Chhaupadi

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Il chhaupadi (in nepalese छाउपडी) è una tradizione sociale diffusa nella parte occidentale del Nepal (specialmente nei distretti di Surkhet e di Achham, raggiungibili solo a piedi) che proibisce alle donne hindu di partecipare alle normali attività familiari durante le mestruazioni perché considerate impure. Le donne sono tenute fuori casa e devono vivere in una capanna di fortuna per vari giorni: dieci o undici quando l'adolescente ha la sua prima mestruazione, in seguito da quattro a sette giorni ogni mese. Anche la nascita di un bambino porta a un confinamento di dieci o undici giorni.[1][2]

La tradizione del chhaupadi è dovuta alla superstizione secondo la quale le donne sono impure durante le mestruazioni: se in questo periodo una donna toccasse un albero, questo non fruttificherebbe più; se consumasse del latte, la mucca non ne produrrebbe più; se toccasse un uomo, l'uomo si ammalerebbe; se andasse in un tempio, le divinità si adirerebbero; se restasse nella sua casa, la casa verrebbe attaccata dai serpenti.[2]

Durante il periodo della mestruazione, quindi, le donne sono costrette a vivere in capanne. Non possono toccare gli uomini e nemmeno entrare nel cortile delle loro case. Non possono consumare latte, yogurt, burro, carne e altri cibi nutrienti, visto che potrebbero guastarli irrimediabilmente; devono sopravvivere nutrendosi di riso e lenticchie. Non possono usare coperte calde, ma solo un piccolo tappeto, solitamente fatto di juta. Non possono andare a scuola o nei templi, non possono lavarsi nei primi tre giorni di isolamento; nei giorni successivi per farsi il bagno sono costrette a lavarsi nei corsi d'acqua, al fine di non inquinare l'acqua delle loro case.[2] Le donne in isolamento nelle capanne sono esposte a molti pericoli, principalmente i morsi di serpente, gli stupri e i rapimenti; alcune di loro, inoltre, muoiono asfissiate a causa dei fuochi che accendono per scaldarsi.[2]

Il chhaupadi è stato dichiarato illegale dalla corte suprema del Nepal nel 2005, ma tutt'oggi viene ancora praticata in alcune comunità induiste del Nepal occidentale.[3] Secondo la fotografa indiana Poulomi Basu, che nel 2013 ha visitato le zone del Nepal, in cui la tradizione è ancora viva, solo l'istruzione e la tecnologia riusciranno lentamente a porre fine al chhaupadi.[2]

  1. ^ (EN) Laxmi Ghimire, Unclean & Unseen, in Student BMJ, maggio 2005.
  2. ^ a b c d e Esilio mensile, in Internazionale, n. 1076, novembre 2014, pp. 70-75, ISSN 1122-2832 (WC · ACNP). Traduzione di (EN) Poulomi Basu ed Andrew Katz, The ‘Untouchables’: The Tradition of Chhaupadi in Nepal, su lightbox.time.com, 12 agosto 2014. URL consultato il 16 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2014).
  3. ^ Nepal: Emerging from menstrual quarantine, su refworld.org, Integrated Regional Information Networks, 3 agosto 2011. URL consultato il 16 novembre 2014.

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