San Bartolomeo estatico
San Bartolomeo estatito | |
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Autore | Carlo Ceresa |
Data | circa 1660 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 180×144 cm |
Ubicazione | santuario di San Girolamo Emiliani, Somasca |
San Bartolomeo estatico è un dipinto olio su tela di Carlo Ceresa conservato nel santuario di San Girolamo Emiliani, della frazione Somasca frazione di Vercurago, e fa parte della serie di cinque tele raffiguranti il santo e i quattro dottori delle Chiesa.[1][2]
Storia e Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]«Evvi la sacristia fatta tutta a volte con tre finestre et i scantioni di noce ì, con sette quadri: della Beata Vergine de quattro Doctori, di S; Bartolomeo e Beato Girolamo; quali non ancora finiti, per essere detta sacrestia fabbricata di nuovo, e non ancora ben perfetionata. Le pitture sonod ella mano del sudetto Signor Ceresa»
I Ceresa eseguì molte opere per la chiesa di Somasca, forse commissionate dai proprietari stessi del convento, i Chierici regolari di Somasca a cui fu annessa la chiesa resa parrocchiale da san Carlo Borromeo e ricostruita nei primi anni del Seicento. Le opere erano quindi conservate nella sagrestia fino al Settecento quando la chiesa sembrò essere poco adorna, e le pale furono quindi poste a coronamento del coro, prima d'essere adattare nella loro misura. Maironi da Ponte vide nel 1829 vide le opere nella chiesa e indicò il Ceresa come autore dei dottori ma descrivendo san Bartolomeo scrisse:
«[…] quello di mezzo rappresentante il santo apostolo titolare, è d'ignoto stimato pennello»
Successivamente il coro fu completato con un organo a canne, che pur essendo di valore copriva le tele.
Il dipinto è da inserirsi nel gruppo commissionato all'artista raffigurante i quattro padri della chiesa: san Gregorio Magno, san Gerolamo, sant'Ambrogio, e sant'Agostino. Particolare interessante è la presenza di due raffigurazioni del santo poste nella medesima tela.[3]
La raffigurazione in primo piano, sul lato destro della tela, ci presenta il santo che indossa gli abiti dell'ordine agostiniano, con il pastorale e un grande libro nella mano destra, mentre la sinistra la tiene aperta sul cuore. Accanto a lui un piccolo angelo gli porge la mitra vescovile, ma il santo non gli porge attenzione, il suo sguardo è estatico rivolto verso il cielo. La rappresentazione del santo in dialogo con il cielo. Il volto di Agostino è sereno e, la folta barba gli corona il volto che guarda il cielo da dove s'irradia una grande luce. Sul lato sinistro è raffigurato in una piccola apertura il suo martirio.
Il santo con l'abito bruno e violaceo posto in un ambiente brumoso, riprende nei toni delicati il dipinto conservato nella chiesa di San Giovanni di Villa d'Ogna.
I dottori della Chiesa
[modifica | modifica wikitesto]Le tele non furono eseguite contemporaneamente, ma nell'arco di alcuni anni. Ogni quadro rappresenta il santo con un episodio riguardando la propria vita, posto in una finestra laterale.
Sant'Ambrogio è raffigurato nel suo studio e accanto a lui la sua immagine a cavallo che allontana gli eretici dalla sua città, questo presenta il medesimo schema di san Bartolomeo. San Gregorio Magno, dipinto con gli abiti papali e la ferula dove è posta la colomba bianca suo attributo, presenta accanto a lui un angioletto con la mitra e sul lato destro l'episodio collegato ai padri somaschi che gestivano la chiesa, con la Cena di San Gregorio che già il Veronese aveva raffigurato nel refettorio del santuario della Madonna di Monte Berico vicentino.[4] L'evento racconta che san Gregorio ogni sera accoglieva alla sua mensa dodici poveri pellegrini, e una sera si trovò ad avere tredici pellegrini e uno di questi era il Cristo. La tela raffigurante san Girolamo lo raprpesenta genuflesso con los guardo rivolto in alto, sul lato sinistro una finestra che riprende l'immagine della sua visione, due angeli lo stanno fustigando avendo preferito la lettura delle prose di Cicerone che i libri sacri, visione che racconterà nel suo Epistola ad Eustochiam.[5]
Sant'Agostino è raffigurato con gli abiti del suo ordine, sul lato sinistro in alto si apre una scena differente. Il santo si trova sulla riva del mare e di fronte a lui un piccolo angelo. Il dipinto riprende la narrazione dell'incontro di sant'Agostino, mentre cammina cercando di comprendere il mistero della Santissima Trinità, con un piccolo fanciullo che è intento a prendere l'acqua del mare per versarla in una buca. Il santo dice al Bambino che non riuscirà mai a svuotare il mare, ma il piccolo gli risponde che è più facile per lui svuotare il mare che per il santo risolvere il mistero della santissima Trinità.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ LuisaVertova.
- ^ Ceresa, Carlo, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ Sant'Agostino Padre della Chiesa occidentale con il bambino sulla spiaggia, su cassiciaco.it, Sant'Associazione storica culturale di sant'Agostino. URL consultato il 25 ottobre 2021..
- ^ Cena di San Gregorio Magno, su arte.it, Arte - Mappa dell'Arte in Italia. URL consultato il 26 ottobre 2021.
- ^ Dal testo
«Povero me! Digiunavo, e poi andavo a leggere Cicerone. Dopo molte notti trascorse vegliando, dopo aver magari versato fiumi di lacrime che sgorgavano dal profondo del cuore al ricordo dei peccati d'un tempo, prendevo in mano Plauto.»
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luisa Vertova, Carlo Ceresa, in I pittori bergamaschi dal XIII al XIX. Il Seicento, II, Bergamo, 1978, pp. 616-617, OCLC 715061447.
- Pasino Locatelli, Illustri bergamaschi studi critico-biografici., Bergamo, 1869.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sant'Agostino Padre della Chiesa occidentale con il bambino sulla spiaggia, su cassiciaco.it, Associazione storico culturale di sant'Agostino. URL consultato il 25 ottobre 2021.