gioco dell’acronimo (lavoro individuale: scrivere il proprio nome in verticale su un foglio e
trovare per ogni lettera un aggettivo/sostantivo/verbo/breve frase che in qualche modo dica qualcosa di sé; successiva condivisione nel gruppo, in un clima che deve essere accogliente, non giudicante, rispettoso Far esprimere le aspettative dei singoli rispetto all’anno scolastico che sta iniziando e farne
una mappa comune, per poi verificare in itinere se queste aspettative di gruppo trovano riscontro in quello che si fa a scuola quotidianamente Far lavorare la classe spesso in coppia o in piccoli gruppi su vari temi
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Fase della ‘Cultura’ (identità, organizzazione, regole) il gruppo deve essere aiutato a strutturarsi attraverso regole di convivenza e valori a cui rifarsi nei comportamenti
→ che cosa deve fare l’insegnante?
→Quali attività, strategie, attenzioni
dovrebbe mettere in campo?
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Fase di costruzione di valori e regole - Esempi di attività
Valori/identità di gruppo/spirito di appartenenza: Personalizzare lo spazio della classe;
appendere i lavori fatti in classe, nelle diverse discipline, ma lasciando anche spazio ad un cartellone con frasi e/o commenti liberi da parte degli studenti, far dare un nome proprio alla classe, favorendo su questo la discussione che può diventare una palestra di confronto sui valori; il fine è costruire un’identità condivisa del gruppo e creare spirito di appartenenza
Scrivere le date dei compleanni sul calendario, proporre scambio di indirizzi, di email; allestire
una piccola biblioteca di classe con i libri preferiti dai ragazzi Ragionare di frequente sul modo di procedere del gruppo, sui comportamenti dei singoli e del
gruppo intero, ed anche sui valori che stanno dietro i comportamenti
Regole: Far riflettere e far prendere consapevolezza della necessità di darsi delle regole per
vivere meglio insieme (questo processo se autopromosso ha maggiori possibilità di avere successo); condividere con la classe il significato di “rispetto delle regole”, ecc... partendo da esempi concreti e quotidiani (esempi al di fuori della scuola che siano vicini all’esperienza dei ragazzi: es. sport di squadra, ecc..). Partire dalla domanda: che cosa a me darebbe fastidio? → Le norme andrebbero presentate più che come divieti, nella loro forma positiva (“che cosa è meglio fare, per stare bene insieme?)
Far proporre ai ragazzi regole o procedure da condividere ed accettare attraverso un processo
di negoziazione, facendole poi scrivere su cartellone da appendere ben visibile; atto simbolico di far firmare a tutti la lista delle regole, come assunzione di responsabilità e impegno sia da parte del singolo che del gruppo
Fase di costruzione di valori e regole - Esempi di attività
Richiamare spesso al rispetto delle regole anche in itinere (non dimenticarsi che sono state sottoscritte, condividendo con la classe anche il problema, per chi trasgredisce, delle sanzioni che sarebbe meglio fossero decise insieme alla classe)
Non definire troppe regole; più sono, più è difficile rispettarle (prevedere quindi dei periodi
nei quali ci si concentra di più su alcune regole, piuttosto che su altre); sarebbe importante che tutto il consiglio di classe fosse d’accordo e lavorasse in modo coerente su questo Non far prendere le decisioni per alzata di mano, ma attraverso un processo di condivisione e negoziazione (il tempo che si userà per la presa di decisione non sarà sprecato perché momento di formazione decisivo per il gruppo)
Far emergere, far osservare le diversità, i valori dei singoli, farli rispettare, far ragionare su
dove può espandersi la libertà di ciascuno
Soffermarsi, quando serve, con gli studenti ad analizzare le dinamiche del gruppo classe, i suoi eventuali problemi di funzionamento, per far crescere gli studenti sia come singoli che come gruppo, favorendo il consolidamento delle competenze “trasversali” Condividere con la classe il patto formativo (presentare il percorso che si intende fare con la
classe, spiegando, non in ‘didattichese’, ma in modo comprensibile, gli obiettivi da raggiungere in termini di sapere e saper fare, come, con quali modalità didattiche lavorare in classe il sistema di verifica e valutazione), definendo in modo chiaro e condiviso le regole di comportamento da tenere (docente e alunni), ovviamente in accordo con le regole generali dell’istituto
Competenze per gestire efficacemente il gruppo classe
• Capacità di leadership (il docente esercita una leadership istituzionale, non cedibile)
• Capacità di gestire la comunicazione in modo efficace
• Capacità di prendere decisioni
• Capacità di gestire i conflitti
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Leadership (una definizione possibile, tra le tante)
Comportamento che aiuta Il gruppo a raggiungere i suoi scopi e a lavorare bene insieme
(Johnson D., Johnson R.T.)
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Leadership e bisogni del gruppo
Perché il gruppo non sia in pericolo, ha necessità di:
• portare a termine il compito per il quale esiste
• Avere al suo interno buone relazioni → gestione del conflitto questi due aspetti costituenti del gruppo vanno
presidiati attraverso la gestione di una leadership che cura che il compito venga svolto in modo efficace ed efficiente nei tempi dati (leadership funzionale) e che, nel contempo, sappia prendersi cura dell’aspetto relazionale, del ‘clima’ del gruppo, il livello del ‘sentire’, i piaceri ed i dispiaceri del gruppo (leadership socio-emotiva)
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Il docente, in quanto responsabile del gruppo classe
(durante le sue ore di lezione) non può non gestire un ruolo di coordinamento che è istituzionale leadership data, formalizzata, non cedibile
Deve saper riconoscere le caratteristiche, le capacità e le potenzialità del
gruppo reale che ha di fronte
e deve saper gestire ‘quel’ gruppo ponendosi ‘senza memoria e desiderio’
Bion, Wilfred (1971), Esperienze nei gruppi ed altri saggi
Bion, Wilfred R. (19729, Apprendere dall’esperienza, Roma
Per essere coordinatore di gruppo efficace, si deve
imparare ad osservare il gruppo....
Attenzione!! avere consapevolezza che noi nell’osservare,
non riusciamo a raggiungere l’oggettività assoluta; tendiamo a vedere ciò che vogliamo vedere, secondo schemi mentali che ci siamo già prefigurati e a cui ci riferiamo, spesso inconsapevolmente, per capire e interpretare quello che vediamo. →ricordiamoci, inoltre, che quello che vediamo è qualcosa
in perenne cambiamento, mentre noi, osservando, tendiamo a fare ‘una fotografia statica di quell’istante’ e ad affezionarci ad essa, mentre la realtà si muove e si trasforma velocemente. → Quindi, il consiglio è osservare, ma essere disposti via via a mettere in discussione il nostro punto di vista e a modificarlo con flessibilità 100
Che cosa è utile osservare? E perché?
- Il sistema di comunicazione del gruppo e le dinamiche interne (chi detiene il potere, chi influenza chi, chi è emarginato) e chiedersi, se si evidenziano situazioni problematiche, che cosa si può fare
- Ruoli che si sono formati nel gruppo: leader (riceve simpatie
e adesioni da...) funzionale , socio-emotivo; leader negativo (si contrappone al leader istituzionale, non aiuta il gruppo a raggiungere l’obiettivo, anzi frappone ostacoli); chi è emarginato, i sottogruppi che si formano più frequentemente - Presenza di ‘etichette’ (secchione, pagliaccio, rompiscatole,
polemico, bullo, ...) → chiedersi perché sono state affibbiate e come il soggetto reagisce all’etichetta (spesso l’etichetta è una prigione da cui è quasi impossibile evadere!)
Il clima del gruppo - Grado di fiducia reciproca (diffidenza ←→ fiducia) - Comunicazioni (controllate, caute ←→ aperte, sincere) - Grado di mutuo sostegno (ognuno per sé ←→ interesse
per gli altri e supporto) - Obiettivi del gruppo (non capiti ←→ capiti in modo
chiaro) - Modo di affrontare un conflitto nel gruppo (rifiuto,
evasione, soppressione, compromessi ←→ accettazione e risoluzione diretta del conflitto) - Impiego delle risorse del gruppo (non utilizzo ←→
utilizzo delle competenze) - Clima del gruppo (conformista, difensivo ←→ libero,
tollerante, con rispetto per le diversità)
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K. Lewin ha evidenziato tre stili di leadership:
Leadership autoritaria
Leadership lassista (permissiva)
Leadership democratica
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Leadership autoritaria
il leader gestisce il gruppo in modo
autocratico, le decisioni sono centrate sul leader che non si consulta con il gruppo; il gruppo viene valutato e criticato; all’inizio il gruppo appare più efficiente (quantità), ma questa leadership provoca fenomeni di aggressività o viceversa apatia; quando il leader si allontana, il gruppo tende a bloccarsi, non è autonomo
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Leadership lassista (permissiva)
il leader lascia che ciascuno agisca per
conto proprio, non guida il gruppo, che lo percepisce come poco presente (se non assente come figura); questa leadership offre libertà di azione, ma il gruppo produce poco, paralizzato da discussioni, scarso coinvolgimento, confusione; quando il leader si allontana, il gruppo non sa gestirsi, tende a disperdersi
Leadership democratica
il leader conduce il gruppo in modo partecipativo, consulta i membri del gruppo, discute e prende con loro le decisioni, la divisione dei compiti è presa insieme; il leader fa da guida; la produttività del gruppo risulta maggiore dal punto di vista della qualità; solo in un secondo momento più efficiente anche dal punto di vista della quantità; quando il leader si allontana il gruppo sa lavorare da solo e in autonomia, assumendosi la responsabilità del lavoro da svolgere
Al di là degli schematismi
Il Docente dovrà garantire al gruppo crescita e operatività come altro da sé e quindi dovrà lavorare affinché il gruppo diventi autonomo e maturo
Il suo ruolo comporta un fare e non un sostituirsi:
il docente non può prevedere tutto e dunque non può agire in termini prescrittivi un
ruolo altamente discrezionale → deve saper gestire l’ansia determinata
dall’incertezza insita nei processi
Il docente quali attenzioni quindi metterà in campo? Come? - attiva un clima di fiducia e sicurezza tra i membri
della classe e con il docente
favorisce la conoscenza reciproca, l’ascolto, la co-costruzione delle
regole, il richiamo frequente ai valori condivisi.... - agisce affinché il gruppo porti avanti il lavoro,
presidiando tempi e compito
stipula il patto formativo con gli alunni, esplicitando le reciproche
aspettative, diritti e doveri; ricorda al gruppo le caratteristiche del compito da svolgere, ne definisce i tempi e modi - valorizza e sa utilizzare le risorse del gruppo e dei singoli studenti per la realizzazione del compito
fa emergere le competenze degli studenti, i loro punti forti anche non
necessariamente legati ad abilità scolastiche, e li esorta a metterle a disposizione del gruppo
- Aiuta il gruppo a crescere e maturare, diventando autonomo e capace di prendere decisioni
Accompagna il gruppo nella presa di decisioni, aiutandolo a fare scelte condivise, mette il gruppo classe in situazioni in cui è potenziata l’autonomia (leadership democratica e partecipativa) - Sa gestire il conflitto, utilizzando il compito come
regolatore dei rapporti
Non prende posizione, non dà soluzioni facili, ma accompagna la classe ad affrontare in modo consapevole e costruttivo le situazioni di conflitto nel gruppo, aiutandola a non averne paura, ma a usarle come occasione di crescita (nelle competenze sociali/trasversali) - Lavora in classe per far acquisire e consolidare
negli studenti le competenze trasversali
Crea situazioni in cui le life skills possano essere esercitate dagli studenti, in ogni momento dell’attività didattica (ne parla anche al metalivello) - non giudica, ma esprime criteri di valutazione
rispetto al lavoro svolto dai singoli e dal gruppo
Comportamenti degli alunni che disturbano (in vario
modo) il lavoro della classe
Spesso in situazioni di precaria autostima il bisogno di
essere ‘considerati’, sostenuti e valorizzati è forte; se la mancanza di questi riconoscimenti diviene troppo difficile da sostenere, le persone possono ricorrere a modalità indirette per ‘estorcere’ l’attenzione di altri nel gruppo o del docente, attraverso le seguenti modalità:
➢Compiacere: per farsi accettare e ottenere
approvazione dal gruppo dei pari ➢Provocare: per avere almeno un po’ di attenzione dai pari e dall’insegnante ➢Isolarsi: per limitare la sofferenza
110
Il docente, invece che fermarsi ai comportamenti esteriori che
vede e reagire a quelli, può (deve?) andare oltre e, leggendo questi comportamenti come richieste di aiuto, può (deve?) occuparsene
→il primo passo è leggere la dinamica senza rinforzarla né
smascherarla brutalmente davanti a tutti →poi pianificare con lo studente/studentessa un incontro in cui, senza la presenza dei compagni, in un setting idoneo, il docente possa interagire con la persona, rimandandole il/i comportamento /i considerati inaccettabili che saranno descritti in termini non accusatori →Provare a negoziare con la persona un comportamento diverso, ma proposto dalla persona stessa, che deve assumersi la responsabilità di fare la proposta e mantenere quello che dichiara
Il docente dovrà dunque provarsi in un
feedback critico costruttivo che, se ben dato, permette a chi lo riceve di valutare i propri comportamenti rispetto al
contesto e assumersi la responsabilità di modificarli
→ Uso da parte del docente dei messaggi in
prima persona (IO MESSAGGI) abbandonando il tu accusatorio
(cfr. T. Gordon – Insegnanti efficaci)
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Incontro 22 dicembre 2017
... tornando alle metodologie didattiche
Premessa 1
Essere consapevoli che la nostra efficacia nella relazione educativa, al di là delle scelte didattiche che operiamo, passa soprattutto per le
nostre competenze relazionali e trasversali: autorevolezza empatia buona comunicazione Gestione consapevole del gruppo classe capacità di problem solving capacità di prendere decisioni ....
Premessa 2
non esistono la metodologia ‘giusta’ in assoluto né lo stile di insegnamento ideale
perché ogni pratica didattica deve essere
costruita a partire dall’analisi
della situazione contestuale
(la classe, il docente, la disciplina, gli obiettivi da
perseguire, il momento, ...)
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Premessa 3 Usare modalità didattiche diverse per venire incontro a stili di apprendimento
diversi, per stupire, spiazzare gli alunni con esperienze
nuove e inattese, per evitare la routine, la prevedibilità, la noia (anche a noi stessi), ma nel contempo mantenendo alcune ritualità rassicuranti
Scegliere le modalità che più ci convincono e che sappiamo mettere in pratica con maggior competenza Proporle sapendole personalizzare (rispetto alla classe e a come siamo noi,
116 rendendole quindi originali e uniche)
Sintesi lavoro di gruppo 15 dicembre 2017
Strategie didattiche da voi elencate
Lezione frontale xxxx-------------Learning by doing xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.... Attenzioni generali Attivare la motivazione → partire chiedendo ‘perché si studia questa materia? Questo
argomento?’ guidare alla risposta con esempi tratti dal quotidiano, fatti successi nella realtà, dati, statistiche...)
esplicitare gli argomenti che verranno trattati e le competenze che gli studenti dovranno
raggiungere (metafora del viaggio con le varie tappe)
Partire da esempi concreti ed arricchire via via con esempi Partire dalle preconoscenze degli studenti (attivarle attraverso ad es. mappa cognitiva) xxxx Ricondurre di frequente la spiegazione ad esperienze personali e reali
Rinforzare le conoscenze insegnate frontalmente attraverso lezioni sul campo (museo, orto
botanico, laboratorio, bosco, città...) Fare collegamenti con materie affini (es. matematica e fisica) per dare una visione d’insieme (‘spiego l’importanza delle derivate utilizzando i concetti di velocità ed accelerazione) Organizzare in modo coerente i materiali didattici, usare immagini e supporti diversi
Coinvolgere la classe attraverso domande, suscitando discussioni anche in piccoli gruppi Didattica a spirale Accogliere sempre le domande di chi non ha capito per adattare meglio la spiegazione
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La motivazione Una possibile definizione carica energetica, spinta allo studio/lavoro, voglia di
fare, desiderio, passione, interesse
Complessità dei processi motivazionali coinvolti
nell’apprendimento scolastico obiettivi, valori, interesse, credenze di efficacia
(percezione di sé, senso di autoefficacia), stili di attribuzione (attribuire la causa di successo/insuccesso ad un possibile fattore intero od esterno all’individuo), emozioni
La motivazione non è solo dell’alunno, ma è strettamente correlata al
contesto, all’ambiente sociale e familiare
in cui vive e opera la persona L’ambiente sociale può rendere particolarmente salienti
certi obiettivi di apprendimento → si pensi all’influenza che insegnanti, compagni di classe, genitori possono esercitare sul bisogno di uno studente di riuscire o sulla sua paura di fallire e
sulla sua valutazione di se stesso
Boscolo P.(2012), La fatica e il piacere di imparare – psicologia della motivazione scolastica, Utet
Motivazione estrinseca comportamento visto come mezzo per raggiungere
un scopo/ricompensa
Motivazione intrinseca soddisfazione, gratificazione legata al
comportamento stesso Quando viviamo un’esperienza che ci piace, in cui siamo coinvolti emotivamente, non ci chiediamo il perché, il senso è nel piacere in sé
Conseguenze della motivazione sui comportamenti Un alunno motivato:
• ha maggior persistenza nello sforzo di imparare
• prova emozioni positive
• sa valutare le proprie possibilità e limiti
• sa regolare il proprio ritmo di lavoro
Il costrutto teorico della motivazione comprende l’attivazione, l’intensità, la persistenza, la qualità del comportamento
Come i docenti possono attivare la motivazione?
• Attenzioni legate all’ambito affettivo/relazionale → attenzione ai bisogni dell’alunno/a
• Attenzioni legate alla comunicazione → aperta, non giudicante, accogliente, supportiva, senza barriere comunicative
• Attenzioni legate ai propri comportamenti → congruenza tra quello che si dice e quello che si fa
quindi essere di esempio → avere-dimostrare interesse per certi temi, piacere di leggere e condividere quanto letto, rapporto con il proprio lavoro, la passione, ecc....)
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• Accompagnare, stimolare l’alunno/a nel trovare un senso/significato per sé a quello che si fa in classe
• Partire dagli interessi dei ragazzi
• Condividere passioni e far parlare gli studenti delle proprie passioni (attività, letture, sport, musica, tempo libero...)
• Partire dalle loro conoscenze pregresse, anche di senso comune
• Utilizzare modalità didattiche partecipative, favorendo il lavoro e confronto tra pari (lavoro di coppia, in piccolo gruppo)
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Lezione frontale interattiva
Struttura:
presentazione, attivazione, sviluppo dei contenuti con momenti di micro- attività partecipative/aggregative, conclusione)
Attenzioni da avere:
Attivare motivazione, interesse, curiosità
Verificare le conoscenze pregresse (anche di senso comune, di cui tener conto per aggiustare il tiro) e da lì partire Incipit → breve indice dei temi trattati, obiettivi formativi...
Sequenze e propedeuticità dei temi da trattare
Micro-attività da proporre per rendere la lezione dialogica e partecipata
Exit (conclusione con il recupero dei concetti e degli apprendimenti)
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Attività da proporre nella lezione frontale interattiva
✓Focalizzare l’attenzione degli studenti → Setting idoneo,
posizione del docente nello spazio, uso di strumenti multimediali, strutturazione ordinata e organica del discorso, indicazioni specifiche su che cosa porre maggior attenzione ✓Attivazione sul tema che si sta per affrontare e co-
costruzione di un senso condiviso → perché parliamo di....? Uso di un ‘testo’ di apertura: uno scritto, un’immagine, una domanda stimolo.... ✓Verifica delle conoscenze pregresse di ciascuno (e della
classe) sul tema → costruzione di una mappa mentale/cognitiva (individuale e/o di gruppo) e partire da questa per costruire nuova conoscenza
(Cfr. Ausubel)
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✓ Comprensione condivisa del linguaggio usato (‘ciò che si intende
con...’) per essere certi di indicare con quei termini le stesse cose, per definire i confini, se pur provvisori, dei concetti ✓ Domande stimolo per attivare in itinere riflessioni e
approfondimenti (in un’attività individuale/in coppia/in piccolo gruppo)
✓ Verifica dell’ascolto e della comprensione da parte degli studenti
domande stimolo per verificare se è stato compreso il senso globale del discorso, fermarsi sui termini, anche usuali, per verificarne la comprensione corretta nel contesto specifico, ....
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Riflessione individuale scritta Breve ma frequente per .... Quando? Su che cosa? ex ante, su un tema proposto dal docente → per concentrarsi sull’argomento → per recuperare le conoscenze pregresse (attraverso uno mappa
mentale) in itinere per consolidamento dei concetti, per fare sintesi, attraverso, ad esempio, una mappa concettuale sui concetti principali e sulle loro reciproche relazioni ex post, a conclusione di un modulo o di un’attività, per tirare le fila del discorso, per verificare l’apprendimento (anche attraverso l’autovalutazione) Per attivare pensieri e riflessioni più profonde a livello metacognitivo: ognuno sarà stimolato a chiedersi come ho lavorato? che cosa ho capito? dove ho funzionato meglio? Su che cosa devo ancora lavorare? Come studio? Qual è il mio metodo?) 127
Lavoro di coppia condivisione di riflessioni fatte precedentemente a livello individuale esercizi di consolidamento su quanto appreso confronto/discussione su un tema analisi e comprensione di testi e concetti peer tutoring
(correzione compiti, spiegazione reciproca di argomenti....)
discussione, role playing
Lavoro di gruppo su compito Per approfondimenti, sintesi, consolidamento concetti, sviluppo di compiti complessi, progetti con ricadute anche esterne creazione di: testi, mappe, presentazione in ppt ecc...
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Formula T.P.S. Think Pair share
• Iniziale pensiero/riflessione individuale (orale o scritta)
• Lavoro in coppia in cui ciascuno spiega all’altro il proprio punto di vista, le proprie ragioni
• Condivisione nel grande gruppo (classe)
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Sintesi lavoro di gruppo 15 dicembre 2017...
Learning by doing/didattica laboratoriale Lavoro individuale xxxxxxx Lavoro di coppia xxxxxxxxxx Lavoro di gruppo su compito xxxxxxxxxxxxxxxxxx Presentazione in ppt alla classe dei lavori fatti in gruppo xxxxxxxxxxxxx Saper esporre alla classe una ”creazione” rielaborando ad alta voce il
processo che ha portato a quel risultato Cooperative Learning xxxxxxx Peer education xxxxx Favorire lo studio di gruppo perché far spiegare le cose a vicenda
favorisce l’apprendimento Flipped classroom/classe rovesciata xxxxxxxxxxxx Dare materiale di approfondimento ai ragazzi che lo studieranno e lo
presenteranno poi alla classe xxx
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Nelle uscite didattiche far sperimentare ruolo di guida turistica Brain storming xxxxxx Strategie ludiche Enquiring (far nascere procedimenti e soluzioni dagli studenti stessi) Role playing (simulazioni di situazioni reali in lingua straniera;
personaggi storici, ecc...) xxxxxxxxxxxxx Soluzione di problemi complessi/problem solving xxxxxx Progetti interdisciplinari (es. percorso storico-geografico sugli alimenti
con valutazione delle implicazioni etiche) Attività teatrale Dibattito a tesi contrapposti Problem based learning (PBL), Analisi di caso
Uso multimedialità (LIM) Didattica online – FAD asincrona
131 giochi didattici con programmi online
Alla base della DIDATTICA PARTECIPATIVA
l’idea di ‘agency’ (Bruner 1997) o capacità di attivazione attribuita allo studente che viene in questo senso riconosciuto come soggetto attivo del proprio processo di apprendimento
ma ciò può succedere → se si favorisce nello studente il superamento della visione della conoscenza come oggetto statico, trasmesso dai grandi pensatori , e la creazione di un’idea di conoscenza come risultato di una costruzione attiva, migliorabile, sia a livello individuale che di comunità sociale più ampia
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→ Se lo studente è motivato (allo studio, all’argomento, a stare a scuola, con i compagni...)
→ Se lo studente conosce e capisce profondamente quello che si fa a scuola e sa costruirsi un ‘senso’ proprio di questo
→Se lo studente ha imparato a conoscere il suo
modo di studiare, di funzionare, di stare bene a scuola (livello metacognitivo) →Se lo studente si sente parte di un gruppo di apprendimento che funziona, da cui si sente accolto e valorizzato
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Un alunno per partecipare deve essere necessariamente motivato, interessato a quello che si fa in classe
Come attivare la motivazione, come co-costruire senso ?
Protagonismo dello studente, sia come singolo che come membro del gruppo di apprendimento
Progettare attività in cui gli studenti trovino modo di sperimentarsi, acquisire conoscenza per applicarle ad altri contesti, consolidare competenze disciplinari e specifiche
Progettare la lezione come un ‘evento aperto’ in cui agiscono diversi attori e di cui non si sa a priori lo sviluppo
La didattica partecipativa porta con sé.....
Classe come comunità di apprendimento...
Attivazione di attenzioni riflessive e metacognitive (non solo fare, ma pensare il fare...)
Gestione della classe come gruppo →leadership esperta del docente, attento alle dinamiche di gruppo e capace di gestirle
Docente come attivatore di una comunicazione democratica, non rigida, aperta ad una partecipazione autentica da parte degli studenti
Molteplici ruoli del docente: osservatore, facilitatore, mediatore, regista
Possiamo affermare che
modalità didattiche partecipative,
laboratoriali attive, metacognitive favoriscono l’acquisizione ed il consolidamento di competenze (disciplinari specifiche e trasversali)?
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Competenze e modalità didattiche partecipative da Pozzo G. (2011), Costruire competenze a scuola - Introduzione alla rivista Imparare per competenze, n.11 Loescher Cambio di prospettiva:
dal programma al curricolo dalla materia alla disciplina dalle conoscenze alle competenze
Programma centrato sui contenuti da apprendere riferiti soprattutto alle conoscenze Curricolo come percorso da fare insieme; risponde all’esigenza di mettere al centro dell’apprendimento lo studente con il proprio bagaglio di conoscenze esperienze risorse e di fornire strumenti concettuali dinamici adatti a leggere in modo critico un mondo in continuo cambiamento.
Dalla materia alla disciplina Materia sembra suggerire un oggetto inerte Disciplina implica che ogni area di studio ha un suo metodo di lavoro che va insegnato e appreso contestualmente ai contenuti
Dalle conoscenze alle competenze Competenze come conoscenze, abilità, competenze trasversali/disposizione personale Sovraordinato a questi tre saperi è il saper imparare, che rimanda alla metacognizione
Provando ad andare oltre gli schematismi ed alle contrapposizioni ideologiche
In questo scenario le conoscenze non sono sottovalutate, anzi: sono un elemento costitutivo della competenza e diventano parte delle risorse che una persona competente sa, intende e può attivare e mobilitare in un dato contesto.
Ma che cosa cambia veramente in una didattica per competenze? Cambia la domanda: non che cosa insegnare, ma quali condizioni creare perché lo studente impari? (spostamento del focus, cambio di prospettiva)
cambia la formulazione degli obiettivi che diventano descrittori di competenza e sono espressi in linguaggio concreto, operativo, trasparente in modo che possano essere capiti e controllati anche dagli studenti che si possono chiedere che cosa so e non so, che cosa so o non so fare
Cambia la natura dell’attività accanto alle esercitazioni per segmenti che portano per lo più a risposte convergenti, si proporranno compiti complessi, situazioni problematiche di natura aperta che non richiedono risposte precostituite
Cambia il ruolo dello studente ruolo attivo e propositivo, teso verso una meta condivisa, finalizzato alla ricerca di soluzioni, attivatore di strategie e di processi cognitivi superiori
Cambia il ruolo dell’insegnante Da decisore assoluto, diventa mediatore, facilitatore, guida e sostegno nel processo di apprendimento
Cambia l’uso del tempo Oltre il tempo del fare è previsto il tempo per fermarsi e riflettere sul fare, per rilevare punti di forza ed errori (momento metacognitivo fondamentale)
Cambia il modo di considerare l’errore Da aspetto da sottoporre a giudizio, o peggio, a censura, l’errore diventa risorsa e ‘finestra’ sul mondo cognitivo dell’allievo
Cambia l’idea stessa di valutazione Che riguarderà non solo gli esiti ma anche i processi; non solo le conoscenze acquisite, ma anche l’uso che un alunno sa fare delle risorse
e le strategie che sa mettere in campo per superare ostacoli e difficoltà...
→ In quest’ottica la scuola viene considerata non come luogo di trasmissione di un sapere univerasale, ma come luogo di costruzione del sapere a partire da attività situate in cui le competenze disciplinari, ma anche trasversali, si possono sviluppare in un ambiente ricco.
(Boscolo 2013)
Un curricolo per competenze si basa su...
• Area di competenza e assi culturali
• Nuclei fondanti della disciplina, le conoscenze, le abilità
• Traguardi, cioè dove si vuole portare l’alunno rispetto alla competena desiderata
• Compiti di apprendimento significativi per la disciplina e per lo studente (compiti complessi*) in quanto collegati alle sue esperienze e che richiedono attivazione di processi superiori
• Strumenti metacongitivi di riflessione sui processi
• Strumenti di valutazione e autovalutazione (non solo le prove finali da cui poter inferire il livello di competenza raggiunto (valutazione sommativa –-> sull’apprendimento), ma anche gli strumenti per monitorare e documentare i processi (valutazione formativa → per l’apprendimento)
- Compito complesso (caratteristiche)
•Parte da una domanda guida/situazione problema
•Si aggancia alla realtà degli alunni e li coinvolge in modo attivo
•Individua una o più aree di competenza disciplinare
•Mette in gioco le/alcune life skills
•Contiene consegne chiare e vincoli che ne delimitano i confini
•Stimola processi cognitivi superiori (compiti non meramente esecutivi)
•Richiede collaboratività, negoziazione di significati e scambi di idee
• Sviluppa la capacità di argomentare le proprie scelte
• Richiede decisionalità, responsabilizzazione e sviluppa autonomia
• Incoraggia la riflessone su come si è lavorato
• Propone criteri di valutazione espliciti e negoziati
• Stimola l’autovalutazione
(Ibid. Graziella Pozzo)
Ambiente di apprendimento: il fattore C C come Competenza e Centralità dell’alunno
• Contenuti significativi (per l’alunno...)
• Coinvolgimento
• Compiti complessi *
• Collaborazione, condivisione, confronto
• Criteri di valutazione espliciti e condivisi
• Consapevolezza (meta cognizione)
• Controllo e auto-valutazione
• Congruenza (tra progettazione e valutazione)
• Comunicazione efficace
• Clima (ascolto, empatia, rispetto, fiducia reciproca)
Cfr. G. Pozzo (2011), Quale ambiente per l’apprendimento? In Insegnare Dossier 2011
Laboratorio Parole chiave: indissolubilità del sapere e del saper fare indissolubilità di Theoria e di Techne obiettivi di apprendimento in termini di competenze (disciplinari specifiche e trasversali)
Per la persona la «cultura» è sempre unitaria e onnicomprensiva (il ‘senso’ delle cose viene da un fare ed un sapere intrecciati ed agiti da un soggetto in situazione
)
147
Laboratorio
La didattica laboratoriale è attività intenzionale che promuove apprendimenti di alto livello in cooperazione con altri individui
Si parte da una situazione problema da cui scaturisce un processo dinamico e costruttivo (sviluppo del compito complesso) in cui l’alunno viene sostenuto dall’insegnante che lo indirizza, lo sollecita alla scoperta di percorsi possibili, lo sostiene nella fatica di affrontare le difficoltà
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Strumenti
Mappa cognitiva (o mentale)
rappresentazione grafica delle informazioni,
conoscenze, esperienze di un soggetto attorno ad un determinato tema (dimensione evocativa, emozionale, soggettiva) → mappa con struttura per lo più radiale, non gerarchica,
aperta, costruita per associazione
→ da proporre ad inizio attività (riflessione individuale e
poi condivisione di gruppo o in plenaria) per far emergere le conoscenze pregresse su un dato tema (non solo il sapere formalizzato, ma anche di senso comune, che può favorire o rallentare l’apprendimento)
149
Strumenti
Mappa concettuale
Rappresentazione grafica delle conoscenze, costituita da
nodi concettuali inseriti in sagome geometriche con parole-chiave, tra loro collegati da connessioni (linee/frecce accompagnate da etichette che descrivono il tipo di relazione tra i nodi) Struttura reticolare, gerarchica, che parte da un tema
centrale e si sviluppa generalmente dall’altro verso il basso → Può essere proposta a conclusione di un argomento, per
memorizzare i concetti, per capire meglio la loro relazione reciproca, per fare sintesi (attività individuale, di coppia, di gruppo)
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Strumenti
Brain storming
Tecnica di creatività di gruppo, nata in ambito pubblicitario, per far emergere idee volte alla soluzione di un problema (associazione libera di idee che è generativa di nuove idee in un processo a catena) Consiste, dato un problema, nel proporre liberamente
soluzioni di ogni tipo, anche apparentemente strampalate, senza alcuna censura (clima libero, aperto, non giudicante); vale la rapidità, la quantità di idee che emergono. Solo in una fase successiva, staccata anche temporalmente
dalla precedente, si lavorerà sull’analisi di quanto proposto con approccio razionale (uso lavagna, cartelloni, post it, SW dedicato.....)
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Apprendimento meta-cognitivo
(chi ha competenze metacognitive è in grado di incrementare autonomamente le proprie conoscenze) Come? Momenti di riflessione individuale o in gruppo, scritta e/o orale su: - che cosa me ne faccio di tutte le cose che sto imparando? far ricercare e raccontare il senso personale che ciascuno dà al proprio imparare, al proprio essere a scuola (portfolio) - come sto imparando? portare ad avere consapevolezza e perfezionare il proprio personale modo di apprendere (condivisione di modi e strumenti per apprendere: uso guidato libro di testo, consultazione documenti, uso consapevole e competente di strumenti, quali mappe concettuali, ecc.) 152
Apprendimento meta-cognitivo
Vuol dire anche lavorare con gli studenti sul
METODO DI STUDIO Per aiutare ciascuno a trovare il suo
→ insegnare ad usare in modo efficace strumenti di studio (uso del libro di testo, uso di mappe concettuali) → insegnare a pianificare il lavoro (tempi, luoghi, ...) → sostenere, dare supporto →rispondere alle domande di metodo (come si fa a....) dedicando a scuola, nelle ore di lezione, specifici momenti a carattere laboratoriale in cui si studia (studio individuale, in coppia o in piccolo gruppo) in cui il docente osserva, monitora i diversi modi degli studenti di studiare, li aiuta ad momenti ottimizzare, di difficoltà, a trovare ecc....
nuovi modi, dà consigli 153
nei
La valutazione Valutare senza svalutare, valutare per dare valore ...... Valutazione come RELAZIONE → cercare ciò che ha valore
per potenziare l’alunno vs sanzionare, giudicare Diagnostica Scopo: conoscere lo studente, le sue competenze in
ingresso Quando: all’inizio ma anche nel processo Formativa Scopo: raccogliere info su quello che lo studente sa/non sa fare e dare un feedback costruttivo Quando: durante il processo di apprendimento Sommativa Scopo: correlare l’informazione raccolta nel processo con la
prova finale Quando: alla fine del processo (cfr. G. Pozzo, dà consigli Valutare nei momenti per competenze)
di difficoltà, ecc....
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Limiti della valutazione (limiti→ punti di attenzione) Arbitrarietà per assenza di criteri chiari e precisi
Opacità difficoltà a tenere distinti gli aspetti di padronanza dagli
aspetti riferiti alla partecipazione, all’impegno, al progresso....
Effetti collaterali possibile ricaduta negativa su di sé (autostima e senso di
autoefficacia) Rischio che prevalga la motivazione estrinseca rispetto a
quella intrinseca (cfr. Graziella Pozzo, Valutare per competenze)
Il lavoro di gruppo in classe
Quale progettazione? Quale organizzazione? Quale setting? Quali attenzioni? Quale gestione? Quale valutazione?
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Il lavoro di gruppo in classe Richiede sempre un lavoro propedeutico (es. lavoro di
coppia, discussione, ecc..) attraverso cui gli studenti possano incominciare ad acquisire
le competenze trasversali (comunicativo/relazionali, organizzative, ecc... ) necessarie per saper lavorare bene in gruppo Nella progettazione chiedersi sempre quali obiettivi di competenze (disciplinari e trasversali)
voglio perseguire? Quanto tempo dedicare? Che risorse? Quali le competenze
pregresse necessarie ? ecc...
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Quali criteri di composizione dei gruppi?
Scelta dei membri del gruppo guidata dal docente, attraverso criteri trasparenti ed esplicitati (o estrazione a sorte) NB: Il gruppo può essere omogeneo o eterogeneo in relazione al compito da svolgere
• gruppo non troppo numeroso (3-4 alunni) a meno che il compito non richieda maggiori risorse ...
• non fisso tutto l’anno o il quadrimestre, ma a rotazione (chi non si trova bene in un gruppo sa che potrà poi cambiare e accetterà più di buon grado quello che sta facendo)
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Ruoli nel gruppo
Quali? coordinatore, chi documenta, relatore, ...
Quali mansioni per ogni ruolo? condivisione con i ragazzi delle operazioni e
attenzioni che il ruolo richiede
Come assegnare i ruoli? a rotazione, esplicitando
i criteri)
Descrizione delle mansioni per ogni ruolo
Che cosa fa il coordinatore? Aiuta il gruppo a portare avanti
il compito e a realizzarlo secondo le consegne e i tempi dati; coordina la comunicazione (turni di parola) tra i membri, facendo attenzione che tutti si ascoltino (è lui/lei che dà l’esempio); cerca di coinvolgere tutti e di esortare chi ‘delega’ troppo (fa fare agli altri...) a dare il suo contributo Che cosa fa il documentarista? Tiene traccia costante del lavoro, fa i verbali/resoconti del processo di lavoro, essendone la memoria storica Che cosa fa il relatore? Espone in plenaria il lavoro prodotto
dal suo gruppo, con la consapevolezza di essere rappresentante dell’intero gruppo
Assegnazione compito Quale compito assegnare?
sceglierlo, ovviamente, in relazione agli obiettivi
di apprendimento, ai contenuti, al tempo a disposizione
compito con contorni ben definiti da svolgere in tempi non troppo lunghi ben strutturato e descritto con accuratezza e in dettaglio (meglio dare una scheda scritta)
La consegna sarà anche molto esplicita rispetto al prodotto finale richiesto (eventualmente precisando anche le tappe intermedie)
Quale setting di lavoro
Aula flessibile che deve essere modificata in base
alle attività previste (la strutturazione dello spazio comunica molto di più delle parole)
Per il lavoro di gruppo: isole di lavoro più banchi disposti in modo che si formino tavoli quadrati che favoriscono la comunicazione e l’ascolto → tutti sono tra loro equidistanti
Per la plenaria: Banchi a ferro di cavallo per permettere di vedere i relatori e i supporti visivi ma nel contempo permettere che gli studenti si vedano tra loro)
Quali materiali fornire, come distribuirli?
Scelta accurata da parte del docente del
materiale da mettere a disposizione per il lavoro, per garantirne la quyalità, evitare perdita di tempo e il ‘copia e incolla’ da internet
Pianificazione dell’attività Quali tempi? Quali tempi parziali? Non assegnare compiti troppo lunghi e non diluire
nel tempo l’attività perché perde di efficacia → meglio concentrare il lavoro (mantiene desta
l’attenzione, la motivazione, l’interesse) Concordare possibile, le date mantenerle di consegna senza del deroghe
163 lavoro e, se
Quali criteri di valutazione del lavoro? Quali tipi di verifica degli apprendimenti?
L’insegnante, in fase di presentazione del lavoro
di gruppo e della sua organizzazione, renderà chiari ed espliciti agli alunni le modalità di verifica ed i criteri di valutazione Espliciterà le caratteristiche che dovrà avere il
prodotto finale (indicatori chiari) ed il processo di lavoro Saranno inoltre rese note anche la modalità di
verifica e i criteri di valutazione relativamente agli apprendimenti acquisiti (in termini di conoscenze e di saper fare) a livello individuale.
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Condivisone del lavoro fatto dai gruppi (inter-gruppo – plenaria)
A conclusione del lavoro di gruppo, presentazione in
plenaria del lavoro svolto
da ogni gruppo organizzarlo avendo chiari gli scopi creare un setting di ascolto idoneo chiarire ai ragazzi ciò a cui devono prestare attenzione, quali richieste verranno poi fatte loro, per stimolarli ad una maggior attenzione e ad un ascolto attivo
... l’insegnante che ruolo ha?
Osservatore attento del processo di lavoro dei
gruppi e le loro dinamiche Consulente a richiesta (durante il lavoro è
importante che ogni gruppo si metta a lavorare in modo autonomo, seguendo le indicazioni precise date all’inizio dall’insegnante); se il gruppo chiede, o l’insegnante osserva difficoltà, decide di intervenire Quindi consulenza sul metodo di lavoro→ per aiutare a
trovare un modo efficace di lavorare Consulenza sui contenuti (sulla loro reperibilità, ...) Supporto emotivo/affettivo .......
166
166
Verifica e valutazione degli apprendimenti
Che cosa valuto e come? esplicitazione trasparente di quello che si chiede e
dei criteri che verranno usati (indicatori) 1.Valutazione di prodotto relativa al risultato
raggiunto e al prodotto costruito (valutazione di gruppo) 2.Valutazione di processo relativa a come il gruppo
ha lavorato (il gruppo si autovaluta attraverso l’auto-osservazione) 3.Valutazione degli apprendimenti acquisiti, in
termini di competenze (in particolare conoscenze) tutti devono sapere tutto e quanto fatto diventa parte integrante del programma di studio (valutazione individuale)
Verifica e valutazione degli apprendimenti Che cosa e come? Cfr. esplicitazione trasparente dei criteri fatta ex ante
1. Valutazione, rigorosamente di gruppo, del prodotto realizzato→ presentazione dei risultati della ricerca, (attraverso una relazione scritta e/o attraverso l’esposizione orale, supportata da un ppt.....)
2. Valutazione di processo relativa al processo di lavoro del gruppo; al gruppo, al quale è stato chiesto di osservarsi in itinere, si chiede uno sforzo di auto-valutazione (come abbiamo lavorato? che cosa ha funzionato? Che cosa no? Che cosa potevamo fare meglio?...)
3. Valutazione individuale degli apprendimenti acquisiti nel modulo
A fine modulo/percorso quanto è stato prodotto da tutti i
gruppi diventa parte integrante del ‘programma’ di lavoro dell’insegnante e della classe e su questi temi/contenuti il docente attuerà una verifica individuale (preferibilmente scritta) degli apprendimenti che ciascuno avrà acquisito rispetto al lavoro fatto dal proprio gruppo ma anche rispetto al lavoro svolto da tutti gli altri gruppi (tutti devono sapere tutto di quanto elaborato da tutti i gruppi!!)
... per concludere
«se si escludono istanti prodigiosi e
singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi)
costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono».
Primo Levi, La chiave a stella, Einaudi 1978 Template:Ébauche Template:Confusion Template:Infobox Biographie2
Eugénie Léonie Jahn dite Léonie Yahne, née le Template:Date de naissance[N 1] à Versailles [1] et morte le Template:Date de décès à Paris 16e[2], est une actrice française de la Belle Époque qui est connue aujourd'hui par les œuvres de Toulouse-Lautrec.
Dans un article de journal de 1899, elle est décrite comme l'une des plus belles et célèbres actrices parisiennes[3].
Biographie
[modifica | modifica wikitesto]Léonie Yahne fait son éducation au couvent du Grandchamp à Versailles, tout comme Sarah Bernhardt[4]. Elle essaye par deux fois de rentrer au Conservatoire et doit faute d'argent, renoncer à une seconde présentation et s'enrôler à l'Odéon où elle parait avec succès, sous les traits de l'Innocent dans L'Arlésienne[5], en 1885, puis dans Les Ménéchemes. Elle est engagée ensuite pour une tournée au Théâtre Michel de Saint-Pétersbourg où elle joue vingt pièces dont Le Sourire. Elle est engagée au lendemain de son retour en France par Albert Carré qui la fait d'abord débuter à Aix-les-Bains où elle est particulièrement remarquée dans L'Ami Fritz, en 1891. Elle joue dans La Fille Terrible, Madame Mongodin, l'Ingénue, Monsieur l'Abbé au Palais-Royal, Les Drames Sacrés, La Crise, au théâtre du Vaudeville; puis au Gymnase, Famille, Pension de Famille, La question d'argent[4].
Elle crée, en 1895, avec Henry Mayer, les rôles, dans L'Âge difficile de Jules Lemaître[N 2], dans Les Demi-Vierges de Marcel Prévost et dans le rôle d'Alice dans Viveurs de Henri Lavedan, au théâtre du Vaudeville. En 1896 , elle apparaît dans La Villa Gaby de Léon Gandillot. En 1897 dans Jalouse de Alexandre Bisson et dans La douloureuse de Maurice Donnay. En 1898 , elle tient un rôle dans Mariage bourgeois d' Alfred Capus et en 1899 , dans Petits chagrins de Maurice Vaucaire[6].
Elle joue, en 1900, Roxane dans Cyrano de Bergerac de Edmond Rostand[7] et crée, en 1901, Nialka dans Pour être Aimée de Léon Xanrof[8]. La même année , elle tient le rôle de Huguette dans Famille[9]
En 1902, elle joue Mirette dans Les trois Glorieuses de Gosselin Lenotre.
En 1904, elle tient le rôle de la Marquise de Civrac, dans L'embarquement pour Cythère de Émile Veyrin[10] et en 1905, crée le rôle dans Les Oberlé de Edmond Haraucourt[6].
En 1912 , elle est Adinolfa dans Impressions d'Afrique de Raymond Roussel et en 1913 probablement un rôle dans le film muet Le Duel de Max[11].
En 1913, Léonie Yahne intente un procès qu'elle gagne, à Mlle Schlotterbech dite Mlle Yane, qui s'est produite aux Capucines et avec les Tournées Baret dans les années 1910. Yane devient Yane Exiane.
En 1917, elle doit renoncer au théâtre, une affection de la peau marque son visage de stigmates jugés inesthétiques[12]. Elle se produit encore en 1934[13] et apparaît en public pour les 80 ans de Maurice Donnay en mars 1940[14].
Elle a vécu 14 rue des Capucines[15]. Elle a une propriété à Louveciennes. Elle vit la derniere partie de sa vie rue Vigneuse.
Portraits
[modifica | modifica wikitesto]En 1895, Toulouse-Lautrec a créé des lithographies, Léonie Yahne et Henry Mayer, dans L'Age Difficile[16], Yahne et Antoine, dans l'Age difficile, une autre intitulée Yahne dans sa loge au Gymnase[17], parfois décrites comme relatif à la représentation chez André Antoine de L'Age difficile, au Théâtre-Libre[18].
Léonie Yahne a été photographié par le studio Nadar et par Léopold-Émile Reutlinger et Elle apparait à plusieurs reprises dans le magazine Le Théâtre en juin 1903[19] et en mars 1913[20].
-
Yahne et Antoine dans L'Âge difficile
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Yahne dans sa loge
-
Portrait par Léopold-Émile Reutlinger
Une photographie en couleur de 1899 montre Yahne à Plombières dans une voiture Cleveland[21].
Théâtre
[modifica | modifica wikitesto]- 1885 : L'Arlésienne (L'Innocent), Théâtre de l'Odéon
- 1891 : L'Ami Fritz, Cercle d'Aix-les-Bains.
- 1891 : Monsieur l'Abbé de Henri Meilhac, Palais-Royal[6]
- 1894 : Pension de famille de Maurice Donnay, Théâtre du Gymnase (création 27 octobre 1894)
- 1895 : L'Âge difficile, comédie en 3 actes, de Jules Lemaître, Théâtre du Gymnase, (création 29 janvier 1895)
- 1895 : Les Demi-Vierges (Jacqueline), de Marcel Prévost, Théâtre du Gymnase (création 2 mai 1895)
- 1895 : Viveurs (Alice), pièce en quatre actes, de Henri Lavedan, Théâtre du Vaudeville (création 20 novembre 1895)
- 1896 : La Villa Gaby, comédie de Léon Gandillot
- 1897 : Idylle tragique, pièce en quatre actes, de Paul Bourget et Armand d'Artois. (première représentation le mercredi 23 décembre.)
- 1897 : Jalouse, de Alexandre Bisson et Adolphe Leclercq
- 1897 : La Douloureuse de Maurice Donnay, Théâtre du Vaudeville
- 1898 : Mariage bourgeois d'Alfred Capus
- 1898 : L'Aînée, comédie en 4 actes et 5 tableaux, de Jules Lemaître, Théâtre du Gymnase, 6 avril 1898[22].
- 1898 : Colinette pièce en 4 actes, de G. Lenotre[6] avec Gabriel Martin, théâtre de l'Odéon, 1er octobre 1898.
- 1899 : Petits chagrins de Maurice Vaucaire (création)au théâtre du gymnase[23].
- 1900 : Cyrano de Bergerac (Roxane) de Edmond Rostand
- 1901 : Pour être Aimée (Nialka), comédie en 3 actes, de Léon Xanrof et Michel Carré, Théâtre de l'Athénée (création 27 février 1901)
- 1901 : Famille
- 1901 : En fête comédie en 5 actes, d’Auguste Germain, théâtre de l'Athénée, le 25 janvier 1901[6].
- 1902 : Les trois Glorieuses (Mirette) de G. Lenotre
- 1902 : L'Affaire Mathieu, pièce en 3 actes de Tristan Bernard
- 1903 : Le Beau Jeune Homme, comédie en cinq actes, d'Alfred Capus, Théâtre des Variétés.
- 1903 : La reine Fiammette, drame lyrique en quatre actes et six tableaux, musique de Xavier Leroux, livret de Catulle Mendès, Opéra-comique.
- 1904 : L'embarquement pour Cythère (Pomponette, Marquise de Civrac), comédie lyrique en quatre actes d'Émile Veyrin[N 3], Bouffes-Parisiens (Première représentation le jeudi 18 octobre)
- 1904 : La Fin de l'amour de Roberto Bracco[6].
- 1905 : Les Oberlé (Lucienne Oberlé), pièce en 5 actes de Edmond Haraucourt, d'après le roman de René Bazin, théâtre de la Gaîté (création 17 novembre 1905)
- 1906 : Serge Panine de Georges Ohnet, théâtre de la Gaîté
- 1908 : Madame Gribouille (Gilberte) de Abel Tarride et Adolphe Chenevière, Palais-Royal (création)
- 1909 : L'Assommoir (Gervaise), Ambigu-Comique
- 1909 : La Griffe (Anne Cortelon), pièce en quatre actes de Henri Bernstein, Théâtre de la Porte-Saint-Martin
- 1910 : Chantecler (La Faisane), pièce de théâtre en quatre actes d'Edmond Rostand, Théâtre royal des Galeries de Bruxelles
- 1912: Impressions d'Afrique (Adinolfa) de Raymond Roussel, théâtre Antoine (création)
- 1912 : Un coup de téléphone (La Mamette), vaudeville, Théâtre Réjane
- 1913 : Le Tournant comédie en un acte de Lionel Nastorg, Cercle des Escholiers (Salle Villiers)[N 4]
Filmographie
[modifica | modifica wikitesto]- 1913: Le Duel de Max
Source
[modifica | modifica wikitesto]Références et notes
[modifica | modifica wikitesto]- Notes
- Références
Liens externes
[modifica | modifica wikitesto]- Yahne dans "Le Beau jeune homme", Album Reutlinger de portraits divers, vol. 23, vue 28 disponibile in Gallica
- Léonie Yahne, Album Reutlinger de portraits divers, vol. 23, vue 29 disponibile in Gallica
- Yahn, Odéon. L'Arlésienne, photographie, Atelier Nadar disponibile in Gallica
Catégorie:Actrice française Catégorie:Naissance en août 1867 Catégorie:Naissance à Versailles Catégorie:Décès en avril 1950 Catégorie:Décès à Paris Catégorie:Décès à 82 ans
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corrispondente
- ^ État civil de Versailles, naissances en 1867, acte de naissance n°638, p. 135/210
- ^ État civil de Paris XVIeme, décès en 1950, acte de décès n°765, 17/31
- ^ Article du Southland Times, Volume 14294, 11 mars 1899
- ^ a b Template:Article.
- ^ Adrien Bernheim, Trente ans de théâtre, 1906, page 333
- ^ a b c d e f Les archives du spectacle
- ^ Roxane
- ^ Nialka
- ^ Huguette
- ^ L'embarquement
- ^ Le duel de Max
- ^ L'Action française, 17 juin 1923
- ^ Comoedia, 8 novembre 1934
- ^ L'Intransigeant 18 mars 1940
- ^ Rue des Capucines sur cosmovisions.com
- ^ (EN) Léonie Yahne and Henry Mayer, in L'Age Difficile sur metmuseum.org
- ^ Yahne dans sa loge dans L'âge difficile
- ^ Oeuvre graphique de Toulouse-Lautrec, catalogue de l'exposition, Paris, Bibliothèque nationale, 1951, n°99 et 100
- ^ Le Théâtre 1903
- ^ Le Théâtre 1913
- ^ Cleveland
- ^ https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k235767c. Le Temps du 26 septembre 1898.]
- ^ Template:Article.