Cuius regio, eius religio
Cuius regio, eius religio ("Di chi [è] la regione, di lui [sia] la religione", cioè i sudditi seguano la religione del proprio governante) è un'espressione latina che ebbe grande rilevanza all'epoca della riforma protestante e anche nei secoli successivi. Indica l'obbligo del suddito di conformarsi alla confessione del principe del suo Stato, sia essa protestante o cattolica. Comunemente, la si intende riferita alla storia europea del XVI e XVII secolo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Fu definito nel trattato conseguente alla Pace di Augusta del 1555 dall'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V d'Asburgo e dalle forze della Lega di Smalcalda per determinare la religione dell'Impero come coesistenza tra il luteranesimo e il cattolicesimo. Il principio sancito ad Augusta significava che i principi e le città libere avevano la facoltà di introdurre la fede luterana (lo jus reformandi) nel loro territorio, pur godendo degli stessi diritti degli stati cattolici all'interno dell'Impero. La popolazione di confessione diversa da quella del principe, sia che fosse cattolica oppure protestante, doveva adattarsi alla confessione del principe oppure emigrare.
Esiste anche la variante Cuius regio, eius et religio, nella quale il termine et ha in questo caso funzione rafforzativa (nel senso di "anche").[1]
Valenza politica
[modifica | modifica wikitesto]In senso lato, il principio del "cuius regio, eius religio" implica l'inviolabilità della sovranità nazionale (una nuova concezione di sovranità, che emerge in seno al processo di territorializzazione di un popolo e della sua cultura) e la non ingerenza nella giurisdizione domestica degli stati-nazione[2]. Non a caso tale principio poté affermarsi definitivamente con la pace di Vestfalia del 1648[3], tappa importante per la costituzione dello stato-nazione moderno.
Il principio, benché criticato perché legittimava la compressione della libertà religiosa individuale[4], fu comunque introdotto per far cessare le guerre di religione. Di fatto, la pace di Augusta non fu sufficiente ad affermarlo, viste le tensioni sempre latenti e considerato che esso non fu un principio condiviso, ma quasi un espediente; tuttavia, dopo le devastazioni di circa un secolo di guerre fra cattolici e protestanti dalla metà del Cinquecento - col picco della Guerra dei trent'anni 1618-1648 - al momento della pace di Westfalia del 1648 fu universalmente accettato e riuscì ad essere accettato tra le nazioni europee.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cuius regio, eius et religio, su miolegale.it, 15 settembre 2018.
- ^ E. Dell'Agnese, E. Squaracina (a cura di), Europa: Vecchi confini e nuove frontiere, Torino, UTET Libreria, 2011
- ^ R. J. Barro e R. M. McCleary, Which Countries have State Religions? (PDF), Università di Chicago, p. 5. URL consultato il 7 novembre 2006 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2006).
- ^ Per esempio, nella conferenza stampa congiunta di papa Francesco e dell'arcivescova luterana Antje Jackelen, capo della Chiesa di Svezia, a seguito della visita del primo nel 2016 per il 500º anniversario dello scisma luterano.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) cuius regio, eius religio - political and religious doctrine, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Cuius regio, eius religio, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.