Coordinate: 40°46′46.01″N 73°57′47.2″W

Anna Wintour Costume Center

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Anna Wintour Costume Center
Costume Institute
Savage Beauty (mostra del 2011)
Ubicazione
StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
LocalitàNew York
Indirizzo1000 5th Avenue
Coordinate40°46′46.01″N 73°57′47.2″W
Caratteristiche
Tipomoda e costume
Intitolato aAnna Wintour
Istituzione2014
Apertura5 maggio 2014
DirettoreAndrew Bolton[1]
Sito web
Modifica dati su Wikidata · Manuale

L'Anna Wintour Costume Center è un'ala del Metropolitan Museum of Art che ospita la collezione del Costume Institute. Il centro prende il nome da Anna Wintour, attuale redattrice capo di Vogue, direttrice artistica di Condé Nast e presidente dell'annuale Met Gala del museo (spesso chiamato "Met Ball")[2] dal 1995. Il centro venne finanziato da Lizzie e Jonathan Tisch[3]. Da agosto 2017, il curatore è Andrew Bolton[4].

Il centro venne ufficialmente aperto dalla First Lady degli Stati Uniti Michelle Obama il 5 maggio 2014[5]. All'inaugurazione parteciparono diversi stilisti e celebrità[6][7], tra i quali Sarah Jessica Parker, Diane von Fürstenberg, Tory Burch, Zac Posen, Ralph Lauren e Donatella Versace[8][9].

Storia

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Nel 1902, le filantrope Irene e Alice Lewisohn iniziarono a fare volontariato presso la Henry Street Settlement House di New York, un centro comunitario che forniva servizi sociali e assistenza sanitaria alle famiglie di immigrati[10]. Alice, che recitava lei stessa in opere teatrali, iniziò a lavorare come insegnante di recitazione, mentre Irene si dedicò alle produzioni di danza. Nel 1914, le sorelle acquistarono un lotto all'angolo tra la Grand e Pitt Street e lo donarono alla Settlement per la costruzione di un nuovo teatro, il Neighbourhood Playhouse, che fu inaugurato nel 1915. Nel 1920, il teatro impiegava attori professionisti ed era noto per le produzioni sperimentali e la sua rivista The Grand Street Follies[11]. La scenografa Aline Bernstein svolse l'apprendistato lì, dal 1915 al 1924, disegnando costumi e scenografie.

Robe à la française (1740), in una delle mostre al Costume Institute

The Playhouse chiuse nel 1927, ma la compagnia continuò a produrre spettacoli a Broadway sotto la direzione di Helen F. Ingersoll. Nel 1928, con Rita Wallach Morganthau, i Lewisohn fondarono la Neighbourhood Playhouse School of the Theatre a East 54th Street, che diventò una scuola per attori; agli studenti fu offerto un programma di due anni di recitazione e danza per diventare professionisti[11].

Durante gli anni di gestione della scuola di teatro e della produzione di opere teatrali, iniziò ad essere acquisito materiale sulla recitazione, la produzione teatrale e la progettazione di costumi, design e scenografie. Nel 1937, Irene Lewisohn aprì una sede per questa biblioteca - il Museum of Costume Art, sulla Fifth Avenue - dove Aline Bernstein fu la prima presidente e Polaire Weissman il primo direttore esecutivo[12]. Nel 1946 il museo si trasferì al primo piano del Metropolitan Museum of Art, diventando The Costume Institute. Nel 1959 divenne un dipartimento del museo[13] e il Met è ora sede della Irene Lewisohn Costume Reference Library.

Dal 1946, con l'aiuto della pubblicista di moda Eleanor Lambert, l'istituto ospita l'annuale Met Gala, per raccogliere fondi per le spese operative[14].

Nel 2008, l'American Costume Collection del Brooklyn Museum confluì nel Costume Institute, un programma di riduzione dei costi, nato dopo anni di stretta collaborazione tra le due organizzazioni. La collezione del museo di Brooklyn, più antica, fu formata da donazioni private di ex personalità dell'alta società di New York, a cominciare dalla donazione nel 1903 di un abito in crêpe crema del 1892 indossato da Kate Mallory Williams al suo diploma al Brooklyn Heights Seminary[14]. Prima del trasferimento, furono digitalizzati 23.500 oggetti della collezione Brooklyn, immagini condivise ora da entrambe le organizzazioni[15]. Al momento della fusione, la collezione di costumi del Met comprendeva 31.000 oggetti dal XVII secolo in poi. La mostra di apertura nel 2014 presentava il lavoro del designer di origine britannica Charles James, una figura importante nella moda newyorkese degli anni Quaranta e Cinquanta e il cui lavoro è nella collezione Brooklyn[5].

L'8 settembre 2015, venne annunciato che Harold Koda si sarebbe dimesso dalla posizione di curatore responsabile del Costume Institute. Al posto suo venne annunciato Andrew Bolton, entrato a far parte del Costume Institute nel 2002 come curatore associato e nominato curatore nel 2006[1].

Nel maggio 2017, il Costume Institute ospitò una mostra con le opere di Rei Kawakubo / Comme des Garçons, la prima mostra del Costume Institute, dopo quella su Yves Saint Laurent del 1983, incentrata su un designer vivente[16].

Mostre

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  • Fashion Plate (ottobre 1971 – gennaio 1972)[17]
  • Untailored Garments (gennaio – luglio 1972)[18][19]
  • The World of Balenciaga (marzo – settembre 1973)[20]
  • Romantic and Glamorous Hollywood Design (novembre 1974 – agosto 1975)[21]
  • American Women of Style (dicembre 1975 – agosto 1976)[22]
  • The Glory of Russian Costume (dicembre 1976 – agosto 1977)[23][24]
  • Vanity Fair: A Treasure Trove (dicembre 1977– settembre 1978)[25][26]
  • Diaghilev: Costumes and Designs of the Ballets Russes (novembre 1978 – giugno 1979)
  • Fashions of the Habsburg Era: Austria-Hungary (dicembre 1979 – agosto 1980)[27]
  • The Manchu Dragon: Costumes of China, the Chi'ng Dynasty (dicembre 1980 – agosto 1981)
  • The Eighteenth-Century Woman (dicembre 1981 – settembre 1982)[28][29]
  • Le Belle Époque (dicembre 1982 – settembre 1983)[30]
  • Yves Saint Laurent: 25 Years of Design (dicembre 1983 – settembre 1984)[31]
  • Man and the Horse (dicembre 1984 – settembre 1985)[32]
  • Costumes of Royal India (dicembre 1985 – agosto 1986)[33]
  • Dance (dicembre 1986 – September 1987)[34]
  • In Style: Celebrating Fifty Years of the Costume Institute (novembre 1987 – aprile 1988)[35]
  • From Queen to Empress: Victorian Dress 1837–1877 (dicembre 1988 – aprile 1989)[36]
  • The Age of Napoleon: Costume from Revolution to Empire, 1789–1815 (dicembre 1989 – aprile 1990)
  • Théâtre de la Mode – Fashion Dolls: The Survival of Haute Couture (dicembre 1990 – aprile 1991)
  • Gala held, but no concurrent costume exhibition[37]
  • Fashion and History: A Dialogue (dicembre 1992 – marzo 1993)[38]
  • Diana Vreeland: Immoderate Style (dicembre 1993 – marzo 1994)[39]
  • Orientalism: Visions of the East in western dress (dicembre 1994 – marzo 1995)[40][41]
  • Haute Couture (dicembre 1995 – marzo 1996)[42]
  • Christian Dior (dicembre 1996 – marzo 1997)[43][44]
  • Gianni Versace (dicembre 1997 – marzo 1998)[45][46][47]
  • Cubism and Fashion (10 dicembre 1998 – 14 marzo 1999)[48]
  • Rock Style (9 dicembre 1999 – 19 marzo 2000)[49]
  • No costume exhibition presented[50]
  • Jacqueline Kennedy: The White House Years (1 maggio – 29 luglio 2001)[51]
  • No costume exhibition gala presented
  • Goddess: The Classical Mode (1 maggio – 3 agosto 2003)[52]
  • Dangerous Liaisons: Fashion and Furniture in the 18th Century (April 2?, –August 8, 2004)[53]
  • The House of Chanel (5 maggio – 7 agosto 2005)[54]
  • Rara Avis: Selections from the Iris Barrel Apfel Collection (13 settembre 2005 – 22 gennaio 2006)[55]
  • AngloMania: Tradition and Transgression in British Fashion (3 maggio – 6 settembre 2006)[56]
  • Poiret: King of Fashion (9 maggio – 5 agosto 2007)[57][58]
  • Superheroes: Fashion and Fantasy (7 maggio – 1 settembre 2008)[59][60]
  • The Model As Muse: Embodying Fashion (6 maggio – 9 agosto 2009)[61][62][63]
  • American Woman: Fashioning a National Identity (5 maggio – 10 agosto 2010)[64][65][66]
  • Alexander McQueen: Savage Beauty (4 maggio – 7 agosto 2011)[67][68][69]
  • Schiaparelli and Prada: Impossible Conversations (10 maggio – 19 agosto 2012)[70]
  • Punk: Chaos to Couture (9 maggio – 14 agosto 2013)[71][72]
  • Charles James: Beyond Fashion (8 maggio – 10 agosto 2014)[73][74][75]
  • Death Becomes Her: A Century of Mourning Attire (21 ottobre 2014 - 1 febbraio 2015)[76]
  • China: Through the Looking Glass (7 maggio – 7 settembre 2015)[77]
  • Jacqueline de Ribes: The Art of Style (19 novembre 2015 - 21 febbraio 2016)[78]
  • Manus x Machina: Fashion In An Age Of Technology (5 maggio - 5 settembre 2016)[79]
  • Masterworks: Unpacking Fashion (18 novembre 2016 - 5 febbraio 2017)[80]
  • Rei Kawakubo/Comme des Garçons: Art of the In-Between (4 maggio - 4 settembre 2017)[81]
  • Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination (10 maggio - 8 ottobre 2018)[82]
  • Camp: Notes on Fashion (8 maggio - 9 settembre 2019)
  • About Time: Fashion and Duration

China: Through the Looking Glass è la mostra più visitata nella storia del Centro con 815.992 visitatori (la quinta più visitata nella storia del Museo). Alexander McQueen: Savage Beauty è il secondo più visitato con 661.509 visitatori (il nono più visitato nella storia del museo)[83]

Note

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  1. ^ a b Harold Koda to Step Down After Leading Met Museum’s Costume Institute for 15 Years; Andrew Bolton to Become Curator In Charge of the Department, su The Met, 8 settembre 2015. URL consultato il 29 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2017).
  2. ^ (EN) Hannah Marriott e Sarah Gilbert, Met Gala 2017: avant garde looks on the red carpet – in pictures, in The Guardian, 2 maggio 2017, ISSN 0261-3077 (WC · ACNP). URL consultato il 29 gennaio 2019.
  3. ^ (EN) Marc Karimzadeh, Met Names Costume Institute Complex in Honor of Anna Wintour, su WWD Women's Wear Daily, 14 gennaio 2014. URL consultato il 26 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2022).
  4. ^ Guy Trebay, At the Met, Andrew Bolton Is the Storyteller in Chief, New York Times, 29 aprile 2015. URL consultato il 13 agosto 2015.
  5. ^ a b (EN) Marc Karimzadeh, Michelle Obama Cuts the Ribbon at Anna Wintour Costume Center, su WWD Women's Wear Daily, 5 maggio 2014. URL consultato il 26 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2022).
  6. ^ (EN) Maria Puente, Michelle Obama to open Anna Wintour's Met costume center, su USA TODAY, 30 aprile 2014. URL consultato il 26 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2023).
  7. ^ Copia archiviata, su nydailynews.com. URL consultato il 9 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2014).
  8. ^ Tiffany Yannetta, Inside the Anna Wintour Costume Center's Charles James Exhibit - Afternoon at the Museum - Racked NY, su ny.racked.com. URL consultato il 6 maggio 2014.
  9. ^ (EN) Ray A. Smith, Michelle Obama Cuts the Ribbon for New Anna Wintour Costume Center, su The Wall Street Journal, 5 maggio 2014. URL consultato il 26 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2020).
  10. ^ (EN) Encyclopedia Britannica, https://www.britannica.com/topic/Henry-Street-Settlement. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  11. ^ a b Neighborhood Playhouse records, su New York Public Library Archives & Manuscripts. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  12. ^ Costume Institute Records, 1937-2008 (PDF), su Metropolitan Museum of Art Archives.
  13. ^ metmuseum.org, https://www.metmuseum.org/about-the-met/curatorial-departments/the-costume-institute. URL consultato il 30 gennaio 2019.
  14. ^ a b Brooklyn Museum’s Costume Treasures Going to the Met., New York Times, dicembre 2008
  15. ^ Collection of the Brooklyn Museum costumes (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2014). on Artstor
  16. ^ (EN) The 2017 Met Gala Theme Is Comme des Garçons’s Rei Kawakubo, su vogue.com. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  17. ^ Cavallo, Adolph S, Fashion Plate: An Opening Exhibition for the New Costume Institute (PDF), in The Metropolitan Museum of Art Bulletin, vol. 30, n. 1, ottobre 1971, p. 5, DOI:10.2307/3258574. URL consultato il 23 maggio 2014.
    «To salute the fashion industry of New York, whose tireless efforts and financial contributions were instrumental in making the new Costume Institute a reality, the Museum will present Fashion Plate in the Costume Institute in the fall of 1971...Fashion Plate will be the first of these gallery installations – the inaugural exhibition.»
  18. ^ Costume Institute opens new exhibition, su libmma.contentdm.oclc.org.
  19. ^ Around Town:Museums, in New York, 19 giugno 1972, p. 26. URL consultato il 23 maggio 2014.
  20. ^ Richard Martin e Harold Koda, Diana Vreeland: Immoderate Style, New York, Metropolitan Museum of Art, 1993, p. 15, ISBN 9780870996917, OCLC 29315100.
  21. ^ In and Around Town:Museums, in New York, 25 agosto 1975, p. 26. URL consultato il 23 maggio 2014.
  22. ^ New Costume Institute exhibition, American women of style, to open at Metropolitan Museum December 13, su libmma.contentdm.oclc.org.
  23. ^ Museum to Exhibit Old Russian Clothes [collegamento interrotto], in Palm Beach Daily News, 9 novembre 1975. URL consultato il 24 maggio 2014.
  24. ^ libmma.contentdm.oclc.org, http://libmma.contentdm.oclc.org/cdm/compoundobject/collection/p15324coll10/id/77663/rec/2.
  25. ^ libmma.org, http://libmma.org/digital_files/archives/Museum_Exhibitions_1870-2011.pdf.
  26. ^ Treasure trove of costumes, in St. Petersburg Times, 2 novembre 1977. URL consultato il 24 maggio 2014.
  27. ^ Cone, Polly (a cura di), The Imperial Style: Fashions of the Hapsburg Era: Based on the Exhibition "Fashions of the Hapsburg era, Austria-Hungary" at the Metropolitan Museum of Art, dicembre 1979 – August 1980, New York, Metropolitan Museum of Art, 1980, ISBN 0870992325.
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  30. ^ John Duka, La Belle Europe Reigns Again At Met Museum, in New York Times, 7 dicembre 1982. URL consultato il 27 maggio 2014.
  31. ^ Bernadine Morris, Gala Night at Met Hails Saint Laurent, in New York Times, 6 dicembre 1983. URL consultato il 27 maggio 2014.
  32. ^ Bernadine Morris, At Costume Institute Show, Equestrian is the Theme, in New York Times, 4 dicembre 1984. URL consultato il 27 maggio 2014.
  33. ^ Bernadine Morris, A Celebration of Royal India's Fashions, in New York Times, 10 dicembre 1985. URL consultato il 26 maggio 2014.
  34. ^ Bernadine Morris, Amid Costumes A Little Night Music, in New York Times, 10 dicembre 1986. URL consultato il 27 maggio 2014.
  35. ^ Bernadine Morris, Spectacular outfits abound at 15th annual costume gala, in New York Times, 8 dicembre 1997. URL consultato il 27 maggio 2014.
  36. ^ Bernadine Morris, Costume Show: Victorian Elegance, in New York Times, 6 dicembre 1988. URL consultato il 27 maggio 2014.
  37. ^ In Decked Halls, Wassails, in New York Times, 15 dicembre 1991. URL consultato il 26 maggio 2014.
  38. ^ Bernadine Morris, Review/Fashion; Costume Change At the Met, in New York Times, 8 dicembre 1992. URL consultato il 26 maggio 2014.
  39. ^ EVENING HOURS; The Ladies in Red, in New York Times, 12 dicembre 1993. URL consultato il 26 maggio 2014.
  40. ^ Orientalism: Visions of the East in Western Dress, Metropolitan Museum of Art, ISBN 0870997335.
  41. ^ Georgia Dullea, Glamour Guys for the Ball, in New York Times, 25 settembre 1994. URL consultato il 26 maggio 2014.
  42. ^ Nadine Brozan, Chronicle, in New York Times, 9 ottobre 1995. URL consultato il 27 maggio 2014.
  43. ^ USA: NEW YORK: CHRISTIAN DIOR'S COSTUME INSTITUTE GALA, su aparchive.com, Associated Press. URL consultato il 26 maggio 2014.
  44. ^ Nadine Brozan, Chronicle, in New York Times, 1º agosto 1996. URL consultato il 26 maggio 2014.
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  46. ^ Suzy Menkes, The Verve and Vivacity of Versace in Met Retrospective, in New York Times, 9 dicembre 1997. URL consultato il 26 maggio 2014.
  47. ^ Constance C.R. White, At the Met, a Golden Melting Pot, in New York Times, 11 dicembre 1997. URL consultato il 26 maggio 2014.
  48. ^ CUBISM AND FASHION, su metmuseum.org.
  49. ^ ROCK STYLE IS THEME FOR METROPOLITAN MUSEUM'S DECEMBER COSTUME INSTITUTE EXHIBITION, su metmuseum.org.
  50. ^ Copia archiviata, su bizbash.com. URL consultato il 9 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2015).
  51. ^ JACQUELINE KENNEDY: THE WHITE HOUSE YEARS, su metmuseum.org.
  52. ^ Goddess to be Theme of Costume Institute's Spring 2003 Exhibition and Gala at Metropolitan Museum, su metmuseum.org.
  53. ^ Suzy Menkes, Voluptuous lives, 'Dangerous Liaisons', in New York Times, 27 aprile 2004. URL consultato il 26 maggio 2014.
  54. ^ Metropolitan Museum to Present Unprecedented Chanel Exhibition, su metmuseum.org.
  55. ^ Rara Avis: Selections from the Iris Barrel Apfel Collection, su metmuseum.org.
  56. ^ AngloMania: Tradition and Transgression in British Fashion, su metmuseum.org.
  57. ^ "Poiret: King of Fashion" at Metropolitan Museum's Costume Institute to Celebrate Paul Poiret, Visionary Artist-Couturier of Early 20th Century, su metmuseum.org.
  58. ^ runway.blogs.nytimes.com, http://runway.blogs.nytimes.com/2007/05/08/poirets-descendents/.
  59. ^ Metropolitan Museum's Costume Institute Salutes Power of "Superheroes" Imagery in Fashion, su metmuseum.org.
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  61. ^ metmuseum.org, http://www.metmuseum.org/exhibitions/listings/2009/model-as-muse.
  62. ^ Metropolitan Museum's Costume Institute Explores Role of Fashion Models as Muses of Recent Eras, su metmuseum.org.
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  71. ^ Punk Fashion Is Focus of Costume Institute Exhibition at The Metropolitan Museum of Art, su metmuseum.org, Metropolitan Museum of Art, 9 maggio 2013. URL consultato il 23 maggio 2014.
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  74. ^ Guy Trebay, Inside the Met Ball: Sculptures in Silk, in New York Times, 7 maggio 2014. URL consultato il 24 maggio 2014.
  75. ^ Booth Moore, Met Costume Institute Gala: Beyond fashion indeed, in Los Angeles Times. URL consultato il 24 maggio 2014.
  76. ^ The Met, https://www.metmuseum.org/exhibitions/listings/2014/death-becomes-her. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  77. ^ China: Through the Looking Glass: Costume Institute’s Spring 2015 Exhibition at Metropolitan Museum to Focus on Chinese Imagery in Art, Film, and Fashion, su metmuseum.org, Metropolitan Museum of Art, 14 aprile 2015. URL consultato il 4 maggio 2015.
  78. ^ Jacqueline de Ribes: The Art of Style, su The Met. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  79. ^ New York: Metropolitan Museum of Art, http://www.metmuseum.org/press/exhibitions/2015/manus-x-machina.
  80. ^ The Met, https://www.metmuseum.org/exhibitions/listings/2016/masterworks. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  81. ^ The Met, https://www.metmuseum.org/exhibitions/listings/2017/rei-kawakubo. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  82. ^ The Met, https://www.metmuseum.org/exhibitions/listings/2018/heavenly-bodies.
  83. ^ (EN) ARTnews, http://www.artnews.com/2015/09/12/a-look-at-the-mets-top-ten-most-visited-exhibitions-of-all-time/. URL consultato il 29 gennaio 2019.

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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