Utente:Midnight bird/Nose art

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Una pin-up, tra i soggetti più diffusi sugli aerei dell'USAF, raffigurata sul musetto di un A-26 Invader

Col termine Nose Art si fa riferimento alle decorazioni dipinte sulla fusoliera di aerei militari. Spesso tali decorazioni erano nella zona del muso, da qui il nome nose art (nose è la parola inglese per naso). Tale pratica nacque tra i piloti della prima guerra mondiale inizialmente per distinguere gli aerei amici da quelli nemici, per poi evolversi come espressione dell'individualità del singolo pilota. La pratica ebbe una notevole diffusione durante la seconda guerra mondiale e, seppur in maniera minore, continuò ad essere presente anche nei conflitti successivi. Alla diffusione contribuì anche il fatto che tale arte spesso non era ufficialmente approvata, anche se in dati periodi le normative contro di esse non erano applicate.[1][2] A causa della sua natura individuale e non ufficiale, la nose art è considerata arte popolare, inseparabile dal lavoro dell'autore, nonché rappresentante di uno specifico gruppo.[1] Spesso viene paragonata al graffitismo, in quanto anche nella nose art l'artista è anonimo e l'arte in se è effimera. Inoltre, viene spesso realizzata con materiali di fortuna o comunque facilmente reperibili[1]

Prima guerra mondiale

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Francesco Baracca davanti al suo SPAD S.VII decorato col Cavallino Rampante, divenuto poi il simbolo della Ferrari

La pratica di decorare il proprio velivolo nacque sul tra i piloti italiani e tedeschi impegnati sul fronte italiano della prima guerra mondiale. La prima nose art riconosciuta tale è pero antecedente al conflitto, si tratta di un mostro marino dipinto sul muso di un idrovolante italiano del 1913. Questo ispirò la pratica, nata in particolare tra i piloti tedeschi, di disegnare bocche, spesso di animali feroci, sotto l'ogiva dell'elica. Nose art rappresentanti bocche feroci apparvero su britannico Sopwith Dolphin e su un tedesco Roland C.II, anche se con effetto forse più comico che minaccioso. Tra i piloti italiani divenne nota la nose art, dipinta però sulla fusoliera, dello SPAD S.VII dell'asso Francesco Baracca. Raffigurava un Cavallino Rampante, simbolo poi adottato dalla casa automobilistica Ferrari. Tuttavia, la nose art di questo periodo è stata spesso pensata e dipinta dal personale di terra e non dai piloti stessi. Altri esempi della prima guerra mondiale possono essere il cappello nel cerchio dello statunitense 94th Aero Squadron (disegno attribuito al tenente Johnny Wentworth) e il mulo scalciante del 95th Aero Squadron. A ciò seguì la direttiva ufficiale stabilita dal generale di brigata Benjamin Foulois, capo dell'Air Service dell'American Expeditionary Forces, che fu emanata il 6 maggio 1918 e che richiedeva la creazione di insegne distinte e facilmente identificabili per ogni squadrone.

Seconda guerra mondiale

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Le nose art con personaggi Disney, come questo Paperino che adornava il P-51 Mustang dell'asso statunitense Donald Emerson, erano diffuse tra le file dell'aviazione statunitense come tra quelle della Luftwaffe

Proprio a causa dell'ordine di Foulois fu creata la nose art diventata forse più celebre, la bocca di squalo dipinta sui P-40B delle Tigri Volanti, squadrone dell'American Volunteer Group attivo negli anni quaranta durante la seconda guerra sino-giapponese. L'ispirazione fu presa da una foto a colori, apparsa su un giornale, di un P-40 della Royal Air Force in Nord Africa, a cui era stata dipinta una bocca di squalo. Proprio il motivo a bocca di squalo divenne forse la nose art più duratura della seconda guerra mondiale, adottata anche dai Bf 110 del ZG 76 impegnati nella battaglia di Creta. In generale, mentre nella prima guerra mondiale le nose art erano semplici abbellimenti o stravaganti insegne, la vera nose art comparve durante la seconda guerra mondiale, da molti osservatori considerata l'età dell'oro di questa forma d'arte, e fu diffusa indistintamente tra le forze aeree Alleate come tra quelle dell'Asse. Al culmine della guerra, gli artisti della nose art erano molto richiesti nell'USAF e nell'USAAF e venivano ben retribuiti, con una certa tolleranza dei comandanti, in quanto si riconosceva che le nose art contribuivano ad innalzare la morale. Al contrario, la United States Navy vietò le nose art, che si limitavano al massimo a lettere, nomi o farsi. Erano meno diffuse nella RAF e nella RAAF. Alcune nose art avevano lo scopo di commemorare od onorare una persone, un esempio è il B-29 soprannominato The Ernie Pyle, che sul muso portava un ritratto ed il nome del giornalista Ernie Pyle. Le nose art erano sì spesso dipinte da artisti professionisti, ma spesso erano semplici militari di talento. Nel 1941, per esempio, il 39th Pursuit Squadron ad un artista della Bell Aircraft Corporation di dipingere sui loro aerei il logo dello squadrone, il Cobra nelle nuvole.

Alcuni bombardieri statunitensi impiegati nella seconda guerra mondiale erano completamente dipinti di colori sgargianti, spesso in strisce o a pois. Non si trattava però di nose art, ma un espediente per rendere un aereo specifico chiaramente identificabile anche da elevate distanze. Questi bombardieri, difatti, svolgevano il ruolo di Judas goat, lettaralmente guidatori di capre, che come capi formazione dovevano fungere da riferimento per gruppi che raggiungevano le centinaia di velivoli.

Secondo dopoguerra

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La nose art del B-17 Liberty Belle, omaggio alla Liberty Bell

I soggetti base delle nose art statunitensi era dei più vari, spaziando dalle pin-up come Rita Hayworth o Betty Grable, ai personaggi dei cartoni animati e dei fumetti come Paperino e Braccio di Ferro, fino a personaggi patriottici (Yankee Doodle) ed eroi immaginari (Sam Spade). Nose art ritraenti personaggi dei fumetti erano diffusi anche tra i piloti della Luftwaffe e, sebbene non mancassero omaggi a personaggi locali come il duo Max e Moritz[3], erano molto diffuse le nose art con personaggi statunitensi. Tra i più usati c'era Topolino, già apparso su alcuni velivoli della Legione Condor durante la guerra civile spagnola, era dipinto sugli aerei personali di diversi assi tedeschi della seconda guerra mondiale, tra cui Adolf Galland e Heinz Bär.[3] Non mancavano riferimenti a personaggi del folklore locale, come il Cacciatore di Bernburg che capeggiava sull'aereo di Johannes Gentzen.[3] Le pin-up erano diffuse quasi esclusivamente sui velivoli statunitensi e spesso, nel caso dei bombardieri, davano il nome all'aereo stesso. Tra i casi più noti i B-17 Memphis Belle (la Bella di Memphis) e Liberty Belle (la Bella Libertà), quest'ultimo chiaro riferimento, non solo nel nome ma anche nel disegno, alla Liberty Bell (la Campana della libertà). Simboli legati alla fortuna, come dadi e carte da gioco furono fonte di ispirazione, sia come nose art personali che come insegne di squadrone. Frequenti erano anche le rappresentazioni della morte personificata. Se le pin-up ed i personaggi di fantasia furono i soggetti più popolari tra gli statunitensi, ci furono anche lavori raffiguranti animali, soprannomi, nomi di città o paesi, titoli di canti popolari o di film. Ad esempio, per quanto riguarda i nomi geografici, ogni pilota 2.Staffell del I./JG 27 dipinse sul muso del proprio velivolo il nome di una ex-colonia tedesca. I nomi scelti spaziavano da Samoa, del capo squadriglia Gerd Framm, fino a Deutsch-Südwestafrika. [3] Talune immagini o slogan contenevano elementi di disprezzo per il nemico e per i loro leader. In particolare, le iniziali del premier britannico Winston Churchill, "WC", furono fonte di ispirazione per molti artisti tedeschi.[3]

Bando del nose art

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Nel 1993 si sancì che tutte le nose art su aerei USAF dovevano essere "sessualmente neutrali". Nel 2007 il ministero della difesa britannico ha vietato i nose art che abbiano come soggetto pin-up su tutti gli aerei della Royal Air Force. La decisione fu giustificata dal fatto che spesso i nose art hanno come soggetto ragazze nude, quindi potenzialmente lesive nei confronti del personale femminile. Non fu però mai inoltrato un reclamo in tal senso da personale, ne maschile ne femminile.

Sebbene sia in gran parte una tradizione militare, nose art sono diffuse anche su aerei civili, in particolare su quelli delle compagnie aeree del Virgin Group. In senso lato anche le decorazioni sulla coda dell'aereo, talvolta chiamate tail art, possono essere considerate nose art. Esempio di tail art sono l'eschimese dipinto sul timone degli aerei della Alaska Airlines, oppure i segni distintivi adottati dagli squadroni della United States Navy.

  1. ^ a b c (EN) Military Aircraft Nose Art: An American Tradition, su parentseyes.arizona.edu. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  2. ^ (EN) Jeffrey L. Ethell, Clarence Simonsen, The History of Aircraft Nose Art: World War I to Today, Motorbooks International, 1991, p. 14, ISBN 0879385464.
  3. ^ a b c d e Gli assi della Blitzkrieg, Edizioni del Prato, 1999 [1996], ISBN 8483722151.


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