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Shōgo Takeuchi
Shōgo Takeuchi | |
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Nascita | prefettura di Kyoto, 12 aprile 1918 |
Morte | Nuova Britannia, 21 dicembre 1943 |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Impero giapponese |
Forza armata | Esercito imperiale giapponese |
Arma | Dai-Nippon Teikoku Rikugun Kōkū Hombu |
Specialità | Pilota da caccia |
Anni di servizio | 1937-1943 |
Grado | Maggiore |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna della Malesia Campagna della Birmania Campagna delle Indie orientali olandesi |
Battaglie | Battaglia di Singapore |
dati estratti da Japanese Army Fighter Aces: 1931-45[1] | |
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Shōgo Takeuchi (竹内 正吾?, Takeuchi Shōgo; prefettura di Kyoto, 12 aprile 1918 – Nuova Britannia, 21 dicembre 1943) è stato un aviatore e militare giapponese.
Fu un famoso asso dell'aviazione da caccia della Dai-Nippon Teikoku Rikugun Kōkū Hombu, il servizio aeronautico dell'Esercito imperiale giapponese, durante la seconda guerra mondiale. È accreditato dell'abbattimento di 19 velivoli nemici e del danneggiamento di altri 11.[2]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque nella provincia di Kyoto il 12 aprile 1918.[1] Si arruolò nell'esercito imperiale nel settembre 1939, iniziando a frequentare come allievo ufficiale l'accademia militare aeronautica, 52ª promozione, entrando quindi nel servizio aereo dell'esercito.[1] Dopo aver conseguito il brevetto di pilota e pilota militare, dimostrando subito le sue doti di cacciatore, al termine dell'addestramento fu inviato a prestare servizio presso il 3° Chutai del 64° Sentai.[1] Partecipò ai combattimenti iniziali della guerra del Pacifico sotto il comando del tenente colonnello Tateo Kato e del capitano Katsumi Anma. Durante l'invasione della Malesia, e le fasi dell'occupazione di Singapore, il 31 gennaio 1942, mentre pilotava un caccia Nakajima Ki-43 Hayabusa,[2] ingaggiò il combattimento contro aerei da caccia Hawker Hurricane che cercavano di intercettare i bombardieri, rivendicando 3 vittorie in rapida successione.[3]
Prese quindi parte all'invasione delle Indie orientali olandesi, e quindi negli scontri in Birmania.[2] Nell'aprile del 1942 fu trasferito al 68° Sentai,[4] un'unità di nuova costituzione, e nel mese di dicembre assunse il comando del 2º Chutai. Nell'aprile del 1943 il suo reparto si trasferì a est, nella Nuova Guinea, ma incontrò molti problemi con il nuovo caccia Kawasaki Ki-61 Hien.[1] Una volta, mentre effettuava una missione di scorta ad alcuni bombardieri, si ritrovò da solo in quanto tutti gli altri piloti avevano dovuto rientrare alla base a causa di vari problemi tecnici.[1] Il 20 luglio conseguì la sua prima vittoria sul Ki-61 contro un bombardiere Consolidated B-24 Liberator.[1] Nonostante le difficoltà incontrate in questo teatro di operazioni, che causò la perdita di un gran numero di ufficiali e di piloti in azione ma anche per malattie tropicali, continuò a guidare il suo Chutai, a volte assumendo anche il comando di un Hikodan.[1] Contemporaneamente continuò a crescere il suo numero di vittorie,[1] e nell'ottobre del 1943 venne colpito durante una missione di intercettazione e rimase ferito, ritornando al fronte dopo 15 giorni, con il corpo ancora coperto dalle bende.[5] Mentre il morale era al minimo, la fusoliera del suo Ki-61 era adornata con 58 simboli di vittorie, divenendo una fonte indiscussa di orgoglio per tutti i suoi uomini[N 1] a Wewak.[5]
Nel dicembre 1943 il 68° Sentai contava solo tre ufficiali validi al servizio. Il 21 dello stesso mese, mentre scortava alcuni bombardieri leggeri su Arawe, nella Nuova Britannia,[6] si scontrò con alcuni caccia Grumman F6F Hellcat conseguendo una vittoria mentre il caccia nemico tentava di attaccare l'aereo del maggiore Kiyoshi Kimura, comandante del Sentai.[1] Fu quindi visto prendere la direzione di baia di Hansa[2] ma quando stava per atterrare, il suo motore si spense e l'aereo si girò, colpendo gli alberi prima di schiantarsi al suolo.[1] Rimasto gravemente ferito, si spense 3 ore dopo a causa delle ferite riportate.[1] Il maggiore Kimura scrisse personalmente alla sua famiglia, informandoli che egli aveva compiuto 90 missioni di guerra negli ultimi 6 mesi in Nuova Guinea e conseguito 16 vittorie confermate più 10 probabili[1] in aggiunta ai 30 velivoli distrutti o danneggiati durante il suo servizio al 64° Sentai.[7] Fu promosso postumo al grado di maggiore.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ I 58 simboli di vittoria rappresentavano allo stesso tempo quelle confermate, probabili e i velivoli nemici danneggiati.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m Hata, Izawa, Shores 2012, p. 263.
- ^ a b c d Millman 2015, p. 21.
- ^ Ichimura 2009, p. 15.
- ^ Hata, Izawa, Shores 2012, p. 39.
- ^ a b Hata, Izawa, Shores 2012, p. 264.
- ^ Millman 2015, p. 27.
- ^ a b Millman 2015, p. 28.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Ikuhiko Hata, Yashuho Izawa e Christopher Shores, Japanese Army Fighter Aces: 1931-45, Mechanicsburg (Pennsylvania), Stackpole Books, 2012, ISBN 1-46175-118-7.
- (EN) Nicholas Millman, Ki-61 and Ki-100 Aces, Oxford, Osprey Publishing, 2015, ISBN 1-78096-296-7.
- (EN) Hiroshi Ichimura, Ki-43 ‘Oscar’ Aces of World War 2, Botley, Osprey Publishing Company, 2009, ISBN 1-84603-861-8.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Takeuchi Shogo, su Ciel De Gloire - Histoire des As de l'Aviation de 1914 à nos jours. URL consultato il 31 agosto 2015.
- (EN) Captain Shogo Takeuchi, su Pacific Wreecks. URL consultato il 10 aprile 2019.