Quinto Sulpicio Longo
Quinto Sulpicio Longo | |
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Tribuno consolare della Repubblica romana | |
Nome originale | Quintus Sulpicius Longus |
Gens | Sulpicia |
Tribunato consolare | 390 a.C. |
Quinto Sulpicio Longo [1] (Roma, ... – ...; fl. IV secolo a.C.) è stato un politico e militare romano del V secolo a.C..
Tribunato consolare
[modifica | modifica wikitesto]Nel 390 a.C. fu eletto tribuno consolare con Quinto Fabio Ambusto, Cesone Fabio Ambusto, Numerio Fabio Ambusto, Quinto Servilio Fidenate e Publio Cornelio Maluginense[2].
A Quinto, ed agli altri Tribuni, Tito Livio addebita le maggiori responsabilità[3] della sconfitta romana alla battaglia del fiume Allia, prologo del Sacco di Roma ad opera dei Galli Senoni condotti da Brenno.
A Quinto, con Marco Furio Camillo, nominato dittatore mentre era in Ardea, che stava riorganizzando le forze romane, toccò il compito di contrattare il riscatto, 1.000 monete d'oro, con Brenno, affinché lasciasse Roma, senza causare ulteriori distruzioni[4],
E Quinto, insieme agli altri Tribuni consolari, fu tra i più strenui sostenitori della proposta di lasciare Roma per stabilirsi a Veio, dopo che i Galli erano stati sconfitti.
«Dopo averla salvata in tempo di guerra, Camillo salvò di nuovo la propria città quando, in tempo di pace, impedì un'emigrazione in massa a Veio, non ostante i tribuni - ora che Roma era un cumulo di cenere - fossero più che mai accaniti in quest'iniziativa e la plebe la appoggiasse già di per sé in maniera ancora più netta»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 2, Boston: Little, Brown and Company, Vol.2 pag.806 n.2 Archiviato il 19 ottobre 2012 in Internet Archive.
- ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 3, 36.
- ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 3, 38.
- ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 4, 48.