Discussione:Calcolatrice

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Lavori in corso

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Sto attualmente traducendo dall'inglese integrando con quanto scritto da me, se dovete intervenire pesantemente parlatene qui prima... grazie --Aeternus 23:01, 10 feb 2006 (CET)[rispondi]

il singolare sistema di immissione dati scelto dall'HP chiamato mi sembra rpn o notazione polacca inversa merita metterlo, opinione mia.

Senz'altro verrà nominato anche qui ma nel frattempo non lo abbiamo dimenticato, ha una voce tutta sua: Notazione polacca inversa (e la versione inglese è ancora più ricca di esempi...). Lp (23:48, 11 feb 2006 (CET))[rispondi]

proposta modifiche

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Mi piacerebbe collaborare alla parte storica in almeno due punti. Ve li sottopongo per discussione. Il primo riguarda l'attribuzione come 'prima calcolatrice portatile' alla Sharp EL-8 del '71. Da varie fonti (ma anche dalle sezioni da me visitate di alcuni musei) la prima calcolatrice 'portatile' è un prototipo di Texas Instruments (1967), diventato prodotto commerciale tre anni più tardi come Canon Pocketronic. Il fatto al posto del display avesse una striscia di carta stampata non la esclude dall'essere progenitrice dei prodotti successivi. La seconda modifica riguarda l'aggiunta di qualche nota sulla famosa Programma 101 di Olivetti (1965). Non è campanilismo, ma l'intento di rimediare alle lacune di chi scrive da oltreoceano. Forse vale la pena anche di citare tra i pionieri (sempre nel periodo '30-'60) la IME di Pomezia. Ho aggiunto tra i link il sito sul quale ho pubblicato tre anni fa la mia modesta ricerca storica sull'argomento, ma un wiki è certo più adatto per raccogliere altri spunti.


proposta modifiche 2

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Anch'io vorrei collaborare sulla parte storica. In particolare mi sembra estremamente carente la parte relativa alle calcolatrici meccaniche. A parte il fatto che Pascal e Leibnitz erano grandi matematici, oltre che filosofi, e questo aspetto della loro cultura era predominante nel progettare strumenti di calcolo. Mancano completamente accenni a personaggi come Felt, Odhner, Burroughs... che hanno costruito delle macchine che hanno dominato il mercato dalla fine dell'800 agli anni '50. Prima e poi a fianco delle citate Friden, Monroe e Marchant. Tra l'altro Friden produceva bellissime macchine, le "Cadillac del calcolo", ma non raggiunse mai livelli di produzione paragonabili a Victor o Brunsviga. Mancano completamente riferimenti alle addizionatrici tascabili (tipo Troncet) o da tavolo (American Adder, Resulta, ..., Fossa Mancini).

D'accordo sull'importanza di un riferimento al primo PC di Perrotta (la Programma 101), anche se andrebbe tra i calcolatori, visto che era programmabile. Però non bisogna dimenticare che l'Olivetti diventò da zero uno dei maggiori produttori di calcolatrici meccaniche (fino ad assorbire l'Underwood) grazie al genio di Natale Capellaro.

A questo punto, le modifiche da apportare sono molte, con un consistente allungamento del testo. Come conviene procedere? Agisco direttamente sul testo esistente? Mando una proposta a qualcuno? Lasciamo un unico articolo o separiamo la storia della meccanica da quella dell'elettronica? Ancelli 16:26, 22 nov 2006 (CET)[rispondi]

Sentiti libero di ampliare liberamente la voce e la sezione storica (bisognerebbe anche accennare anche al regolo calcolatore). Per ora credo che la voce possa rimanere unica, non vedo necessità di scorporare parti di testo. Per la questione della separazione tra storia delle calcolatrici meccaniche e storia delle calcolatrici elettroniche potresti spiegarti meglio? --Aeternus 15:57, 23 nov 2006 (CET)[rispondi]

La prima calcolatrice elettronica tascabile

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Nell'originale wiki inglese è riportata essere la Sharp EL-8 ma diverse fonti in internet sono concordi nel riportare due modelli diversi che uscirono praticamente in contemporanea sul mercato americano e giapponese: La Sharp QT-8B e la Canon Pocketronic, entrambi del 1970. Inoltre la prima calcolatrice TI non appartiene alla serie SR ma si tratta invece della famosa TI-2500 Datamath, che arrivo' presto in Italia in quanto assemblata a Rieti, commercializzata a partire dall'aprile del 1972 e nota a molti studenti di allora per il suo aspetto "pacioccone". Alla 2500 seguirono presto la TI-3000 e la TI-3500. Forse e' il caso di verificare con controlli incrociati la attendibilita' di certe informazioni riportate sulla versione inglese. Leoperutz 16:08, 10 gen 2007 (CET)[rispondi]

errori di calcolo

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Nella sezione Problemi riscontrabili nell'utilizzo ci sono parecchie imprecisioni.

Per prima cosa non è vero che La maggior parte delle odierne calcolatrici non è comunque completamente accurata. NESSUNA calcolatrice è completamente accurata! Infatti tutte lavorano con un numero finito di cifre decimali e quindi sono tutte soggette agli errori di troncamento descritti nelle frasi successive.

Poi non è vero che se il numero è moltiplicato per sé stesso, l'errore raddoppia. Questo succede quando il numero è sommato a sé stesso. Se il numero sulla calcolatrice (N) è uquale al numero vero (n) più un errore (e), quando sommiamo abbiamo N+N= (n+e)+(n+e) = (n+n)+ 2e. Quando moltiplichiamo, abbiamo NxN= (n+e)*(n+e) = (n*n)+ 2ne + e*e. Quindi la situazione è molto più complicata. Nella maggior parte dei casi e*e è trascurabile e l'errore viene amplificato di un fattore 2n. Però, se e<1 e n<1/2, l'errore assoluto si riduce. ;-)

Poi manca qualsiasi riferimento all'errore relativo che, nel caso della sottrazione tra numeri simili, può propagarsi in modo veramente dramnmatico. Chi vuole divertirsi può calcolare una ventina di iterazioni della successione A(0)=1/99, A(n+1)= A(n)*100-1. Dovrebbe dare costantemente A(n)=1/99=0,01010101010101... ;-) --Ancelli (msg) 23:30, 22 ago 2008 (CEST)[rispondi]

Prima Calcolatrice Tascabile

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Anche io non sono daccordo sul fatto che la sharp sia la prima calcolatrice portatile prodotta.

Mi ricordo che mio padre nei primi anni 70 mi riportò da Hong Kong una Busicom LE-120A "HANDY-LE"

http://www.vintagecalculators.com/html/busicom_le-120a___le-120s.html

Su questo sito è riportato infatti che è stata commercializzata dal gennaio del 1971.

Paolo

Se escludiamo le addizionatrici meccaniche tascabili tipo Troncet (fine '800) e Addiator, il primo prototipo di calcolatrice elettronica tascabile è della Texas Instruments. Le prime effettivamente prodotte sono state una nuvola di giapponesi, tra cui la Busicom LE-120A è effettivamente la prima che corrisponde in pieno alla nostra idea di calcolatrice tascabile. Vedi il capitolo pocked calculators di en:Calculator --Ancelli (msg) 21:10, 9 set 2008 (CEST)[rispondi]

Macchina calcolatrice

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I termini "macchina calcolatrice" e "calcoltrice" sono sinonimi. "Calcolatrice" (inteso come sostantivo) nasce infatti come forma ellittica di "macchina calcolatrice". Esattamente come "integrato" è la forma ellittica di "circuito integrato". Nell'incipit invece c'è scritto che la macchina calcolatrice e la calcolatrice sono dispositivi distinti. Chi pensa che sia così può spiegare che differenza c'è tra macchina calcolatrice e calcolatrice? --Blue90 (msg) 20:53, 20 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Credo che tutto derivi da una cattiva traduzione di qualche vecchia versione inglese. La voce inglese è dedicata alle calcolatrici elettroniche che sono diverse sia dalle adding machines (macchine calcolatrici meccaniche) che dai computer. Direi di sistemare subito. --Ancelli (msg) 21:47, 20 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Così può andare? Anche la parte dell'incipit che parla del computer molto probabilmente dovrà essere modificata (per ora si sta ancora discutendo sulla definizione di "computer"). La definizione di "calcolatrice" comunque è troppo generica. Secondo tale definizione anche il regolo calcolatore risulta una calcolatrice. La calcolatrice ha qualcosa di particolare rispetto ad una generica macchina in grado di eseguire calcoli. Qualcosa di particolare che la contraddistingue. Secondo me la parola chiave è "automatismi". La calcolatrice è dotata di automatismi. Se non è dotata di automatismi allora non è una calcolatrice. Tu avevi lavorato ad una definizione di "calcolatrice"? --Blue90 (msg) 20:08, 21 giu 2012 (CEST)[rispondi]
È un bel problema su cui vorrei mettere le mani, ma non trovo mai il tempo. Forse l'approccio più pulito sarebbe quello di staccare completamente la parte elettronica da quella meccanica. Anche in en.wiki c'e calculator, distinto da adding machine. In it.wiki abbiamo calcolo meccanico che a sua volta dovrebbe restare come cappello per più voci. Da un lato gli strumenti grafico-analogici: Regolo calcolatore, Planimetro, Analizzatore differenziale, ... D'altro le macchine a cifra esatta (oggi diremmo digitali): addizionatrici, calcolatrici, ... (vedi classificazione all'inizio di calcolo meccanico). Infine c'erano gli strumenti ausiliari (non so come definirli meglio). Ossia tutte quelle cose che non fanno nulla automaticamente, ma che danno una mano al calcolatore umano: abaco, bastoncini di Nepero e Grenaille, tavole numeriche. L'abaco, in termini di attuali computer, è solo una memoria cache. L'uomo che lo usa funziona da unità aritmetica e logica che sposta i bit (palline) sulla cache (abaco), compiendo tutte le operazioni opportune, e alla fine legge il risultato. L'anello di congiunzione tra abaco e macchina addizionatrice sono le addizionatrici a cremagliera, come l'addiator. --Ancelli (msg) 11:57, 22 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Anche il regolo calcolatore non fa nulla automaticamente. Comunque, affrontiamo un punto alla volta. Sei d'accordo che la calcolatrice si contraddistingue per avere automatismi? --Blue90 (msg) 18:48, 22 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Il calcolo analogico (ad es. regoli o nomogrammi è tutto un settore a parte su cui per il momento è meglio non impantanarsi.
Per il calcolo a cifra esatta, di solito la discriminante viene posta sul fatto che sia presente il riporto automatico delle decine quando si esegue l'addizione. Come dicevo, il caso limite sono le addizionatrici a cremagliera (es. addiator). Non hanno ingranaggi e il riporto delle decine è semi-automatico. Quando serve, l'operatore è obbligato a fare un movimento che riduce opportunamente le unità e aumenta di uno le decine. Qualcuno le considera addizionatrici, altri no. Sicuramente non è una "macchina" il Locke Adder [1]. Anche se apparentemente è molto simile all'addiator, ha meno automatismi di un abaco.
Un altro caso limite sono le "tavole pitagoriche meccaniche" (es Consul [2]) Qui è presente un semplice meccanismo. Però vanno escluse per il limitatissimo campo per dati e risultati che ne confina l'utilizzo ad un ambito tra il gioco e la didattica, messo in evidenza anche dalla grafica. --Ancelli (msg) 11:25, 25 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Mi sembra di capire che sostanzialmente sei d'accordo con me sul fatto che la calcolatrice si contraddistingue per avere automatismi. In realtà un dubbio ce l'ho e vorrei sapere cosa ne pensi tu. Il mio unico dubbio riguarda le prime calcolatrici della storia: le calcolatrici meccaniche ad azionamento manuale. Una macchina ad azionamento manuale può comunque avere degli automatismi? Le tue parole "la discriminante viene posta sul fatto che sia presente il riporto automatico" mi fanno propendere per una risposta affermativa: anche se la calcolatrice è ad azionamento manuale il congegno del riporto è comunque un automatismo. Sei d'accordo? --Blue90 (msg) 20:55, 26 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Si, qualche operazione di calcolo deve essere svolta dalla macchina, non dall'operatore. In genere si punta l'attenzione sull'operazione più semplice, l'addizione, il cui punto più delicato è il riporto delle decine. L'abaco non lo fa, le addizionatrici si.
Non importa se l'energia alla macchina è fornita da una manovella o da un motore elettrico o a vapore. Molte calcolatrici sono state costruite sia in versione elettrica che a manovella. Quasi tutte le calcolatrici "elettriche" avevano una manovella d'emergenza. In effetti bisognerebbe dire "motorizzate", invece che "elettriche", ma suona troppo da pignoli. Le vere calcolatrici elettriche sono le macchine a relais, come quelle di Konrad Zuse e l'Harvard Mark I, o certe macchine analogiche come l'Analizzatore differenziale di Bush. Queste sfruttano le caratteristiche della corrente elettrica, non la usano solo come forza motrice. --Ancelli (msg) 11:20, 27 giu 2012 (CEST)[rispondi]
Ho visto ora che anche questo testo (scritto da un docente universitario, quindi attentibile) è d'accordo. Sull'Orologio Calcolatore (considerato la prima calcolatrice della storia) dice a pagina 60: «Il primo dispositivo di calcolo in grado di effettuare calcoli automaticamente...». Come tutte le prime calcolatrici della storia, anche l'Orologio Calcolatore era ad azionamento manuale, quindi anche le fonti concordano.
Completo la definizione di "calcolatrice" aggiungendo questa importante caratteristica che abbiamo individuato: la calcolatrice è sempre dotata di automatismi. --Blue90 (msg) 10:20, 8 lug 2012 (CEST)[rispondi]
In altri termini, la calcolatrice è lo strumento con cui viene realizzato il calcolo automatico. Giusto? --Blue90 (msg) 10:29, 8 lug 2012 (CEST)[rispondi]

Calcolatrice e computer

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Non è corretto dire che le calcolatrici sono considerate dispositivi distinti dai computer (è scritto nella sezione iniziale della voce). Tutti i computer sono delle calcolatrici. Un esempio su tutti: la Calcolatrice Elettronica Pisana è uno dei primissimi computer elettronici digitali costruiti in Italia. Anche l'etimologia di "computer" è indicativa: "computer" deriva dall'inglese "to compute" che significa "calcolare". La stessa sezione iniziale porta a dubitare del fatto che le calcolatrici sono considerate dispositivi distinti dai computer: subito dopo dice che le calcolatrici moderne spesso incorporano un microcomputer. In realtà è impreciso dire che la maggior parte delle calcolatrici moderne incorporano un microcomputer. Più precisamente la maggior parte delle calcolatrici moderne sono dei microcomputer. --Blue90 (msg) 20:23, 9 ott 2012 (CEST)[rispondi]

Penso sia da intendersi che sono considerate e percepite come due cose diverse. Infatti nella voce c'è scritto (corsivo mio) "Le calcolatrici sono considerate dispositivi distinti dai computer" --79.45.152.62 (msg) 23:35, 10 ott 2012 (CEST)[rispondi]
Bisogna stare attenti all'evoluzione storica delle parole. Fino ai primi anni sessanta un "calcolatore" era una persona che faceva calcoli, mentre una calcolatrice era un modo abbreviato per dire "macchina calcolatrice". Ho un vecchio opuscolo con l'organico di un istituto matematico dove lavoravano diversi calcolatori. In quel contesto, i primi computer italiani erano tutti "al femminile": la CRC, la FINAC, la CEP, la CINAC, ...
Oggi una calcolatrice è essenzialmente una macchina non programmabile o con capacità di programmazione ridotte, mentre un calcolatore ha caratteristiche logiche e costruttive più complesse, come viene spiegato nelle relative voci. Se entri in un negozio e chiedi un calcolatore o una calcolatrice il commesso ti presenta due oggetti piuttosto diversi ;-)--Ancelli (msg) 22:09, 11 ott 2012 (CEST)[rispondi]

Rispondo all'utente non registrato. Vuoi dire che si sta semplicemente dicendo che la maggior parte delle persone considera le calcolatrici dispositivi distinti dai computer perché è così che le percepisce? Le parole "poiché, oltre ad avere un utilizzo specifico, non sono qualificabili come macchine di Turing" sembrano escluderlo. In ogni caso, prima di spiegare come le persone percepiscono le calcolatrici e i computer, sarebbe opportuno spiegare che cosa realmente distingue i computer dalle calcolatrici. Lo riassumo brevemente. Tutti i primi computer della storia sono in grado di eseguire esclusivamente calcoli numerici. Chiamare "calcolatrice" un computer così caratterizzato è perfettamente legittimo e appropriato. Nella seconda metà del secolo scorso il computer acquisisce capacità generiche di elaborazione dati: è sempre in grado di eseguire calcoli numerici ma è anche in grado di eseguire altre elaborazioni come ad esempio la gestione di database o l'elaborazione di testi. Chiamare "calcolatrice" un computer così caratterizzato è invece estremamente riduttivo (e quindi non molto appropriato). --Blue90 (msg) 13:09, 19 ott 2012 (CEST)[rispondi]

Rispondo a Ancelli. È tutto corretto eccetto questo: "mentre un calcolatore ha caratteristiche logiche e costruttive più complesse". Questo è un testo universitario (quindi fonte affidabilissima) e come puoi vedere il termine "calcolatore" è utilizzato per indicare una qualsiasi macchina da calcolo. Ad esempio il regolo calcolatore è un calcolatore (vedi nel testo citato il paragrafo 1.2 intitolato "Primi calcolatori meccanici analogici"). --Blue90 (msg) 13:09, 19 ott 2012 (CEST)[rispondi]

Quando dici "regolo calcolatore", calcolatore è un aggettivo, quindi va concordato con il genere del nome. In generale, quasi tutti gli strumenti analogici svolgevano calcoli più complessi rispetto ad una macchina calcolatrice ed avevano nomi maschili: planimetro, integrafo, compasso di proporzione, nomografo, analizzatore armonico, ... --Ancelli (msg) 21:25, 19 ott 2012 (CEST)[rispondi]
È corretto ciò che dici. Nel mio intervento del 19 ottobre scorso ho cercato di spiegare però che il termine "calcolatore", come sostantivo, indica una qualsiasi macchina da calcolo (oltre che una persona impiegata in calcoli matematici). Dalla più semplice (l'abaco) alla più complessa (il computer). Attualmente il wikilink Calcolatore reindirizza alla voce Computer ma il significato del termine "calcolatore" è molto più ampio. Il termine merita una voce propria. --Blue90 (msg) 18:21, 27 gen 2013 (CET)[rispondi]

Tornando all'oggetto della discussione, vorrei riscrivere la parte della sezione iniziale che inizia da "Le calcolatrici sono considerate dispositivi distinti...". Le motivazioni:
1) Non è chiaro che cosa si vuole dire con le parole "le calcolatrici sono considerate dispositivi distinti dai computer". Si vuole dire che la calcolatrice e il computer sono dispositivi distinti? Oppure si vuole dire che la calcolatrice e il computer sono comunemente percepiti come dispositivi distinti ma in realtà non lo sono?
2) Indipendentemente dalla risposta al punto 1, l'argomentazione "oltre ad avere un utilizzo specifico" non è valida in quanto tutti i primi computer della storia (ad esempio l'Atanasoff-Berry Computer o l'ENIAC) sono in grado di svolgere esclusivamente calcoli matematici e quindi hanno un utilizzo specifico.
3) L'argomentazione "non sono qualificabili come macchine di Turing" fa riferimento ad una vecchia definizione del termine "computer" riportata nella voce Computer: "un computer è un dispositivo fisico che implementa il funzionamento di una macchina di Turing". Questa dedinizione del termine "computer" è stata tolta in quanto alcuni utenti hanno sollevato dubbi. Prima di fare riferimento a tale definizione del termine "computer" sarebbe opportuno sentire il parere di persone che hanno una laurea in matematica.
4) Dire che le calcolatrici moderne spesso incorporano un microcomputer non è corretto. È invece corretto dire che le calcolatrici moderne spesso sono dei microcomputer.
5) Anche l'argomentazione "esse sono progettate per migliorare la praticità d'utilizzo nel compiere specifiche operazioni" non è valida per la stessa motivazione espressa nel punto 2.
6) Non è chiaro che cosa si intende con "computer vero e proprio".
7) Non è vero che le calcolatrici da tavolo sono assai più portatili dei computer in quanto esistono anche i computer palmari.
In conclusione: del testo citato si può salvare veramente poco. --Blue90 (msg) 12:52, 27 feb 2013 (CET)[rispondi]

Entrare in questi distinguo filosofici/filologici/filo-ingarbugliati è sempre difficile. Per me il concetto base è che addizionatrici e calcolatrici sono essenzialmente macchine aritmetiche ossia in grado di eseguire una o più operazioni aritmetiche elementari. Il computer, invece, ha anche capacità logiche e di gestione dei dati. Ovviamente non può essere una distinzione netta, visto che sono state sviluppate calcolatici sempre più accessoriate, fino alle calcolatrici programmabili. Viceversa, tablet e affini sono per certi versi più vicini ad una calcolatrice che a un computer.
Direi che "inglobano un microcomputer" dovrebbe essere corretto in "inglobano un microprocessore" --Ancelli (msg) 13:43, 27 feb 2013 (CET)[rispondi]
Affermando che le «calcolatrici sono essenzialmente macchine aritmetiche ossia in grado di eseguire una o più operazioni aritmetiche elementari», sei costretto a concedere deroghe: «ovviamente non può essere una distinzione netta, visto che sono state sviluppate calcolatici sempre più accessoriate, fino alle calcolatrici programmabili». Non vedo il senso di tutto ciò. La definizione del termine "calcolatrice", presente nella sezione iniziale della voce Calcolatrice, non mette limiti alla complessità del calcolo (dice semplicemente «in grado di eseguire calcoli»). Giustamente non esclude le calcolatrici scientifiche o le calcolatrici programmabili. --Blue90 (msg) 19:16, 5 mar 2013 (CET)[rispondi]

Computer come l'ENIAC o l'EDVAC (occupanti intere stanze) erano in grado di fare quello che oggi fa una moderna calcolatrice programmabile di tipo tascabile. Allora perché nel primo caso parliamo di "computer" (si vedano le voci ENIAC e EDVAC) mentre nel secondo caso parliamo di "calcolatrice"? Perché a partire dalla seconda metà del XX secolo il computer evolve in macchina in grado di eseguire le elaborazioni dati più varie (gestione di database, elaborazione di testi, rendering di immagini tridimensionali, ecc.). Tutti i primi computer della storia invece sono in grado di eseguire esclusivamente calcoli matematici. Si preferisce quindi utilizzare il termine "calcolatrice" per evidenziare il fatto che la macchina è in grado di eseguire esclusivamente calcoli matematici. Di fatto tutte le calcolatrici programmabili sono dei computer. Più in generale ciò vale per le calcolatrici scientifiche: tutte le calcolatrici scientifiche sono dei computer. Per i primi computer della storia (come l'ENIAC o l'EDVAC) prevale invece l'uso del termine "computer" perché, in un'epoca in cui i computer sono in grado di eseguire esclusivamente calcoli matematici, si mette in evidenza che la macchina è in grado di eseguire calcoli matematici complessi. Riassumendo abbiamo che:

calcolatrice = macchina automatizzata in grado di eseguire calcoli matematici semplici e/o complessi;
computer = macchina automatizzata in grado di eseguire calcoli matematici complessi e, eventualmente, altre tipologie di elaborazioni dati.

Il punto di contatto tra calcolatrice e computer sono quindi le macchine automatizzate in grado di eseguire calcoli matematici complessi. Per tali macchine si può utilizzare sia il termine "calcolatrice" che il termine "computer". Come spiegato, per macchine appartenenti ad un'epoca in cui i computer sono in grado di eseguire esclusivamente calcoli matematici, prevale l'uso del termine "computer". Mentre, per macchine relativamente recenti, prevale l'uso del termine "calcolatrice". Questo uso diversificato dei termini "calcolatrice" e "computer" per macchine in grado di eseguire la stessa tipologia di elaborazione dati (il calcolo matematico complesso) evidentemente confonde le idee. --Blue90 (msg) 18:39, 10 mag 2013 (CEST)[rispondi]

Tutta la prima parte del paragrafo "Calcolatrici e computer a confronto" fa riferimento all'espressione "normale computer". Qualcuno è in grado di spiegare che cosa si intende con "normale computer"? Si ripropone quello che dicevo il 27 febbraio per l'espressione "computer vero e proprio". Secondo me queste espressioni sono state utilizzate perché non erano ben chiare le differenze tra calcolatrice e computer. --Blue90 (msg) 18:19, 9 set 2013 (CEST

Più leggo l'incipit, più mi sembra contorto, a rischio di essere errato. Direi che occorra considerare questi due testi [3] (Pravadelli: Storia dell'informatica) e Sapere.it. Il primo pone (storicamente) la differenza tra Calcolatori e Calcolatrici nel fatto di essere o no macchine di Turing, ossia nel disporre di capacità logiche, non solo aritmetiche. Il secondo evidenzia il fatto che per le calcolatrici di "fascia alta" (programmabili), questa distinzione è sempre meno netta fino quasi a scomparire. --Ancelli (msg) 23:06, 9 set 2013 (CEST)[rispondi]
La sezione iniziale della voce era stata modificata. Ho annullato le modifiche e provato a migliorare il testo. Ti sembra ancora contorto? In particolare dove ti sembra contorto? Per quanto riguarda i testi da te proposti, il primo link non mi funziona. A te funziona? Se hai testi da proporre, li leggo molto volentieri. Anche se trattano le differenze tra calcolatore e calcolatrice. Ora però si sta parlando delle differenze tra computer e calcolatrice. Ritengo che ci siano delle differenze anche tra calcolatore e computer, quindi i testi che proponi dovrebbero parlare espressamente di computer. --Blue90 (msg) 20:01, 11 set 2013 (CEST)[rispondi]
Non riesco a capire cosa succeda al primo link. È scritto correttamente ma, quando si cerca di aprirlo, vengono aggiunti dei caratteri all'url. Provo a modificarlo. Se continua a non funzionare, basta copiare e incollare il testo pulito. --Ancelli (msg) 21:16, 11 set 2013 (CEST)[rispondi]
Ora il link funziona. Il testo La storia dell'informatica mi ha deluso. A pagina 2 (citando vecchie versioni di Teknopedia) si dice che il computer è un dispositivo fisico che implementa il funzionamento di una macchina di Touring, mentre la calcolatrice non è qualificabile come macchina di Touring. Oltre ad affermarlo, vorrei che qualcuno spiegasse il perché. Io dubito fortemente che sia vero e penso di avere valide motivazioni. Se vuoi, te le espongo. Quello che si dice a pagina 3 invece è sicuramente non vero. Cito testualmente: «La differenza fondamentale tra una calcolatrice e un calcolatore è che un calcolatore può essere programmato in modo tale da consentire al programma di eseguire operazioni diverse a seconda dei risultati intermedi ottenuti». Evidentemente chi lo ha scritto non ha mai sentito parlare di calcolatrici programmabili. Noi ne parliamo nel paragrafo Calcolatrice scientifica. --Blue90 (msg) 16:57, 24 set 2013 (CEST)[rispondi]

Dispositivo o macchina?

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Nella voce Computer, per la definizione del termine "computer", inizialmente era stato utilizzato il termine "dispositivo". In seguito è stato sostituito con il termine "macchina". Sto riflettendo sulle differenze di significato tra "dispositivo" e "macchina". Per ora non ho individuato differenze significative. "Dispositivo" però non lo trovo appropriato per calcolatrici che occupano intere stanze come ad esempio la Calcolatrice Elettronica Pisana. Non credo che qualcuno userebbe mai "dispositivo" in riferimento a calcolatrici di quella grandezza. Cosa ne pensate? Nell'incipit della voce Calcolatrice trovate più appropriato il termine "dispositivo" o il termine "macchina"? --Blue90 (msg) 18:29, 12 mag 2013 (CEST)[rispondi]

Ricordati che il termine calcolatore è nato in un secondo tempo, le prime grandi macchine elettroniche venivano chiamate calcolatrici solo perché mancava un termine specifico. La Calcolatrice Elettronica Pisana e la FINAC erano a tutti gli effetti calcolatori. --Ancelli (msg) 20:35, 12 mag 2013 (CEST)[rispondi]

Dissento completamente sul fatto che "le prime grandi macchine elettroniche venivano chiamate calcolatrici solo perché mancava un termine specifico". Come recita la definizione del termine "calcolatrice" presente nella sezione iniziale della voce Calcolatrice, la Calcolatrice Elettronica Pisana è "in grado di eseguire calcoli numerici mediante uno o più automatismi". Perché il termine "calcolatrice" non è appropriato per la Calcolatrice Elettronica Pisana? --Blue90 (msg) 19:45, 14 mag 2013 (CEST)[rispondi]

In generale tutti i calcolatori sono anche calcolatrici nel senso attuale dei due vocaboli: sanno svolgere le operazioni aritmetiche. Parlare della CEP ti costringe ad un difficile lavoro di equilibrismo: la "C" iniziale sta per Calcolatrice, secondo il vocabolario dell'epoca. Ma la CEP, secondo il vocabolario attuale, è un calcolatore. Infatti, la CEP era una macchina di Turing, basata sull'architettura di von Neumann e con tutta una serie di altre caratteristiche tipiche dei calcolatori, non delle calcolatrici. Lo stesso dicasi delle altre "grandi macchine" degli anni '50 che, all'epoca, venivano tutte chiamate calcolatrici, come le calcolatrici meccaniche da tavolo. Personalmente, non ricordo di aver mai visto un testo di quegli anni (ne avrò letti almeno un centinaio) in cui si usasse il termine "calcolatore", se non per indicare la persona addetta all'uso delle macchine calcolatrici. Secondo me il paragrafo in cui si parla della CEP, facendo questa confusione lessicografica, va rivisto e corretto. --Ancelli (msg) 13:46, 15 mag 2013 (CEST)[rispondi]
Con le parole «la "C" iniziale sta per Calcolatrice, secondo il vocabolario dell'epoca. Ma la CEP, secondo il vocabolario attuale, è un calcolatore» sembri voler dire che la CEP, secondo il vocabolario attuale, non è una calcolatrice. Ma ciò contraddice le parole iniziali «in generale tutti i calcolatori sono anche calcolatrici nel senso attuale dei due vocaboli». Puoi chiarire? --Blue90 (msg) 18:25, 5 set 2013 (CEST)[rispondi]
Come dicevo, la variazione intervenuta nel lessico informatico "costringe ad un difficile difficile lavoro di equilibrismo". Può aiutare il fatto che l'insieme dei calcolatori è un sottoinsieme stretto di quello delle calcolatrici. Quindi, quando parli della CEP o della CINAC (Elea 6104) puoi chiamarle calcolatrici(come si faceva all'epoca) anche se oggi le chiameresti calcolatori, come puoi chiamare primate un uomo. L'equilibrismo linguistico sta nel non indurre il lettore a pensare che la CEP fosse analoga alla calcolatrice simulata sul telefonino, come devi stare attento a non far considerare una scimmia l'uomo che hai chiamato primate ;-) --Ancelli (msg) 13:34, 6 set 2013 (CEST)[rispondi]
Non è cambiato il significato del termine "calcolatrice" rispetto agli anni Cinquanta del secolo scorso. Semplicemente nessuno oggi costruisce calcolatrici che occupano intere stanze. Di conseguenza oggi si tende a pensare alla calcolatrice come ad un oggetto di piccole dimensioni. La Calcolatrice Elettronica Pisana è una calcolatrice, ma è anche un calcolatore e un computer. Ultimamente ho cercato proprio di chiarire le differenze tra calcolatore, calcoltrice e computer.
Nell'incipit sostituisco "dispositivo" con "macchina" in quanto "dispositivo" non mi sembra appropriato per le calcolatrici del secolo scorso occupanti intere stanze. Sostituisco inoltre "mediante uno o più automatismi" con "automatizzata" in modo da ricalcare l'incipit della voce Computer (così le differenze tra calcolatrice e computer risultano più evidenti). --Blue90 (msg) 17:50, 9 set 2013 (CEST)[rispondi]
nel incipit della CEP c'è scritto che è una calcolatrice elettronica,secondo me se è una calcolatrice va lasciato, se invece è un calcolatore va scritto qualcosa del genere calcolatore ma chiamata calcolatrice perché a epoca quel temine non esisteva, cosa ne pensate?--79.13.176.115 (msg) 21:26, 11 set 2013 (CEST)[rispondi]
Stiamo ancora analizzando le differenze tra calcolatrice e calcolatore. --Blue90 (msg) 17:01, 24 set 2013 (CEST)[rispondi]

Definizione di "calcolatrice"

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Nella definizione di "calcolatrice", inserita all'inizio della voce Calcolatrice, non si parla di calcoli matematici ma di calcoli numerici (i calcoli numerici sono un sottinsieme dei calcoli matematici). Non ha sbagliato il redatore della voce che ha parlato specificatamente di calcoli numerici. Ho sempre visto infatti chiamare "calcolatrice" solo le macchine dedicate al calcolo numerico. Ad esempio non ho mai visto chiamare "calcolatrice" la Macchina di Anticitera. Tale macchina infatti, più che al calcolo numerico, è dedicata al calcolo astronomico. Una fondamentale differenza tra calcolatore e calcolatrice riguarda quindi la tipologia di calcolo matematico che sono in grado di eseguire: il calcolatore può eseguire qualsiasi tipologia di calcolo matematico, la calcolatrice esegue calcoli numerici. --Blue90 (msg) 17:44, 27 set 2013 (CEST)[rispondi]

Un altro esempio di macchina non dedicata al calcolo numerico è il Colossus (il Collossus era dedicato alla decriptazione). Quindi, secondo la definizione di "calcolatrice" riportata nella sezione iniziale della voce Calcolatrice, anche il Colossus non sarebbe una calcolatrice. Attualmente sono d'accordo con tale definizione di "calcolatrice". --Blue90 (msg) 21:33, 7 ott 2013 (CEST)[rispondi]

Continuo a trovare, in vari testi, l'espressione "macchina calcolatrice" riferita a macchine non dedicate esclusivamente al calcolo numerico. È giusto: "macchina calcolatrice" significa semplicemente "macchina che calcola". Per non parlare del fatto che le calcolatrici scientifiche sono in grado di eseguire anche il calcolo simbolico. A questo punto non resta che citare nell'incipit solo il termine "calcolatrice" e parlare di accezione ristretta, dedicando questa voce alle macchine caratterizzate da dimensioni fisiche contenute. La voce «calcolatrice» del vocabolario Treccani recita: «macchina da calcolo di non grandi dimensioni». E termina dicendo: «Il nome di calcolatrice è stato a lungo adoperato per indicare anche le più complesse macchine di calcolo, per le quali oggi si preferisce il maschile calcolatore». Per tutte le altre macchine c'è la voce Calcolatore. --Blue90 (msg) 10:48, 27 apr 2015 (CEST)[rispondi]

In questa discussione, Ancelli fa presente che, nel secolo scorso, con il termine "calcolatrice" si fa riferimento a macchine in grado di eseguire almeno le quattro fondamentali operazioni aritmetiche (addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione). Ne parlo nel paragrafo Accezione ristretta. Non ho dubbi però sul fatto che sia un'accezione non più in uso: nessun recente vocabolario dice che una calcolatrice deve essere in grado di eseguire le quattro fondamentali operazioni aritmetiche. Si veda ad esempio la voce «calcolatrice» del vocabolario Treccani: «macchina da calcolo di non grandi dimensioni che permette di eseguire addizioni e sottrazioni ed eventualmente operazioni più complesse come moltiplicazioni, divisioni, estrazioni di radici, ecc.». --Blue90 (msg) 11:08, 29 apr 2015 (CEST)[rispondi]

Burattini e Pascal

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Blue90, sei sicuro che Burattini abbia incontrato Pascal? Io non mi fiderei troppo del testo di Morelli, quasi tutti i testi italiani di questo tipo sono abbastanza accurati sul calcolo elettronico ma molto approssimativi sugli strumenti meccanici. Cercherei piuttosto l'artico di Silvio Henin sul IEEE Transactionn on History of Computing, che adesso non ho a portata di mano. Ha fatto uno studio approfondito sulla bellissima macchina che spesso viene attribuita a Burattini, stabilendo che non può essere quella che Burattini regalò al Gran Duca: diversa per materiale, capacità, ... tutto

Mi sembra più attendibile questa versione della storia As it was mentioned in the article for Pascaline of Blaise Pascal, around 1650 Pascal donated copies of his machine to Queen Christina of Sweden and to Maria-Luisa Gonzaga, Queen of Poland. While in the Polish court in Krakow, Burattini had the opportunity to observe the work of the Pascaline donated to his patron, the Queen. Thus in the 1650s he decided to build a similar device (like Pascal's contrivance) himself. Ossia Burattini (che visse a lungo alla corte di Polonia ma non ricordo sia mai stato in Francia) venne a contatto con la Pascalina, non con Pascal.

Un'altra versione attendibile che ho letto non ricordo dove è che Burattini fosse in contatto epistolare con Pascal --Ancelli (msg) 22:56, 2 mag 2015 (CEST)[rispondi]

Ciao Ancelli. Attualmente la persona di cui mi fido di più sei tu. :-) Hai fatto bene ad aprire una discussione su Tito Livio Burattini: merita rilievo se è il progettista della calcolatrice. Ho notato anch'io discrepanza tra le fonti. In realtà la mia fonte è Massimo Bozzo (ho corretto ora la voce Calcolatrice). Ti riporto quello che scrive Massimo Bozzo: «1659. Il toscano Tito Livio Burattini costruisce una macchina addizionatrice (denominata "ciclografo") ad imitazione di quella realizzata da Pascal che ebbe modo di conoscere nei suoi numerosi viaggi all'estero. La calcolatrice, che Burattini dona al duca Ferdinando II di Toscana, è conservata nel Museo di Storia della Scienza di Firenze». Se però si guarda sul sito web del Museo di Storia della Scienza di Firenze, dicono che l'ideatore e il costruttore della calcolatrice sono sconosciuti. Vedi qui. Appena ho tempo, eseguo altre ricerche. --Blue90 (msg) 19:10, 4 mag 2015 (CEST)[rispondi]
Il Museo di Storia della Scienza di Firenze dovrebbe essere la fonte più attendibile. Se dicono che l'ideatore e il costruttore della calcolatrice sono sconosciuti, evidentemente non hanno prove che l'ideatore e/o il costruttore della calcolatrice sia Tito Livio Burattini. Allora perché molte fonti (compreso il sito web History of Computers) affermano che la calcolatrice conservata nel Museo di Storia della Scienza di Firenze è stata ideata e/o costruita da Tito Livio Burattini? Forse il Museo di Storia della Scienza di Firenze lo ha affermato in passato? Attualmente afferma che Tito Livio Burattini ha ideato più di una macchina per calcolare. Si veda qui. --Blue90 (msg) 19:27, 5 mag 2015 (CEST)[rispondi]
Da come ho capito io, nei registri medicei ci sono due "macchine aritmetiche" segnate in ingresso, delle quali ne è sopravvissuta una sola. Inizialmente la seconda era sfuggita e l'unica esistente era stata identificata con quella che si pensava fosse l'unica arrivata, ossia la Burattini. Henin è andato a Firenze, gli hanno fatto consultare i registri e esaminare la macchina esistente. Non ha potuto che confermare che non fosse quella del Burattini. D'altra parte, basta guardare le macchine del Morland riportate qui e ricordarsi che Morland era ben conosciuto a Firenze (i Medici avevano suoi strumenti) per essere portati a pensare che ci troviamo di fronte ad una copia "abbellita" di una sua addizionatrice fatta da un artigiano fiorentino. --Ancelli (msg) 23:34, 5 mag 2015 (CEST)[rispondi]
Con l'espressione "la Burattini" intendi la calcolatrice che Burattini ha donato a Ferdinando II? Te lo chiedo perché, come detto, il Museo di Storia della Scienza di Firenze dice che l'ideatore e il costruttore di tale calcolatrice sono sconosciuti. Più avanti dici: "Non ha potuto che confermare che non fosse quella del Burattini". Quindi esiste una calcolatice sicuramente ideata e/o costruita da Burattini? È conservata ancora oggi? In un museo? --Blue90 (msg) 17:19, 6 mag 2015 (CEST)[rispondi]
Non sono stato chiaro. Direi che mi sono dimenticato una parola. La frase 'Inizialmente la seconda era sfuggita' doveva essere 'Inizialmente la registrazione della seconda era sfuggita'. Ossia, da una parte si pensava che i Medici avessero acquisito nelle proprie collezioni (oltre a quella di Morland) solo la calcolatrice donata da Burattini. Dall'altra era giunta fino ai nostri giorni solo una calcolatrice. Senza porsi troppi problemi si era pensato che quella esistente fosse quella di Burattini.
Poi si è scoperto che ne erano arrivate due. Quella superstite non corrisponde (ad es. per numero di ruote) alla descrizione inventariale di quella donata da Burattini, mentre è compatibile con la descrizione di quella di provenienza ignota.
A questo punto, bisogna ritenere che la macchina di Burattini sia stata perduta/venduta/distrutta/rubata/fusa/... e attribuire ad "autore ignoto" quella superstite. --Ancelli (msg) 15:46, 7 mag 2015 (CEST)[rispondi]
Quello che dici contrasta con quello che il Museo di Storia della Scienza di Firenze scrive qui. Cito testualmente: «Fu donata da Tito Livio Burattini a Ferdinando II de' Medici». Quindi, in conclusione, il Museo di Storia della Scienza di Firenze scrive che questa calcolatrice è stata donata da Tito Livio Burattini a Ferdinando II de' Medici, mentre Silvio Henin ha verificato che non è così? --Blue90 (msg) 18:07, 14 mag 2015 (CEST)[rispondi]
Queste informazioni vanno sempre prese con le molle! Ti cito qualche brano dal testo di Hènin (nota 11 della voce Calcolatrice)
  1. "Burattini’s gift was wrote down on the inventory of the de’ Medici’s collection in 1660: «N.585 in data 1659 uno strumento di ottone per fare abaco che ha otto ruote, lungo 3/4 largo 1/5 a S.A. serenissima donato da Tito Livio Burattini il 22 giugno»"....
  2. "In 2007 the historian Vanessa Ratcliff noticed (Ratcliff 2007) that the object recorded on the 1660 inventory do not match with N.3179: the number of wheels of the latter is nine (eighteen if the nine small dials are taken into account), instead of eight. Moreover the size of N.3179 (20 x 10 cm) do not fit with those recorded in 1660 (44 x 12 cm)".
  3. "Interestingly enough in a catalogue of 1779 [Real Gabinetto, 1776-1779] the description is without a doubt different: «Una macchinetta forse aritmetica di due lastre di ottone centinate che racchiudono 18 cerchi tra grandi e piccoli, numerati, imperniati, e da muoversi a mena dito. La macchinetta ha la faccia dorata, ed è lunga nel più pollici 7.3.»."
Ossia la macchina all'attuale n. 3179 non assomiglia a quella di Burattini ma piuttosto a quella registrata nel catalogo del 1779. Nel seguito, Hénin fa notare che le dimensioni della "vera" macchina di Burattini corrispondono a quelle di una Pascalina a 8 cifre.
Tendenzialmente tendo a dare fiducia ad Hénin, che conosco come persona molto seria, anche se non infallibile. Viceversa, la mia fiducia nei musei italiani è crollata dopo la lettura di questa scheda che praticamente non contiene nessuna informazione corretta a parte la descrizione estetica: datazione e costruttore sono completamente errati, le piastrine per tarare lo strumento diventano astine di prolunga, ... --Ancelli (msg) 10:19, 15 mag 2015 (CEST)[rispondi]
Ovviamente le fonti più attendibili sono i registri e i cataloghi del XVII e XVIII secolo. Quindi, nella voce Calcolatrice, non possiamo scrivere che questa calcolatrice è stata donata da Tito Livio Burattini a Ferdinando II de' Medici. Ma non possiamo neanche dare per scontato che lo strumento donato da Tito Livio Burattini a Ferdinando II de' Medici sia una calcolatrice: uno "strumento per fare abaco che ha otto ruote" non è necessariamente una calcolatrice. Sono disponibili altre informazioni sullo strumento che, il 22 giugno 1659, Tito Livio Burattini dona a Ferdinando II de' Medici? --Blue90 (msg) 21:46, 16 mag 2015 (CEST)[rispondi]

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introduzione dei transistor

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'Nel 1947 i transistor entrarono nel mercato di massa e, nel 1954, l'IBM esibì una grande calcolatrice basata interamente su questi componenti. La stessa IBM, nel 1957, rilasciò la prima calcolatrice commerciale a transistor (l'IBM 108)'.

Per prima cosa, nel 1947 tre ricercatori inventarono un transistor industrialmente valido e per questo ricevettero il Nobel. Prima che divenisse un prodotto di massa passarono anni.

Se l'IBM avesse realizzato una grande calcolatrice a transistor nel 1954 e una commerciale nel 1957, l'Anita non sarebbe stata la prima calcolatrice elettronica!

Su en:https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_IBM_products l'IBM 108 è citato come Card Proving Machine prodotta negli anni 60. Ossia, non sembra essere una calcolatrice degli anni 50.

Ho tolto le relative affermazioni. Per ripristinarle credo che servano maggiori delucidazioni e qualche riferimento a siti affidabili. --Ancelli (msg) 16:34, 7 gen 2018 (CET)[rispondi]

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