Utente:RODOLFO ZITO/Sandbox

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Rodolfo Zito (Molochio, 12 aprile 1924 – Roma, 4 dicembre 1995)

è stato un pittore e scultore autodidatta. Artista italiano di fama mondiale, considerato uno dei maestri della pittura del XX secolo. Usava dire agli amici di considerarsi «anche un poeta».

Sin dall’infanzia, avverte sensibilità artistiche, segni precoci, che presagiscono un futuro legato all’arte. La sua fanciullezza è segnata da episodi che, pur sembrando aneddoti, lo accomunano ai grandi maestri del passato.

Dalla sua amata Calabria, si sposta a Napoli, dove divenne discepolo del Maestro Antonio Cannata da Polistena. Poi si trasferisce a Roma dove continua la ricerca del suo “io personale artistico”.  Disegnatore di fumetti presso la rivista “Il Vittorioso”, una breve collaborazione come vignettista satirico al “Marc’Aurelio”. Poi, correva l’Anno Santo 1950, “madonnaro” per le strade e le piazze di Roma. E ancora, a cavallo degli anni ‘50 e ‘60 del XX secolo,  cartellonista pubblicitario molto apprezzato e richiesto dai nomi più importanti del commercio romano e non solo, tra questi “le sorelle Adamoli” di Roma. Dalla metà degli anni sessanta collabora con alcuni antiquari di via dei Coronari a Roma. Solo nel 1970, su consiglio ed insistenza di un suo caro amico, inizia la sua carriera di artista con le sue proprie opere. Espone a Roma, per la prima volta, nel 1972, alla “Galleria ”San Marco" di via del Babuino. Dopo Roma,  inizia la grande avventura che lo porterà in giro per il mondo esponendo le sue opere, sempre con grande successo di pubblico e di critica: Bergamo, Beirut, Riad, New York, Las Vegas, Caracas, Buenos Aires, Parigi, Kuwait City, Lugano, Zurigo, Reggio Calabria, Marbella, Aprilia e il ritorno a Roma. Apprezzato da Papi e Presidenti di Stato, Re e Principi Arabi, Politici e Artisti di tutti i generi, Poeti e Scrittori, Giornalisti e Critici e, soprattutto, dalla gente comune che gli ha voluto anche bene e gli ha dimostrato sempre una vera e sincera amicizia. Muore a Roma il 4 dicembre del 1995.

Rodolfo Zito è nato a Molochio, in provincia di Reggio Calabria, il 12 aprile del 1924.

È figlio primogenito di Pasquale Zito e di Caterina Zito. Il padre, era un monarchico cattolico fervente,  insignito "Grand’Ufficiale della Corona d’Italia e Cavaliere di Vittorio Veneto" proprio dal "suo Re" (come era solito chiamarlo lui). Aveva combattuto in tutte le guerre che attraversarono la prima parte della sua vita: per la sua patria e sempre al grido di Savoia. Autoritario, come solamente un militare poteva esserlo, colto molto al di sopra della media, in una Italia dove l'analfabetismo era una piaga dilagante. Nei primi anni del secolo XX, in molti, specialmente nel suo sud, un giovane che studiava, erano due braccia tolte al lavoro. È stato anche Agente di una Compagnia di Assicurazioni, la “Lloyd di Trieste”, una delle più importanti a quell'epoca, che gli permise talaltro di dimostrare il senso di amore cristiano per il prossimo. Aiutò centinaia, forse migliaia, di persone analfabete (a quel tempo, il tasso dell’analfabetismo era altissimo), ad espletare correttamente tutte le formalità richieste per l’espatrio e poter così lasciare la loro patria,  in cerca di fortuna, con destini sparsi un pò dappertutto nel mondo. Povera gente che era costretta ad andare via dalle proprie case, dal proprio paese, con la speranza di trovare un lavoro per dare così un avvenire a loro stessi e alle loro famiglie.

Spesso garantiva di persona quei poveri disgraziati, dava la sua parola anche per certi soggetti poco affidabili, ai quali nessuno osava fare domande sulla loro provenienza, sulla loro onorabilità e, ancora, cosa più inquietante, su quanto la loro fedina penale fosse pulita o no: Pasquale Zito era anche questo, un uomo tutto di un pezzo ma con un cuore enorme.

Caterina, la madre, una donna dei suoi tempi, donna di casa, madre attenta e moglie devota, che si occupava della gestione della casa e accudiva i figli con tutto l’amore che una buona madre poteva e doveva dare.

Il giovane Zito, sin da piccolo, mostra i primi segni che profetizzeranno il suo futuro legame con l'Arte. Monello irrequieto, non completò mai i corsi superiori delle scuole secondarie, lasciando l'istituto nel il primo anno di studi. Alla scuola e alle sue claustrofobiche aule, preferisce l'aria aperta, la libertà di decidere le sue giornate nei campi, sulla sua montagna, sempre alla ricerca di novità che possono incuriosire la sua voglia di sapere e di conoscere. E quale modo migliore per fermare quegli attimi se non quello di immortalare il suo intorno, en plein air, su dei fogli accidentali o su dei pezzi di tavola ricavati da vecchi mobili ?

Emule inconsapevole di un grande pittore del passato, Giotto, come lui ritrae scene pastorali, animali selvatici che lo accompagnano nelle sue scorribande giornaliere. Ricordi conservati gelosamente dalla sua famiglia di origine prima, e dai suoi figli poi. Nonostante la giovane età manifesta  già la passione per l'arte e dimostra uno spiccato talento per il disegno, estro che non sfugge al Maestro Antonio Cannata da Polistena, suo conterraneo, che lo accoglie, come discepolo, nella sua bottega di Napoli (dove si era trasferito negli anni ‘20 del XX secolo). Il Maestro Cannata gli impartisce le basi formali dell'arte figurativa, le sue preziosissime tecniche, quali il disegno, la pittura a olio. i pastelli, ma anche lezioni rudimentali sulla tecnica millenaria del "fresco": preziosissima esperienza che gli darà modo, nella sua vita futura di artista itinerante, di affrescare più di trenta chiese. Piccoli e grandi capolavori che gli permetteranno di viaggiare e di perfezionare la sua esperienza artistica.

Ma la bottega del suo Maestro è solo una tappa, lo stesso bisogno, la stessa ansia lo spinge a ricercare più vasti orizzonti e a vivere nuove conoscenze. Il giovane artista si sente pronto per il grande salto, il sogno di una vita: Roma! La culla dell’arte per eccellenza, meta ambita da tutti gli artisti italiani, e non solo.

Dove, però, arriva solamente grazie al servizio militare (dopo una breve parentesi  presso il Car di Bari). L'Italia è in guerra, Roma è occupata dai tedeschi, tempi duri per la popolazione romana e lui non ne è escluso.

In mezzo a tanto buio, un raggio di sole squarcia le tenebre belliche e lo colpisce in pieno, infatti, a pochi passi dalla sua caserma, i Lancieri di Montebello,  conosce quella che sarà la donna della sua vita, la sua futura moglie, Luisa detta "Visia". Si sposeranno nel 1947.

Il passaggio da un "oscuro" paesino del profondo sud, dell'Italia in guerra, ad una città come Roma, multietnica, superaffollata di gente desiderosa di dimenticare le tragedie della guerra e  in pieno fermento di ricostruzione fu, in un primo momento, abbastanza traumatico per il giovane calabrese. Inizialmente e piuttosto frastornato, si chiude in un volontario esilio dalla sua "amata arte, prendendosi una pausa da Roma e, per un certo periodo,  riprende il suo cammino errante. Con testarda insistenza e encomiabile devozione, alla continua ricerca di messaggi nuovi e di nuovi stimoli, che sembrano a lui provenire solamente dal passato, imprende un nuovo viaggio, avventuroso e pieno di insidie, attraverso una Italia ed un’Europa semidistrutte del recente conflitto bellico. Sentendo il richiamo dei Grandi Maestri del passato, Rodolfo Zito visiterà città come  Firenze, Venezia, Milano, Parigi, Amsterdam e, più che altro, i loro musei e pinacoteche piene di opere d’arte dei più grandi artisti del mondo. Una esperienza unica ed irripetibile, che lo segnerà per il resto della sua vita.

Dopo un anno in giro per l’Europa, dopo aver respirato, dal vivo, l’essenza  dell’arte di chi lo ha preceduto e carico di buoni propositi, torna a Roma. La “Caput Mundi” che nulla ha da invidiare alle altre città visitate e che, negli anni a venire, diventerà anche la capitale della “dolce vita” e dei nuovi movimenti artistici contemporanei italiani. Rodolfo Zito, anche grazie alla recente esperienza, riprende il suo percorso alla continua ricerca di una sua personalità artistica più definita.

Lo troviamo, disegnatore di fumetti presso la rivista “Il Vittorioso” e, per un breve periodo, come collaboratore, vignettista satirico al “Marc’Aurelio”, che tanto lustro ha dato a molti altri illustri personaggi, sono le sue prime tappe romane.

I primi anni ‘50, lo troviamo per le strade e le piazze di Roma a fare il  “madonnaro” e grazie alla sua bravura, gli verranno aperte le porte della Chiesa più celebre al mondo: San Pietro.

Di questo periodo soleva raccontare un aneddoto: “correva l’anno Santo del 1950, Roma era invasa da turisti,  soprattutto pellegrini. Di notte disegnavo Madonne e Santi sui marciapiedi di alcune piazze romane, la mattina, mentre io andavo a dormire, alcuni miei amici prendevano il mio posto e, facendo finta di essere loro gli artisti, si cimentavano nell’arte di ‘sporcare’ il cielo (che in gergo voleva dire impiastricciare le parti delle immagini più ampie e più facili, in quel caso, appunto, il cielo, finendo per sporcare il tutto). Durante la giornata raccoglievano i frutti (piccole donazioni da parte dei turisti, pellegrini e non, estasiati dai “nostri” piccoli capolavori). La sera poi ci riunivamo in un bar di via Cola di Rienzo, per dividerci, rigorosamente in parti uguali, i proventi”.

E fu proprio in piazza San Pietro che, un giorno, uno dei suoi amici confessò ad un alto prelato, che l'autore di quel disegno non era lui bensì il suo caro amico Rodolfo. A quel Monsignore piacque talmente tanto quella storia e, ancor più, piacque quella mano artistica che, in seguito a quell'episodio, il suo amico fu assunto in Vaticano (dove restò fino alla pensione) e, a Rodolfo, gli furono commissionati e ben remunerati, alcuni disegni riguardanti la “Passione di Cristo": una serie di tavole destinate ad illustrare alcuni testi religiosi.

Negli anni sessanta,  l’Italia continua la sua ricostruzione tra i sogni e le speranze degli italiani che, in parte, vengono raccontati e illustrati attraverso i cartelloni pubblicitari di Rodolfo Zito, vere e proprie “opere d’arte” che arrederanno, per molto tempo, le strade della Capitale e della provincia. Tra i suoi committenti, i nomi più importanti del commercio romano (e non solo), tra i quali si ricordano le “Sorelle Adamoli”.

Più annoiato che stanco dei cartelloni pubblicitari, inizia un'assidua collaborazione con gli antiquari di via dei Coronari, a Roma. Questi, gli commissionano tele e tavole con soggetti settecenteschi, che lui firmava con lo pseudonimo "Sittis" e che, molti di loro, furbescamente, facevano passare per buone, cioè, originali di quel periodo. E sì, perché questo "giovane artista" è un pittore venuto da un'altra epoca, dal passato, che dipinge come si faceva una volta, usando le stesse tecniche e gli stessi materiali dei suoi predecessori, che pensa e crea come loro: in poche parole, uno di loro!

Anche di questo periodo gli piaceva raccontare un simpatico aneddoto: “da qualche anno facevo dei quadri per gli antiquari dei Coronari. Spesso per problemi economici e non potendo acquistare le tele, di notte, andavo a ‘rubare’ le lenzuola stese. Dopo un certo periodo arrivò il tempo delle vacche magre, infatti, le casalinghe, stanche di essere derubate, mettevano le loro lenzuola ad asciugare in casa. E visto che i ‘fornitori usuali’ avevano chiuso bottega, nei periodi sotto elezioni,, mi rifornivo di striscioni elettorali, dei partiti politici. C’era un antiquario, un certo Bruscino che, nonostante glielo ripetessi ogni volta, che li facevo io, spesso soleva dirmi che non era vero che quei quadri (raffiguranti “pastorali”) li dipingessi io. Un giorno mi disse: “Zito, io lo so che questi quadri non li fai tu, ma toglimi una curiosità: nel ‘700, c’era già il Partito Socialista?”. Era successo che nell’asciugarsi il colore era apparso il fondo della tela e, quindi, tra la ‘pastorale’, era trasparso il simbolo del garofano socialista!”

Solo nel 1970, alla soglia dei cinquant'anni e su insistenza di un amico fraterno il quale, inteso il potenziale e la sua enorme carica artistica, lo aiuta a decidere di fare il grande passo e quindi, di esibirsi per la prima volta con la sua opera e con il suo vero nome: Rodolfo Zito ("R. Zito" sulle tele). Espone insieme ad altri altri artisti, presso la “Galleria Maga” di Rimini.

Ma, il grande salto arriva nel 1972 a Roma con la sua prima personale, alla “Galleria Margutta” di via del Babuino.. La Mostra fu inaugurata, con grande successo di pubblico e di critica, dall’allora Sindaco di Roma Clelio Darida.

Nel 1974, In occasione della Giornata Mondiale della Croce Rossa, dona nelle mani della Presidentessa, Donna Vittoria Leone (moglie dell’allora Presidente della Repubblica Italiana, Giovanni Leone), il dipinto “La Vita”, che sarà poi scelto come Manifesto Simbolo per la campagna di sostenimento della causa.(modella di eccezione, per il volto, l’attrice Isabella Biagini)

Sempre nel 1974, a Beirut, in occasione di una sua mostra presso la “Galleria Studio 27” de Monsieur Boutros, fa’ omaggio al Libano, donando un quadro nelle mani della moglie del Presidente del Paese, M.me Frangie

Nel 1975, a Riad, presso il Royal Palace: consegna i Ritratti di H.M. Khalid bin Abdulaziz Al Saud (Re di Saudi Arabia) e di H.M. Fahd bin Abdulaziz Al Saud (Principe Ereditario)

Ancora nel 1975, nella Città del Vaticano e precisamente nella Basilica di S.Pietro, in occasione dell'apertura dell'Anno Santo, è il primo artista vivente, dopo 300 anni, che viene ricevuto durante un'udienza ufficiale, e su commissione del Comune di Roma, dona nelle mani di SS. Papa Paolo VI l'opera “il Papa, Testimone nei Secoli”.

Nel 1976 per l’imminente celebrazione del  Bicentenario Americano (1977), esegue un'Opera Magna,  “Storia degli Stati Uniti di America”, composta da sei pannelli giganti ad olio. Quello stesso anno, l’Opera viene presentata su invito dell'Assessore alla Cultura del Comune di Roma e alla presenza di una delegazione dell'Ambasciata USA in Italia, presso il Palazzo Campitelli.

Nel 1977, dona al Convento dei Frati Minori Cappuccini, presso il Santuario di Padre Pio, a San Giovanni Rotondo, una magnifica opera titolata “Padre Pio in Odore di Santità”. Oggi conservata nel Refettorio del Convento stesso.

Sempre nel 1977, vola a New York su invito di Gian Del Valentino, dove esporrà le sue opere in una Mostra Personale, nell’omonima Galleria del suo ospite.

In occasione della sua permanenza a New York, durante una cerimonia alla presenza di politici e uomini di cultura e della finanza statunitense, presso il Rockefeller Center, consegna l'Opera Magna “Storia degli Stati Uniti di America” presentata l’anno prima a Roma.

Mentre si trova a New York riceve due riconoscimenti “Honoris Causa”, per meriti artistici: viene nominato “Esperto d'Arte” dei Cavalieri di Malta e gli viene conferito il titolo nobiliare di Barone di “Burg Stein am Rhein”

Dopo un soggiorno di un anno a Las Vegas, ospite dei proprietari del “Caesar Palace”, dove esporrà le sue opere in permanenza, nel 1978, vola a Caracas, in Venezuela, ospite dell’armatore Raffaele Bellizzi, e dove, nel “Centro del Avila”, a San Bernardino gli verrà organizzata una Mostra Personale. In breve tempo, raggiunge una fama inaspettata: giornali e televisioni si interesseranno a lui e alla sua opera. Tra l’altro, dona nelle mani del Presidente del Venezuela, Don Carlos Andres Peres, due dipinti dedicati alla terra che lo sta ospitando con tanta cortesia e gentilezza:  “La Luz” e “Simón Bolívar, el Libertador”.

Sempre a Caracas, viene nominato “Accademico Venezuelano” ed esegue un’altra Opera Magna: “Venezuela, epopea di una nazione” che inizialmente, avrebbe dovuto essere destinata al nuovo aeroporto di Maiquetia (Caracas).

Nel 1979, a Buenos Aires, organizzata da un'associazione culturale di italo-argentini,  si svolgerà una Mostra Collettiva intitolata “Homenaje a l'Arte Italiana”. In quella occasione viene nominato “Accademico Argentino”.

Tornato in Italia, negli anni a seguire espone le sue opere in giro per l’Europa. Prima tappa, nel 1980, è nella sua splendida terra, a Reggio Calabria dove, presso il Teatro Comunale, ci sarà una sua Mostra Antologica. Sempre a Reggio, dona un suo dipinto alla chiesa di  Sant'Anna.

Nel 1980, a Parigi, partecipa ad una Mostra Collettiva intitolata “Les Italiens dans le Monde”, in quella occasione viene nominato “Accademico di Francia”

Nel 1980 è la volta di Lugano, dove esporrà le sue opere, con una Mostra Personale, intitolata “I Pensieri di Pascal”, presso la Galleria “La Madonnetta”.

Nel 1981, sbarca in Spagna, a Marbella, invitato da un gruppo di amici imprenditori, esporrà le sue opere, nell'Esclusivo Complesso Turistico “Puente Romano". In quella occasione donerà, nelle mani del Sindaco Alfonso Cañas Noguera,  un suo dipinto alla città di Marbella. Gli verrà conferita una Targa d'Oro di “Ciudadano Onorifico”

A Bergamo, città da lui eletta come residenza abituale in Italia, inaugura una Mostra Personale permanente presso la “Galleria La Maddalena” di Franco Longhi

Nel 1981, nella sua residenza di Bergamo, su commissione del Principe del Kuwait Sabah IV Al-Ahmad al-Jaber Al Sabah, esegue tre Ritratti di S.A.R. l’Emiro Sa’d al-’Abd Allah al-Salim Al Sabah. Le tre opere verranno consegnate, nel 1981, durante una cerimonia ufficiale che si terrà a Kuwait City, presso la residenza dell’Emiro del Kuwait Sa’d al-’Abd Allah al-Salim Al Sabah.

Nel 1984 a Lido Adriano (Ra), presenzierà ad una sua Mostra organizzata dal suo amico Taddeo e dal gallerista Franco Longhi.

Dal 1988 a Roma, in Vicolo del Cinque , alla Galleria “Burg Art”, di proprietà della sua famiglia si inaugura una sua Mostra Permanente.

Nel 1991, la Santa Sede gli Commissiona l'Opera Magna “Don Orione” che, il 6 aprile, nella Chiesa di Ognissanti, durante una Cerimonia privata, SS. Papa Giovanni Paolo II dona alla Comunità “Don Orione” e che verrà poi ubicata all’interno della Chiesa, nei pressi della Cappella del Santissimo

A seguito di quell’opera, nell’estate di quello stesso anno, il Maestro Zito viene invitato a 1991 a Castel Gandolfo e, nei Giardini della Residenza Estiva del Santo Padre, esegue alcuni schizzi per un serie di ritratti di SS. Papa Giovanni Paolo II, da eseguirsi in futuro ma che, a causa delle condizioni di salute precarie del Maestro non verranno, purtroppo, mai realizzati.

Nel 1992, il Comune di Aprilia lo invita ad esporre presso il Palazzo Comunale

Il 4 dicembre del 1995, all'età di 71 anni, muore a Roma.

ESPOSIZIONI, MANIFESTAZIONI, RICONOSCIMENTI E PREMI

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1970 Rimini    Mostra Collettiva Galleria Maga

1970 Riccione    Premio Riccione 1970

1972 Riccione    Premio Riccione 1972

1972 Fiuggi    Premio Schubert

1972 Roma    Prima Mostra Personale Galleria S. Marco

1972 Roma    Premio Regione Lazio

1972 Roma    Premio Ninfa d'Oro

1972 Pescasseroli    Premio Orso d'Oro d'Abruzzo

1973 Roma    Mostra Personale “Grand Hotel”

1973 Roma    Premio “Città di Roma”

1973 Cagliari   Mostra Personale

1973 Cagliari   Premio Targa d'Oro Città di Cagliari

1973 Roma    Premio “Vittoria Alata”

1973 Sabaudia    Premio Lazio 1973

1974 Roma    Premio Campidoglio

1974 Roma    Mostra Personale “Cafè de Paris” via Veneto

1974 Roma    Premio “Marc'Aurelio”

1974 Roma    Mostra Personale all'Hotel Parco dei Principi”

1974 Roma    Premio “Jumbo Jet d'Oro”

1974 Viterbo  Premio Lazio 1974

1974 R. Calabria    Mostra Personale al Teatro Comunale

1974 Roma    In occasione della Giornata Mondiale della Croce Rossa, dona nelle mani

della Presidentessa, Donna Vittoria Leone, il dipinto “La Vita” che sarà poi

scelto come Manifesto Simbolo per la campagna di sostenimento della

causa. (modella di eccezione, per il volto, Isabella Biagini)

1974 Beirut  Mostra Personale allo “Studio 27” de Monsieur Boutros

1974 Beirut    Omaggio al Libano: dona un quadro nelle mani della moglie del

Presidente del Libano M.me Frangie

1974 Roma    Mostra Personale nel “Salone degli Angeli” nel Palazzo Barberini

1974 Pescasseroli    Premio “Orso d'Oro d'Abruzzo”

1974 Campione d'Italia Mostra Personale nel Casinò Municipale

1974 Salsomaggiore T.  Riconoscimento Nominato “Accademico d'Italia”

1975 Firenze    Mostra. Ospite del Comune. Personale a Forte Belvedere inaugurata dal

Sindaco Elio Gabbuggiani

1975 Firenze    Premio Targa d'Oro della Città di Firenze

1975 Taranto   Mostra Personale “”Galleria La Fontana”

1975 Riad         Royal Palace. Consegna i Ritratti di H.M. Khalid bin Abdulaziz Al Saud (Re

di Saudi Arabia) e di H.M. Fahd bin Abdulaziz Al Saud (Principe Ereditario)

1975 Città del Vaticano Basilica di S.Pietro. Primo artista vivente, dopo 300 anni, che viene

ricevuto in una udienza ufficiale, in occasione dell'apertura dell'Anno

Santo e su commissione del Comune di Roma, dona nelle mani di SS.

Papa Paolo VI l'opera “il Papa Testimone nei Secoli”.

1976 Roma    Mostra Personale alla Galleria “il Pendolo”

1976 Roma    Per la celebrazione del Bicentenario Americano (1977) un'Opera Magna

composta da sei pannelli giganti ad olio

1976 Roma    Palazzo Campitelli su invito dell'Assessore alla Cultura del Comune di

Roma e alla presenza di una delegazione dell'Ambasciata USA di  Roma,

viene presentata l'OperaMagna “Storia degli Stati Uniti di America”

1977 San Giovanni R. Dona al Convento dei Frati Minori Cappuccini, presso il Santuario di Padre Pio, a San Giovanni Rotondo, una magnifica opera titolata “Padre Pio in Odore di Santità”. Oggi conservata nel Refettorio.

1977 New York    Mostra Personale alla Galleria “Gian del Valentino”

1977 New York    Rockefeller Center. Cerimonia di consegna dell'Opera Magna “Storia degli Stati Uniti di America”

1977 New York    Viene nominato “Esperto d'Arte” dei Cavalieri di Malta

1977 New York Gli viene conferito, ad Honoris Causa, il titolo nobiliare di Barone di Burg "Stein am Rhein”

1977 Las Vegas    Mostra Personale nei Saloni del “Caesar's Palace

1977 Caracas    San Bernardino. Mostra Personale nel “Centro del Avila”

1977 Caracas    Dona nelle mani del Presidente del Venezuela Don Carlos Andres Peres i dipinti “La Luz” e “Simón Bolívar, el Libertador”

1978 Caracas    Riconoscimento Viene nominato “Accademico Venezuelano”

1978 Caracas    Esegue l'Opera Magna “Venezuela, epopea di una nazione” che inizialmente destinato al nuovo aeroporto di Maiquetia (Caracas)

1979 Buenos Aires    Mostra Collettiva “Homenaje a l'Arte Italiana”

1979 Buenos Aires    Viene nominato “Accademico Argentino”

1980 Parigi    Mostra Collettiva “Les Italiens dans le Monde”

1980 Parigi    Riconoscimento. Viene nominato “Accademico di Francia”

1980 R.Calabria    Mostra Antologica presso il Teatro Comunale.

1980 R.Calabria    Chiesa di Sant'Anna. Dona dipinto.

1980 Lugano    Mostra Personale alla Galleria “La Madonnetta”

1981 Marbella    Ayuntamiento. Dona un suo dipinto alla città, nelle mani del Sindaco Alfonso Cañas Noguera

1981 Marbella    Riconoscimento. Ayuntamiento. Targa d'Oro, Cittadino Onorifico

1981 Marbella    Mostra Personale nell'Esclusivo Complesso Turistico “Puente Romano"

1981 Bergamo    Mostra Personale alla Galleria “La Maddalena” che resterà permanente

1981 Bergamo    Su commissione del Principe del Kuwait Sabah IV Al-Ahmad al-Jaber Al Sabah, esegue i tre Ritratti di S.A.R. l’Emiro Sa’d al-’Abd Allah al-Salim Al Sabah

1982 Kuwait City    Ospite dell’Emiro del Kuwait Sa’d al-’Abd Allah al-Salim Al Sabah, al quale consegna i tre dipinti.

1984 Lido Adriano (Ra) Mostra Personale

1988 Roma    Mostra Permanente alla Galleria “Burg Art”

1991 Roma    La Santa Sede gli Commissiona l'Opera Magna “Don Orione”

1991 Roma    Chiesa di Ognissanti. SS. Papa Giovanni Paolo II dona alla Comunità DonOrione” il dipinto del Maestro Zito e che verrà poi ubicato nei pressi della Cappella del Santissimo

1991 Roma    Castel Gandolfo. Nei Giardini della Residenza Estiva del Santo Padre, esegue alcuni schizzi per un serie di ritratti di SS. Papa Giovanni Paolo II, da eseguirsi in futuro (e che a causa delle condizioni di salute precarie del Maestro Zito non verranno mai realizzati

1992 Aprilia    Mostra Antologica presso il Comune

1995 Roma Muore il 4 di dicembre all'età di 71 anni