Discussione:Economia del dono

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L'articolo è assai inesatto. L'economia del dono si basa sul valore di legame, in contrapposizione al valore di scambio e al valore d'uso!

Grazie della tua osservazione. Teknopedia è un'enciclopedia a cui tutti possono partecipare. Se ritieni che l'articolo sia inesatto lo puoi correggere. --Ines - (contattami) 13:12, 13 mar 2006 (CET)[rispondi]

Proposta modifica

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Ciao, ho pensato di fare dei cambiamenti, vorrei avere il parere di qualcuno prima di effettuarli, la proposta segue. Robertobra 13:29, 25 gen 2007 (CET)[rispondi]

L'economia del dono si occupa dei sistemi di scambio asimmetrico che avvengono all'inerno di reti e circuiti sociali che non sono regolati da un diretto riferimento al valore economico degli oggetti ceduti e ricevuti, o al loro valore d'uso (per valore d'uso, classicamente si intende la capacità di un bene o di un servizio di soddisfare un dato fabbisogno, o tout-court il suo valore di utilità), e quindi non hanno come finalitá il vantaggio economico, sono altamente formalizzati partecipano della formazione e della manutenzione di reti e circuiti di relazioni sociali. Possono essere anche sviluppati parallelamente a circuiti commerciali tradizionali come nel caso del Kula nell´Oceano pacifico, o essere concentrati in momenti socialmente rilevanti, come le feste del circuito del Potlatch nell' America settentrionale in cui si usava distruggere ingenti quantitá di doni ricevuti (una specie di misura anti inflazionaria), riaffermando cosí le relazioni gerarchiche attraverso l'ostentazione della propria capacitá produttiva, i cui frutti si trasformano in cenere ma anche in Status sociale. Tra gli studi píu importanti sull'argomento , vi sono Argonauti del Pacifico Occidentale di Bronislaw Malinowski, e Saggio sul dono di Marcel Mauss.

Il testo che segue é IMHO inesatto (ereditá di teorie economiche superate) e andrebbe modificato sostanzialmente


L’economia del dono si contrappone all’economia tradizionalmente intesa, definita economia di mercato o economia mercantile, la quale si basa invece sul valore di scambio o valore commerciale.
Si potrebbe anche parlare di economie del dono al plurale, visto che non esiste un modello prestabilito di economia del dono.

stiamo attenti a non cosizzare tutto, l'economia del dono non é un oggetto concreto, é un modo per analizzare complessi fenomeni sociali

L'economia del dono è basata sull'analisi di società nei tempi passati considerate "primitive", ovvero di comunità economicamente autosufficienti, che producono da sole gran parte di ciò di cui hanno bisogno (tipicamente per quanto riguarda agricoltura ed allevamento), e che si affidano all'economia mercantile solo per quei pochi prodotti che non riescono a produrre direttamente, scambiando o rivendendo le eccedenze (non necessariamente materiali).

Qui, a parte i termini POV (primitivo non si usa da mo), la descrizione é altamente generica (a voler generalizzare troppo si finisce per parlare di aria fritta)

La comunità è in sostanziale equilibrio con l'ambiente esterno, con cui tende ad integrarsi armonicamente.

I concetti di integrazione e equilibrio con l'ambiente provengono più da una visione romantica del buon selvaggio, e anche un po paternalista.

Chiaramente l'economia mercantile può essere presente, ma è comunque marginale nell'economia del dono.

Affermazioni del genere, oltre a essere ostensivamente generalistiche, dovrebbero essere provate

Il cosiddetto dono è in realtà uno scambio reciproco che ha alcune caratteristiche definite, per quanto esse siano delle convenzioni e non delle regole scritte: l'obbligo di dare, l'obbligo di ricevere, l'obbligo di restituire più di quanto si è ricevuto.

Penso che questo vadi abbastanza bene, magari aggiungendo che la reciporcità puó essrere asincrona, come nel Kula


Le tue modifiche sono seconod me tutte opportune, schematiche e fatte bene. Rimango dubbioso qu qeusta cosa:

Il cosiddetto dono è in realtà spesso considerato uno scambio reciproco, ma non sempre gli antropologi sono stati concordi nel definire cosa ci si scambiasse. C'è chi considera lo scambio di doni un mezzo per stabilire una situazione di indebitamento reciproco, come Godelier. Il problema qui è: lo scambio di doni è stato messo in dscussione sia in quanto scambio, sia come passaggio reciproco di "cose" materali e ne esistono, a occhio e croce, centomila intepretazioni: Sahlins, Bourdieu, Godelier, Godbout, Caillé, Schneider, e poi indietro, Malinowski e Mauss (che forse non si sa bene neanche a cosa ri riferisse esattamente qando parlava d scambio di doni. secondo me, per esempio, parlava di un tipo di azione, di un modo din relazionarsi, più che di un scambio, però posso dire una cazzata.) Dov'è che bisogna fermrsi nel grado di dettaglio?

In effetti potrebbe essere il caso di introdurre la pagina spiegando come l'"Economia del dono" è un discorso che può essere presentato da più punti di vista. Secondo me le tre tappe che si potrebbero individuare sono quella di Mauss, quella dei materialisti (pur con le loro differenze c'è comunque qualcosa di comune negli approcci di Shalins Godelier etc.) e poi quella antiutilitarista dei MAUSSiani.
Tieni conto che wikipedia vuol essere un'enciclopedia generalista, quindi bisogna sempre cercare il miglior compromesso tra rigore dell'analisi e capacità di sintesi e fruibilità. --Beechs(dimmi) 16:07, 7 mar 2008 (CET)[rispondi]


Testi di riferimento

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Bronislaw Malinowski Argonauti del Pacifico occidentale. Riti magici e vita quotidiana nella società primitiva, Torino, Bollati Boringhieri, 2004 [1922]

Marcel Mauss "Saggio sul dono. Forma e motivo dello scambio nelle società arcaiche", in C. Lévi-Strauss (a cura), Teoria generale della magia e altri saggi, ed. Einaudi, Torino, 1965 [1923-24]

D'accordo sulle modifiche che proponi

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Credo anch'io sia più indicato il plurale e vada evitato "selvaggi". Negli ultimi è partito un dibattito che va al di fuori dell'antropologia, su banche del tempo, monete alternative, open source, etc. che sarebbe bello riassumere quì secondo me.


Antropologia o economia?

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L'articolo nella sua forma originale è scritto da un punto di vista economico, quindi tenta di generalizzare dei concetti che si applicavano anche in Italia nelle zone rurali fino agli anni '50 del XX secolo. Un approccio specifico riferito alla Polinesia o a località esplorate da antropologi potrebbe essere limitativo e restringere l'economia del dono come un qualcosa di confinato geograficamente e storicamente. Dovrebbero invece esistere degli studi che sostengono l'idea di ripristinare almeno alcune delle pratiche dell'economia del dono. Insomma la generalità a me piace, essa andrebbe approfondita negli esempi pratici.Truman 18:08, 20 giu 2007 (CEST)[rispondi]

Traduzione dalla versione inglese.

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Non conosco la procedura esatta per eventualmente mettere ai voti questa proposta (rimandatemi pure al TFM nel caso), ma propongo di semplicemente riscrivere la pagina come traduzione della versione inglese, ben più completa. --Bafio (msg) 19:37, 27 nov 2012 (CET)[rispondi]