Erpetoichthys calabaricus

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Erpetoichthys calabaricus
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseActinopterygii
OrdinePolypteriformes
FamigliaPolypteridae
GenereErpetoichthys
SpecieE. calabaricus
Nomenclatura binomiale
Erpetoichthys calabaricus
Smith, 1865
E. calabaricus

Erpetoichtys calabaricus Smith, 1865, detto anche Calamittide del Calabar è un pesce di acqua dolce appartenente alla famiglia Polypteridae. È l'unica specie del genere Erpetoichtys.

La lunghezza massima registrata per questa specie è di 90 cm in natura ma in acquario è stata registrata una lunghezza massima di 37 cm[2]. Presente un corpo molto allungato, spesso di colorazione marrone o grigiastra.

Distribuzione e habitat

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Vive in alcuni fiumi dell'Africa come il Niger. Nuota nelle acque ricche di vegetazione acquatica, lente e spesso povere di ossigeno; per questo ha sviluppato la capacità di respirare aria.

Comportamento

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È prevalentemente notturno.

Alimentazione

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Si nutre prevalentemente di invertebrati acquatici come insetti, crostacei e anellidi.

È oviparo e la fecondazione è esterna. Non ci sono cure nei confronti delle uova, di circa 2,1-2,6 mm di diametro, che vengono deposte sul substrato e sulla vegetazione[3]. Le larve sono dotate di branchie esterne.

È particolarmente sensibile alle infezioni batteriche[4].

Conservazione

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Viene classificato come "prossimo alla minaccia" (NT) dalla lista rossa IUCN perché la sua popolazione sta leggermente diminuendo a causa del degrado del suo habitat[1].

Acquariofilia

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Non è particolarmente comune negli acquari a causa della sua difficoltà di allevamento.

  1. ^ a b (EN) Laleye, P., Moelants, T. & Olaosebikan, BD, Erpetoichthys calabaricus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) E. calabaricus, su FishBase. URL consultato il 3 febbraio 2014.
  3. ^ Riproduzione, su fishbase.org. URL consultato il 3 febbraio 2014.
  4. ^ E. calabaricus, malattie, su fishbase.org. URL consultato il 3 febbraio 2014.

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