Casa De Pinto
Casa De Pinto (Huis De Pinto) | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Paesi Bassi |
Provincia | Olanda Settentrionale |
Località | Amsterdam |
Indirizzo | Sint Antoniebreestraat, 69 |
Coordinate | 52°22′12″N 4°54′03″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1605-1606 e anni ottanta del XVII secolo |
Stile | classicismo olandese |
Realizzazione | |
Architetto | Elias Bouman (?) |
Proprietario | Stadsherstel Amsterdam |
Committente | famiglia De Pinto |
Casa De Pinto (in olandese: Huis De Pinto o Pintohuis) è uno storico edificio di Amsterdam, risalente al 1605-1606[1][2], ma ricostruita nella forma attuale intorno al negli anni ottanta del XVII secolo[3][4] probabilmente su progetto dell'architetto Elias Bouman[2][4].
L'edificio, classificato come rijksmonument nr. 5431[5], fu per molti secoli (metà dei secoli XVII-XVIII secolo[1][3]) la residenza della ricca famiglia di banchieri e commercianti ebrei di origine portoghese De Pinto[2][3] ed è stata per trent'anni (1975-2005) la sede della biblioteca pubblica di Amsterdam[1][4] . Si tratta di uno dei pochi edifici rimasti dell'antico quartiere ebraico di Amsterdam.[6]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio si trova al nr. 69 della Sint Antoniebreestraat[3][4], nella quartiere di Nieuwmarkt[7], nella parte centrale della Oude Zijde ("Parte vecchia")[7] ed è situato nelle immediate vicinanze di altri monumenti quali la Zuiderkerk, la Trippenhuis e la Waag[7].
La facciata, di color bianco-crema[4] , è nello stile del classicismo olandese[3] ed è sorretta da sei pilastri[4] , che la dividono in cinque sezioni[4] .
Il soffitto è decorato con soggetti che raffigurano uccelli e cherubini.[4]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio originario fu costruito intorno al 1605-1606[1][2] e il primo proprietario fu Jan Janszzoon Carel[1][2][3], un commerciante di prodotti caseari proveniente dal sud dell'Olanda[1].
Dopo la morte di Carel, avvenuta nel 1618, l'edificio ebbe vari proprietari.[1]
Nel 1651[1][2][3][4] l'edificio fu acquistato dal filosofo e mercante ebreo di origine portoghese, proveniente da Rotterdam[1], ma originario di Anversa[1], Isaac de Pinto[2][3][4][6] al prezzo di 30.000 fiorini[4] (una cifra considerevole per l'epoca[4]).
Nel 1686, il figlio di Isaac de Pinto, David de Pinto fece completamente ristrutturare l'edificio.[1][3] Il progetto di ristrutturazione fu affidato probabilmente all'architetto Elias Bouman.[1][2][4]
L'edificio rimase di proprietà della famiglia De Pinto fino al XVIII secolo[1][3], periodo in cui la famiglia iniziò a lasciare la città[1]. Il nome "De Pinto" rimase tuttavia anche in seguito.[1]
Nel 1756 la Huis De Pinto fu ceduta alla farmacia "Avink"[1] e in seguito ospitò il magazzino di stoffe "Watten-Dekens"[1].
Negli anni cinquanta del XX secolo, fu presentato un progetto che prevedeva la costruzione di una strada nella zona del Nieuwmarkt e che prevedeva, agli inizi degli anni settanta, la demolizione di alcuni edifici, tra cui la Pintohuis.[2][3][4] Per questo motivo, nel 1968, l'edificio fu acquistato dalla Stato.[1]
L'edificio si salvò però dalla demolizione grazie all'acquisizione da parte della fondazione De Pinto.[1][2][3]
Tra il 1973 e il 1975, l'edificio fu completamente restaurato sotto la direzione dell'architetto J. Kok.[1][2] I costi della ristrutturazione furono sostenuti dalla stessa regina Giuliana dei Paesi Bassi e dalla Banca dei Paesi Bassi.[1]
In seguito, a partire dal 1975[1], una parte dell'edificio iniziò ad ospitare la biblioteca pubblica di Amsterdam[1][4] , che però fu trasferita in un'altra sede nel 2005[1] (o 2007[4]) .
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x Huis De Pinto - Sito ufficiale: Geschiedenis
- ^ a b c d e f g h i j k (NL) Pintohuis, su Gemeente Amsterdam. URL consultato il 2 aprile 2021 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2015).
- ^ a b c d e f g h i j k l Pintohuis su Joods Historisch Museum
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Harmans, Gerard M.L. (a cura di), Olanda, Dorling Kindersley, London, 2005 - Mondadori, Milano, 2003, p. 80
- ^ Huis De Pinto Archiviato il 15 luglio 2015 in Internet Archive. su Monumentenregister
- ^ a b Huis De Pinto Archiviato il 15 luglio 2015 in Internet Archive. su Viaggi Michelin
- ^ a b c Harmans, Gerard M.L. (a cura di), op. cit., p. 71
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Casa De Pinto
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Huis De Pinto - Sito ufficiale, su huisdepinto.nl.