Trogloditi (popolo)
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Trogloditi (in greco antico: Τρωγλοδύται?, Troglodýtai; in latino Troglodytae) era il nome con cui molti testi del mondo greco antico e romano designavano diversi popoli del Nord Africa, della penisola arabica, dell'India, della Mesia e del Caucaso.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il termine «troglodita» viene dal greco antico τρώγλη (trógle, «caverna») e δύειν (dýein, «entrare»), passato all'italiano dal latino troglodyta.[1]
I trogloditi nelle varie narrazioni greco-romane
[modifica | modifica wikitesto]- Erodoto parla dei trogloditi nelle sue Storie e riferisce come essi fossero un popolo cacciato dai Garamanti e i corridori più veloci tra tutti gli uomini e mangiassero serpenti, lucertole e altri rettili. L'autore afferma anche che la loro lingua era diversa da ogni altra da lui conosciuta e assomigliasse al verso dei pipistrelli.[2]
- Strabone fa menzione, nella sua Geografia, di una tribù di trogloditi che viveva insieme ai Crobizi nella Scizia Minore, vicino al fiume Istro e alle colonie greche di Callatis e Tomi.[3]
- Pomponio Mela nel De Chorographia afferma come i trogloditi non possedessero alcuna risorsa, vivessero nelle profondità delle caverna, si nutrissero di serpenti e, invece di parlare, emettessero suoni acuti.[4]
- Ateneo di Naucrati nei Deipnosofisti scrive che Pitagora, parlando del Mar Rosso, avesse menzionato come i trogloditi creassero i panduri, strumenti musicali a corda, dalle mangrovie bianche che crescevano nel mare[5] e che Euforione di Calcide, nel suo libro sui giochi istmici, affermasse che essi utilizzavano la sambuca, strumento a sei corde, come i Parti.[6]
- Claudio Eliano nella sua opera Sulla natura degli animali dice che le tribù dei trogloditi erano famose per il loro modo di vivere, da cui prendevano il loro nome, e mangiavano serpenti;[7] inoltre, essi credevano che il re delle bestie fosse il toro etiope, perché esso possedeva il coraggio di un leone, la velocità di un cavallo e la forza di un toro, maggiore di quella del ferro.[8]
- Flavio Giuseppe menziona velocemente, discutendo del libro della Genesi, un luogo chiamato Trogloditide,[9] probabilmente riferendosi alle coste del Mar Rosso.[10]
- Eusebio di Cesarea nella Praeparatio evangelica afferma che i trogloditi furono gli inventori dello strumento musicale della sambuca.[11]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Troglodita, su treccani.it. URL consultato il 18 aprile 2020.
- ^ Erodoto, IV, 183.
- ^ Strabone, VII, 5.12.
- ^ Pomponio Mela, I, 44.
- ^ Ateneo, 4.184.
- ^ Ateneo, 14.34.
- ^ Claudio Eliano, 9.44.
- ^ Claudio Eliano, 17.45.
- ^ Flavio Giuseppe, Ant. iud., I, 15.1.
- ^ Matheny 2011, pp. 40-41.
- ^ Eusebio, Praep. ev., X, 6.1.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- (GRC) Ateneo di Naucrati, Deipnosophistae. ((EN) Deipnosophists — traduzione in inglese di C. D. Yonge).
- (GRC) Claudio Eliano, Sulla natura degli animali. ((EN) Aelian, De Natura Animalium — traduzione in inglese di Rudolf Hercher).
- (GRC) Erodoto, Historiae. ((EN) Herodotus, The Histories — traduzione in inglese di A. D. Godley).
- (GRC) Eusebio di Cesarea, Praeparatio evangelica. ((FR) Eusebius: Chronicle — traduzione in francese su remacle.org).
- (GRC) Flavio Giuseppe, Antiquitates iudaicae. ((EN) The Antiquities of the Jews — traduzione in inglese di William Whiston).
- (LA) Pomponio Mela, De Chorographia. ((EN) Pomponius Mela, Chorographia – traduzione in inglese su topostext.org).
- (GRC) Strabone, Geografia. ((EN) The Geography — traduzione in inglese di Chicago University).
- Fonti storiografiche moderne
- G. M. Matheny, Exodus, Xulon Press, 2011, ISBN 9781613792988.