Discussione:Armonie del pianeta Saturno

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Quale referenza per il 1946?

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Scusate, conoscendo che ogni informazione deve essere referenziata, presso quale fonte e' possibile accertare che essa fu composta nel 1946? Infatti, in mancanza di tale conoscenza, sino ad oggi e' girata quella che magari potrebbe essere una leggenda secondo cui tale melodia fu commissionata a Lupi specificatamente dalla RAI a tale scopo. Ipotesi che ha preso piede avvalorata dal fatto che non ne e' mai stata prodotta alcuna incisione discografica. Venire a scoprire che invece nacque come libera ispirazione dell'autore sarebbe molto interessante perche' aprirebbe il caso sul motivo per cui non sia mai stata inclusa in nessuna antologia discografica delle sue composizioni dovendo ritenersi libera, come l'aria dal rossiniano Guglielmo Tell adottata per la sigla di apertura, da licenze o altri vincoli contrattuali ad uso esclusivo RAI --Fabrizio.didio (msg) 13:06, 2 dic 2022 (CET)[rispondi]

Ha ragione. Questione interessante. --Simoneschiaffino (msg) 01:27, 2 gen 2023 (CET)[rispondi]

Signore e signori, buonanotte - rifiutando il metodo Bona

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Dopo il segnale orario e il monoscopio, non poteva mancare un omaggio a un altro dei momenti salienti della liturgia televisiva quotidiana: la sigla di chiusura delle trasmissioni, segno inequivocabile della fine della giornata e monito per tutti coloro che si erano trascinati a casa fino a tardi. La musica, perfettamente aderente allo scopo, fu composta dal Roberto Lupi (Milano, 28 novembre 1908 – Dornach, 17 aprile 1971), uno dei grandi dimenticati del Novecento italiano. Intitolata Armonie del pianeta Saturno, fu trasmessa dal 1954 al 1986, anno in cui fu sostituita dall'Inno di Mameli (già palese segno di incipiente imbecillità dei dirigenti Rai - come ci si può addormentare sulle note di un inno nazionale? Ma, almeno, non c'è un inno sulle cui note possono addormentarsi i telespettatori? Certo che sì; c'è Il silenzio di Nini Rosso, per esempio). La partitura, datata 'Firenze, 23 ottobre 1953' e della stessa durata di 30 secondi circa, è orchestrata per oboe, arpa e archi. Su di essa, oltre al manoscritto originale che è stato recentemente pubblicato sulla rivista Civiltà musicale (n. 55/56 giugno-dicembre 2005, pp. 8-10), rimane anche un'interessante lettera di accompagnamento alla partitura che Lupi spedì ai committenti Sergio Pugliese e Luciano Chailly, allora rispettivamente Direttore generale e consulente musicale della Rai, nel quale si illustra il senso del brano in questi termini:

«Si tratta di un breve brano di carattere sereno e, direi, ingenuo. L'oboe, scherzando, ripete un frammento in forma di richiamo e gli archi, tranquillamente, espongono un tema cullante come per preparare un sonno sereno ai telespettatori. La mia intenzione è stata quella di chiudere, sì, ma anche di predisporre l'animo del telespettatore ad una notte calma e sognante.»

Che meraviglia, che candore… Oddio, che fosse un brano di carattere sereno non so quanti lo sottoscriverebbero: forse saranno state anche le immagini dell'antenna e le sparute nubi nel cielo blu che lo accompagnavano a evocare altre sensazioni, ma un che di inquietante quei suoni misteriosi che lo avevano… -- Valentinogrillo (msg) 20:35, 25 maggio 2024 --2.38.150.254 (msg) 20:34, 24 mag 2024 (CEST)[rispondi]